Cristiano Porqueddu Inviato 28 Aprile 2008 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 28 Aprile 2008 La scorsa settimana ho finito di stilare il programma del Corso di Chitarra che entrerà in vigore dall'anno accademico 2008/2009 presso la Scuola Civica di Musica di Nuoro. Il download è disponibile da questo link: http://www.cristianoporqueddu.com/FileArchive/ProgrammaCorsoDiChitarra.pdf ADMIN EDIT A causa di un banale errore - di cui mi assumo la piena responsabilità- nell'esecuzione di una funzione avanzata del Forum ho involontariamente cancellato l'intero thread che in 6 giorni aveva raggiunto quota 1491 letture. Mi scuso con l'intera community per questa disattenzione ed in particolare con Giorgio Signorile (che ha indicato un errore nell'indicazione dell'opera degli studi di Giuliani nel I Anno), Vladimir, ciccio_matera, Akaros, Alessandro Blanco.
cla Inviato 28 Aprile 2008 Group: Membri Topic Count: 19 Content Count: 139 Reputation: 0 Joined: 10/05/2006 Status: Offline Inviato 28 Aprile 2008 Scusate, non ho seguito il thread precedente, prima della cancellazione fortuita, quindi non so se le mie domande sono già state poste o meno. Il percorso mi sembra, nella mia modesta opinione di allievo dilettante, stimolante ed interessante, però in alcuni punti un po' ambizioso. Mi pare che affrontare al III anno un capriccio di Legnani o anche uno degli Studi di Coste non sia cosa da tutti. Altrettanto dicasi per gli Studi dal 6 al 10 da affrontare al IV anno e, più di tutto, delle suite di Bach da studiare al VI anno. Ovviamente io faccio esclusivamente riferimento all'esperienza mia e della cerchia di amicizie chitarristiche. Ciao
Cristiano Porqueddu Inviato 28 Aprile 2008 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Autore Inviato 28 Aprile 2008 Mi pare che affrontare al III anno un capriccio di Legnani o anche uno degli Studi di Coste non sia cosa da tutti. Altrettanto dicasi per gli Studi dal 6 al 10 da affrontare al IV anno e, più di tutto, delle suite di Bach da studiare al VI anno. Ieri, durante una Masterclass un allievo del primo anno ha eseguito il "Capriccio sopra la lontananza", Studio n.1 di Angelo Gilardino; un allievo del secondo anno ha portato a lezione due studi di Fernando Sor (II e V numerazione segoviana); un allievo del secondo anno una parte dello studio n.XXII di Napoleon Coste. Di alcuni di loro, dopo l'autorizzazione firmata dei genitori (sono tutti adolescenti) pubblicherò stralci dell'esecuzione. Un allievo del terzo anno ha letto (da solo, di sua iniziativa e nel giro di due settimane) l'intero Studio n.10 di Angelo Gilardino (Ophelìe) e l'ha eseguito da cima a fondo. Non parliamo del traffico di fotocopie casualmente scoperto che vedeva il passaggio (illecito, vero, ma che rende l'idea dell'entusiasmo) di suite di bach tra allievi del V anno e scansioni stampate con laserjet. Trovo sia più complesso per un adolescente affrontare lo studio del Paradiso di Dante o lo studio di funzione che qualche arpeggio o melodia accompagnata.
cla Inviato 28 Aprile 2008 Group: Membri Topic Count: 19 Content Count: 139 Reputation: 0 Joined: 10/05/2006 Status: Offline Inviato 28 Aprile 2008 Cosa distingue, nella tua esperienza, questi allievi (che non credo tu reputi "prodigi") dall'esercito di studenti che solitamente affrontano brani di questo genere molto più in là, nel percorso di studi? Credo sia comune affrontare gli studi II e V (numerazione segoviana) intorno al IV anno, no? Stesso discorso, grosso modo, per Coste, per tacere di Gilardino. Le suite di Bach "sottobanco" al V sono anche comprensibili: diverso è affrontarne lo studio con l'insegnante in quello stesso periodo, mentre la maggior parte dei "coetanei" è alle prese con il V di Sor. Sono questi ragazzi ad essere precoci, o tutti gli altri a sbagliare? Credo che tutti vorremmo essere traghettati verso un percorso così proficuo ed emozionante. Grazie.
Cristiano Porqueddu Inviato 28 Aprile 2008 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Autore Inviato 28 Aprile 2008 Cosa distingue, nella tua esperienza, questi allievi dall'esercito di studenti che solitamente affrontano brani di questo genere molto più in là, nel percorso di studi? Dovrebbe chiederlo a loro. Io non ne ho la più pallida idea. Le suite di Bach "sottobanco" al V sono anche comprensibili: diverso è affrontarne lo studio con l'insegnante E quando le portano alcuni preludi letti ed eseguiti a lezione? Cosa fa? Le dice di concentrarsi meglio sullo studietto di Carulli? E' semplicissimo: vedono una attività dei loro compagni e vogliono migliorarsi e crescere. Gli do una mano mettendo i paletti al loro percorso in modo che il loro tempo e che qualsiasi cosa facciano possa servirgli in futuro. Sono questi ragazzi ad essere precoci, o tutti gli altri a sbagliare? Quelli che vedo e a cui faccio lezione sono ragazzi che vanno a scuola, alcuni hanno materie arretrate e votacci da recuperare, giocano a calcetto, con la loro playstation, sono in perenne caccia di ricariche dei cellulari, e scaricano mp3 da internet. Normalissimi adolescenti. Credo che tutti vorremmo essere traghettati verso un percorso così proficuo ed emozionante. E che cosa aspetta a farlo? Lo faccia. Cambi il suo percorso di studi in modo che questo le consenta un arricchimento conoscitivo e tecnico del repertorio. Cinque anni (il tempo per un diploma scolastico) per uno studio di una pagina costruito da una melodia accompagnata con qualche capotasto mentre i colleghi pianisti hanno già lavorato a Bach, Liszt le sonate di Mozart e Beethoven, Chopin, Shubert, Schumann e Debussy mi sono sempre apparsi come (fin dai tempi della preparazione dei miei esami) una enormità e un'inutile perdita di tempo.
cla Inviato 28 Aprile 2008 Group: Membri Topic Count: 19 Content Count: 139 Reputation: 0 Joined: 10/05/2006 Status: Offline Inviato 28 Aprile 2008 C'è però qualcosa che continua a sfuggirmi. Quante volte ho sentito dire a studenti di non bruciare le tappe, di non correre troppo veloce, e spesso lo si faceva con riferimento alle suite di Bach, nella migliore delle ipotesi, ma anche in brani che tanto affascinano i chitarristi all'inizio del percorso, vedi Barrios. Credo che 9 insegnanti su 10, ad un allievo di III anno che non vede l'ora di affrontare Gilardino, risponderebbero suggerendo di attendere, di migliorare la tecnica, l'espressività eccetera, prima di dedicarsi a pagine così impegnative. Credo sia esperienza comune. Invece in quest'occasione, vedo un atteggiamento differente, che al contrario sprona ad affrontare presto brani altamente impegnativi. Mi sembra che ci sia quindi un approccio completamente differente allo strumento ed alla musica. E non nascondo che se l'insegnante non fosse lei, non avrei potuto evitare di nutrire molti dubbi. Mi dispiace essermi perso tutta la discussione precedente: sarebbe stato per me interessante leggere gli eventuali interventi di insegnanti con metodi "tradizionali". Grazie
Cristiano Porqueddu Inviato 28 Aprile 2008 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Autore Inviato 28 Aprile 2008 C'è però qualcosa che continua a sfuggirmi. Quante volte ho sentito dire a studenti di non bruciare le tappe, di non correre troppo veloce, e spesso lo si faceva con riferimento alle suite di Bach, nella migliore delle ipotesi, ma anche in brani che tanto affascinano i chitarristi all'inizio del percorso, vedi Barrios. Bach è il meno gettonato. L'attenzione è rivolta proprio a Barrios (ci sono piccole composizioni più utili e formative dello Studio II di Fernando Sor), Ponce, Brouwer e altri autori del Novecento. Credo che 9 insegnanti su 10, ad un allievo di III anno che non vede l'ora di affrontare Gilardino, risponderebbero suggerendo di attendere, di migliorare la tecnica, l'espressività eccetera, prima di dedicarsi a pagine così impegnative. Un allievo del III anno che non vede l'ora di affrontare uno studio di Gilardino deve affrontare uno studio di Gilardino per due motivi: il primo è che deve rendersi conto in prima persona della difficoltà (salvo poi, come mi è capitato, vederli divorare quelle pagine) e il secondo è che molto probabilmente quell'entusiasmo può dare un enorme aiuto e invogliare lo studio più di qualsiasi altra cosa. Credo sia esperienza comune. Faccio tesoro delle esperienze altrui ma soprattutto della mia. Invece in quest'occasione, vedo un atteggiamento differente, che al contrario sprona ad affrontare presto brani altamente impegnativi. Cla, mi scusi, la serie dei primi 10 studi di Fernando Sor selezionati da Andrés Segovia - tolti il I e l'VIII - è da considerare una raccolta di brani altamente impegnativi? Secondo lei gli studi II e IV non sono affrontabili dopo 6/8 mesi di lezioni? Anche per questi 4 o 5 anni di preparazione? Mi dispiace essermi perso tutta la discussione precedente: sarebbe stato per me interessante leggere gli eventuali interventi di insegnanti con metodi "tradizionali". Non me ne parli! C'erano consigli, critiche e suggerimenti utilissimi da usare per nuove argomentazioni. Mai interagire con funzioni di un forum da amministratore quando ci si trova nella pausa pranzo di una Masterclass.
Butterfly Inviato 28 Aprile 2008 Group: Membri Topic Count: 227 Content Count: 1196 Reputation: 0 Joined: 31/01/2006 Status: Offline Inviato 28 Aprile 2008 Stilare un programma didattico non è cosa banale, indipendentemente dalla materia oggetto di studio. Non entro nel merito dello specifico percorso illustrato da Cristiano, perchè non so nulla di insegnamento della musica classica. In linea generale mi chiedo se un programma che fonda le sue linee di propedeuticità sulla base dell'esperienza con allievi particolarmente dotati, possa essere proficuamente adottato alla larga maggioranza degli studenti o, se viceversa, lo scopo è proprio quello di creare un corso piu' veloce per talenti già consolidati, similmente a certe scuole per bambini superdotati che so esistono al di fuori dell'Italia. Leggo il 3D solo ora, spero di non scrivere cose che erano già state discusse. Butterfly
Cristiano Porqueddu Inviato 28 Aprile 2008 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Autore Inviato 28 Aprile 2008 In linea generale mi chiedo se un programma che fonda le sue linee di propedeuticità sulla base dell'esperienza con allievi particolarmente dotati, possa essere proficuamente adottato alla larga maggioranza degli studenti o, se viceversa, lo scopo è proprio quello di creare un corso piu' veloce per talenti già consolidati, similmente a certe scuole per bambini superdotati che so esistono al di fuori dell'Italia. Normalissimi allievi, lo ripeto. Alcuni più dotati di altri come accade anche nelle aule di scuola ma nessuna pre-selezione o cose del genere. Leggo il 3D solo ora, spero di non scrivere cose che erano già state discusse. Non sarebbe un male, anzi, consentirebbe di ricostruire il thread.
cla Inviato 28 Aprile 2008 Group: Membri Topic Count: 19 Content Count: 139 Reputation: 0 Joined: 10/05/2006 Status: Offline Inviato 28 Aprile 2008 Allora forse avevo frainteso: pensavo si intendesse sottoporre all'allievo brani secondo me impegnativi, come gli Studi di Gilardino o altri citati nel programma, come pagine adatte a quella fase dello studio, non come stimolo allo studio. Io non ritengo certamente gli studi II e IV di Sor-Segovia come pagine altamente impegnative: mi riferivo evidentemente al complesso delle composizioni citate, quindi Bach e Gilardino in primis. In ogni caso, per quanto non "altamente impegnativi", non conosco nessuno che abbia affrontato questi due studi al sesto mese di preparazione. Per tacere di altri come il III o il VII. In ogni caso, il punto che mi preme sottolineare, è che se un insegnante (pur con una preparazione decisamente sopra la media com'è senz'altro lei), riesce ad ottenere delle buone esecuzioni da allievi di medie capacità, così in anticipo rispetto ai tempi comunemente considerati, allora ci dev'essere qualcosa di errato nelle comuni pratiche di insegnamento. O no? Capisco che a lei, giustamente, poco importi di quello che fanno gli altri, però credo sia interessante saperlo per tutti coloro, a partire da me, che hanno seguito un iter più "prudente". Grazie.
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