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Uso una frase di Angelo Gilardino di questo thread:

http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=2976

per iniziarne un'altro.

 

L'imperativo di esplorare il repertorio e le poetiche, e di mettere le proprie capacità al servizio dei medesimi, non è mai stato avvertito dai chitarristi, né in senso artistico né in senso etico. Assoggettano la musica alla loro verve manieristica, e ne fanno scempio.

 

Senza contare la noia mortale che ne deriva sia in fase esecutiva che di ascolto.

Colgo la palla al balzo (è un argomento che mi interessa molto) per aggiungere a quello che è stato detto che uno degli elementi che dovrebbero caratterizzare l'attività di un concertista (se non la personalità) è l'essere curiosi dell'universo artistico che lo circonda e lo sovrasta.

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Indubbiamente.

Partiamo però da un paradosso: ai chitarristi (non a tutti, ovviamente...) non interessa tanto la letteratura scritta per il loro strumento, quanto lo strumento in sè.

 

Poi c'è la (s)tentata emulazione stilistica del chitarrista che ha fatto storia...perchè tanti chitarristi sentono la necessità di ascoltare l'esecuzione di un brano prima di studiarlo?

Non sono in grado di comprendere il pensiero che il compositore ha lasciato sulla pagina scritta e si affidano alla mediazione di un iterprete a priori.

 

E' un po' come parlare con Dio, per molti ci vuole il prete che faccia da tramite.


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Indubbiamente.

Partiamo però da un paradosso: ai chitarristi (non a tutti, ovviamente...) non interessa tanto la letteratura scritta per il loro strumento, quanto lo strumento in sè.

 

E' proprio un paradosso, Alfredo, visto che nella storia della musica e nel mondo musicale che ci circonda lo strumento è il suo repertorio.


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...perchè tanti chitarristi sentono la necessità di ascoltare l'esecuzione di un brano prima di studiarlo?

Non sono in grado di comprendere il pensiero che il compositore ha lasciato sulla pagina scritta e si affidano alla mediazione di un interprete a priori.

 

E' un po' come parlare con Dio, per molti ci vuole il prete che faccia da tramite.

 

Questa proprio non la immaginavo. Però, qualcuno che fa la prima esecuzione dovrà pur esserci, e allora come fa?

Ecco perchè ci metto una vita a capire come devo suonare un brano nuovo! :oops:

 

 

 

Butterfly


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E' proprio un paradosso, Alfredo, visto che nella storia della musica e nel mondo musicale che ci circonda lo strumento è il suo repertorio.

 

Già, ma non credi che nel caso della chitarra, il repertorio sia stato "piegato" alle esigenze dello strumento?

Tutte le trascrizioni (im)possibili e (in)immaginabili lo testimoniano; e cosa dire del ciarpame sud americano che fa tanto colore?

Il chitarrismo ha coscienza del proprio repertorio ottocentesco?

E' in grado di muoversi seguendo una linea storica come fanno pianisti o violinisti?

 

Date queste premesse, dove rintracciare "l'universo artistico che lo circonda e lo sovrasta"?


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Questa proprio non la immaginavo. Però, qualcuno che fa la prima esecuzione dovrà pur esserci, e allora come fa?

 

Fa da solo, cara Butterfly; e credo sia questo a rendere famosi e "immortali" alcuni interpreti, mentre l'emulazione di cui parlava Alfredo (la cui esistenza non puo' essere messa in dubbio, putroppo) credo sia la causa del fatto che troppo raramente la lista di questi grandi interpreti venga aggiornata.


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Questa proprio non la immaginavo. Però, qualcuno che fa la prima esecuzione dovrà pur esserci, e allora come fa?

 

Fa da solo, cara Butterfly; e credo sia questo a rendere famosi e "immortali" alcuni interpreti, mentre l'emulazione di cui parlava Alfredo (la cui esistenza non puo' essere messa in dubbio, putroppo) credo sia la causa del fatto che troppo raramente la lista di questi grandi interpreti venga aggiornata.

 

C'è poi la ben più triste realtà di chi, colto da un incipiente spirito di emulazione nei confronti del proprio beniamino, tenta di imitarne lo stile, la tecnica e l'esecuzione - tipicamente senza porsi troppe domande - arrivando poi con soddisfazione ad inneggiare alla propria superiorità per aver individuato in una registrazione una "nota sbagliata", in quanto non conforme all'unica edizione (magari scaricata da internet) di cui l'emulatore possiede la partitura. Da qui ad arrivare a modificare arbitrariamente la scrittura di un brano "perché anche Williams cambia le note" il passo è molto breve... e come tale molto frequente!

Spesso il primo problema di un esecutore (ben inteso, so di molti casi che esulano da questo discorso) è il piegare il brano alle proprie comodità e meccanica esecutiva, anziché ricercare nel proprio animo per meglio conformare la tecnica alla realizzazione di un'opera.

 

EB


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E' proprio un paradosso, Alfredo, visto che nella storia della musica e nel mondo musicale che ci circonda lo strumento è il suo repertorio.

 

Già, ma non credi che nel caso della chitarra, il repertorio sia stato "piegato" alle esigenze dello strumento?

 

Semmai alle esigenze dei suoi strumentisti e del pubblico che si è creato conseguentemente.

 

Tutte le trascrizioni (im)possibili e (in)immaginabili lo testimoniano; e cosa dire del ciarpame sud americano che fa tanto colore?

 

L'innegabile valore che la 'trascrizione' ha avuto nel momento della diffusione dello strumento è ora un elemento di cui parliamo - fortunatamente - con qualche dubbio in più. Quella fase è terminata da un pezzo: nuove scuole di pensiero, validi musicisti e compositori hanno fatto capire che non occorre più prendere i preludi di Chopin e (orrore!) trascriverli per le sei corde per fare in modo che il pubblico si entusiasmi(perchè lo scopo è per molti soltanto quello).

 

Sul 'ciarpame' sudamericano vario non mi esprimo.

 

Il chitarrismo ha coscienza del proprio repertorio ottocentesco?

E' in grado di muoversi seguendo una linea storica come fanno pianisti o violinisti?

 

Se per chitarrismo intende i musicisti chitarristi la risposta è semplice:

quelli preparati si, quelli non preparati no.

 

Date queste premesse, dove rintracciare "l'universo artistico che lo circonda e lo sovrasta"?

 

Come? Puoi dare tantissime risposte.

Iniziando a leggere e ascoltare musica valida, studiando altre forme d'arte, lasciar perdere gli effetti speciali ed evitare la prostituzione musicale (azione del musicista che pur di essere apprezzato dal direttore artistico scemo, si esibisce con musicaccia da balera di quart'ordine).

 

Evitando, insomma, di dare ascolto a tutto ciò che non può renderci migliori.


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evitare la prostituzione musicale (azione del musicista che pur di essere apprezzato dal direttore artistico scemo, si esibisce con musicaccia da balera di quart'ordine).

 

Perchè, questo non ti piacerebbe? :lol::lol::lol::lol:

timelc4.th.jpg


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Questo dimostra pubblicamente che passi troppo tempo davanti al monitor del PC.

Ma come diavolo hai fatto? Sei un pazzo.

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