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Caro Mod Giulio,

mi allineo alle regole del forum, mi chiedo però perchè Neuland o Selvafiorita colgano sistematicamente qualsiasi minuzia (anche una esclamazione di gioia, seppur scritta in neretto e a caratteri cubitali) pur di provocare senza ragioni fondate....

Riguardo a tutta questa e ad altre situazioni non mi resta che citare Albert Einstein:

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi."

 

Tornando all'argomento in questione, sarei curioso di sapere da Gilardino e Carfagna, cosa stavano facendo in quell'anno in cui Gosio e Gallo si esibivano....

 

Cordialità

 

Luigi Picardi

 

1957...Ero da poco orfano indigente di padre (famiglia ex-agiata). Studiavo chitarra e violoncello e mi arrabattavo con lavoretti per sopravvivere. Tra i vari lavoretti, c'era anche quello di voltapagine per i pianisti che accompagnavano cantanti d'opera (ripasso spartiti) e strumentisti, e Dio sa se ho imparato da quelle, che per me erano lezioni. Assistevo come uditore (di straforo, grazie alla complicità degli inservienti della scuola e del suo direttore, che chiudeva un occhio) alle lezioni di perfezionamento di pianoforte tenute nella mia città da un famoso docente. Nel mese di settembre, sostenni l'esame di teoria e solfeggio come privatista al conservatorio di Milano. Appena giunto, con un'ora e mezza di anticipo, mi sedetti nel chiostro d'ingresso - a quell'ora deserto - e di lì a poco passò - con il suo incedere da sacerdote - lui, quello che io consideravo (e considero tuttora) il più grande musicista italiano dei Novecento, Giorgio Federico Ghedini, allora direttore del conservatorio. Colui del quale sono oggi considerato un erede artistico...

 

dralig

 

Mangiarane!

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Caro Mod Giulio,

mi allineo alle regole del forum, mi chiedo però perchè Neuland o Selvafiorita colgano sistematicamente qualsiasi minuzia (anche una esclamazione di gioia, seppur scritta in neretto e a caratteri cubitali) pur di provocare senza ragioni fondate....

Riguardo a tutta questa e ad altre situazioni non mi resta che citare Albert Einstein:

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi."

 

Tornando all'argomento in questione, sarei curioso di sapere da Gilardino e Carfagna, cosa stavano facendo in quell'anno in cui Gosio e Gallo si esibivano....

 

Cordialità

 

Luigi Picardi

 

1957...Ero da poco orfano indigente di padre (famiglia ex-agiata). Studiavo chitarra e violoncello e mi arrabattavo con lavoretti per sopravvivere. Tra i vari lavoretti, c'era anche quello di voltapagine per i pianisti che accompagnavano cantanti d'opera (ripasso spartiti) e strumentisti, e Dio sa se ho imparato da quelle, che per me erano lezioni. Assistevo come uditore (di straforo, grazie alla complicità degli inservienti della scuola e del suo direttore, che chiudeva un occhio) alle lezioni di perfezionamento di pianoforte tenute nella mia città da un famoso docente. Nel mese di settembre, sostenni l'esame di teoria e solfeggio come privatista al conservatorio di Milano. Appena giunto, con un'ora e mezza di anticipo, mi sedetti nel chiostro d'ingresso - a quell'ora deserto - e di lì a poco passò - con il suo incedere da sacerdote - lui, quello che io consideravo (e considero tuttora) il più grande musicista italiano dei Novecento, Giorgio Federico Ghedini, allora direttore del conservatorio. Colui del quale sono oggi considerato un erede artistico...

 

dralig

 

Mangiarane!

 

Non raccolgo la provocazione, o imberbe Vladimir: lo feci allora, nel 1957, perché allora imberbe ero io, e alla tua età si reagisce. Comunque, dopo la prova di solfeggio "difficile", lo avvisarono del caso, e pare che sia stata una delle poche volte in cui qualcuno lo vide ridere.

 

dralig


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e il ciociaro Carfagna cosa faceva all'epoca?


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Capisco l'amabile risentimento di Butterfly alla scherzosa richiesta di Gigi. Mentre nel Nord la parola "ciociaro" cela un significato vicino alla presa in giro, qui da noi non è così. Se Roma quadrata si avvalse del contributo di popolazioni sabine, l'insediamento al di là del Tevere di popolazioni latino- campane diede vita al più famoso quartiere di Roma, Trastevere. Per citare pochi nomi, vorrei ricordare ciociari illustri come Cicerone, Gaio Mario, Bonifacio VIII e più tardi saggisti e musicisti ( mi viene in mente il Pietrobono, O. Sindici, autore dell'inno colombiano, L. Refice ) fino a personaggi dello spettacolo di oggi (tra cui De Sica, Manfredi e i Bracaglia) e tanti altri di ogni tempo. Per non parlare di gastronomia, di acque minerali e di paesaggi appenninici a dir poco mozzafiato, escludendo i luoghi mistici e i tesori abbaziali, con tanto di tele del Cavalier d'Arpino.

 

Era lì che nel 1957 non vedevo l'ora di andare in vacanza, prossimo anch'io alla licenza di solfeggio. La commissione fu composta da Veretti, Ciriaco e dalla Poltronieri, la quale, parecchi anni dopo, quasi ci rimase male quando le dissi che io ( a dieci anni avevo cantato alla Scala, presente Rita Haywort [si scrive così?])

fui rimandato in solfeggio cantato per poi essere promosso con un riduttivo sette in autunno. Già ero però quasi pronto per l'esame di cultura musicale generale che sostenni dopo essere stato preso a San Pietro a Majella; esame del "ramo canto" per arpisti, perché allora era vietato sostenere tale esame ad un chitarrista.

Più fortunato del mio amico Angelo, la mia famiglia se la passava benone grazie a mio padre, che era stato

direttore del Banco di Roma a Damasco, Tripoli e Mogadiscio ed arrivò sino ad esserne capo contabile "generale" e direttore del primo centro elettronico d' Italia. Ero però educato in maniera spartana e -benché figlio unico-

credevo di essere povero in canna. Mi compravano però chitarre e pianoforte (proprio nel 1957) ma volevano assolutamente che unissi allo studio musicale quello del liceo classico e mi prendessi una laurea (sembravo il nipote di Totò e Peppino in un celebre film). Feci anche il boy scout, dove mi distinsi come....ottimo cuoco.

I sogni di allora: partecipare alla Mille Miglia e una biondina che, quando la rividi dopo una quindicina d'anni, mi impaurì tanto era brutta e insignicante. Il mio più grande amore era però la musica ed il suo mediante: quella chitarra che mai avrei pensato mi avrebbe procurato tanti nemici tra le persone a me sconosciute.

Mi fermo alle sensazioni del 1957; se vado avanti, è scontata l'accusa di agiografia.

 

Carlo Carfagna


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Mi fermo alle sensazioni del 1957

 

Ed è un gran peccato.

 

se vado avanti, è scontata l'accusa di agiografia.

 

Se va avanti le nuove generazioni (e quelle meno nuove) conosceranno dettagli della biografia di Carlo Carfagna. E la cosa in un Forum dedicato alla Chitarra Classica credo sia tutt'altro che accusabile di agiografia.


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L'argomento di Gosio mi interessava, scusate anzi se in mezzo a tanti Principi della musica, più indaffarati a cantarsele di santa ragione che a parlare di musica, riverso ogni tanto qualche modesta curiosità tecnica o storica in merito agli argomenti proposti (solitamente da musicisti "veri").

 

Butterfly

 

Alla fine, in qualche modo, tra intoppi e diversioni, l'argomento è stato trattato. Oggi alcune centinaia di chitarristi sanno che è esistito in Italia un egregio chitarrista alessandrino, che aveva buona formazione musicale (un diploma in violino nella classe di Giaccone non era cosa da poco), che suonava da mancino con accordatura dall'acuto al grave, che ha accompagnato Arnoldo Foà nella recitazione di un famoso poema lorchiano registrato in un LP Fonit Cetra, che ha lavorato con Bruno Maderna e con il Quartetto di Torino. Si chiamava Piero Gosio.

 

dralig


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L'argomento di Gosio mi interessava, scusate anzi se in mezzo a tanti Principi della musica, più indaffarati a cantarsele di santa ragione che a parlare di musica, riverso ogni tanto qualche modesta curiosità tecnica o storica in merito agli argomenti proposti (solitamente da musicisti "veri").

 

Butterfly

 

Alla fine, in qualche modo, tra intoppi e diversioni, l'argomento è stato trattato. Oggi alcune centinaia di chitarristi sanno che è esistito in Italia un egregio chitarrista alessandrino, che aveva buona formazione musicale (un diploma in violino nella classe di Giaccone non era cosa da poco), che suonava da mancino con accordatura dall'acuto al grave, che ha accompagnato Arnoldo Foà nella recitazione di un famoso poema lorchiano registrato in un LP Fonit Cetra, che ha lavorato con Bruno Maderna e con il Quartetto di Torino. Si chiamava Piero Gosio.

 

dralig

 

Infatti, e di questo La ringrazio, assieme agli altri musicisti che hanno avuto la cortesia di condividere pubblicamente le loro conoscenze ed impressioni.

 

 

 

 

Butterfly


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L'argomento di Gosio mi interessava, scusate anzi se in mezzo a tanti Principi della musica, più indaffarati a cantarsele di santa ragione che a parlare di musica, riverso ogni tanto qualche modesta curiosità tecnica o storica in merito agli argomenti proposti (solitamente da musicisti "veri").

 

Butterfly

 

Alla fine, in qualche modo, tra intoppi e diversioni, l'argomento è stato trattato. Oggi alcune centinaia di chitarristi sanno che è esistito in Italia un egregio chitarrista alessandrino, che aveva buona formazione musicale (un diploma in violino nella classe di Giaccone non era cosa da poco), che suonava da mancino con accordatura dall'acuto al grave, che ha accompagnato Arnoldo Foà nella recitazione di un famoso poema lorchiano registrato in un LP Fonit Cetra, che ha lavorato con Bruno Maderna e con il Quartetto di Torino. Si chiamava Piero Gosio.

 

dralig

 

Un grazie sentito al Maestro Gilardino. :)

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