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Dissonanze e Cacofonie


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certo io non volevo attaccare lei,la sua musica mi piace,le ho suonate anche agli esami....

parlavo dell'armonia....se tutti seguissero le regole(per fortuna tutti no),penso che della roba scritta da 80 anni a questa parte,poco esisterebbe...

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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.

 

Io dico di no. Che succede, adesso?

 

mi dispiace che un musicista del tuo calibro la pensi cosi'...e cmq ,non scaldarti....è un po un controsenso....se suonate Brower,Gilardino e compagnia bella,dire che l'armonia vive!

Ps non attaccatemi come al solito inutilmente,ho solo detto la mia...

 

Klira, c'è un equivoco!

Hai frainteso le mie parole. Voleva essere una battuta non un attacco.

Non sono l'avvocato dell'armonia, io.

 

Se in qualche modo ti ho offeso ti chiedo scusa ma non era nelle mie intenzioni. Volevo solo usare il tuo "e non dite di no" per ribattere comicamente, niente di piu'.

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certo io non volevo attaccare lei

Questo fatto che i forum sono considerati una sorta di campo di battaglia - io ti attacco, non ti attacco, non volevo attaccarti - mi fa sempre sorridere :D

 

parlavo dell'armonia....se tutti seguissero le regole(per fortuna tutti no),penso che della roba scritta da 80 anni a questa parte,poco esisterebbe...

I Musicisti che hanno fatto e che fanno la storia non seguono le regole, ma le inventano e le impongono alla storia con la forza del loro genio.

Gli altri sono solo contorno che, come dralig dice, è stato e sarà dimenticato.

 

credo sia molto difficile che oggi tale prassi possa passare, almeno in quelli che ritengo essere i circuiti musicali/artistici garanti della qualità musicale, in quanto quelle prassi si esaurirono nell'ambito di un decennio circa vent'anni fa...pittoricamente anche qualche decennio prima...lo sanno gli interpreti quanto i pittori e compositori....

Concordo. Quel tipo di sperimentalismo ha inciso tutto sommato abbastanza poco nella storia ed è da considerarsi ormai sepolto.

 

LM

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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.

 

Io dico di no. Che succede, adesso?

 

mi dispiace che un musicista del tuo calibro la pensi cosi'...e cmq ,non scaldarti....è un po un controsenso....se suonate Brower,Gilardino e compagnia bella,dire che l'armonia vive!

Ps non attaccatemi come al solito inutilmente,ho solo detto la mia...

 

Klira, c'è un equivoco!

Hai frainteso le mie parole. Voleva essere una battuta non un attacco.

Non sono l'avvocato dell'armonia, io.

 

Se in qualche modo ti ho offeso ti chiedo scusa ma non era nelle mie intenzioni. Volevo solo usare il tuo "e non dite di no" per ribattere comicamente, niente di piu'.

 

 

va benissimo cristiano,tutto chiarito....

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Le composizioni Klang, o Light di Stockhausen ad esempio - mi riferisco alla musica elettronica.

Artisti elettronici (ma qui usciamo dalla chitarra classica) come, ad esempio, Orbital e PWOG, soprattutto i secondi, utilizzano innesti e sovrapposizioni "ideati" da Stockhausen 5 decenni prima.

 

Chissà, sulla chitarra... Forse Claudio Ambrosini ha questa tendenza.

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Relativamente all'analogico di 50 anni fa, gli Orbital di cui prima parlavo se non altro registravano (parlo di 7/8 anni fa) in analogico, a loro dire per dare una carica umana al lavoro. Il fatto di Stockhausen citato a sproposito sono d'accordo. Licht mi piace, lo ha proposto recentemente a Roma.

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non ho capito di quale "tendenza" parli...

per quello che riguarda Stockhausen (che non ha mai scritto per chitarra sola) e la chitarra se non ricordo male fu Gilardino a chiedere a Stockhausen se fosse possibile eseguire Spiral sullo strumento...

 

Esatto, e rispose che si, era di suo gradimento.

 

dralig

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Interessante!

 

è stata già eseguita da qualcuno?

 

Non lo so. Non è cosa da suonare in un recital, infatti io la volevo registrare, ma non fu possibile: nessuna casa discografica la volle.

 

dralig

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Un bell’esempio di “dissonanze, ma non cacofonie!” è la musica - anche per chitarra – di Gilberto Cappelli.

 

Cappelli è un compositore di matrice espressionista e la sua musica è caratterizzata da una enorme carica di tensione espressiva “lacerante” (è questa una parola che egli scrive spesso come indicazione espressiva all’interno delle sue partiture).

 

Quest’anno una mia allieva, Alessandra Lucchi, ha presentato la sua tesi finale di biennio di secondo livello sulla musica per chitarra di Cappelli, in particolare sul lavoro “Cerco un Paese Innocente” su testi di Ungaretti. Alessandra ha inserito all’interno della tesi anche un’intervista al compositore, oltre che un’analisi del pezzo effettuata anche con l’ausilio di un ex allievo di Cappelli, Luigi Buda.

 

E’ stato interessante scoprire che la musica di Cappelli, all’ascolto così vulcanica e dirompente, scritta “col cuore in mano”, si rivela poi all’analisi concepita con grande rigore strutturale; è stato possibile evidenziare una serie dodecafonica e diverse sue permutazioni.

Interessantissima poi, anche se espressa con molta semplicità, la poetica di Cappelli che emerge anche dall’intervista. Viene detto che, una volta arrivati alla dodecafonia, il compositore si trova come davanti ad un bivio: il fatto che nessun suono della serie debba prevalere sugli altri undici può condurre al fatto che in definitiva nessun suono è importante – e tanta musica “dissonante” ha di fatto, seppure magari non teorizzandola, seguito questa strada - , oppure alla scelta opposta, di dare cioè importanza espressiva ad ogni suono della serie; questa è la scelta compiuta da Cappelli, a tal punto che quello che risalta immediatamente nella sua musica è la potenza espressiva. Il rigore nell’uso della tecnica compositiva c’è, ma è al servizio di questa espressività (questo si vede anche dal tipo di intervalli usati all’interno della serie).

Non a caso il titolo della tesi di Alessandra Lucchi è “Una risposta al nichilismo”.

 

Per quanto riguarda il substrato “artigianale” e di conoscenza dell’armonia tonale, Buda raccontava di un episodio capitatogli quando era studente di Cappelli in conservatorio a Cesena. Veniva proposta agli allievi una modulazione (da Do maggiore a Si maggiore, poniamo) e ciascuno di loro era invitato a sedersi al pianoforte per eseguire la sua modulazione: terminato il giro degli allievi, Cappelli ripartiva dal primo e gli chiedeva di farne un’altra, diversa dalla prima. Al secondo o terzo giro gli allievi cominciavano ad esaurire la tavolozza delle loro possibilità. A quel punto si sedeva al pianoforte Cappelli e ne faceva sentire loro forse un’altra decina…

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