Cristiano Porqueddu Inviato 27 Dicembre 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 27 Dicembre 2007 Leggi le fantasie poi scegli quella che ti piace di più.
Angelo Gilardino Inviato 27 Dicembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 27 Dicembre 2007 Ah! Già dimenticavo che dalle incisioni dell'epoca rinascimentale arrivate "fortunosamente" sino a noi, conosciamo esattamente quale era il modo di eseguire quel repertorio... La filologia non è mica un piatto di lasagne. Certamente non lo è, ma non è neanche una scienza esatta...non esistono verità assolute... "Il saggio non nega e non afferma, non si esalta e non si abbatte, non crede né all'esistenza di Dio, né alla sua non esistenza. Il saggio non ha certezze, ha solo ipotesi più o meno probabili.." da il dubbio di De crescenzo P.S. Adesso naturalmente qualcuno dirà che De Crescenzo è solamente un filosofo da "botteghino" da "talk schow" e che sarebbe meglio che citassi magari un illstre sconosciutp dal "blasone impeccabile"... Per la verità, io non ho mai letto uno scritto in cui uno studioso di prassi esecutiva affermava di aver raggiunto verità assolute. Lo studio della musica antica condotto sulle fonti permette di comprendere quali erano le relazioni correnti tra la pratica musicale e la notazione (relazione ben diversa di quella stabilitasi dall'epoca classica in poi) e, nella pratica, quali erano gli usi e le convenzioni (diverse, a seconda del paese, dello stile, del compositore): per suonare bene occorre prima capire che cosa vogliono dire i segni scritti, e la filologia, in questo senso, non è né meno utile né meno necessaria del solfeggio. E' una verità come lo è il solfeggio: ignorandola, si suona in modo grossolano e naif, conoscendola non si è affatto certi di suonar bene, però per lo meno ci si assicura un buon punto di partenza (esattamente come avviene con il solfeggio). Nessun studioso degno di attenzione parlerà mai in nome della verità assoluta, ma in nome della conoscenza di ciò che è indispensabile sapere per risultare non dei precettori né tanto meno dei profeti, ma solo degli esecutori competenti. Esiste una categoria di esecutori ignoranti, che avvertono il bisogno di scagliarsi contro immaginari censori-filologi (che non esistono) ostentando la loro rivendicazione di libertà, il loro spirito innovatore, la loro disinvoltura artistica: in realtà, stanno solo nascondendo la loro pochezza intellettuale, la loro pigrizia mentale, la loro paura di essere individuati e additati per quello che sono: dei poveracci. Non s'illudano: nessun filologo si attarderà mai a prendere in considerazione quello che fanno, nemmeno per censurarlo. I filologi sanno che ci si rende ridicoli da soli, non occorre che altri infierisca. dralig
lele beck's Inviato 4 Gennaio 2008 Group: Membri Topic Count: 19 Content Count: 78 Reputation: 0 Joined: 10/09/2007 Status: Offline Autore Inviato 4 Gennaio 2008 secondo voi per un compimento inferiore è troppo difficile "Dowland First Galliard" ?
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