Giorgio Signorile Inviato 27 Novembre 2007 Group: Membri Topic Count: 70 Content Count: 612 Reputation: 41 Joined: 10/02/2007 Status: Offline Device: Macintosh Autore Inviato 27 Novembre 2007 No Roberto, sto imparando Finale, per agevolare il lavoro dell'editore, ma alcune cose a volte ancora mi sfuggono. In quanto al ritmo ho scritto anch'io un brano con la poliritmia 3+3+2, si intitola "Lasciati avvolgere" ed è stato registrato da Lucio Matarazzo nell'ultimo suo cd "L.M. & friends", ciao Comunque io ti avevo scritto perchè tu hai detto che il brano è in 4/4, secondo me questa indicazione (anche se corretta naturalmente), non rende appieno il senso ritmico (anche se dividi le crome a gruppi di 3 + 3+ 2 e poni gli accenti), specialmente se questa figurazione è ricorrente per tutto il brano e non solamente in un paio di battute. Quindi io ti avevo semplicemente voluto indicare la strada che avevo percorso per tentare di superare questo "problema". Ma naturalmente sei liberissimo di scriverlo in 4/4, forse è solamente una mia "pignoleria" Roberto Fabbri In effetti si parla di sole due battute quindi va bene il 4/4. Ma non vedo dove mi avevi consigliato l'8/8, scusa, ascoltando il tuo pezzo non è così automatico capirlo....
Ospite gippo Inviato 27 Novembre 2007 Inviato 27 Novembre 2007 Effettivamente sembra sensato ragionare in 8/8 (3+3+2), è la figurazione ritmica del tango vero? Però Piazzolla non scriveva in 4/4? Si il vecchio scrive in 4/4 Sto giusto facendo Nightclub 1960, dove il maestro alterna 4/4 e 6/8 E per la scansione in questione usa proprio 4/4, accantando il primo il quarto ed il settimo sedicesimo. g
FrancescoMudda Inviato 27 Novembre 2007 Group: Membri Topic Count: 3 Content Count: 61 Reputation: 0 Joined: 13/11/2007 Status: Offline Inviato 27 Novembre 2007 bel brano Fabbri,complimenti!continui cosi'!
Giorgio Signorile Inviato 27 Novembre 2007 Group: Membri Topic Count: 70 Content Count: 612 Reputation: 41 Joined: 10/02/2007 Status: Offline Device: Macintosh Autore Inviato 27 Novembre 2007 Bene, l'ho visto finalmente, sono un grezzo tremendo con qualsiasi cosa sia attinente al computer e simile, infatti mi sto facendo unmazzo notevole in questo lavoro, però mi piace imparare cose nuove a allora va bene. Ci ho pensato su a sta cosa dello scrivere in ottavi o quarti. La spinta ritmica del contrattempo che deriva dalle lettura in 4/4 mi piace, anche in un brano lungo, non solo in un frammento. Si è più imprgnati nell'accentare il levare, si ottiene forse un effetto, ma forse è solo un'idea mia, più marcato dell'incedere 3 3 2...ma, ripeto, è forse una mia fissa...o forse è perchè ormai l'ho scritto....no, sono sicuro, mi piace di più. Grazie comunque della tua idea, ciao!
Angelo Gilardino Inviato 28 Novembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 28 Novembre 2007 Bene, l'ho visto finalmente, sono un grezzo tremendo con qualsiasi cosa sia attinente al computer e simile, infatti mi sto facendo unmazzo notevole in questo lavoro, però mi piace imparare cose nuove a allora va bene. Ci ho pensato su a sta cosa dello scrivere in ottavi o quarti. La spinta ritmica del contrattempo che deriva dalle lettura in 4/4 mi piace, anche in un brano lungo, non solo in un frammento. Si è più imprgnati nell'accentare il levare, si ottiene forse un effetto, ma forse è solo un'idea mia, più marcato dell'incedere 3 3 2...ma, ripeto, è forse una mia fissa...o forse è perchè ormai l'ho scritto....no, sono sicuro, mi piace di più. Grazie comunque della tua idea, ciao! La pratica suggerisce di derivare la metrica dal ritmo. La metrica più conveniente è quella che consente di rappresentare il ritmo nel modo più semplice, ossia con il minor ingombro possibile del pentagramma. dralig
relayer Inviato 2 Gennaio 2008 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 36 Reputation: 0 Joined: 26/07/2007 Status: Offline Inviato 2 Gennaio 2008 La pratica suggerisce di derivare la metrica dal ritmo. La metrica più conveniente è quella che consente di rappresentare il ritmo nel modo più semplice, ossia con il minor ingombro possibile del pentagramma. dralig Nel caso in questione Lei come tradurrebbe il concetto e per quale soluzione, di conseguenza, opterebbe? Anche io in passato ho avuto dubbi se scrivere ritmiche di tango in 4/4 o in 8/8. Poi, per non sbagliare, mi sono attenuto al riferimento Piazziolliano (4/4)
Angelo Gilardino Inviato 2 Gennaio 2008 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 2 Gennaio 2008 La pratica suggerisce di derivare la metrica dal ritmo. La metrica più conveniente è quella che consente di rappresentare il ritmo nel modo più semplice, ossia con il minor ingombro possibile del pentagramma. dralig Nel caso in questione Lei come tradurrebbe il concetto e per quale soluzione, di conseguenza, opterebbe? Anche io in passato ho avuto dubbi se scrivere ritmiche di tango in 4/4 o in 8/8. Poi, per non sbagliare, mi sono attenuto al riferimento Piazziolliano (4/4) Non so a quale caso si riferisca, ma se mai scrivessi un tango non avrei dubbi: 2/2, come ha fatto Stravinskij. Si mantiene la metrica binaria (il tango si diluisce un po' nel tempo di 4/4) e nello stesso tempo si limita al minimo l'ingrombro del pentragramma. dralig
relayer Inviato 2 Gennaio 2008 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 36 Reputation: 0 Joined: 26/07/2007 Status: Offline Inviato 2 Gennaio 2008 Non so a quale caso si riferisca, ma se mai scrivessi un tango non avrei dubbi: 2/2, come ha fatto Stravinskij. Si mantiene la metrica binaria (il tango si diluisce un po' nel tempo di 4/4) e nello stesso tempo si limita al minimo l'ingrombro del pentragramma. dralig Mi riferivo al caso posto dal M° Signorile (crome suddivise in gruppi da 3+3+2). E' stato comunque molto chiaro, La ringrazio. Mi chiedo se la scelta della metrica nelle musiche popolari possa rispecchiare quei fattori esterni (come il ballo) o la presenza di accentuazioni particolari che influenzano il pensiero di quei popoli. Vedo che ad esmpio nel trascrivere "compas" flamenchi, molti autori scrivono in 3/4, altri invece si attengono al modo particolare di "pensare" e di contare il tactus proprio dei flamenchisti (ad esempio nei tempi di bulerias) e di traslare questo pensiero anche nella scelta della metrica, che in questo caso sarà inevitabilmente 12/8 (e conterrà la famosa suddivisione 3+3+2+2+2)
Angelo Gilardino Inviato 3 Gennaio 2008 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 3 Gennaio 2008 Non so a quale caso si riferisca, ma se mai scrivessi un tango non avrei dubbi: 2/2, come ha fatto Stravinskij. Si mantiene la metrica binaria (il tango si diluisce un po' nel tempo di 4/4) e nello stesso tempo si limita al minimo l'ingrombro del pentragramma. dralig Mi riferivo al caso posto dal M° Signorile (crome suddivise in gruppi da 3+3+2). E' stato comunque molto chiaro, La ringrazio. Mi chiedo se la scelta della metrica nelle musiche popolari possa rispecchiare quei fattori esterni (come il ballo) o la presenza di accentuazioni particolari che influenzano il pensiero di quei popoli. Vedo che ad esmpio nel trascrivere "compas" flamenchi, molti autori scrivono in 3/4, altri invece si attengono al modo particolare di "pensare" e di contare il tactus proprio dei flamenchisti (ad esempio nei tempi di bulerias) e di traslare questo pensiero anche nella scelta della metrica, che in questo caso sarà inevitabilmente 12/8 (e conterrà la famosa suddivisione 3+3+2+2+2) Il cante è difficile da metrificare, però i compositori bravi che si sono dedicati anche a quello, l'hanno fatto egregiamente: Ohana, in primis. dralig
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