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Ciao a tutti, questo è il mio primo messaggio. Viasto che sto studiando il brano in questione, potreste darmi qualche infromazione sull'autore? Inoltre vorrei sapere che ne pensate della Canzonetta e come suggerite di interpretarlo.
Grazie, ciao


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Purtroppo non conosco il brano in oggetto,comunque, per quanto riguarda il compositore, ai seguenti indirizzi si trovano, rispettivamente, alcuni cenni biografici ed una nota storico-critica:

 

http://web.tiscali.it/bucciarelligianuzzi/Curriculum/margola.htm

http://www.renzocresti.it/autori_6.html

 

Inoltre, se non ricordo male, nel manuale di storia della chitarra del maestro Gilardino viene trattata brevemente anche la musica di Margola.

 

Saluti

am


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Grazie, sei stato molto gentile. A quanto pare non era un compositore per chitarra, e infatti nelle pagine che mi hai segnalato non se ne fa alcun accenno. Visto che lo hai citato, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il Maestro Gilardino.


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Grazie, sei stato molto gentile. A quanto pare non era un compositore per chitarra, e infatti nelle pagine che mi hai segnalato non se ne fa alcun accenno. Visto che lo hai citato, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il Maestro Gilardino.

 

Franco Margola era un fior di musicista, un compositore di grande dottrina e tuttavia non pedante nella sua musica, ma semplice e sapiente. La parte migliore della sua musica non è quella chitarristica. Scrivendo per chitarra, Margola è andato nella direzione opposta di Castelnuovo-Tedesco (per parlare di un maestro con il quale aveva qualche affinità), cioè ha semplificato eccessivamente la scrittura polifonica, rendendola troppo sottile e uniforme, quindi priva di varietà. Il suo lavoro chitarristico migliore è il Concertino, ed è pregevole anche la prima Sonata. Ci sono anche pagine brevi - alcuni Preludi, un Ricercare, etc. - ispirate, mentre gli altri lavori - specialmente dell'ultimo periodo, quando il maestro soffriva di un disturbo che gli appannava la mente - sono deboli.

 

La "Canzonetta" fa parte di una raccolta di "Dieci composizioni" scritte nel 1975. E' un pezzo semplice, sereno, da eseguire con dolcezza e badando molto alla continuità della melodia, che non deve patire picchi di suono o mancamenti: una linea di canto da portare come se fosse un lied. E' diteggiata male, e quindi conviene cancellare la diteggiatura, coprendola con il bianchetto, e studiarne un'altra, più consona al carattere della melodia.

 

dralig


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Grazie, Maestro, ero sicuro che non si sarebbe fatto attendere. Non so perché inizialmente tendevo a eseguire la Canzonetta come un pezzo scherzoso, perciò tendevo a cadenzarlo molto, perfino a staccarlo. A furia di studiarlo sto iniziando a "capirlo" e mi saranno preziose le sue indicazioni. Quanto alla diteggiatura effettivamente il mio insegnante mi ha dato il brano con un bel po' di correzioni , anche se dovrò lavorarci un altro po' visto che le posizioni, pur se non difficili, sono poco chitarristiche.


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Ho letto diverse pagine di Margola ma non sapevo che avesse studiato con Casella.

Ciò che non mi convince della sua scrittura è la destinazione strumentale chitarristica, la trovo veramente troppo poco idiomatica.

Ad intuito, e confortato dalle parole di Gilardino, credo che la sua musica abbia una natura molto legata agli organici cameristici...mi vedo molto bene viole e violoncelli cantare quelle linee melodiche.


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Ho letto diverse pagine di Margola ma non sapevo che avesse studiato con Casella.

Ciò che non mi convince della sua scrittura è la destinazione strumentale chitarristica, la trovo veramente troppo poco idiomatica.

Ad intuito, e confortato dalle parole di Gilardino, credo che la sua musica abbia una natura molto legata agli organici cameristici...mi vedo molto bene viole e violoncelli cantare quelle linee melodiche.

 

Si fidava molto - e a buon motivo - delle sue capacità di costruzione del discorso musicale che, bisogna riconoscerlo, è sempre fluido, coerente, impeccabile, e per questo non si sentiva nella necessità di approfondire la sua padronanza della specifica scrittura chitarristica. Ne rimase sempre fuori o, al massimo, ne lambì le soglie. Era un musicista con i fiocchi. Incidentalmente, ricordo che, tra i suoi interpreti, annoverava Arturo Benedetti Michelangeli, che aveva eseguito abbastanza spesso, in giovantù, il Kinderkonzert per pianoforte e orchestra.

 

dralig


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. Il suo lavoro chitarristico migliore è il Concertino, ed è pregevole anche la prima Sonata. Ci sono anche pagine brevi - alcuni Preludi, un Ricercare, etc. - ispirate, mentre gli altri lavori - specialmente dell'ultimo periodo, quando il maestro soffriva di un disturbo che gli appannava la mente - sono deboli.

 

Dispersa e ben nascosta tra le molte (troppe?) composizioni per chitarra di Franco Margola c'è pure una bella Ballata, edita da Zanibon, che meriterebbe il salvataggio.


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Si fidava molto - e a buon motivo - delle sue capacità di costruzione del discorso musicale che, bisogna riconoscerlo, è sempre fluido, coerente, impeccabile, e per questo non si sentiva nella necessità di approfondire la sua padronanza della specifica scrittura chitarristica. Ne rimase sempre fuori o, al massimo, ne lambì le soglie. Era un musicista con i fiocchi. Incidentalmente, ricordo che, tra i suoi interpreti, annoverava Arturo Benedetti Michelangeli, che aveva eseguito abbastanza spesso, in giovantù, il Kinderkonzert per pianoforte e orchestra.

 

dralig

 

Nessun dubbio sulla validità compositiva di Margola; ciò che un poco mi spiace è l' appurare il mancato risultato chitarristico.

L'approccio allo strumento, se non sbaglio in ambito chitarristico rifuggito parimenti da Castelnuovo-Tedesco, ha dato risultati diametralmente opposti.


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Nessun dubbio sulla validità compositiva di Margola; ciò che un poco mi spiace è l' appurare il mancato risultato chitarristico.

L'approccio allo strumento, se non sbaglio in ambito chitarristico rifuggito parimenti da Castelnuovo-Tedesco, ha dato risultati diametralmente opposti.

 

Castelnuovo-Tedesco non rifuggiva dall'obbligo di scrivere appropriatamente per chitarra, infatti la sua musica è piuttosto ricca di modelli di scrittura diversi - alcuni anche del tutto originali, inventati da lui. Il problema sta nella loro praticabilità - lui sapeva benissimo tutto ciò, e si affidava a Segovia o, successivamente, ad altri revisori. Ad ogni modo, trattava la chitarra come uno strumento ricco.

 

Margola invece non ci ha nemmeno provato, ha sempre scritto in modo assai elementare, semplicistico, come se la chitarra fosse uno strumento povero.

 

dralig

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