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Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità.

 

Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo:

 

"In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione."

 

Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora.

 

dralig

 

Maestro Gilardino, lei ha molti estimatori e a quanto mi sembra qua su questo sito ce ne sono tantissimi........quindi non capisco il motivo di tirare il sospiro di sollievo per due commenti positivi che oserei dire scontati e ovvi. ;)

 

Il parere di quello che recensisce è uguale e o inferiore a quello che dice una persona qualsiasi (che se ne intenda di musica e che non se ne intenda)

 

I giudizi verso la sua musica mi sembrano comunque quasi tutti molto positivi......

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Maestro Gilardino, lei ha molti estimatori a quanto mi sembra qua su questo sito ce ne sono tantissimi........quindi non capisco il motivo di tirare il sospiro di sollievo per due commenti positivi che oserei dire scontati e ovvi.

 

Ha detto bene, non capisce. Allora, cerco di spiegarGlielo. E' chiaro che, alla mia età, e anche molto prima, chi "produce" in campo artistico si è assuefatto agli elogi e alle detrazioni, e non ci bada particolarmente, a meno che le critiche negative non sconfinino nell'ingiuria personale (accade più spesso di quanto non si pensi), nel qual caso è opportuno "mettere al loro posto" i "critici".

 

Il punto è un altro. Il mondo della musica colta tiene la chitarra, i chitarristi e i compositori di musica per chitarra ai suoi margini. E' sufficiente aprire una delle enciclopedie italiane della musica (Deumm, Garzanti, De Agostini, Rizzoli, etc.) per constatare la ridottissima presenza del "mondo della chitarra" in pubblicazioni che rappresentano la musica agli occhi non solo dei musicisti, ma anche delle persone di buona cultura che desiderano informarsi. Questa è la realtà: fare il chitarrista e ignorarla è cosa da ingenui o da sciocchi.

 

Il pericolo per chi, essendo compositore, si dedica principalmente a scrivere musica per e con chitarra, è quello di rimanere sommerso, agli occhi del "mondo musicale", nella indistinta pletora dei chitarristi - siano essi virtuosi o, come dice il recensore di "Musica", "prestati alla composizione", e lì rimanere, anche se la propria musica, per contenuti e forma, non ha nulla da invidiare a quella di compositori che, scrivendo per altri strumenti, hanno normale accesso alla vita musicale. Questo è il punto, e il ricevere da un critico rispettato che si occupa di musica in generale e non di chitarra, un segnale forte e chiaro, con il quale gli si dà atto che quello che scrive è musica, e non "raclerie universelle", è, per un compositore rivolto principalmente alla chitarra, un sollievo. Se Lei non capisce, pazienza. Io invece capisco, e so quando è ora di marcare un punto. Ho riferito qui il giudizio del critico perché mi sembrava significativo nei confronti della musica per chitarra, come segno di attenzione, di apertura e di disponibilità a capire.

 

 

 

Il parere di quello che recensisce è uguale e o inferiore a quello che dice una persona qualsiasi (che se ne intenda di musica e che non se ne intenda)

 

Perché? "Quello che recensisce" non è una persona? Nel momento in cui ha preso la penna in mano ha perso il battesimo? Lei se ne intende di musica? Se si, nel momento in cui scrive - e Dio sa se lo fa spesso - il Suo giudizio diventa inferiore a quello di una persona qualsiasi? E se non se ne intende, perché scrive?

 

dralig

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Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità.

 

Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo:

 

"In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione."

 

Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora.

 

dralig

 

Complimenti Angelo, la recensione, per la precisione, è di Roberto Brusotti ed è relativa al CD:

G. Tampalini "Angelo Gilardino - Opere per chitarra 2002-2004"

pubblicato nel 2006 da Concerto MusicMedia.

http://concerto.musicmedia.it/

 

Per chi desiderasse leggerla ecco un rapido link al file:

http://img127.imageshack.us/img127/3087/recensionemusicatampalihf6.gif

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Maestro Gilardino, lei ha molti estimatori a quanto mi sembra qua su questo sito ce ne sono tantissimi........quindi non capisco il motivo di tirare il sospiro di sollievo per due commenti positivi che oserei dire scontati e ovvi.

 

Ha detto bene, non capisce. Allora, cerco di spiegarGlielo. E' chiaro che, alla mia età, e anche molto prima, chi "produce" in campo artistico si è assuefatto agli elogi e alle detrazioni, e non ci bada particolarmente, a meno che le critiche negative non sconfinino nell'ingiuria personale (accade più spesso di quanto non si pensi), nel qual caso è opportuno "mettere al loro posto" i "critici".

 

Il punto è un altro. Il mondo della musica colta tiene la chitarra, i chitarristi e i compositori di musica per chitarra ai suoi margini. E' sufficiente aprire una delle enciclopedie italiane della musica (Deumm, Garzanti, De Agostini, Rizzoli, etc.) per constatare la ridottissima presenza del "mondo della chitarra" in pubblicazioni che rappresentano la musica agli occhi non solo dei musicisti, ma anche delle persone di buona cultura che desiderano informarsi. Questa è la realtà: fare il chitarrista e ignorarla è cosa da ingenui o da sciocchi.

 

Il pericolo per chi, essendo compositore, si dedica principalmente a scrivere musica per e con chitarra, è quello di rimanere sommerso, agli occhi del "mondo musicale", nella indistinta pletora dei chitarristi - siano essi virtuosi o, come dice il recensore di "Musica", "prestati alla composizione", e lì rimanere, anche se la propria musica, per contenuti e forma, non ha nulla da invidiare a quella di compositori che, scrivendo per altri strumenti, hanno normale accesso alla vita musicale. Questo è il punto, e il ricevere da un critico rispettato che si occupa di musica in generale e non di chitarra, un segnale forte e chiaro, con il quale gli si dà atto che quello che scrive è musica, e non "raclerie universelle", è, per un compositore rivolto principalmente alla chitarra, un sollievo. Se Lei non capisce, pazienza. Io invece capisco, e so quando è ora di marcare un punto. Ho riferito qui il giudizio del critico perché mi sembrava significativo nei confronti della musica per chitarra, come segno di attenzione, di apertura e di disponibilità a capire.

 

 

 

Il parere di quello che recensisce è uguale e o inferiore a quello che dice una persona qualsiasi (che se ne intenda di musica e che non se ne intenda)

 

Perché? "Quello che recensisce" non è una persona? Nel momento in cui ha preso la penna in mano ha perso il battesimo? Lei se ne intende di musica? Se si, nel momento in cui scrive - e Dio sa se lo fa spesso - il Suo giudizio diventa inferiore a quello di una persona qualsiasi? E se non se ne intende, perché scrive?

 

dralig

 

Ho impostato male la mia affermazione di prima....... forse non mi fiderei ne di una persona ne di uno che recensisce (siano essi professionali e non) :

 

Perchè forse colui che recensisce (sia professionale che no) è uno solo quando giudica (la musica in particolar modo essendo arte, secondo me dovrebbe piacere. E anche se non esiste un giudizio perfetto che possa dare un uomo o una folla posso solo basarmi se quella determinata cosa piace o no a seconda anche delle persone che la seguono (anche se anche questo non è una recensione perfetta)

 

Perchè forse non mi fido della competenza di chiunque faccia una recensione.

 

Perchè forse non mi fido delle giurie (sia professionali che no) anche perchè molte volte sono gruppi di poche persone (per altro motivo vedere prossima....)

 

Perchè forse colui che giudica è pur sempre un uomo (non me la si prenda a male questa, ma ho detto così per la presenza di errori che si possono commettere quando viene data una valutazione personale)

 

Mozart hai suoi tempi era come una rockstar (nel senso di livello goditivo dell'artista) dei nostri giorni. Le folle (ho detto folle anche se non è un metro di giudizio perfetto) lo seguivano perchè ho il sospetto che godevano di una buona musica, un arte le accomunava un po'.... quindi per me anche una buona presenza del pubblico appagato è già una buona recensione.

 

Quello che sarebbe da valutare (come mi ricorda un mio amico) è come mai una certa musica cattura così tanto da far rimaner estasiati tutti in una sorta di riconoscimento universale.

 

Io capisco tutto o forse niente (mi vien da dire : tutto o forse niente ma domani chi lo sa....che sarà ....sarà quel che sarà ! :lol::lol::lol: ) ma una cosa la capisco con sicurezza...cio che mi piace e cio che non mi piace

 

 

Chiedo venia all'amministrazione perchè è la cinquantesima volta che modifico perchè voglio spiegare il più chiaramente possibile quello che penso.

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Complimenti Angelo, la recensione, per la precisione, è di Roberto Brusotti ed è relativa al CD:

G. Tampalini "Angelo Gilardino - Opere per chitarra 2002-2004"

pubblicato nel 2006 da Concerto MusicMedia.

http://concerto.musicmedia.it/

 

Per chi desiderasse leggerla ecco un rapido link al file:

http://img127.imageshack.us/img127/3087/recensionemusicatampalihf6.gif

 

Grazie Giulio per il link - io non mi sentivo autorizzato a proporlo e, d'altra parte, pensavo di non poter riprodurre, dall'articolo, più di una citazione (timori di un vecchio che ha lavorato una vita per gli editori).

 

dralig

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Perchè forse non mi fido della competenza di chiunque faccia una recensione.

 

 

Io capisco tutto o forse niente (mi vien da dire : tutto o forse niente ma domani chi lo sa....che sarà ....sarà quel che sarà ! :lol::lol::lol: ) ma una cosa la capisco con sicurezza...cio che mi piace e cio che non mi piace

 

 

.

 

 

...e lo fa sapere, qui sul forum, senza remore: dunque, recensisce, eccome. Ma, secondo Lei, dei recensori non c'è da fidarsi. Dunque, che cosa deve fare chi legge le Sue recensioni? Fare, per Lei, un'eccezione alla regola del non fidarsi, e credere a quello che scrive, oppure diffidare anche di Lei?

 

dralig

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Perchè forse non mi fido della competenza di chiunque faccia una recensione.

 

 

Io capisco tutto o forse niente (mi vien da dire : tutto o forse niente ma domani chi lo sa....che sarà ....sarà quel che sarà ! :lol::lol::lol: ) ma una cosa la capisco con sicurezza...cio che mi piace e cio che non mi piace

 

 

.

 

 

...e lo fa sapere, qui sul forum, senza remore: dunque, recensisce, eccome. Ma, secondo Lei, dei recensori non c'è da fidarsi. Dunque, che cosa deve fare chi legge le Sue recensioni? Fare, per Lei, un'eccezione alla regola del non fidarsi, e credere a quello che scrive, oppure diffidare anche di Lei?

 

dralig

 

Dico un mio parere. Quello che penso in questo momento. Uno non deve basarsi su ciò che dico per acquistare o no un disco ma basarsi solo sulle sue orecchie e quello che gli piace.

Io non mi sento di dire : "fidatevi di una mia recensione in ambito musicale" perchè uno deve sempre basarsi su se stesso e sui propri gusti.

 

Poi scrivo sul forum e faccio "recensioni" gratuite per tutti. Non lo esercito di professione. ;) quindi non sono qui per cercare consensi e fiducia ma per dire quello che penso adesso.

 

Io da quando vedo i teleimbonitori.........non mi fido più di nessuno......anche loro recensiscono opere d'arte......

 

Mi permetto di fare un esempio di "recensione" su di lei fatta dal sottoscritto al momento. Se io dico "La suonata del Guadaquivir e Noche Oscura mi piacciono , le altre cosi e cosi, altre ancora non le ho ancora ascoltate e non posso dare un mio personale giudizio" non vuol dire che sicuramente è così per tutti, ci mancherebbe altro, è così per me e basta e questa considerazione può essere contestabile e può risultare falsa per un altro che ha un gusto diverso.

Ecco perchè nel lavoro di recensore ci trovo una pecca !! Perchè nelle recensioni, secondo me, non esiste una praticità se non quella di scriverle e non esiste un "è veramente così".

 

Vedere tante riviste di quelle che prendevo io, non di musica classica, e vedere i paginoni di recensioni mi veniva da piangere. Avrei preferito leggere un articolo sulla vita di tale artista, non un commento sul gusto personale del recensore.

 

Una recensione non assoluta ma secondo me più veritiera di quella di un singolo è quella che da il pubblico appagato nel sentire tale musica.

 

Di me la gente mi può anche diffidare, fintanto che c'è qualcun altro che osserva (o in senso negativo o in senso positivo) poi si può valutare !

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