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è indubbio che fissando il sole senza protezione si rischia di bruciarsi la retina! Quindi ho tolto sole e ho lasciato lampadina :P

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Grazie per il link Alfredo. Non conoscevo la persistenza retinica.

 

Direi che può essere un ottimo spunto di riflessione sul concetto di percezione della realtà.

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Non solo sfrutta la persistenza dell'immagine sulla retina, ma anche la complementarietà dei colori ... bello! Il dover fissare il punto al centro è perchè la sovrapposizione delle due immagini (il colore e il BN) deve essere perfetta per avere un buon effetto.

 

ciao!

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Grazie per il link Alfredo. Non conoscevo la persistenza retinica.

 

Direi che può essere un ottimo spunto di riflessione sul concetto di percezione della realtà.

 

Dici?

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Ospite Neuland

Mi sembra di aver studiato il fenomeno in scuola taaanti anni fa; ecco a voi ciò che ricordo da allora: nella retina c'è una sostanza chimica, chiamata in tedesco la "porpora della vista" (una componente di questa porpora sono delle carotene, contenute tra gli altri frutti nelle carote, che proverbialmente fanno bene alla vista). Questa porpora si trasforma chimicamente quando è esposta alla luce, producendo l'impulsi elettrici, che vanno al cervello.

 

La porpora dev'essere rinnovata, una volta "bruciata"; questo succede con ogni colpo delle palpebre, ma anche semplicemente guardando altrove. Guardando lo stesso punto a lungo - o guardando brevemente fonti di luce molto forti - si deteriora una grande quantità di questa porpora senza rinnovarsi, che da in seguito luogo ad un processo di ricarica più lungo. Ed è questo processo, che causa l'immagine residua della visione precedente, una specie di foto al negativo.

 

Nel video fanno vedere un negativo, che causa un'imagine residua doppiamente negativa, quindi apparentemente colorata in positivo, quando sovvraposta esattamente alla foto in b/n dello stesso oggetto.

 

Adesso devo solo sperare, che il residuo di scienza rimastomi non sia del tutto sbagliato (o superato da studi più recenti, visto l'eternità che è passato dai miei tempi del ginnasio...), faccendomi fare una di quelle figuracce...

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Grazie per il link Alfredo. Non conoscevo la persistenza retinica.

 

Direi che può essere un ottimo spunto di riflessione sul concetto di percezione della realtà.

 

Dici?

 

Be', in un certo senso effettivamente sì...

 

L'abitudine, l'esposizione, ad un tipo di percezione della realtà ci fa filtrare tutto attraverso quel tipo di lettura. Tutto si colora delle tinte a cui siamo abituati a vedere le cose, bisognerebbe trovare il modo per ripulire, resettare il nostro sistema, così come fa l'occhio, mantenendo il ricordo ma rinnovando continuamente le modalità di accesso alle nuove esperienze.

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Grazie per il link Alfredo. Non conoscevo la persistenza retinica.

 

Direi che può essere un ottimo spunto di riflessione sul concetto di percezione della realtà.

 

Dici?

 

Be', in un certo senso effettivamente sì...

 

L'abitudine, l'esposizione, ad un tipo di percezione della realtà ci fa filtrare tutto attraverso quel tipo di lettura. Tutto si colora delle tinte a cui siamo abituati a vedere le cose, bisognerebbe trovare il modo per ripulire, resettare il nostro sistema, così come fa l'occhio, mantenendo il ricordo ma rinnovando continuamente le modalità di accesso alle nuove esperienze.

 

A differenza della persistenza visiva, la persistenza dei ricordi non rende più fiochi i colori col passare del tempo; al contrario bastano un suono o un profumo a restituire le immagini più vivide.

Ma così si passa dalla scienza alla poesia.

 

 

 

Butterfly

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