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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Piero Gosio: un chitarrista eccezionale


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Per quanto restìo ormai ad esprimermi in questa sede, che tende a fraintendimenti e che ama troppo la bagarre, non posso che rispondere all'invito di più d'uno ed in particolare a quello di Angelo Gilardino che, essendo mio amico di vecchia data e (come già ho avuto occasione di ricordare) tra i pochi che hanno vissuto un'epoca, recente si ma fondamentale all'istituzione della maggior parte dei fondamenti attuali.

Assecondando una sua legittima richiesta, ho parlato poco fa con Mario Gangi (che sta benone) e gli ho ricordato Piero Gosio che fu -come scrivemmo- artefice di molte registrazioni discografiche. Gosio era stato violinista nell'orchestra di musica leggera Rai di Milano; ogni qualvolta veniva a Roma si trovava a contattare Gangi, che a sua volta lo stimava moltissimo. I violinisti "sinistri" passati alla chitarra furono due: lui ed il bolognese Enzo Grillini (che era laureato in chimica), coetaneo di Gangi; l'avvento della televisione aveva sancito queste scelte in quanto era scomodo (o se volete "buffo") il loro apparente andare "contrarco" in una orchestra di destrorsi. Grillini lo conobbi anch'io, Gosio no.

La frequentazione professionale con il Gosio spiega perché questi si fosse avvalso delle musiche di Gangi con Foà (ho telefonato anche a lui -persona di estrema cordialità-ma, non vedendolo da un paio d'anni, il suo numero di cellulare non è più quello) che "duettava" abitualmente con Gangi.

Tra le altre cose, Gangi mi ha confermato la sua profonda amicizia con Nunzio Gallo, allora sulla cresta del'onda, non soltanto come cantante napoletano.

Ho appreso da questo thread che sta per uscire un libro di Dell'Ara su Pietro Gallinotti: ne ho piacere; la prima chitarra 'buona' che mi fu mostrata dal Maestro quando Giuseppe Ferreri (suo amico della 'Sinfonica') era proprio una di quelle. Fu una decina d'anni dopo (forse più) che un appassionato torinese a nome Alberto Mautino me ne fece ordinare una; seguì poi un'altra per Gangi (magnifica) ed un duo per Pasqualino Garzia e me, talmente buone e simili che noi stessi le confondevamo. Credo che mai nessuna Gallinotti abbia girato il mondo come quella coppia di chitarre, compresa quella di Gangi che alternava il suo strumento più di noi.

Altra curiosità: alcuni concerti solistici li feci con la chitarra Gallinotti dedicata a Benvenuto Terzi; lui l'aveva ceduta al suo allievo Alberto Caprani, cui piaceva ascoltarla da me pubblicamente.

 

Ringrazio per l'attenzione chi avrà voluto leggere e saluto ancora Angelo senza la cui sollecitazione questo

post non esisterebbe.

 

Carlo Carfagna

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Per quanto restìo ormai ad esprimermi in questa sede, che tende a fraintendimenti e che ama troppo la bagarre, non posso che rispondere all'invito di più d'uno ed in particolare a quello di Angelo Gilardino che, essendo mio amico di vecchia data e (come già ho avuto occasione di ricordare) tra i pochi che hanno vissuto un'epoca, recente si ma fondamentale all'istituzione della maggior parte dei fondamenti attuali.

Assecondando una sua legittima richiesta, ho parlato poco fa con Mario Gangi (che sta benone) e gli ho ricordato Piero Gosio che fu -come scrivemmo- artefice di molte registrazioni discografiche. Gosio era stato violinista nell'orchestra di musica leggera Rai di Milano; ogni qualvolta veniva a Roma si trovava a contattare Gangi, che a sua volta lo stimava moltissimo. I violinisti "sinistri" passati alla chitarra furono due: lui ed il bolognese Enzo Grillini (che era laureato in chimica), coetaneo di Gangi; l'avvento della televisione aveva sancito queste scelte in quanto era scomodo (o se volete "buffo") il loro apparente andare "contrarco" in una orchestra di destrorsi. Grillini lo conobbi anch'io, Gosio no.

La frequentazione professionale con il Gosio spiega perché questi si fosse avvalso delle musiche di Gangi con Foà (ho telefonato anche a lui -persona di estrema cordialità-ma, non vedendolo da un paio d'anni, il suo numero di cellulare non è più quello) che "duettava" abitualmente con Gangi.

Tra le altre cose, Gangi mi ha confermato la sua profonda amicizia con Nunzio Gallo, allora sulla cresta del'onda, non soltanto come cantante napoletano.

Ho appreso da questo thread che sta per uscire un libro di Dell'Ara su Pietro Gallinotti: ne ho piacere; la prima chitarra 'buona' che mi fu mostrata dal Maestro quando Giuseppe Ferreri (suo amico della 'Sinfonica') era proprio una di quelle. Fu una decina d'anni dopo (forse più) che un appassionato torinese a nome Alberto Mautino me ne fece ordinare una; seguì poi un'altra per Gangi (magnifica) ed un duo per Pasqualino Garzia e me, talmente buone e simili che noi stessi le confondevamo. Credo che mai nessuna Gallinotti abbia girato il mondo come quella coppia di chitarre, compresa quella di Gangi che alternava il suo strumento più di noi.

Altra curiosità: alcuni concerti solistici li feci con la chitarra Gallinotti dedicata a Benvenuto Terzi; lui l'aveva ceduta al suo allievo Alberto Caprani, cui piaceva ascoltarla da me pubblicamente.

 

Ringrazio per l'attenzione chi avrà voluto leggere e saluto ancora Angelo senza la cui sollecitazione questo

post non esisterebbe.

 

Carlo Carfagna

 

Maestro Carfagna la ringrazio per queste informazioni.

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Per quanto restìo ormai ad esprimermi in questa sede, che tende a fraintendimenti e che ama troppo la bagarre, non posso che rispondere all'invito di più d'uno ed in particolare a quello di Angelo Gilardino che, essendo mio amico di vecchia data e (come già ho avuto occasione di ricordare) tra i pochi che hanno vissuto un'epoca, recente si ma fondamentale all'istituzione della maggior parte dei fondamenti attuali.

Assecondando una sua legittima richiesta, ho parlato poco fa con Mario Gangi (che sta benone) e gli ho ricordato Piero Gosio che fu -come scrivemmo- artefice di molte registrazioni discografiche. Gosio era stato violinista nell'orchestra di musica leggera Rai di Milano; ogni qualvolta veniva a Roma si trovava a contattare Gangi, che a sua volta lo stimava moltissimo. I violinisti "sinistri" passati alla chitarra furono due: lui ed il bolognese Enzo Grillini (che era laureato in chimica), coetaneo di Gangi; l'avvento della televisione aveva sancito queste scelte in quanto era scomodo (o se volete "buffo") il loro apparente andare "contrarco" in una orchestra di destrorsi. Grillini lo conobbi anch'io, Gosio no.

La frequentazione professionale con il Gosio spiega perché questi si fosse avvalso delle musiche di Gangi con Foà (ho telefonato anche a lui -persona di estrema cordialità-ma, non vedendolo da un paio d'anni, il suo numero di cellulare non è più quello) che "duettava" abitualmente con Gangi.

Tra le altre cose, Gangi mi ha confermato la sua profonda amicizia con Nunzio Gallo, allora sulla cresta del'onda, non soltanto come cantante napoletano.

Ho appreso da questo thread che sta per uscire un libro di Dell'Ara su Pietro Gallinotti: ne ho piacere; la prima chitarra 'buona' che mi fu mostrata dal Maestro quando Giuseppe Ferreri (suo amico della 'Sinfonica') era proprio una di quelle. Fu una decina d'anni dopo (forse più) che un appassionato torinese a nome Alberto Mautino me ne fece ordinare una; seguì poi un'altra per Gangi (magnifica) ed un duo per Pasqualino Garzia e me, talmente buone e simili che noi stessi le confondevamo. Credo che mai nessuna Gallinotti abbia girato il mondo come quella coppia di chitarre, compresa quella di Gangi che alternava il suo strumento più di noi.

Altra curiosità: alcuni concerti solistici li feci con la chitarra Gallinotti dedicata a Benvenuto Terzi; lui l'aveva ceduta al suo allievo Alberto Caprani, cui piaceva ascoltarla da me pubblicamente.

 

Ringrazio per l'attenzione chi avrà voluto leggere e saluto ancora Angelo senza la cui sollecitazione questo

post non esisterebbe.

 

Carlo Carfagna

 

Grazie Carlo. Il tuo messaggio reca - tra le pieghe, ma è il caso di esplicitarla - la precisazione che, nel disco di Arnoldo Foa contenente le liriche di Federico Garcia Lorca, anche il commento musicale eseguito da Piero Gosio ( "Lamento per la morte di Ignacio Sanchez Mejias") è stato composto da Mario Gangi: questo non risultava chiaro dal vecchio LP, e si poteva supporre che, oltre a essere l'egregio esecutore, Gosio fosse anche l'autore della musica.

 

Non mi sorprende che Gangi tenesse in grande stima Gosio. E sono sicuro di non essere il secondo, dopo Gangi, a stimare il maestro alessandrino.

 

Alberto Mautino ha lasciato tre chitarre Gallinotti ai suoi eredi. Le ho provate di persona, e ne ho constatata l'ottima qualità. Una in particolare è eccellente. Mautino fu un collezionista appassionatissimo di musiche: rincorreva quelli che oggi si chiamano (impropriamente) spartiti in tutto il mondo, e ne adunò alcune migliaia. Quando mi fu chiesto dall'onestissima erede che fare di quella imponente raccolta, suggerii di farne dono alla biblioteca del conservatorio "Antonio Vivaldi" di Alessandria, e feci i passi necessari per stabilire il contatto. La donazione ebbe luogo, e da allora in poi sentii soltanto lamenti per l'ingente lavoro di catalogazione che gli spartiti avrebbero reso necessario. Non ricevetti nemmeno una lettera di ringraziamento dall'istituzione.

 

Cordialità.

 

dralig

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Mautino fu un collezionista appassionatissimo di musiche: rincorreva quelli che oggi si chiamano (impropriamente) spartiti in tutto il mondo, e ne adunò alcune migliaia. Quando mi fu chiesto dall'onestissima erede che fare di quella imponente raccolta, suggerii di farne dono alla biblioteca del conservatorio "Antonio Vivaldi" di Alessandria, e feci i passi necessari per stabilire il contatto. La donazione ebbe luogo, e da allora in poi sentii soltanto lamenti per l'ingente lavoro di catalogazione che gli spartiti avrebbero reso necessario. Non ricevetti nemmeno una lettera di ringraziamento dall'istituzione.

 

Sono liberamente consultabili o occorre essere allievi del conservatorio?

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Si è tornati in argomento....

Informazioni interessantissime da ambedue le parti, ovvero dai due colleghi e amici di vecchia data quali sono gli eminenti maestri Gilardino e Carfagna.

 

Interessante anche è stato scoprire dalle parole di Carfagna quali furono i reali rapporti tra Gosio e Gangi....

Grazie per le informazioni....

Maestri come voi sono importantissimi per gettare una luce su un'epoca che mi sarebbe tanto piaciuto vivere....

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E' per me un vero piacere rendere pubbliche queste cose. Non solo il solo a "crederci"!

Spero ci siano addirittura domande.

"Pas de quoi", quindi.

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Mautino fu un collezionista appassionatissimo di musiche: rincorreva quelli che oggi si chiamano (impropriamente) spartiti in tutto il mondo, e ne adunò alcune migliaia. Quando mi fu chiesto dall'onestissima erede che fare di quella imponente raccolta, suggerii di farne dono alla biblioteca del conservatorio "Antonio Vivaldi" di Alessandria, e feci i passi necessari per stabilire il contatto. La donazione ebbe luogo, e da allora in poi sentii soltanto lamenti per l'ingente lavoro di catalogazione che gli spartiti avrebbero reso necessario. Non ricevetti nemmeno una lettera di ringraziamento dall'istituzione.

 

Sono liberamente consultabili o occorre essere allievi del conservatorio?

 

Le musiche custodite nelle biblioteche dei conservatori sono accessibili - previa osservanza di un regolamento stabilito da ogni singola istituzione - a coloro che vengono autorizzati dal direttore o, per lui, dal bibliotecario: e qui si aprono scenari diversi, a volte confortanti, a volte no. L'esperienza insegna che tutto si gioca e si risolve nell'ambito di relazioni fiduciarie. In genere, i bibliotecari dei conservatori italiani hanno ottima preparazione e sono disposti a collaborare (con qualche eccezione), ma occorre guadagnarsi la loro fiducia presentando credenziali ineccepibili e agendo con tatto e diplomazia.

 

dralig

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Ospite NicolaPignatiello

Questo fondo che è stato donato alla biblioteca del Conservatorio contiene musica che non si trova più in commercio o manoscritti non editi?

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Questo fondo che è stato donato alla biblioteca del Conservatorio contiene musica che non si trova più in commercio o manoscritti non editi?

 

Contiene quasi esclusivamente musica stampata e pubblicata, e nessun manoscritto di opere inedite o sconosciute.La raccolta è il frutto della passione bibliografica di una vita: ci sono tutte le prime edizioni della collana Segovia-Schott, della Biblioteca Fortea, della collezione Pujol-Max Eschig, della collezione Scheit-Universal, praticamente l'intero catalogo chitarristico Ricordi Buenos Aires (con le tutte le vidalite, le chacarere e i gatos di tutti i più remoti compositori-chitarristi argentini), le edizioni Romero y Fernandez, Nuñez, Monzino e Garlandini, La chitarra (Modena), insomma tutta la musica per chitarra, conosciuta e ignota, disponibile all'epoca in cui il maestro Mautino era attivo. Ho visto la collezione quand'era ancora nel suo studio. Ero insieme all'allora allievo, oggi brillante concertista, Luigi Attademo, e resistetti alla tentazione - invero forte - di offrire una somma alla gentile erede, e di comperare il lascito in blocco: feci prevalere in me il senso del dovere, che mi spingeva a fare di quel piccolo tesoro una risorsa disponibile a tutti, e consigliai la donazione alla biblioteca del conservatorio di Alessandria.

 

Non ho mai raggiunto l'intima convinzione di aver fatto la cosa giusta.

 

dralig

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Caro Mod Giulio,

mi allineo alle regole del forum, mi chiedo però perchè Neuland o Selvafiorita colgano sistematicamente qualsiasi minuzia (anche una esclamazione di gioia, seppur scritta in neretto e a caratteri cubitali) pur di provocare senza ragioni fondate....

Riguardo a tutta questa e ad altre situazioni non mi resta che citare Albert Einstein:

"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi."

 

Tornando all'argomento in questione, sarei curioso di sapere da Gilardino e Carfagna, cosa stavano facendo in quell'anno in cui Gosio e Gallo si esibivano....

 

Cordialità

 

Luigi Picardi

 

1957...Ero da poco orfano indigente di padre (famiglia ex-agiata). Studiavo chitarra e violoncello e mi arrabattavo con lavoretti per sopravvivere. Tra i vari lavoretti, c'era anche quello di voltapagine per i pianisti che accompagnavano cantanti d'opera (ripasso spartiti) e strumentisti, e Dio sa se ho imparato da quelle, che per me erano lezioni. Assistevo come uditore (di straforo, grazie alla complicità degli inservienti della scuola e del suo direttore, che chiudeva un occhio) alle lezioni di perfezionamento di pianoforte tenute nella mia città da un famoso docente. Nel mese di settembre, sostenni l'esame di teoria e solfeggio come privatista al conservatorio di Milano. Appena giunto, con un'ora e mezza di anticipo, mi sedetti nel chiostro d'ingresso - a quell'ora deserto - e di lì a poco passò - con il suo incedere da sacerdote - lui, quello che io consideravo (e considero tuttora) il più grande musicista italiano dei Novecento, Giorgio Federico Ghedini, allora direttore del conservatorio. Colui del quale sono oggi considerato un erede artistico...

 

dralig

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