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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Corso di Chitarra Classica - 7 Anni (+1 di specializzazione)


Cristiano Porqueddu
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Scusatemi se torno al topic.

 

Come? Meglio, no?

 

Oggi in classe riflettevo su sto programma che Cristiano ha pubblicato, sono fatto così, quando non capisco subito ci ripenso e qualcosa capita. In verità ascoltando i primini sono stato un pò distratto, quest'anno non sono stato proprio benedetto nella scelta,

 

Nella scelta di cosa?

 

 

Ecco, quando c'è questa stima reciproca, quando un allievo si rende conto che l'insegnante non bluffa, ma è padrone della sua metodologia, siamo a posto! puoi proporre tutto, ma proprio tutto

 

Se sai far lezione e conosci la musica o l'argomento l'allievo se ne accorge immediatamente.

Se passi l'intera lezione a parlare di come mettere il 4° dito l'allievo di depenna e se non lo fa la settimana dopo lo farà tra qualche anno, come è giusto che sia.

 

se porto in classe il Guitargradus di S.Brindle e lo spiego e lo ragiono, quei brani diventano normali come un arpeggio di Sagreras,

 

Mai avuto dubbi su questo.

Sostengo da sempre che se ben spiegata l'arte è semplicissima. Il fatto è che va saputa spiegare e associare alla musica. E poi alla chitarra.

 

 

Tornando al programma Cristiano, pur continuando a credere che ci siano asperità affrontate troppo precocemente

 

Parli anche degli studi di Coste?

 

 

mi fa molto piacere vedere chi come te crede fermamente nella propria idea, e soprattutto non improvvisa ma sceglie il percorso...insomma non segue la via ma ne traccia una nuova, almeno ci prova

 

Sai che noia Giorgio insegnare sempre la stessa roba per tutta la vita?

E' come suonare per 10 anni lo stesso repertorio.

Cambierei mestiere, piuttosto.

 

P.s. oggi per insegnanre la tecnica d'arpeggio ho usato uno studio di Sagreras, come sempre d'altronde, e mi sono messo a ridere da solo.

 

La scelta del primo volume del Sagreras è fatta solo ed esclusivamente evitare di noiose lezioni (per l'allievo e per me) sulla lettura delle note. In quelle prime 36 lezioni è tutto scritto.

In qualche lezione l'allievo conosce il primo quadruplo della cordiera. Un accenno alla diversa ubicazione delle note su tutta la tastiera e si è pronti per leggere la musica.

Il metodo Sagreras è tutto sommato obsoleto ma mi torna utile per l'uso che ne faccio.

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Apprezzo questa libertà che lasci agli allievi, non c'è nulla di più formativo e divertente nel leggere ciò che capita sul leggio, anche se di difficoltà ben maggiore rispetto alla propria preparazione...

 

Certo, Vladimir. Non c'è cosa peggiore che imporre qualcosa ad eccezione della tecnica giornaliera.

 

Il terrificante sarebbe, invece, un allievo che arriva in classe con una pubblicazione per chitarra. La mette sul leggio e ti dice "Facciamo lezione su questa musica".E tu non hai mai visto quelle righe.

Lì è il caso di ritirarsi due ore tutti i giorni a studiare e perfezionarsi prima di pretendere di dare lezione o formare allievi.

 

Qualche settimana fa uno dei miei allievi del III anno si presenta con "An Idea" di Leo Brouwer.

"Ho letto questo ieri. L'ho scaricato da Internet."

Tralascio l'azione poco ortodossa del reperimento della musica e gli domando:

"Potevi dedicarti a qualcosa di più profondo" gli faccio io (E' uno che adora Regondi e Castelnuovo-Tedesco, tanto per capirci)

"E' vero è facile... troppo facile. Volevo sapere se poteva darmi delle indicazioni per renderlo bello."

Hai capito?

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Parlo della scelta degli alunni che ogni anno chiedono di poter entrare al corso musicale. Nonostante i test (Bentley e attitudinale) o ero ubriaco o davvero ho preso un'abbaglio...comunque si fa fuoco con la legna che si ha, e qualcosa farò ugualmente.

Coste: la revisione sulla quale ho studiato ai tempi è la berben-gilardino. Per un musicista avanzato ottima, ma per un allievo dei primi anni duretta: intendo nelle diteggiature, che riescono ad esprimere al meglio il senso melodico-armonico degli studi ma si rilevano molto ostiche appunto per uno studente. Credo che tu vada a lavorare su urtext o simile, o no? Però quegli studi sono fantastici, così diversi dal resto degli studi coevi...

Io amo tantissimo anche l'op 39 di Diabelli, poco studiata generalmente.

Non c'entra con questo..ma non ho ancora capito come si fanno le "citazioni", scusa, a Cuneo fa freddo, il sangue circola più lentamente e irrora meno il cervello...

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Qualche settimana fa uno dei miei allievi del III anno si presenta con "An Idea" di Leo Brouwer.

"Ho letto questo ieri. L'ho scaricato da Internet."

Tralascio l'azione poco ortodossa del reperimento della musica e gli domando:

"Potevi dedicarti a qualcosa di più profondo" gli faccio io (E' uno che adora Regondi e Castelnuovo-Tedesco, tanto per capirci)

"E' vero è facile... troppo facile. Volevo sapere se poteva darmi delle indicazioni per renderlo bello."

Hai capito?

 

Bene, beato te!

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la revisione sulla quale ho studiato ai tempi è la berben-gilardino. Per un musicista avanzato ottima, ma per un allievo dei primi anni duretta: intendo nelle diteggiature, che riescono ad esprimere al meglio il senso melodico-armonico degli studi ma si rilevano molto ostiche appunto per uno studente. Credo che tu vada a lavorare su urtext o simile, o no? Però quegli studi sono fantastici, così diversi dal resto degli studi coevi...

 

Smonto sempre tutte le diteggiature stampate e rimonto sulle mani dell'allievo. Ci mancherebbe.

 

 

ma non ho ancora capito come si fanno le "citazioni", scusa, a Cuneo fa freddo, il sangue circola più lentamente e irrora meno il cervello...

 

Ma perchè anche tu con questa storia?

 

E' semplicissimo.

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Il terrificante sarebbe, invece, un allievo che arriva in classe con una pubblicazione per chitarra. La mette sul leggio e ti dice "Facciamo lezione su questa musica".E tu non hai mai visto quelle righe.

Lì è il caso di ritirarsi due ore tutti i giorni a studiare e perfezionarsi prima di pretendere di dare lezione o formare allievi.

 

Non si può pretendere di conoscere tutto il repertorio.

L'importante è saperlo spiegare e comprendere fin da subito.

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Alleluia, bravo Signuril!

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Qualche settimana fa uno dei miei allievi del III anno si presenta con "An Idea" di Leo Brouwer.

"Ho letto questo ieri. L'ho scaricato da Internet."

Tralascio l'azione poco ortodossa del reperimento della musica e gli domando:

"Potevi dedicarti a qualcosa di più profondo" gli faccio io (E' uno che adora Regondi e Castelnuovo-Tedesco, tanto per capirci)

"E' vero è facile... troppo facile. Volevo sapere se poteva darmi delle indicazioni per renderlo bello."

Hai capito?

 

Bene, beato te!

 

Certo, sono contento dell'entusiasmo. Ma questi vanno a caccia di musica scritta per chitarra. Devi essere preparato sul repertorio.

 

Un paio di episodi chiave.

In una Master tenuta a Goteborg si verificò una situazione imbarazzante che causai io.

L'allievo si presenta con il Preludio op.5 n.1 di Agustin Barrios. Gli faccio lezione normalmente davanti agli uditori e ad alcuni docenti.

Alla fine (linguaccia!) così, tanto per fare un po' di conversazione, esclamo "Sono tutti suggerimenti che dovrai confrontare con quelli che ti ha dato il tuo insegnante".

Lui mi guarda, guarda il docente in prima fila e candidamente dice "No, il mio insegnante non conosceva questo pezzo." Sono rimasto di sale.

 

In un'altra occasione dopo un concerto (preferisco rimanere sul vago) una persona si avvicina per ultima per una stretta di mano e dopo le frasi di circostanza mi racconta delle difficoltà del figlio in conservatorio: ha dovuto rinunciare a scegliere di suonare "El Decameron Negro" di Leo Brouwer (non Sechs Musiken di Hans-Erich Apostel o che so io: El Decameron Negro!) perchè il docente davanti alla musica gli ha detto letteralmente "No no. Questo pezzo non puoi portarlo all'esame perchè non posso farti lezione. Non lo conosco."

 

Vi risparmio i miei commenti personali su questi eventi.

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Il terrificante sarebbe, invece, un allievo che arriva in classe con una pubblicazione per chitarra. La mette sul leggio e ti dice "Facciamo lezione su questa musica".E tu non hai mai visto quelle righe.

Lì è il caso di ritirarsi due ore tutti i giorni a studiare e perfezionarsi prima di pretendere di dare lezione o formare allievi.

 

Non si può pretendere di conoscere tutto il repertorio.

 

Certo che no. Pretenderlo sarebbe assurdo.

Ma i veri maestri - che reputo tali e che sono talmente pochi che neanche immagini - che ho incontrato nel mio percorso di studi non hanno mai battuto ciglio alle mie richieste estemporanee di informazioni storiche, biografiche o di analisi di composizioni originali per chitarra.

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