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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Devo essere un alieno...


Alfredo Franco
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Dato che non sono un genio devo essere un alieno. Non ci sono altre spiegazioni.

Ogni volta che mi capita di ascolatare lavori contemporanei dedicati alla chitarra, ma purtroppo la disamina può estendersi ad altri organici più nobilmente blasonati, non posso esimermi dal domandarmi cosa abbia in testa certa gente quando ferma sulla carta, o meglio su Finale, i propri imput creativi.

 

I lavori che ho ascoltato oggi si distinguevano, nella loro indistinguibilità, per l'uso reiterato di interminabili pedali sui quali appoggiare una manciata di virtuose scalette, per l'ecletticità dei linguaggi utilizzati all'interno della stessa composizione (il che, inevitabilmente, comporta sezioni brevi il cui compito sembra quello di dover sempre sorprendere l'ascoltatore per una qualche presuta forma di contrasto stilistico), per un'idea di chitarra vche prevede le prime tre corde come perno melodico su cui appoggiare il resto della baracca: i bassi fanno i bassi, e il resto serve a riempire il panino.

 

Ripeto, devo essere un alieno, perchè ad ascoltare un armonia ridotta a delle fondamentali su cui già Mozart nutriva dei dubbi (solo che lui scriveva nel '700...) io mi annoio.

Sto li, e aspetto che succeda qualcosa, aspetto fiducioso qualcosa che possa sorprendermi, aspetto una sequela di seconde fatte sulle ultime due corde, per avere la conferma che scrivere per chitarra non è come scrivere una colonna sonora....ma niente...parte la batteria effettistica...un po' di frittura sulle corde basse ci sta sempre bene, è come il fritto di pesce, non lo puoi rifiutare.

 

Che palle.

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Dato che non sono un genio devo essere un alieno. Non ci sono altre spiegazioni.

Ogni volta che mi capita di ascolatare lavori contemporanei dedicati alla chitarra, ma purtroppo la disamina può estendersi ad altri organici più nobilmente blasonati, non posso esimermi dal domandarmi cosa abbia in testa certa gente quando ferma sulla carta, o meglio su Finale, i propri imput creativi.

 

I lavori che ho ascoltato oggi si distinguevano, nella loro indistinguibilità, per l'uso reiterato di interminabili pedali sui quali appoggiare una manciata di virtuose scalette, per l'ecletticità dei linguaggi utilizzati all'interno della stessa composizione (il che, inevitabilmente, comporta sezioni brevi il cui compito sembra quello di dover sempre sorprendere l'ascoltatore per una qualche presuta forma di contrasto stilistico), per un'idea di chitarra vche prevede le prime tre corde come perno melodico su cui appoggiare il resto della baracca: i bassi fanno i bassi, e il resto serve a riempire il panino.

 

Ripeto, devo essere un alieno, perchè ad ascoltare un armonia ridotta a delle fondamentali su cui già Mozart nutriva dei dubbi (solo che lui scriveva nel '700...) io mi annoio.

Sto li, e aspetto che succeda qualcosa, aspetto fiducioso qualcosa che possa sorprendermi, aspetto una sequela di seconde fatte sulle ultime due corde, per avere la conferma che scrivere per chitarra non è come scrivere una colonna sonora....ma niente...parte la batteria effettistica...un po' di frittura sulle corde basse ci sta sempre bene, è come il fritto di pesce, non lo puoi rifiutare.

 

Che palle.

 

Scusa, ma perché prosegui nell'ascolto dopo mezzo minuto?

 

dralig

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per un'idea di chitarra vche prevede le prime tre corde come perno melodico su cui appoggiare il resto della baracca: i bassi fanno i bassi, e il resto serve a riempire il panino.

 

Che noia mortale.

Fai come faccio con i libri: se dopo un tot di pagine stabilite inizialmente ho ancora lo stesso stato d'animo della prima pagina chiudo il libro e lo regalo.

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un'idea di chitarra vche prevede le prime tre corde come perno melodico su cui appoggiare il resto della baracca: i bassi fanno i bassi, e il resto serve a riempire il panino.

 

Consigliamo allora al/ai compositorie/i (se destri) in questione di utilizzare chitarre da mancini per tangere nuovi virginali lidi di arte compositiva.

Già lo consigliava ai suoi collaboratori Aivoges.

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  • 3 weeks later...

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Consigliamo allora al/ai compositorie/i (se destri) in questione di utilizzare chitarre da mancini per tangere nuovi virginali lidi di arte compositiva.

Già lo consigliava ai suoi collaboratori Aivoges.

 

Spinto da codesto consiglio ho provato a scambiare la chitarra con il mio compare mancino del duo e abbiamo suonato un tango di piazzolla, e poi una sonata di scarlatti: il risultato è spassoso/mefistofelico/agghiacciante.

Da rifare.

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