Angelo Gilardino Inviato 13 Dicembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 13 Dicembre 2007 E' certamente bello che vengano alla luce tutti questi fatti. Credo che le dichiarazioni di Segovia in merito al "primo pezzo" vadano inquadrate e comprese nel loro contesto;nelle sue brevi e un po' aforistiche interviste Segovia si riferiva evidentemente ai pezzi facenti parte del suo repertorio e probabilmente in quel contesto non vedeva la necessità o l'opportunità di citare compositori che non eseguiva, gettando su di essi l'ombra di un suo rifiuto delle loro composizioni. E' un po' quello che Chesterton (cito a senso) fa dire a Padre Brown in un suo racconto: "La gente non risponde alle domande in modo letterale, pur senza volere mentire.Se un gentiluomo dice che in casa non c'è nessuno, di solito non intende dire necessariamente che non c'è proprio fisicamente nessuno, ma nessuno di quelli cui presume sia interessato il suo interlocutore; ma se l'interlocutore è un ufficiale sanitario che sta facendo un controllo su di una epidemia, allora il gentiluomo capirà la domanda in un altro senso,e risponderà che in casa c'è anche il maggiordomo e la cuoca". Con tutto ciò, è evidentemente interessante per noi ora cercare di sapere il più esattamente possibile come sono andate le cose..si può forse dire che al momento il primato della "Danza" non è più totalmente certo. Caro Piero, Segovia è stato un grande maestro della chitarra e un uomo eccezionale, e non ne sminuirà la memoria il fatto di constatare che diceva qualche bugia: non menzogne, ma bugie, intendendo come tali quelle omissioni di parti della verità che, se rivelate, non concorrono alla tesi che la persona vuole sostenere. Che questo sia il caso della musica di Pahissa, è evidente: nella sua autobiografia, Segovia afferma che Pahissa scriveva solo per grande orchestra, e ciò non è vero, scriveva anche per pianoforte - tra l'altro pezzi brevi. dralig
Ospite Attademo Inviato 14 Dicembre 2007 Inviato 14 Dicembre 2007 Caro Angelo, vorrei dare il mio contributo sulla questione Pahissa. A me risulta che ci fossero rapporti di amicizia fra Pahissa e Segovia, reciproci - deduzione che ho fatto quando trovai i pezzi di Pahissa e verificai che tra i libri di Segovia c'era una biografia di Manuel de Falla, il libro di Pahissa più conosciuto, se non ricordo male o con una dedica a penna o con un bigliettino di accompagnamento. Escludo personalmente che Segovia abbia volutamente evitato di menzionare Pahissa - penso lo abbia fatto per ragioni "cronologiche". Segovia scrisse la biografia intorno alla prima metà degli anni '70 (pubblicata nel '76). I tres temas de recuerdos vengono inviati dalla vedova di Pahissa con una lettera datata 1979: come poteva Segovia citarli, non sapendo molto probabilmente che li aveva quantomeno finiti di scrivere? (ricordiamo che i pezzi fotocopiati dalla vedova sono in brutta copia, o in una versione non definitiva in bella copia). Riguardo a Canço en el Mar - era uno dei manoscritti che Segovia ebbe in mano (quanti ce ne sono stati? Cassadò, Pahissa, Torroba, Berkeley, Breville, Scott ecc. ecc.) - possiamo onestamente pensare che all'età di più di ottant'anni Segovia potesse ricordare questo manoscritto, probabilmente perso e conservato - come sai meglio di me - in un marasma di carte non ordinato del quale Segovia non aveva alcun controllo? Secondo me non si può più sostenere che Segovia abbia omesso nella sua autobiografia delle verità - in quanto autobiografia essa si riferisce a una visione parziale e a un punto di vista, quello di Segovia, su quell'epoca, scritto a distanza di anni. Ed è questo quello che ci interessa. Che abbia parlato di Barrios o meno, penso sia del tutto ininfluente.Quasi tutte le autobiografie sono considerate letteratura secondaria dal punto di vista della ricostruzione storica. Siamo noi che abbiamo il dovere di studiare Barrios e tutti gli altri autori - come maldestramente ha detto un collega al convegno di Firenze- "scartati" da Segovia e dobbiamo far studiare agli allievi la musica e i musicisti, anziché perpetuare l' ignoranza facendosi scudo del giudizio di Segovia. Spero di essere stato utile, saluti a tutti L
Angelo Gilardino Inviato 14 Dicembre 2007 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Dicembre 2007 Caro Angelo,vorrei dare il mio contributo sulla questione Pahissa. A me risulta che ci fossero rapporti di amicizia fra Pahissa e Segovia, reciproci - deduzione che ho fatto quando trovai i pezzi di Pahissa e verificai che tra i libri di Segovia c'era una biografia di Manuel de Falla, il libro di Pahissa più conosciuto, se non ricordo male o con una dedica a penna o con un bigliettino di accompagnamento. Escludo personalmente che Segovia abbia volutamente evitato di menzionare Pahissa - penso lo abbia fatto per ragioni "cronologiche". Segovia scrisse la biografia intorno alla prima metà degli anni '70 (pubblicata nel '76). I tres temas de recuerdos vengono inviati dalla vedova di Pahissa con una lettera datata 1979: come poteva Segovia citarli, non sapendo molto probabilmente che li aveva quantomeno finiti di scrivere? (ricordiamo che i pezzi fotocopiati dalla vedova sono in brutta copia, o in una versione non definitiva in bella copia). Riguardo a Canço en el Mar - era uno dei manoscritti che Segovia ebbe in mano (quanti ce ne sono stati? Cassadò, Pahissa, Torroba, Berkeley, Breville, Scott ecc. ecc.) - possiamo onestamente pensare che all'età di più di ottant'anni Segovia potesse ricordare questo manoscritto, probabilmente perso e conservato - come sai meglio di me - in un marasma di carte non ordinato del quale Segovia non aveva alcun controllo? Secondo me non si può più sostenere che Segovia abbia omesso nella sua autobiografia delle verità - in quanto autobiografia essa si riferisce a una visione parziale e a un punto di vista, quello di Segovia, su quell'epoca, scritto a distanza di anni. Ed è questo quello che ci interessa. Che abbia parlato di Barrios o meno, penso sia del tutto ininfluente.Quasi tutte le autobiografie sono considerate letteratura secondaria dal punto di vista della ricostruzione storica. Siamo noi che abbiamo il dovere di studiare Barrios e tutti gli altri autori - come maldestramente ha detto un collega al convegno di Firenze- "scartati" da Segovia e dobbiamo far studiare agli allievi la musica e i musicisti, anziché perpetuare l' ignoranza facendosi scudo del giudizio di Segovia. Spero di essere stato utile, saluti a tutti L Vedo due procedimenti diversi, nel tuo discorso: nel caso dei "Tres temas", trai le tue conclusioni affidandoti alla lettura della cronologia degli eventi, e facendo parlare i documenti; nel caso della "Canzone", dove i documenti parlano altrettanto chiaramente, eviti di concludere e formuli delle ipotesi interpretative. I dettagli contenuti nell'autobiografia, riguardanti gli anni giovanili, provano che Segovia aveva una memoria tenacissima, e di Pahissa traccia un ritratto così caratterizzato che - se vogliamo far valere i diritti dell'interpretazione - risulta incompatibile con l'ipotesi di una dimenticanza del pezzo. Non l'ha citato perché non era conforme allo spirito della narrazione, non perché se n'era scordato. dralig
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