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Registrazioni di Bream di Castelnuovo-Tedesco


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Salve a tutti,

 

volevo chiedervi se esistono registrazioni di Bream riguardanti MCT, oltre naturalmente la Sonata!

Inoltre, come mai Bream e Williams non incisero mai nè la Sonatina Canonica nè i Preludi e fughe, e moltissimo altro repertorio per duo?!

Voglio dire, non doveva essere facile convivere, ma dato che avevano comunque ripescato Carulli, Giuliani, l'op.34 di Sor insieme alle solite trascrizioni (sebbene Cordoba di Albèniz sia un capolavoro per duo), cosa li impedì' di mettere il loro "marchio" d'autore su repertorio speficatamente chitarristico?!

 

Comunque, è stupefacente come due anime così differenti possano dare vita a una sonorità perfettamente amalgamata!

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Evidentemente Bream, nel sollecitare i compositori inglesi a scrivere per chitarra operò una scelta precisa.

MCT d'altronde, in ambito chitarristico, era già veicolato a piene mani da Segovia...almeno fino ad un certo periodo.

 

Williams credo avesse semplicemente altri gusti: nella sua eclettica discografia, i compositori di area segoviana sono assenti.


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volevo chiedervi se esistono registrazioni di Bream riguardanti MCT, oltre naturalmente la Sonata!

 

Ciao Klimt! Non mi risulta che Bream abbia suonato altro di MCT oltre la Sonata, un'interpretazione poi che non ho mai gradito molto.


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Williams credo avesse semplicemente altri gusti: nella sua eclettica discografia, i compositori di area segoviana sono assenti.

 

Veramente non è così. Williams ha inciso due volte il Concerto op.99 di MCT, Le variazioni e fuga sulla Folia, la Sonatina meridional, Thème varié et Finale, 12 Préludes , Concerto, Canzoni messicane ed altre opere minori di Ponce, Sonatina , Suite Castellana ed altri pezzi di Moreno-Torroba, brani di Turina, Tansman, i Preludi, alcuni studi e il Concerto di Villa-Lobos.


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Non lo sapevo, pensavo si fosse limitato alle Variazioni sulla Folia di Ponce...escludo i lavori di Villa-Lobos, che penso non si possano definire strettamente segoviani.


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Non lo sapevo, pensavo si fosse limitato alle Variazioni sulla Folia di Ponce...escludo i lavori di Villa-Lobos, che penso non si possano definire strettamente segoviani.

 

Sarebbe anche ora che i chitarristi smettesero di qualificare il loro repertorio del '900 in base al dedicatario.... Io non ho mai sentito parlare di repertorio rubinsteniano, E' come se l'estetica dell'interprete destinatario fosse più importante dell'estetica dell'autore dell'opera.

Forse sarebbe ora di ricollocare gli interpreti al loro posto: ciòè non al posto dell'opera o dell'autore.


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Non lo sapevo, pensavo si fosse limitato alle Variazioni sulla Folia di Ponce...escludo i lavori di Villa-Lobos, che penso non si possano definire strettamente segoviani.

 

Sarebbe anche ora che i chitarristi smettesero di qualificare il loro repertorio del '900 in base al dedicatario.... Io non ho mai sentito parlare di repertorio rubinsteniano, E' come se l'estetica dell'interprete destinatario fosse più importante dell'estetica dell'autore dell'opera.

Forse sarebbe ora di ricollocare gli interpreti al loro posto: ciòè non al posto dell'opera o dell'autore.

 

Sono d'accordo con te, Frédéric, ma è innegabile l'impronta della personalità artistica (e non solo!) di Segovia nel repertorio che lui stesso ha preferito ed interpretato.


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Sarebbe anche ora che i chitarristi smettesero di qualificare il loro repertorio del '900 in base al dedicatario.... .

 

...e - ancora peggio - che i giudizi degli interpreti sul repertorio vengano assunti come sentenze della corte di cassazione. Bream non ha suonato Castelnuovo-Tedesco, Segovia non ha suonato Britten: e allora?

 

dralig


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Non lo sapevo, pensavo si fosse limitato alle Variazioni sulla Folia di Ponce...escludo i lavori di Villa-Lobos, che penso non si possano definire strettamente segoviani.

 

Sarebbe anche ora che i chitarristi smettesero di qualificare il loro repertorio del '900 in base al dedicatario.... Io non ho mai sentito parlare di repertorio rubinsteniano, E' come se l'estetica dell'interprete destinatario fosse più importante dell'estetica dell'autore dell'opera.

Forse sarebbe ora di ricollocare gli interpreti al loro posto: ciòè non al posto dell'opera o dell'autore.

 

Sono d'accordo con te, Frédéric, ma è innegabile l'impronta della personalità artistica (e non solo!) di Segovia nel repertorio che lui stesso ha preferito ed interpretato.

 

Ma veramente Segovia sceglieva di suonare solo ciò che serviva ai suoi fini e uniformava tutto con una specie di "verniciatura" (magnifico suono, colori, fraseggio nobile ed enfatico) che alla fine fa sembrare tutto appartenente alla stessa estetica. Ed è così. Ma quella è l'estetica di Segovia, non quella degli autori. Segovia non era minimamente interessato, nelle sue interpretazioni, a mettere in rilievo le peculiarità stilistiche dei vari Turina, Tansman o Castelnuovo-Tedesco come , d'altra parte, non era minimamente interessato alle distinzioni stilistiche che potevano esserci tra De Visée , Roncalli Bach o Sor.

Tuttavia, spartito alla mano, mi riesce molto difficile trovare un tratto stilistico comune tra Tansman, Moreno -Torroba e Castelnuovo-Tedesco: lo trovo se penso ai dischi di Segovia.

Oltrettutto alcuni autori che si definiscono comunemente "segoviani" hanno scritto musiche che Segovia non avrebbe mai suonato. Non me lo vedo Segovia alle prese con il Choro n.8 di Villa-Lobos o Stele di Tansman.

Un discorso a parte può essere fatto solo per Manuel Ponce per il quale la partecipazione di Segovia alla creazione della musica aveva quasi i connotati di realizzazione a quattro mani. Ma per tutti gli altri autori io questa sovraposizione di estetiche non riesco a vederla.

Ciò che resisteva alla "vernicatura" di Segovia veniva accantonato e lo troviamo in gran parte oggi nella collana Berben Segovia Archives.


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Sarebbe anche ora che i chitarristi smettesero di qualificare il loro repertorio del '900 in base al dedicatario.... Io non ho mai sentito parlare di repertorio rubinsteniano, E' come se l'estetica dell'interprete destinatario fosse più importante dell'estetica dell'autore dell'opera.

Forse sarebbe ora di ricollocare gli interpreti al loro posto: ciòè non al posto dell'opera o dell'autore.

 

Si, sono d'accordo con te.

 

Mi pare che, in questo senso, la pubblicazione degli originali di lavori già ampiamente conosciuti grazie alle revisioni di Segovia, possa finalmente affievolire l'aura storicizzata che ancora li circonda.

 

D'altronde non bisogna dimenticare che senza Segovia, questi lavori non avrebbero mai visto la luce.

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