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Riforma Conservatori


Marcello Rivelli

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Aggiungo che sembrerebbe che i regolamenti da emanare previsti dalla legge Gelmini sarebbero un centinaio....

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Aggiungo che sembrerebbe che i regolamenti da emanare previsti dalla legge Gelmini sarebbero un centinaio....

 

Ecco una appropriata e profetica descrizione della riforma dei conservatori.

post-20-134848580241_thumb.jpg

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Aggiungo che sembrerebbe che i regolamenti da emanare previsti dalla legge Gelmini sarebbero un centinaio....

 

Mi scuso d'aver caricato il file di'iimagine a rovescio. La pagina è tratta dal volume "Non è il paradiso" di Antonella Cilento, Sironi Editore, 2003. L'esimia scrittrice napoletana aveva citato il documento ad altro proposito, ma io trovo che esso descriva molto bene quello che è accaduto - e sta accadendo - con la riforma dei conservatori.

 

Analogamente, Shakespeare intitolò una sua opera teatrale: "Much ado about nothing".

 

dralig

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Bellissimo il "chi nun tien nient'a ffa, s'aremeni a 'cca e a 'lla", chi non ha niente da fare, si dimeni di qua e di la.

Sembra la didascalia del video postato sopra da Frédéric! :D

L

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Personalmente sono da tempo molto scettico, per così dire, sulla riforma del conservatorio, e l'ho anche scritto qui.

 

Mi pare però altrettanto onesto ricordare che il progetto di secondarizzare i conservatori era reale, almeno dai tempi del famoso progetto di legge Mascagni (primo firmatario Marino Raicich, membro, come Andrea Mascagni, del PCI).

Nel 1978 la caduta della VII legislatura impedì di approvare una legge che unificava vari progetti di riforma ed il cui articolo 8 recitava:

"l'indirizzo musicale della scuola secondaria superiore si attua nei conservatori di musica e nelle istituzioni musicali pareggiate".

 

L'illusione in cui molti, credo, sono caduti era che la legge 508 fosse, a questo punto, il male minore; se appariva inevitabile togliere al conservatorio la sua atipicità, che pareva indifendibile di fronte a tali progetti ampiamente condivisi, almeno che lo si facesse verso l'alto (università) e non verso il basso (scuola secondaria, come da tempo era nei progetti).

 

Proposta: visto che tanto la "laurea" non ce la vogliono dare, perché non unire le forze e formulare un progetto che salvi il meglio di quello che il vecchio conservatorio offriva, migliorando quello che andava migliorato?

Almeno così si potrebbe denunciare i danni della riforma avendo da proporre una immagine alternativa che non sia la secondarizzazione del conservatorio...

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Personalmente sono da tempo molto scettico, per così dire, sulla riforma del conservatorio, e l'ho anche scritto qui.

 

Mi pare però altrettanto onesto ricordare che il progetto di secondarizzare i conservatori era reale, almeno dai tempi del famoso progetto di legge Mascagni (primo firmatario Marino Raicich, membro, come Andrea Mascagni, del PCI).

Nel 1978 la caduta della VII legislatura impedì di approvare una legge che unificava vari progetti di riforma ed il cui articolo 8 recitava:

"l'indirizzo musicale della scuola secondaria superiore si attua nei conservatori di musica e nelle istituzioni musicali pareggiate".

 

L'illusione in cui molti, credo, sono caduti era che la legge 508 fosse, a questo punto, il male minore; se appariva inevitabile togliere al conservatorio la sua atipicità, che pareva indifendibile di fronte a tali progetti ampiamente condivisi, almeno che lo si facesse verso l'alto (università) e non verso il basso (scuola secondaria, come da tempo era nei progetti).

 

Proposta: visto che tanto la "laurea" non ce la vogliono dare, perché non unire le forze e formulare un progetto che salvi il meglio di quello che il vecchio conservatorio offriva, migliorando quello che andava migliorato?

Almeno così si potrebbe denunciare i danni della riforma avendo da proporre una immagine alternativa che non sia la secondarizzazione del conservatorio...

 

Caro Piero, in quale stato di questo mondo e in quale ordine di scuola si è mai visto traghettare una categoria di alcune migliaia di docenti dall'istruzione secondaria all'istruzione universitaria senza una verifica, un esame, un qualsiasi vaglio dell'effettiva idoneità degli insegnanti? Eppure, questa era la pretesa della categoria, in qualche modo accolta nella riforma. Riforma convertita in una beffa in sede di applicazione, cioè mantenendo i ruoli e le retribuzioni dei docenti del conservatorio al livello precedente. Mascagni era un tipico esponente della sinistra che voleva fare del'istruzione musicale un feudo del potere già esercitato nei teatri e nelle istituzioni concertistiche. I sindacati dei docenti sventarono questa manovra e inventarono la riforma grazie alla quale oggi insegnanti di strumento appena capaci di leggere e scrivere diventano relatori di tesi di laurea: una vera buffonata.

 

Questa situazione sfocerà inevitabilmente verso la nascita di scuole private di altissima qualità - modello Juilliard, Curtis, Manhattan - dove andranno a studiare coloro che vogliono fare sul serio. Sulla qualità delle orchestre che usciranno dai conservatori riformati, ci sentiremo tra alcuni anni: anzi, sentiremo i loro archi - intonazione e suono.

 

dralig

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in quale stato di questo mondo e in quale ordine di scuola si è mai visto traghettare una categoria di alcune migliaia di docenti dall'istruzione secondaria all'istruzione universitaria senza una verifica, un esame, un qualsiasi vaglio dell'effettiva idoneità degli insegnanti?

 

Nessuno.

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Personalmente (ma credo siamo in tanti ormai a pensarla così) sarei per mantenere la vecchia ed osteggiata "atipicità" di una scuola come il conservatorio, adottando i necessari miglioramenti.

 

In effetti fino alla riforma il conservatorio godeva di una specie di extraterritorialità, non faceva parte né della scuola secondaria né del mondo universitario (non ne fa parte tuttora, del resto, visto che conferisce atipici "diplomi accademici").

 

Credo che se si riuscisse a mantenere la peculiarità del conservatorio aggiornando ed innovando ove necessario sarebbe una bella cosa, o almeno una bella proposta su cui confrontarsi, posto che a qualcuno interessi stare a sentire cosa dicono i musicisti su queste cose - non mi è parso che in tutti questi anni di sperimentazione il parere dei docenti sia stato richiesto.

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