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Al di là delle suse,non accettate perchè non hanno motivo di esistere,mi piacerebbe sapere cosa pensa dell'inizio della Bwv 1001.E cioè: io ci vedo e ci sento l'atmosfera tenebrista.

fernando dice Gotica.

quali sono i parametri per distinguere il GOTICO dal TEBRISMO?

ad esempio,rimaniamo su OPHELIE:quando inizia il 3/4,andantino tranquillo con fraseggio flessibile,(ma che bello!!!!!!!) è tenebrista o gotica?

dal mio piccolo un miliardo di complimenti perchè,con le sue indicazioni mette l'esecutore in una condizione in cui non può non capire cosa deve esprimere .

Dovrebbero rendere obbligatoria la cosa.

se

ciaoo

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Al di là delle suse,non accettate perchè non hanno motivo di esistere,mi piacerebbe sapere cosa pensa dell'inizio della Bwv 1001.E cioè: io ci vedo e ci sento l'atmosfera tenebrista.

fernando dice Gotica.

quali sono i parametri per distinguere il GOTICO dal TENEBRISMO?

 

di cosa si sta parlando?

il gotico è un movimento figurativo e architettonico medievale con alcuni strascichi nel primo umanesimo, musicalmente però non ha un corrispettivo.

La storia della musica non è sempre legata a quella delle altre arti, figurative o poetiche, anzi, direi che una qualche forma di coincidenza stilistica non si verifica che al finire del '700 se vogliamo...magari tra i notturni di John Field e la poesia sepolcrale inglese.

Nei secoli precedenti le forme di espressione musicale scontano un clamoroso divario con le altre arti. La pittura cosiddetta tenebrista non ha un corrispettivo musicale coevo.

Non so...de Visèe e Caravaggio non mi sembra esprimano lo stesso tipo di inquietudine...

Ospite Nicola Mazzon
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Ho usato la parola gotico per indicare la forma archittettonica e figurativa presente nella musica di Bach.

Copio e incollo queste righe di Ferruccio Busoni tratto da "Lo sguardo lieto": Esiste anche un'arte gotica dei suoni e J.S. Bach è il costruttore di cattedrali in musica. È un'arte prevalentemente francogermanica questo gotico dei suoni[..]L'arte musicale gotica consiste forse in questo nocciolo: esprime un sentimento, uno stato d'animo e un'idea per mezzo di contrappunti, e Bach appunto non sapeva fare altrimenti; allo stesso modo come Beethoven non sapeva fare altro che esprimere il suo sentimento in forme sinfoniche e strumentali. Eppure Beethoven aveva inteso il giusto impiego della fuga, della fuga come forma di espressione, portatrice del pensiero: all'inizio del Quartetto in do diesis minore, nella Sonata in la bemolle maggiore op. 110, nel Finale della Hammerklavier-Sonate. Ma non era un «gotico».


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Inviato
Al di là delle suse,non accettate perchè non hanno motivo di esistere,mi piacerebbe sapere cosa pensa dell'inizio della Bwv 1001.E cioè: io ci vedo e ci sento l'atmosfera tenebrista.

fernando dice Gotica.

quali sono i parametri per distinguere il GOTICO dal TEBRISMO?

ad esempio,rimaniamo su OPHELIE:quando inizia il 3/4,andantino tranquillo con fraseggio flessibile,(ma che bello!!!!!!!) è tenebrista o gotica?

dal mio piccolo un miliardo di complimenti perchè,con le sue indicazioni mette l'esecutore in una condizione in cui non può non capire cosa deve esprimere .

Dovrebbero rendere obbligatoria la cosa.

se

ciaoo

 

Se adottiamo l'accezione al termine "tenebrismo" messa a punto da Alessio Olivieri nella sua tesi di laurea, con ciò intendiamo riferirci a un aspetto che si delinea nel secolo XX in particolare nella musica per chitarra (ma non solamente in essa). Olivieri non ha proposto un'estensione all'indietro del tenebrismo. Se l'avesse fatto, avrebbe probabilmente dovuto saltare a pie' pari tutto l'Ottocento e buona parte del Settecento, e risalire al barocco - forse ai clavicembalisti francesi. Io non ho svolto una ricerca al riguardo, non fa parte della mia attuale sfera di interesse.

 

Escludo comunque che Johann Sebastian Bach possa essere considerato un autore tenebrista. La poetica del tenebrismo - intesa in senso lato, cioè non limitata all'ambito musicale - trova la sua origine nella poesia del mistico spagnolo, e dottore della Chiesa, San Juan de la Cruz, che nella sua "Noche oscura" descrive lo smarrimento dell'anima in cui si ritrovano coloro che, essendo usciti dal mondo per votarsi a Dio, non per ciò vengono subito investiti dalla Luce, e brancolano nel buio - privi sia delle gioie effimere che hanno lasciato alle loro spalle che della forza di una rivelazione che deve ancora spiegarsi ai loro occhi (e non è detto che lo faccia). Bach viveva invece nella pienezza di questa rivelazione, tutta la sua musica è un inno al Creatore che abitava in lui e del quale lui si sentiva strumento e messaggero. No, Bach è "luminista", non "tenebrista".

 

Io non so se posso essere definito gotico o tenebrista. So come scrivere la musica che scrivo: sono un contrappuntista, e di rado - molto di rado, e solo per gioco - scrivo una melodia accompagnata. Adopero il contrappunto, le cui regole ho imparato da giovane, in modo molto diverso da come il maestro di composizione mi ha insegnato a fare, e ciò accade perché me ne servo non per scrivere degli esercizi, ma per creare musica mia: devo quindi forgiare uno stile con regole proprie, differenti da quelle scolastiche. Però, non potrei farlo se prima non avessi studiato il contrappunto accademico. Infatti, a prima vista vedo se una pagina di musica è stata scritta da un autore che sa scrivere o da un mezzano semianalfabeta che sa a malapena solo il solfeggio, e non m'impressiona per nulla il fatto che la sua musica sia famosa tra chitarristi: non uso le mot de Cambronne perché non sono accerchiato dall'armata britannica e perché del suo "successo" non m'importa un fico secco, ma il concetto è quello...

 

Non c'è in musica indicazione di espressione che possa mettere chi non capisce in condizione di capire. Le indicazioni di espressione servono solo ad accelerare e a confermare il processo di comprensione di chi capirebbe comunque anche leggendo soltanto le note: è un ausilio, non può essere un faro. La maggioranza dei lettori non capisce niente, non sa chi era Ofelia, non ha mai letto "Amleto", non si domanda perché il titolo del brano è in francese e non ha la più pallida idea di chi fosse Arthur Rimbaud - se qualcuno lo sa, è per aver visto il film con il divo americano del "Titanic" nella parte del giovane poeta. Altro che tenebre!

 

 

 

dralig

Ospite Piero Viti
Inviato

come si fa a trovare il capo per una intepretazione buona?

Diffida sempre delle iconografie che dipingono l'artista ispirato che riceve dall'alto l'ispirazione e che, come per magia (o, peggio!, per talento) riesce a darle forma senza fatica. Sono un mare di scemenze. Dietro la realizzazione di un lavoro definibile artistico c'è fatica, applicazione, studio e metodo. E qualche briciola di indefinibile abilità comunicativa.

 

..attenzione al pericolo che incombe anche nei migliori, siano essi compositori o interpreti: l'Accademismo!

Saper manipolare magistralmente la materia musicale, con studio e rigore, da sola non basta!

...poi le strade, come giustamente dici, sono infinite!

 

Saluti

Piero Viti


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come si fa a trovare il capo per una intepretazione buona?

Diffida sempre delle iconografie che dipingono l'artista ispirato che riceve dall'alto l'ispirazione e che, come per magia (o, peggio!, per talento) riesce a darle forma senza fatica. Sono un mare di scemenze. Dietro la realizzazione di un lavoro definibile artistico c'è fatica, applicazione, studio e metodo. E qualche briciola di indefinibile abilità comunicativa.

 

..attenzione al pericolo che incombe anche nei migliori, siano essi compositori o interpreti: l'Accademismo!

Saper manipolare magistralmente la materia musicale, con studio e rigore, da sola non basta!

...poi le strade, come giustamente dici, sono infinite!

 

Saluti

Piero Viti

 

Il fatto è, caro Piero, che un compositore - come, credo, uno scrittore o un pittore - non sa se è ispirato o no, quando si mette al lavoro: tutto quello che può fare è lavorare, e se c'era, nell'opera, ispirazione o meno, lo si constata solo alla fine. Tra l'altro, la persona meno indicata a constatarlo è proprio l'autore. La relazione tra le mozioni iniziali e il risultato finale non è lineare: un compositore può sentirsi toccato da emozione autentica e forte, e poi smarrirsi per strada, nello scrivere; oppure, all'opposto, può decidersi a scrivere un pezzo solo perché gli è stato richiesto di farlo, e non perché è ispirato, e alla fine, magari, i lettori e i critici constateranno che l'opera è ispiratissima. Chi lo sa?

 

La capacità di scrivere in modo corretto e decente è comunque indispensabile: il "Concierto para un fiesta" non è certo il "Concierto de Aranjuez", ma nessuno potrà accusare Rodrigo di aver scritto un pezzo indegno. Barber ha composto un Adagio per archi da brivido, e il colpo gli è riuscito una volta sola in tutta la vita, ma non c'è uno solo dei suoi lavori che non risulti altamente stimabile.

 

Il guaio non è l'accademismo, il guaio è l'analfabetismo: il repertorio contemporaneo per chitarra ne è infestato in modo indecente.

 

dralig


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come si fa a trovare il capo per una intepretazione buona?

Diffida sempre delle iconografie che dipingono l'artista ispirato che riceve dall'alto l'ispirazione e che, come per magia (o, peggio!, per talento) riesce a darle forma senza fatica. Sono un mare di scemenze. Dietro la realizzazione di un lavoro definibile artistico c'è fatica, applicazione, studio e metodo. E qualche briciola di indefinibile abilità comunicativa.

 

..attenzione al pericolo che incombe anche nei migliori, siano essi compositori o interpreti: l'Accademismo!

Saper manipolare magistralmente la materia musicale, con studio e rigore, da sola non basta!

...poi le strade, come giustamente dici, sono infinite!

 

Saluti

Piero Viti

 

Grazie per la tua risposta, Piero.

Accademismo è uno di quei termini per i quali nutro un senso di distacco completo. L'ho sentito troppo spesso usato nello scopo di giustificare un atteggiamento di quasi completo lassismo e di studio precario.

Sappiamo bene, Piero, che occorre quel qualcosa in in più per poter essere artisti ma con il mio intervento desideravo sottolineare che quel qualcosa, da solo, non basta, anzi: è la minima percentuale. Una scintilla, che se fatta schizzare su un tappeto di paglia può provocare un incendio ma se gettata su un manto di asfalto non può far altro che spegnersi.

 

Il guaio non è l'accademismo, il guaio è l'analfabetismo

 

Sì, occhio e croce mi trovo d'accordo e aggiungo, a scanso di equivoci, che continuo a preferire il primo al secondo.


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Ho usato la parola gotico per indicare la forma archittettonica e figurativa presente nella musica di Bach.

Copio e incollo queste righe di Ferruccio Busoni tratto da "Lo sguardo lieto": Esiste anche un'arte gotica dei suoni e J.S. Bach è il costruttore di cattedrali in musica. È un'arte prevalentemente francogermanica questo gotico dei suoni[..]L'arte musicale gotica consiste forse in questo nocciolo: esprime un sentimento, uno stato d'animo e un'idea per mezzo di contrappunti, e Bach appunto non sapeva fare altrimenti; allo stesso modo come Beethoven non sapeva fare altro che esprimere il suo sentimento in forme sinfoniche e strumentali. Eppure Beethoven aveva inteso il giusto impiego della fuga, della fuga come forma di espressione, portatrice del pensiero: all'inizio del Quartetto in do diesis minore, nella Sonata in la bemolle maggiore op. 110, nel Finale della Hammerklavier-Sonate. Ma non era un «gotico».

 

Ok.

Permettimi però di dire che si tratta di una valutazione che oggi suona un po' ingenua.

Busoni faceva audaci riflessioni sulla musica, pregno della cultura di quel momento storico, che era un gran minestrone delle più disparate discipline...arti figurative, filosofia, musica, esoterismo, vegetarianesimo, teosofia...


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Il fatto è, caro Piero, che un compositore - come, credo, uno scrittore o un pittore - non sa se è ispirato o no, quando si mette al lavoro: tutto quello che può fare è lavorare, e se c'era, nell'opera, ispirazione o meno, lo si constata solo alla fine. Tra l'altro, la persona meno indicata a constatarlo è proprio l'autore. La relazione tra le mozioni iniziali e il risultato finale non è lineare: un compositore può sentirsi toccato da emozione autentica e forte, e poi smarrirsi per strada, nello scrivere; oppure, all'opposto, può decidersi a scrivere un pezzo solo perché gli è stato richiesto di farlo, e non perché è ispirato, e alla fine, magari, i lettori e i critici constateranno che l'opera è ispiratissima. Chi lo sa?

 

La capacità di scrivere in modo corretto e decente è comunque indispensabile: il "Concierto para un fiesta" non è certo il "Concierto de Aranjuez", ma nessuno potrà accusare Rodrigo di aver scritto un pezzo indegno. Barber ha composto un Adagio per archi da brivido, e il colpo gli è riuscito una volta sola in tutta la vita, ma non c'è uno solo dei suoi lavori che non risulti altamente stimabile.

 

Il guaio non è l'accademismo, il guaio è l'analfabetismo: il repertorio contemporaneo per chitarra ne è infestato in modo indecente.

dralig

 

Cha dire.....toh, ti mando un bacione

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