debonis86 Inviato 31 Marzo 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Inviato 31 Marzo 2009 perché sono preferite, nello studio e - credo - all'esame, le scale minori melodiche? c'è una regola in proposito o si tratta di mera prassi?
Cristiano Porqueddu Inviato 1 Aprile 2009 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 1 Aprile 2009 E' utilissimo e formativo lavorare sia sulle scale minori melodiche che armoniche. Che poi all'esame ministeriale siano preferite solo quelle melodiche poco deve interessare. Il percorso di studi deve essere effettuato per un miglioramento personale non per andare incontro al momento dell'esame: se ci si dovesse limitare (in cinque - diconsi cinque - anni) al repertorio elencato nell'esame di compimento inferiore la preparazione tecnica e musicale in senso lato sarebbe alquanto limitata in vista del compimento medio. Il programma d'esame deve essere una parte del repertorio di lavoro quotidiano e non deve impedire in alcun modo la lettura d'altro, inclusi esercizi di tecnica di base (dico, non si penserà di lavorare per 5 anni ad una dozzina di pagine di scale diatoniche e ad un centinaio di arpeggi, vero?) e avanzata.
debonis86 Inviato 2 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 2 Aprile 2009 E' utilissimo e formativo lavorare sia sulle scale minori melodiche che armoniche. Che poi all'esame ministeriale siano preferite solo quelle melodiche poco deve interessare. Il percorso di studi deve essere effettuato per un miglioramento personale non per andare incontro al momento dell'esame: se ci si dovesse limitare (in cinque - diconsi cinque - anni) al repertorio elencato nell'esame di compimento inferiore la preparazione tecnica e musicale in senso lato sarebbe alquanto limitata in vista del compimento medio. Il programma d'esame deve essere una parte del repertorio di lavoro quotidiano e non deve impedire in alcun modo la lettura d'altro, inclusi esercizi di tecnica di base (dico, non si penserà di lavorare per 5 anni ad una dozzina di pagine di scale diatoniche e ad un centinaio di arpeggi, vero?) e avanzata. In effetti, Cristiano, io stavo pensando più all'aspetto musicale che non a quello tecnico-strumentale. In altre parole, se ho ben capito alcune mie recenti letture (da mero studente-principiante), le alterazioni in VI e/o VII, in quanto non appartenenti all'armatura di chiave, sono eventuali. Sicché mi pareva più costruttivo familiarizzare con la minore naturale e non con la armonica e la melodica.
Ospite Nicola Mazzon Inviato 2 Aprile 2009 Inviato 2 Aprile 2009 Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero... La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi.
debonis86 Inviato 2 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 2 Aprile 2009 Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero...La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi. Da un punto di vista strumentale, forse, può non avere senso, come dici; ma almeno per l'orecchio le differenze sono notevoli. Del resto, armonicamente, una minore naturale è diversa dalla relativa maggiore. Insomma, io sto cercando di capire se c'è qualcosa di più, che non la semplice differenza di tastiera (per così dire), per preferire una minore melodica alla sua naturale.
Angelo Gilardino Inviato 2 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 2 Aprile 2009 Non ha molto senso secondo me studiare su una scala minore naturale...è la scala maggiore, solo che parti dal sesto grado...il lavoro mentale per eseguirla è pari a zero...La scala minore melodica è la più efficace, è diversa nella discesa dalla salita, e sopratutto nella chitarra si vanno a modificare anche gli schemi sulla tastiera, nella scala maggiore sono fissi. Da un punto di vista strumentale, forse, può non avere senso, come dici; ma almeno per l'orecchio le differenze sono notevoli. Del resto, armonicamente, una minore naturale è diversa dalla relativa maggiore. Insomma, io sto cercando di capire se c'è qualcosa di più, che non la semplice differenza di tastiera (per così dire), per preferire una minore melodica alla sua naturale. La differenza tra la scala minore naturale e la scala minore melodica (e ovviamente tra qualunque altro tipo di scala) è puramente musicale e, nella pratica dello strumentista, comporta soltanto differenze nelle diteggiature: suonare una scala minore melodica o naturale di uguale estensione non è né più facile né più difficile, richiede solo diteggiature diverse, ed è bene impararle tutte. Anzi, è bene imparare anche le principali scale modali. Le differenze musicali tra scala naturale e le sue modificazioni (armonica, melodica, napoletana, etc.) sono originate dalle diverse "espressioni" delle scale: quella naturale potè sembrare un po' debole agli autori classici per la mancanza di sensibile, e fu così che il settimo grado venne alzato di un semitono per creare la spinta verso la tonica. Nacque così la scala armonica, che però risultava ostica ai cantanti per via dell'intervallo di seconda eccedente tra sesto e settimo grado, e fu così che si decise di alzare di un semitono anche il sesto grado, e ne venne la scala melodica, facile da cantare e senza intervallo "arabo". Ma queste alterazioni servivano solo nei movimenti ascendenti verso la tonica, e non avevano motivo di sussistere nel percorso discendente, nel quale venne dunque ristabilita la scala minore naturale. Il tutto detto in forma molto semplificata e un po' fabulistica, ma sostanzialmente vera. I napoletani poi, piagnoni e sentimentali, che lacrimavano non solo se abbandonati dall'amata, ma anche per la perdita di un materasso, abbassarono anche il secondo grado. dralig
debonis86 Inviato 2 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 2 Aprile 2009 ... I napoletani poi, piagnoni e sentimentali, che lacrimavano non solo se abbandonati dall'amata, ma anche per la perdita di un materasso, abbassarono anche il secondo grado. dralig Allora preferisco le napoletane
TommasoSabella Inviato 3 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 3 Content Count: 11 Reputation: 0 Joined: 05/09/2008 Status: Offline Inviato 3 Aprile 2009 Direi grazie al M° Gilardino per la resa del suo racconto. Non c'è ironia nelle mie parole, anzi. Leggendo il post mi sembrava di sentire la Sensibile che va alla Tonica, i cantanti stizziti e i napoletani con il materasso...
debonis86 Inviato 3 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 3 Aprile 2009 Direi grazie al M° Gilardino per la resa del suo racconto.Non c'è ironia nelle mie parole, anzi. Leggendo il post mi sembrava di sentire la Sensibile che va alla Tonica, i cantanti stizziti e i napoletani con il materasso... Siamo tutti felicemente innamorati degli interventi magistrali del maestro Gilardino, tanto che ringraziarlo ogni volta mi parebbe fuori luogo...
debonis86 Inviato 3 Aprile 2009 Group: Membri Topic Count: 22 Content Count: 178 Reputation: 0 Joined: 15/02/2006 Status: Offline Autore Inviato 3 Aprile 2009 non ho capito molto bene la domanda...comunque inviterei tutti a considerare la dualità minore/maggiore innanzitutto in quanto modalità come dice il de la Motte il modo minore andrebbe poi inteso "non come scala...ma piuttosto come una riserva di nove suoni...messa a disposizione di ogni composizione che si voglia impostare in minore" La mia domanda iniziale si appuntava sul perché le scale minori sono considerate prevalentemente nella modificazione melodica, anche - per per fare un esempio - in sede d'esame (oppure, si pensi alle scale di Segovia). Mi chiedevo il perché di questo "abbandono" della minore naturale, la quale - a mio avviso - meriterebbe un trattamento privilegiato perché le sue varianti (armonica, melodica...) sono di carattere soggettivo. Mentre solo la naturale ha dignità strutturale. PS: perché riserva di 9 suoni?
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