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Chitarra russa a sette corde: dove, come, chi?


Ospite Neuland

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Neuland

Grazie per le vostre risposte. Ho letto l'articolo su Sychra in Gitarre und Laute no. 5/1993 ("Il patriarca della chitarra russa, A.O. Sychra") nel quale la registrazione di Leif Cristensen dei brani di Sarenko e mezionata, tra cui un commento di Lev Menro, che lode la interpretazione di Cristensen dicendo: "Si, è un disco eccellente, è molto bello, ma non è di noi". Dove si può leggere o ascoltare come sarebbe il modo russo di suonare queste musiche? in che cosa consiste questo modo russo?

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Dove si può leggere o ascoltare come sarebbe il modo russo di suonare queste musiche? in che cosa consiste questo modo russo?

 

Bisognerebbe conoscere il russo e provare a spulciare nei fondi che diverse biblioteche mettono a disposizione on-line. Magari si trovano documenti utili in tal senso... forse, però, non si riesce a trovare molto.

Neuland, grazie per aver aperto questo topic! L'argomento mi tocca abbastanza da vicino, dato che studio lingua e letteratura russa. Quello che hai lanciato un interessante spunto per conoscere meglio il repertorio chitarristico.

 

Tiento

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Dove si può leggere o ascoltare come sarebbe il modo russo di suonare queste musiche? in che cosa consiste questo modo russo?

 

È pricipalmente un aspetto de fraseggio e dell'articolazione. Provi ed ascolti le registrazioni di musica da Tchaikovsky, suonata dai pianisti russi come Sofronitsky e Yudina e confrontilo alle registrazioni delle stesse composizioni da altri.

 

Nella riesaminazione, ritengo sospetto che le osservazioni del Menro erano un'espressione del fatto che nessun chitarista russo aveva avuto mai l'idea registrare questa musica. Allo stesso tempo, devo ammettere che la registrazione del Christensen era spesso non-idiomatica. Quello non significa che il modo russo è tutto uno segreto grande. Per capirlo, è necessario da immergersi nella coltura russa. Non soltanto musica, ma anche letteratura, arte, poesia. Mårten Falk, che non è russo, suona questa musica molto russa più meglio di tutto Russo che ho sentito. Per ottenere un'idea come un Russo si avvicinerebbe ad una melodia lirica, ascolti questa canzone:

 

http://www.guitarandluteissues.com/Lipa/lipa.mp3

 

Gli attributi principali di queste prestazioni sono finchè una libertà totale dal dittatura delle linee di barra e del tempo, accenti che non cadono mai sul primo battimento e frasi lunghe, come il testo richiede. La stessa cosa nella musica strumentale.

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Bellissima composizione.

 

Sychra era certamente un maestro della chitarra russa - a quel che ne so, nel fu in qualche modo il fondatore, e subito portò la sua arte, nei primi decenni dell'Ottocento, a un livello virtuosistico molto avanzato.

 

Era anche un compositore dotato, come lo Studio inciso da Falk ben dimostra. Esso lascia tuttavia percepire un aspetto strutturale della chitarra russa, un aspetto che, dal punto di vista compositivo, può risultare problematico: quello della tendenziale staticità armonica. E' un aspetto che si osserva nel repertorio dello strumento di diverse epoche, da Sychra a Pavlov-Azancheev, e anche un compositore dalla fantasia sbrigliata qual era il romantico Sarenko in un certo modo lo manifesta.

 

Prima di mettermi al comporre per questo strumento, ho cercato di rendermi conto fino in fondo delle caratteristiche del suo idioma, che avevano ovviamente un peso rilevante sul processo compositivo, e ne ho concluso che dovevo trovare il modo di evitare questa staticità, pur rispettando e, se possibile, esaltando le qualità "naturali" dello strumento.

Ho quindi trovato un mio modo per dare all'armonia una certa varietà. Questo non ha mancato di riflettere alcune conseguenze - spero positive - sulla forma dei pezzi.

 

Forse sto pensando ad alta voce, ma immaginando che magari un giorno qualche compositore che legge questo forum voglia scrivere per questo strumento davvero affascinante, mi è sembrato utile metterlo sull'avviso:

l'Ottocento russo è affascinante, ma per scrivere oggi per chitarra russa bisogna trovare altre vie.

 

dralig

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Ospite Neuland
E' questo?

gmr_2502_cd.jpg

 

1. '12 Etudes Op. 6'

2. '12 Etudes Op. 29' (Fernando Sor)

3. 'Notturno Op. 19 'Reverie'

4. 'Rondo Caprice Op. 20 'Fete Villageoise'

5. '1st Air Varié Op. 21'

6. '2nd Air Varié Op. 22'

7. 'Introduction et Caprice Op. 23' (Giulio Regondi)

8. 'Works for 7-String Guitar' (Vasilii Stepanovich Sarenko)

9. 'Royal Winter Music (Two Sonatas on Shakespearean Characters for Guitar)' (Hans Werner Henze)

 

...ma è ancora in commercio? non ho trovato niente, fin'ora...

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Ospite Neuland
E' questo?

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1. '12 Etudes Op. 6'

2. '12 Etudes Op. 29' (Fernando Sor)

3. 'Notturno Op. 19 'Reverie'

4. 'Rondo Caprice Op. 20 'Fete Villageoise'

5. '1st Air Varié Op. 21'

6. '2nd Air Varié Op. 22'

7. 'Introduction et Caprice Op. 23' (Giulio Regondi)

8. 'Works for 7-String Guitar' (Vasilii Stepanovich Sarenko)

9. 'Royal Winter Music (Two Sonatas on Shakespearean Characters for Guitar)' (Hans Werner Henze)

 

...ma è ancora in commercio? non ho trovato niente, fin'ora...

 

forse ho trovato: http://www.paularecords.dk/

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Era anche un compositore dotato, come lo Studio inciso da Falk ben dimostra. Esso lascia tuttavia percepire un aspetto strutturale della chitarra russa, un aspetto che, dal punto di vista compositivo, può risultare problematico: quello della tendenziale staticità armonica. E' un aspetto che si osserva nel repertorio dello strumento di diverse epoche, da Sychra a Pavlov-Azancheev, e anche un compositore dalla fantasia sbrigliata qual era il romantico Sarenko in un certo modo lo manifesta.

 

...

 

Forse sto pensando ad alta voce, ma immaginando che magari un giorno qualche compositore che legge questo forum voglia scrivere per questo strumento davvero affascinante, mi è sembrato utile metterlo sull'avviso:

l'Ottocento russo è affascinante, ma per scrivere oggi per chitarra russa bisogna trovare altre vie.

 

dralig

 

Dici che a causa della sua accordatura si rischia di restare intrappolati in un facile modalismo di maniera, da scartare in favore di qualcosa di più recondito nello strumento?

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Dici che a causa della sua accordatura si rischia di restare intrappolati in un facile modalismo di maniera, da scartare in favore di qualcosa di più recondito nello strumento?

 

Un'accordatura che raddoppia le note all'ottava (re-sol-si due volte, poi un altro re) non è molto dinamica, armonicamente. Se la si accetta come un condizionamento, è inevitabile che le composizioni risultino statiche nell'armonia, e questo, insieme a una costruzione troppo semplicistica, è secondo me un problema generale del repertorio che finora ha potuto leggere.

 

Come adoperare il valore idiomatico dello strumento senza restarvi intrappolati, è domanda alla quale ogni compositore dà la risposta che ritiene più efficace, ma le vie d'uscita non sono recondite. Almeno, a me non sembra.

 

dralig

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Un'accordatura che raddoppia le note all'ottava (re-sol-si due volte, poi un altro re) non è molto dinamica, armonicamente. Se la si accetta come un condizionamento, è inevitabile che le composizioni risultino statiche nell'armonia, e questo, insieme a una costruzione troppo semplicistica, è secondo me un problema generale del repertorio che finora ha potuto leggere.

 

Sono sicuro che cambierete idea quando avete avuti l'occasione leggere più di questo repertorio. La disposizione degli intervalli è completamente oltre al punto nel sostegno o nell'impedire del tutto lo sviluppo armonico. Se questo fosse corretto, quindi la musica di Bach e di Weiss ha suonato sul liuto barocco, uno strumento che è accordato in una schema simile dei terzi, sarebbe priva di tutto dinamica, armonicamente.

 

Che cosa sembra essere visibile, è che la maggioranza grande delle composizioni nel vecchio repertorio è stata basata sui temi popolari, dove le variazioni hanno partito raramente dalla schema armonica della canzone originale. E le composizioni più recenti dai compositori russi notevolmente sono state influenzate da questa apparente povertà armonica .

 

Ma ci sono molte eccezioni. Gli Quattro Studi da concerto da Andrei Sychra, la fantasia sui temi da J.B. Cramer da Mikhail Vyssotsky, la Sonata da Aleksandr Vietrov e più recentemente, le molte composizioni da Sergei Orekhov, specialmente, le sue variazioni sulla tema della Troika. La diversità e la ricchezza armoniche in questi sorpassa lontano quello del repertorio simile dai compositori dell'Ovest, un punto riconosciuto bene da Ruggero Chiesa nella sua revisione della mia edizione degli Studi de Sychra in 1992.

 

Il problema che vedete ora è basato semplicemente sul fatto che la accordatura nei terzi fornisce le possibilità armoniche differenti che la accordatura nei quarti. Non migliore, non più difettoso. Giusto differente.

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