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L'unico "grande" che, in linea di principio, di dichiarò disponibile, fu Dimitri Shostakovic, ma morì prima che il progetto prendesse forma.

 

dralig

 

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Faccio invece rilevare come la domanda riguardo il repertorio di Segovia, di Bream, etc., venga posta dai chitarristi al fine di stabilire gerarchie di merito sulle composizioni. Questo è unico ed esclusivo del "mondo della chitarra". E mi fermo qui.

 

 

Consideri Maestro che a volte è la semplice curiosità di conoscere la gerarchia delle composizioni che avevano (ed hanno) i vari Bream, Segovia etc. a spingere i chitarristi, gli studenti a porre tali domande; è importante però che queste gerarchie non influiscano la propria.

Ad esempio io adoro Segovia e il repertorio da lui inciso nei dischi (e sicuramente avrei amato anche quello -più vasto?- che proponeva nei concerti), ma non vedo l'ora di mettere mani sull' "Andres Segovia Archive".

Se così non fosse molte composizioni e molti compositori non godrebbero della giusta fama. Mi viene in mente Tansman, del quale purtroppo Segovia suonò e rese famoso solo una piccola parte del repertorio per lui scritto..mi chiedo il perché..senza mettere in secondo piano tuttli gli altri ovviamente.


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Faccio invece rilevare come la domanda riguardo il repertorio di Segovia, di Bream, etc., venga posta dai chitarristi al fine di stabilire gerarchie di merito sulle composizioni. Questo è unico ed esclusivo del "mondo della chitarra". E mi fermo qui.

 

 

Consideri Maestro che a volte è la semplice curiosità di conoscere la gerarchia delle composizioni che avevano (ed hanno) i vari Bream, Segovia etc. a spingere i chitarristi, gli studenti a porre tali domande; è importante però che queste gerarchie non influiscano la propria.

Ad esempio io adoro Segovia e il repertorio da lui inciso nei dischi (e sicuramente avrei amato anche quello -più vasto?- che proponeva nei concerti), ma non vedo l'ora di mettere mani sull' "Andres Segovia Archive".

Se così non fosse molte composizioni e molti compositori non godrebbero della giusta fama. Mi viene in mente Tansman, del quale purtroppo Segovia suonò e rese famoso solo una piccola parte del repertorio per lui scritto..mi chiedo il perché..senza mettere in secondo piano tuttli gli altri ovviamente.

 

Segiovia aveva idee molto chiare riguardo il suo repertorio, sapeva quello che voleva e quello che non voleva (suonare). Tuttavia - e questo i suoi famuli non lo sanno e non lo dicono - di quello che avrebbe voluto suonare, poté suonare solo una parte. Molti altri pezzi, che avrebbe voluto includere nel suo repertorio, gli furono preclusi dalla mancanza di tempo: Segovia era uomo da sessanta concerti l'anno (in media, ma in certi periodi superò i 100 concerti l'anno), carico di lavoro che accettava - e lo dichiarò più volte senza veli - perché doveva provvedere al sostentamento di parecchie persone, che senza di lui non avrebbero avuto di che vivere. E' vero che guadagnò molto denaro, ma è altrettanto vero che in parte considerevole tale denaro fu speso per gli altri, e la consapevolezza del fatto che altri dipendevano da lui per sopravvivere lo obbligò ad accettare molti concerti in più di quelli che avrebbe desiderato tenere. Ne fece le spese il tempo che gli rimaneva, tra un viaggio e l'altro, per studiare e per assorbire nuovi pezzi. Il diagramma della sua carriera mostra chiaramente che, crescendo la sua fama e i suoi cachets, diminuì il suo assorbimento di nuovo repertorio. Tutto ciò è umano e comprensibile, e non c'è nulla da obiettare. Ma chi sostiene oggi che i brani scritti per lui, che egli non suonò, sono scadenti, è un bugiardo oppure un imbecille: lo dico senza ritegno. Così come affermo che egli stimava certi brani che non poté suonare assai più di altri che, facili da imparare e di buona sonorità, ma musicalmente appena decenti - vedi "English Suite" di Duarte o "Castillos de Espana" di Moreno-Torroba - entrarono nel suo repertorio a motivo della loro "comodità" assai più che per la considerazione in cui egli li teneva.

 

dralig


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Così come affermo che egli stimava certi brani che non poté suonare assai più di altri che, facili da imparare e di buona sonorità, ma musicalmente appena decenti - vedi "English Suite" di Duarte o "Castillos de Espana" di Moreno-Torroba - entrarono nel suo repertorio a motivo della loro "comodità" assai più che per la considerazione in cui egli li teneva.

 

 

Maestro nello specifico, fu l'amicizia che aveva con Moreno-Torroba (che già dal '19 si mise a scrivere per lui) ad indurlo a suonare i "Castillos de Espana"?

Se non sbaglio il compositore spagnolo doveva la sua pur limitata fama proprio a Segovia (e non fu il solo ad avere questo genere di debiti come Lei ha affermato).


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Così come affermo che egli stimava certi brani che non poté suonare assai più di altri che, facili da imparare e di buona sonorità, ma musicalmente appena decenti - vedi "English Suite" di Duarte o "Castillos de Espana" di Moreno-Torroba - entrarono nel suo repertorio a motivo della loro "comodità" assai più che per la considerazione in cui egli li teneva.

 

 

Maestro nello specifico, fu l'amicizia che aveva con Moreno-Torroba (che già dal '19 si mise a scrivere per lui) ad indurlo a suonare i "Castillos de Espana"?

Se non sbaglio il compositore spagnolo doveva la sua pur limitata fama proprio a Segovia (e non fu il solo ad avere questo genere di debiri come Lei ha affermato).

 

Segovia e Moreno-Torroba furono amici, ma ebbero contatti tutto sommato sporadici e limitati. Tra di loro non ci fu un carteggio paragonabile a quello che Segovia intrattenne con Ponce, con Madariaga (scrittore e diplomatico), con Lopez Poveda (questi si, un amico, ancorché non musicista), o anche con compositori come Tansman, Castelnuovo-Tedesco, Duarte.

 

Non credo che la decisione di Segovia di eseguire i "Castillos de Espana" sia stata motivata dall'amicizia con il compositore. Credo che, al punto in cui era arrivato con gli impegni, a partire dagli anni Sessanta, gli servissero, per il suo repertorio, musiche dignitose, si, ma anche facilmente comunicabili al pubblico e soprattutto non eccessivamente laboriose nella fase di apprendimento e di memorizzazione. Difatti, suonò i "Castillos" tralasciando - sempre di Moreno-Torroba - la Sonata-Fantasia scritta meno di un decennio prima, che avrebbe richiesto un lavoro ben più impegnativo.

 

 

dralig


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Segovia e Moreno-Torroba furono amici, ma ebbero contatti tutto sommato sporadici e limitati. Tra di loro non ci fu un carteggio paragonabile a quello che Segovia intrattenne con Ponce, con Madariaga (scrittore e diplomatico), con Lopez Poveda (questi si, un amico, ancorché non musicista), o anche con compositori come Tansman, Castelnuovo-Tedesco, Duarte.

 

Non credo che la decisione di Segovia di eseguire i "Castillos de Espana" sia stata motivata dall'amicizia con il compositore. Credo che, al punto in cui era arrivato con gli impegni, a partire dagli anni Sessanta, gli servissero, per il suo repertorio, musiche dignitose, si, ma anche facilmente comunicabili al pubblico e soprattutto non eccessivamente laboriose nella fase di apprendimento e di memorizzazione. Difatti, suonò i "Castillos" tralasciando - sempre di Moreno-Torroba - la Sonata-Fantasia scritta meno di un decennio prima, che avrebbe richiesto un lavoro ben più impegnativo.

 

 

 

La ringrazio Maestro, mi verrebbero altre domande da porLe (del resto cosa fa un assetato dopo aver bevuto ad una sorgente d'acqua fresca, se ha ancora sete..se non riprendere a bere? ;) )ma temo di tediarLa; mi fermo qui..per oggi :) .

 

La saluto cordialmente.

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