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Devo confessare che a me il livello richiesto per molti esami del vecchio ordinamento non sembra affatto proibitivo. Se dopo dieci anni di strumento un allievo non ha neanche un oretta striminzita di repertorio, il consiglio è, ancora una volta, quello di cambiare mestiere. Il Conservatorio (con il vecchio ordinamento) non offriva neanche, a mio modestissimo avviso, una selezione così "stretta" da essere garanzia di professionalità.

Ciao Edo.

Devo dire di non aver capito molto il senso di questa tua affermazione. Il livello degli esami (o meglio sarebbe degli esaminandi) è dato dalla qualità delle esecuzioni di chi l'esame lo sostiene.

E' certo che sembrerebbe abbastanza strano che dopo dieci anni un allievo non abbia "un'oretta striminzita di repertorio", ma il punto non è certo quello.

Come ben sai potrebbero bastare pochi minuti (o anche pochi secondi) per stabilire il livello di un esecutore e del resto due ore di programma suonate male non valgono niente di niente.

 

Circa la "selezione "così "stretta" da essere garanzia di professionalità", sai perfettamente che ciò non dipende dal Conservatorio come Istituzione in sé, ma più semplicemente da chi vi insegna e questo, anche se alcuni vogliono far credere il contrario, vale pure per molte istituzioni private, alcune anche di storico prestigio.

 

Per me la musica è molto importante, non accetterei un allievo per cui essa non occupi nella scala delle priorità un posto analogo.

 

Su questo sono assolutamente d'accordo. L'impegno profuso nello studio di uno strumento musicale è sempre in diretta relazione alla importanza che esso ha nella scala di priorità che ognuno di noi da alle proprie attività e a i propri interessi. Hai voglia di imparare "giocando", ma se non lo metti al primo posto ben difficilmente riuscirai ad ottenere risultati accettabili.

Cordialmente.

L

 

PS. Piccola storiella sul significato di "gioco" e "divertimento".

Quando studiavo in Conservatorio ero solito "gareggiare" con un mio amico, col quale poi avrei condiviso anni di concerti insieme.

Facevamo delle vere e proprie gare di velocità: suonavamo le scale di due ottave in posizione, tipo Fa# maggiore trasportata. Ricordo ancora che il mio amico mi batteva sempre perché arrivava a 215 di metronomo alla quartina di semicrome ed invece io "mi fermavo" a 210 (erano appena usciti sul mercato i metronomi Seiko che superavano il fatidico 208!).

Decisi così di spostare la gara sui 120 arpeggi di Giuliani che eseguivamo di seguito senza interruzioni (e senza l'accordo di Do magg. di fine rigo) come se fosse un brano solo senza soluzione di continuità. Lì vincevo io perché il mio amico arrivava sempre alla fine con quattro, cinque note sbagliate, mentre io al massimo ne "sporcavo" una.

Ci divertivamo veramente molto (avevamo manco 18 anni) ma non era affatto un gioco: era una vera e propria gara che ha lasciato in noi un amichevole senso di competizione che è durato moltissimi anni.

Non credo che mi sia servito molto quel tipo di "studio", ma posso assicurare tutti che quel senso di sfida, sopratutto verso se stessi, è stato, ed è, uno dei motori che più mi hanno spinto a fare ciò che in questi anni ho fatto.

Non era affatto un gioco, era una cosa diversa, era divertimento, sfida e appagamento per le energie profuse e i risultati raggiunti. ;):)

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Il livello degli esami (o meglio sarebbe degli esaminandi) è dato dalla qualità delle esecuzioni di chi l'esame lo sostiene.

 

Oh no.

Questo è quello che si dice quando le cose vanno male... ma quando vanno bene il livello degli esami è dato dai docenti che preparano gli esaminandi.


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Il livello degli esami (o meglio sarebbe degli esaminandi) è dato dalla qualità delle esecuzioni di chi l'esame lo sostiene.

 

Oh no.

Questo è quello che si dice quando le cose vanno male... ma quando vanno bene il livello degli esami è dato dai docenti che preparano gli esaminandi.

 

:lol:

 

Agli studenti va bene così?


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Il livello degli esami (o meglio sarebbe degli esaminandi) è dato dalla qualità delle esecuzioni di chi l'esame lo sostiene.

 

Oh no.

Questo è quello che si dice quando le cose vanno male... ma quando vanno bene il livello degli esami è dato dai docenti che preparano gli esaminandi.

Agli esami suonano gli esaminandi. Se lo fanno bene o male è sempre in definitiva un problema loro.

E' chiaro che la figura del docente sta dietro quella dell'alunno ed è quindi "corresponsabile" della sua preparazione ma, in ultimo, è l'alunno a vedersi assegnato il voto dalla commissione.

 

La mia frase non era comunque riferita al rapporto di responsabilità tra allievo e maestro, ma a ciò che aveva detto Edo relativamente ai programmi d'esame in Conservatorio.


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Ciao Edo.

Devo dire di non aver capito molto il senso di questa tua affermazione. Il livello degli esami (o meglio sarebbe degli esaminandi) è dato dalla qualità delle esecuzioni di chi l'esame lo sostiene.

E' certo che sembrerebbe abbastanza strano che dopo dieci anni un allievo non abbia "un'oretta striminzita di repertorio", ma il punto non è certo quello.

 

Ho preso un po' di tempo per risponderti perchè con MusicaSiena, i concerti, i corsi ed il resto ho l'impressione che la mia vita sia un passo avanti a me e faccio una fatica tremenda a tentare di starle dietro...

 

 

La mia affermazione circa l'oretta striminzita di repertorio è il frutto di una semplice constatazione: molti miei "nuovi allievi" quando mi fanno vedere il risultato di dieci anni di sforzi accademici arrivano a presentarmi, nella maggior parte dei casi, un repertorio che non arriva alle dimensioni di un francobollo...

 

A me le richieste ministeriali circa gli esami hanno sempre fatto un po' sorridere. Mi sembra puntino a fare in modo che l'esame sia "abbordabile" invece che "selettivo". Come tu ben sai, ai "nostri tempi", feci ottavo e decimo nella stessa sessione con programmi diversi. Tralaltro potendo scegliere nel mio repertorio ciò che a me, all'epoca, sembrava più adatto all'esame. Ho l'impressione che l' occupazione primaria dei conservatori ancora oggi non sia quella di formare e selezionare (individuando talenti che effettivamente potrebbero dedicarsi alla professione) ma piuttosto quella di permettere più o meno tutti gli studenti di ottenere il sospirato pezzo di carta. La musica (quella selettiva per richieste e capacità) è rimandata a dopo il conservatorio. Quando un allievo non si reputa più tale (e anche qui...) e deve confrontarsi "da maestro" con altri maestri.

 

Cordialmente

 

Catemario


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Sarebbe auspicabile che un.. "allievo" non studi solo per il V, VIII o X ma... forse... studiando anche e soprattutto negli anni intermedi e di preparazione a questi stadi o punti di arrivo....

gli esami "dovrebbero" solo essere un momento di conferma di tale preparazione attraverso un dato brano...

basta suonare un solo brano di Bach per rendersi conto di quale preparzione musicale e tecnica ha un allievo ... no?

poi, certo la "quantità" (e soprattutto la qualità) del repertorio è lo scopo di tutta la...restante vita da... musicisti...

 

siamo onesti e sinceri quanti sono gli allievi che hanno letto tutti i preludi di Ponce o di Villa Lobos o di Castelnuovo Tedesco prima del V come recitano i programmi ministeriali e ... interni....?

ci sono ben tre lunghi anni prima di arrivare al V no?

se si studiano (solo per fare un esempio) gli studi di Carcassi dal terzo al quinto, penso che si possano minimante eseguire tutti a memoria no...?

del resto i programmi interni di tutta italia mi sembrano piuttosto nutriti al... riguardo,

ora qualcuno dirà,

certo, si parla di "una" composizione all'esame di compimento inferiore...

(e forse è solo un modo di "verificare" tale preparazione raggiunta, quindi non intesa in quantità ma in qualità)

ma voglio sperare che un allievo non studi per cinque anni il preludio di Villa-Lobos "solo" per portarlo agli...esami....e tralasci almeno di leggere gli altri...??

non credo che un allievo che abbia completato ad esempio l'op.60 di Carcassi, gli studi di Giuliani op.111 e gli studi di Sor previsti per l'esame del V (ovviamente non facendo solo quelli, ci sono cinque lunghi anni per leggerli...almeno..."quasi tutti"... no?) dicevo, non credo che avrà una sola ora striminzita di musica ...non trova Maestro Catemario?

continuando cosi forse al x avrà un pò di repertorio.... :)

 

 

forse qualcuno, ha inteso lo studio della chitarra bypassando tutti gli anni che non sono il V-VIII- e X... non trova?

se invece, come molte cose in Italia la "corsa" non è "suonare" ma dimostrare di avere tanti e tanti pezzi di carta...allora parliamo di tutt'altro...

 

ma l'abito non fa... il monaco..no?

o forse ...si?

 

 

con simpatia..

 

marcello

 

p.s. io non sono ne a difesa ne contro i conservatori ma sono solo contro i cattivi maestri che semplicemente dovrebbero essere evitati, ma se gli allievi non hanno cotesto "sentore" temo..che avranno difficoltà a capire alcune cose...

del resto ci sono ottimi maestri che fanno fare più di un ora di musica e altri che forse sono solo preoccupati che arrivino in qualche modo al..traguardo.. ?! :cry::) :)


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A me le richieste ministeriali circa gli esami hanno sempre fatto un po' sorridere. Mi sembra puntino a fare in modo che l'esame sia "abbordabile" invece che "selettivo".

Catemario

 

Scusi Edoardo, lungi da me l'intento di tessere le lodi dei programmi ministeriali d'esame - me ne sono andato a gambe levate dal conservatorio non appena ciò è risultato burocraticamente possibile - ma a me sembra che il vecchio programma di compimento superiore fosse alquanto impegnativo, e nemmeno il programma di compimento medio era uno scherzo. A immiserire la formazione degli allievi è stata - e, temo, continuerà a essere - una sorta di profittazione da parte di allievi furbetti e di insegnanti complici, che ha ridotto il programma di studio alla pura e semplice preparazione dei soli pezzi richiesti dai programmi di esame. Ossia, e ad esempio: sappiamo benissimo quanti Studi ha scritto Sor, e quanto siano importanti per la formazione del gusto e della tecnica. Una verifica, contemplata dai vari livelli degli esami ministeriali, che ne comprende venti - cioè un quinto del totale - non è corriva né spregevole, e non implica né suggerisce che lo studio deve essere limitato a quella selezione. Semmai, implicherebbe il contrario. Ossia, si leggono diligentemente tutti gli Studi di Sor e, in prossimità degli esami, si concentra la preparazione sui venti Studi selezionati da Segovia (adoperando, si spera, il testo originale). Similmente, si supporrebbe - da parte di menti oneste - che la scelta tra le varie opere solide dei maestri dell'Ottocento indicate dal programma ministeriale per il compimento superiore venga operata dopo averle lette e suonate tutte: limitare lo studio a una sola è una scorciatoia da babbuini.

 

Io credo che, fino all'avvento della riforma, in conservatorio non fosse proibito far musica seriamente, anche se era possibilissimo farlo con scarsa serietà. Dall'attuazione della riforma in poi, secondo me è cambiato il quadro generale, e il profilo del musicista che si delinea alla fine di un percorso di studi qual è quello riformato è, dal mio punto di vista, inadeguato alle esigenze reali delle varie professioni musicali. Per questo motivo, me ne sono andato, perché non potevo trovare una compatibilità tra il mio modo di intendere lo strumentismo e l'arte dell'interpretazione musicale e le scansioni e i contenuti di un programma didattico che è destinato, a mio avviso, a produrre risultati disastrosi.

 

Perciò, prevedo un incremento della scuola musicale privata, che potrà forgiare allievi con una preparazione superiore a quella dei futuri "laureati" dei conservatori, siano essi autorizzati a fregiarsi del titolo di dottore o meno.

 

 

dralig


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Pochi, pochissimi docenti e pochissimi allievi sono disposti a lavorare in questo modo.

 

A immiserire la formazione degli allievi è stata - e, temo, continuerà a essere - una sorta di profittazione da parte di allievi furbetti e di insegnanti complici, che ha ridotto il programma di studio alla pura e semplice preparazione dei soli pezzi richiesti dai programmi di esame.

 

Ho accuratamente desertato le classi di conservatorio anche per questo motivo: la fossilizzazione del repertorio, della mentalità e del modo di procedere.

C'era chi questo non lo tollerava e strappava pubblicamente i miei spartiti (extra-programma imposto) ai corsi, c'era chi invece non mandava giù la partecipazione a concorsi con programmi elaborati e preparati in maniera del tutto autonoma e c'era chi (più pateticamente) non gradiva la frequenza ad altri corsi o masterclass.

 

Gli esami di V, VIII e Diploma sono tutt'altro che semplici per chi frequenta le lezioni da scolaretto diligente che fa i suoi compiti e che per 10 (!) anni fa una/due lezioni a settimana.


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Questo modo di intendere la verifica dell'istruzione è sempre esistita.

Perfino in certi esami universitari di letteratura italiana viene richiesta una scelta di 12 canti per ogni cantica della Divina Commedia.

Che lo studente approfondisca l'intera opera allo stesso modo, è libera scelta individuale, perchè nessuno te lo chiede.

Non parliamo del nuovo ordinamento con i corsi semestrali...

 

Personalmente non ho mai amato questo modo di studiare, come non ho simpatia i compendi delle materie "a uso di" (esempio "manuale di anatomia per infermieri professionali).

Approvo invece i testi rivolti ad avvicinare i bambini (o i "ritardatari" come me) a una materia (mi sono comprata anche io certi testi sul solfeggio con delle note grosse così ....)

Ho sempre preferito studiare una materia nella sua completezza primaria, ed eventualmente trarre per mio uso solo ciò che mi serviva nella pratica, che è approccio diverso a operare già a monte una selezione degli argomenti, semplificandoli.

Lo stesso discorso vale per il catalogo di un pittore e immagino probabilmente anche per quello di un musicista.

Questo perchè mi è stato insegnato a fare così un po' in tutte le cose e perchè sono curiosa per natura, ma potrebbe anche corrispondere a una rigidità mentale o a una incapacità di riuscire a sfruttare solo le "porzioni" di apprendimento, mettendo in pratica il principio del minimo mezzo.

 

Pur guardando con occhio benevolo (poichè tutti siamo stati studenti con la paura degli esami) al tentativo di superare lo scoglio di una verifica ministeriale, alla fine sta alla coscienza di ognuno (allievi e docenti) decidere di studiare qualcosa per conoscerla veramente o sfiorare una materia o un autore per "passare", rimandando magari a "dopo" gli approfondimenti.

 

Senza voler formare a tutti costi dei "tuttologi", molto dipende anche dall'esempio che da' l'insegnante e da una educazione generale a conoscere davvero le cose, per se stessi e non per arrivare o arrivare primi. Il che purtroppo non sempre corrisponde al mondo di oggi.

 

A me sembra un metodo di studio normale dire: si studiano bene tutti gli studi di Sor e in prossimità dell'esame ci si concentra su quelli che vengono richiesti (citando una frase che ha scritto il M.° Gilardino); tra l'altro, contrariamente alle apparenze, mi sembra anche un metodo più efficace e facile di studiare, perchè alla fine gli studi che "servono" per l'esame si sapranno meglio di chi si è concentrato solo su quelli.

Così come se mi studio tutto il catalogo di un pittore, sicuramente saprò dissertare con maggiore sicurezza sulle opere principali, unico oggetto di un esame. (secondo me, eh, non sparatemi!).

 

Insomma è la conoscenza vera che da' la scienza....qualunque occasione di apprendimento (testi extra programma, seminari esterni ecc.) dovrebbe essere considerata una fortuna e un merito, non il contrario.

A volte invece ci sono insegnanti ai quali se chiedi troppe spiegazioni sulla materia, si innervosicono dicendo "tanto non ti serve".

 

 

Butterfly


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Perciò, prevedo un incremento della scuola musicale privata, che potrà forgiare allievi con una preparazione superiore a quella dei futuri "laureati" dei conservatori, siano essi autorizzati a fregiarsi del titolo di dottore o meno.

dralig

 

E' l'unica via per studiare musica.

Laureati?! Con una lezione di un'oretta a settimana!? Ma non facciamo ridere su! Allievi che studiano a mala pena... che vadano a ciapà i ratt come diciamo da queste parti.

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