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Falla e Albéniz nell'Invocación y Danza di Joaquín Rodrigo


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Mi lascia solo? Lei mi lascia solo?; ma non certo quelli che mi stimano, che suonano la mia musica in giro per il mondo, che desiderano studiare con me; vede dralig, io suono la chitarra come migliaia di altre persone, mezze tacche, bravi, bravissimi, e a questro strumento devo molto perchè mi ha dato da vivere oltrechè emozionarmi, ma non mi ritengo - come lei dice - un lettore perverso e nemmeno un malintenzionato ignorante.

Giorgio Tortora

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Mi lascia solo? Lei mi lascia solo?; ma non certo quelli che mi stimano, che suonano la mia musica in giro per il mondo, che desiderano studiare con me; vede dralig, io suono la chitarra come migliaia di altre persone, mezze tacche, bravi, bravissimi, e a questro strumento devo molto perchè mi ha dato da vivere oltrechè emozionarmi, ma non mi ritengo - come lei dice - un lettore perverso e nemmeno un malintenzionato ignorante.

Giorgio Tortora

 

Se non lo è, non si manifesti come tale. Quando scrive:

 

"Ma che senso ha iniziare una nuova discussione segnalando nuove cifre, magari altri significati o inediti parallelismi nei confronti di una opera che rappresenta uno dei momenti più alti della letteratura chitarristica"

 

Lei non solo manifesta la Sua ignoranza - cioè il fatto che ignora, letteralmente, che Rodrigo ha fatto uso di due elementi tratti da opere di Falla e che ha parafrasato un frammento di un brano di Albéniz - ma nega che il parlarne, da parte di chi invece queste cose le sa, abbia un senso: non solo Lei è un ignorante, ma vuole anche dissuadere chi non sa dal sapere, e chi sa dal trasmetterlo a chi non sa.

 

A me non importa chi è Lei, che cosa fa e quanti seguaci e ammiratori ha nel mondo. Mi corre soltanto l'obbligo di risponderLe per quello che Lei scrive qui, riguardo a un mio messaggio: non mi occupo della Sua persona, mi occupo delle Sue affermazioni riguardo a quello che ho scritto io. Impari a distinguere il contrasto delle idee dall'attacco alle persone: anche questo è un segno di ignoranza. Grave.

 

dralig

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La mia "idea" della chitarra parte dal cosiddetto "gesto supremo". Esso non si manifesta in tutti gli individui appassionati o superesperti che siano, ma si rivela nel sentimento che le più disparate persone - per cause naturali - posseggono. Gli sviluppi quindi, le diramazioni, gli incroci seguono un andamento iperbolico, difficili da controllare tantomeno da codificare, ed ecco, questo è il mio modo di "comprendere" il nostro strumento . Quando ascolto un bambino eseguire un piccolo studio di Aguado, Sor o Giuliani, posso rimanere immobile, annoiarmi, divertirmi ma - in alcuni casi - venir rapito da quel linguaggio misterioso che un mio caro amico, Francesco Mander, chiamava affettuosamente "comunicazione non comunicata". Ecco, senza attacchi a chicchessia, il mio punto di vista; sentire Adriano che suona mi basta, ma anche se egli decidesse di modificare l'armonia, il ritmo del più celebre dei brani mi basterebbe lo stesso. Conoscere il numero di scarpe del compositore, per me - che ascolto - non mi interessa. La pittura, ne sono convinto, è sempre stata almeno cinquant'anni davanti alla musica e fenomeni come Hirst, De Lutti, possono oggi decidere il percorso, modificarne i meccanismi anche storici che lo hanno prodotto. Io oggi ricevo parole di disistima forti, bordate inattaccabili giuridicamente da parte di una persona che evidentemente conosce fatti, eventi ecc. Con lui, parlare delle mie frontiere che non ci sono più, è una guerra persa, perchè quei meccanismi mentali non sono disponibili a filtrare altre emozioni.

A chi darà ragione il tempo?

Giorgio Tortora

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Signori, per cortesia, torniamo in tema?

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Mi sa spiegare la differenza maestro Fabbri, perchè umilmente, non la colgo

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Il problema sta nella "logica" di diffusione adottata, un conto e' affermare "ha attinto a piene mani" un altro sarebbe stato dire "e' interessante conoscere le fonti Di ispirazione del maestro spagnolo e come sono state da lui trattate". E' una questione di "rispetto" e se vogliamo anche di stile...

 

L'affermazione che un autore ha attinto a piene mani da un altro, o da altri, può essere letta come un'accusa solo da chi non conosce la storia dell'arte, e gli innumerevoli esempi in cui tale "attingere" è stato espressione di intelligenza, di acume intuitivo, di deliberata volontà di riferirsi all'opera altrui a fini propriamente creativi. Chi abbia un minimo di conoscenza dello stile di Falla (fino al 1923) e del casticismo di Rodrigo, sa benissimo qual è la distanza che separa le concezioni fondamentali dei due autori, e può quindi cogliere facilmente, proprio in "Invocacion y Danza", il proposito di Rodrigo, di adoperare stilemi e morfemi compositivi tipici dello stile di Falla, e non suoi: per cui, l'affermare che Rodrigo ha attinto a piene mani da Falla, significa riconoscere che ha fatto quello che deliberatamente voleva fare, e il primo a essere compiaciuto di quest'affermazione sarebbe proprio Rodrigo - che di Falla era un ardente e devoto ammiratore.

 

Il fatto che Lei trovi da eccepire qualcosa sul mio stile mi dà sollievo: l'idea che il mio stile - nel senso più lato del termine - possa anche da lontano assomigliare a quello che Lei esibisce nei Suoi messaggi mi fa rabbrividire.

 

dralig

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La mia "idea" della chitarra parte dal cosiddetto "gesto supremo". Esso non si manifesta in tutti gli individui appassionati o superesperti che siano, ma si rivela nel sentimento che le più disparate persone - per cause naturali - posseggono. Gli sviluppi quindi, le diramazioni, gli incroci seguono un andamento iperbolico, difficili da controllare tantomeno da codificare, ed ecco, questo è il mio modo di "comprendere" il nostro strumento . Quando ascolto un bambino eseguire un piccolo studio di Aguado, Sor o Giuliani, posso rimanere immobile, annoiarmi, divertirmi ma - in alcuni casi - venir rapito da quel linguaggio misterioso che un mio caro amico, Francesco Mander, chiamava affettuosamente "comunicazione non comunicata". Ecco, senza attacchi a chicchessia, il mio punto di vista; sentire Adriano che suona mi basta, ma anche se egli decidesse di modificare l'armonia, il ritmo del più celebre dei brani mi basterebbe lo stesso. Conoscere il numero di scarpe del compositore, per me - che ascolto - non mi interessa. La pittura, ne sono convinto, è sempre stata almeno cinquant'anni davanti alla musica e fenomeni come Hirst, De Lutti, possono oggi decidere il percorso, modificarne i meccanismi anche storici che lo hanno prodotto. Io oggi ricevo parole di disistima forti, bordate inattaccabili giuridicamente da parte di una persona che evidentemente conosce fatti, eventi ecc. Con lui, parlare delle mie frontiere che non ci sono più, è una guerra persa, perchè quei meccanismi mentali non sono disponibili a filtrare altre emozioni.

A chi darà ragione il tempo?

Giorgio Tortora

 

Non credo che il Tempo si prenderà il disturbo di rispondere a domande siffatte e, se non vuole incassare bordate, faccia una cosa molto semplice: eviti di chiamarmi in causa con affermazioni insensate. Può benissimo professare le Sue idee senza dover riferirsi alle mie: Le assicuro che non abbiamo nulla da dirci.

 

dralig

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Lei partecipa ad un forum ma non vuole essere chiamato in causa con affermazioni - secondo il suo punto di vista - insensate?

Io scrivo per chi mi vuole leggere; tra l'altro ho scritto che "ricevo" e non che "incasso" le sue bordate. Che poi tra noi due ci sia una profonda idiosincrasia nulla cambia nell'espressione delle proprie reciproche convinzioni che verranno valutate dagli utenti. L'unica cosa che mi infastidisce è lo strisciante disprezzo con cui sottolinea ogni mio (parlo per me) intervento.

Giorgio Tortora

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Lei partecipa ad un forum ma non vuole essere chiamato in causa con affermazioni - secondo il suo punto di vista - insensate?

 

Si, vorrei che quando si discute su un argomento si parlasse con cognizione di causa. Una cognizione che Lei non ha. Pur non sapendo che cosa dire, ha voluto dire qualcosa, che è insensato: cioè, che non bisogna cercare relazioni tra l'opera di un autore e quelle degli antecedenti ai quali egli si è manifestamente riferito. Messo di fronte all'insensatezza del Suo "punto di vista", Lei ha pubblicato un manifesto che non ha nulla che vedere con il tema in discussione: la relazione tra Rodrigo e Falla. Relazione che, ripeto, Lei ignora.

 

dralig

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Ma come si permette?

 

Giorgio Tortora

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