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Andiamo nelle battute 5a - 6a - 7a
Lì il canto è accompagnato dai bassi e la difficoltà principale sta nel non sovrapporre troppo la sonorità "riempitrice" delle corde basse sul canto.
Che suggerimenti potrei ricevere per far risaltare la melodia principale e affievolire i bassi?

Grazie anticipatamente


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Andiamo nelle battute 5a - 6a - 7a

Lì il canto è accompagnato dai bassi e la difficoltà principale sta nel non sovrapporre troppo la sonorità "riempitrice" delle corde basse sul canto.

Che suggerimenti potrei ricevere per far risaltare la melodia principale e affievolire i bassi?

 

Grazie anticipatamente

 

Beh..in verità la linea del basso ha dei bicordi: re-fa# /do-mi /la do (curioso che il secondo bicordo il mi, sia "legato" al la superiore e non insieme al basso do, che sia stato un problema del copista? ..) che lasciano comunque "libertà" di azione per rendere espressiva la linea superiore... puoi provare a "pesare" la linea superiore con un leggero attacco del polso (come se usassi un archetto da violoncellista) mentre per i bicordi una semplice articolazione di sole dita..

il resto della magia è nel... timbro....

vedi l'incisione che conosci... :)

scherzo! ma è molto importante l'impostazione della mano per ottenere quei suoni...che forse intuisco tu voglia ottenere...

 

buona musica...

 

m


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OT.

Bellissimo lavoro le tre canzoni piemontesi di Mosso.


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Marcello carissimo seguirò il tuo consiglio .... non ti nascondo che sto studiando questo brano non solo con la partitura, ma rubando qualcosa anche ascoltando il tuo, lasciamelo dire in tutta franchezza, strepitoso cd di Guitart. Se mi sono innamorato soprattutto di Mosso e Ghedini il merito è tuo :D

se mai ti registro un pezzetto e te lo invio ;)

 

x Franco: quoto, le 3 canzoni sono molto belle, personalmente "I tre prinsi" mi eccita particolarmente, ed è per questo che mi sono deciso a studiarla.


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OT.

Bellissimo lavoro le tre canzoni piemontesi di Mosso.

Preferisco l'op. 46 di Duarte.

Le tre canzoni di Mosso non mi sono mai piaciute.

Meglio il I quaderno...


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OT.

Bellissimo lavoro le tre canzoni piemontesi di Mosso.

Preferisco l'op. 46 di Duarte.

Le tre canzoni di Mosso non mi sono mai piaciute.

Meglio il I quaderno...

 

Meglio ancora andarci piano con i giudizi. Allora: Duarte non fa alcun lavoro di individuazione della natura diatonico-modale delle melodie, le carica di armonizzazioni cromatiche del tutto aliene e per di più tratta le melodie come dei temi, abbozzando poco probabili sviluppi.

 

Mosso circonda le melodie di contrappunti modali che riflettono, oltre che la sua abilità compositiva, anche la sua finissima cultura musicologica - conosce alla perfezione la musica medioevale e rinascimentale e, invece di inscenare pretenziose e gratuite diversioni, rende preziosamente l'atmosfera arcaica in cui queste canzoni hanno avuto origini e persino - ne "I tre prinsi" - mette in atto una sezione di "redobles" nello stile vihuelistico.

 

Preferire Duarte a Mosso significa essere molto lontani dal capire il valore di ciò che si legge e che si ascolta.

 

dralig


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Posso aggiungere che questa musica rende in pubblico assai più di quanto si possa immaginare leggendola a tavolino (perlomeno assai più di quanto immaginavo io). Me ne sono accorto grazie ad una allieva recentemente "ereditata" che aveva già in repertorio il pezzo. Ci abbiamo lavorato su quest'anno e il risultato a lezione mi pareva soddisfacente, ma ascoltare la resa in concerto di questi due pezzi nelle due occasioni in cui l'allieva li ha suonati (l'ultima è stata solo qualche giorno fa alle "Feste Medievali" di San Marino) è stata, devo ammetterlo, una lieta sorpresa. Il pubblico (me compreso) è stato catturato dall'atmosfera creata da questa musica che in modo contenuto, per virtù propria e senza bisogno di "effetti speciali", raggiunge notevoli vertici espressivi. E'stata brava anche l'allieva che cito volentieri: si chiama Irene (nome) Elena (cognome); ha suonato con espressività e discrezione insieme.

 

Una idea degli ultimi giorni è stata quella di provare ad utilizzare, nel passaggio in semicrome della prima canzone, una diteggiatura della sinistra che giochi sulle risonanze, un po' come gli antichi liutisti. Mi pare che possa funzionare.


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Non oserei mai mettere in dubbio la preparazione di Mosso, il fatto è che, aldilà degli aspetti tecnici da Lei citati, non mi piace come suona il trittico.

Trovo che, esclusa la seconda, le Canzoni non scorrano bene, anche se non metto in dubbio gli aspetti tecnici dell'opera...

 

 

Gli arrangiamenti che preferisco sono quelli di Arturo Benedetti Michelangeli...


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Fantastico! Alla 29esima battuta c'è un si armonico al 12° tasto col mi a vuoto che dà un effetto apparentemente sempliciotto (se si dà una lettura superficiale), ma che a suonarlo è incredibilmente emozionante, soprattutto in successione alle 2 precedenti battute in 3/8.

 

Una domanda per Marcello: alla battuta 17 c'è un re a vuoto che nella tua incisione non riesco a sentire ... o il mio orecchio mi inganna? :)


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Non oserei mai mettere in dubbio la preparazione di Mosso, il fatto è che, aldilà degli aspetti tecnici da Lei citati, non mi piace come suona il trittico.

Trovo che, esclusa la seconda, le Canzoni non scorrano bene, anche se non metto in dubbio gli aspetti tecnici dell'opera...

 

 

Gli arrangiamenti che preferisco sono quelli di Arturo Benedetti Michelangeli...

 

Che possa non piacerti, è del tutto ammissibile. Che le canzoni "non scorrano" non è vero: le ho rifatte di sana pianta - mantenendone l'originario dettato polifonico - con trasposizione di tono, allargamento a parti late, scordatura, proprio per assicurare loro un assetto idiomatico perfetto e un rendimento sonoro soddisfacente.

dralig

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