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Del rosato albeggiare, Angelo Gilardino


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Le Edizioni Bèrben di Ancona pubblicano la composizione del compositore vercellese Angelo Gilardino (1941) per chitarra e pianoforte "Del rosato albeggiare".

I - Risveglio e canzone d'addio
II - Commiato di Puck
III - Paesaggio immoto
IV - I giardini del vento

Per informazioni e acquisto onLine: http://www.berben.it

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Del%20Rosato%20Albeggiare_mini.png

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Le Edizioni Bèrben di Ancona pubblicano la composizione del compositore vercellese Angelo Gilardino (1941) per chitarra e pianoforte "Del rosato albeggiare".

 

I - Risveglio e canzone d'addio

II - Commiato di Puck

III - Paesaggio immoto

IV - I giardini del vento

 

Per informazioni e acquisto onLine: http://www.berben.it

 

Nel 2008 proprio su questo forum chiesi al maestro per quale motivo egli non avesse mai composto nulla per chitarra e pianoforte, configurazione a mio giudizio piuttosto trascurata.

La risposta testuale fu:

 

Trascuratissima, e con qualche buon motivo. E' improbabile che un compositore possa sentirsi interessato, o addirittura ispirato, a comporre di sua iniziativa per chitarra e pianoforte: all'epoca del fortepiano, poteva avere un senso, oggi molto meno. Quindi, il compositore si muove su richiesta di un duo di chitarra e piano che, con le sue esecuzioni, gli offre la prospettiva di non vedere la sua opera sprofondare nel silenzio. A me sono giunte le richieste più rare - ho scritto una Partita per vibrafono e chitarra - ma non quella di comporre per chitarra e piano.

 

Oggi con grande piacere noto che il maestro, evidentemente, ha cambiato idea.

Gli pongo quindi direttamente la domanda: cosa è cambiato dal 2008 ad oggi ?

 

Grazie

Taltomar

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Del%20Rosato%20Albeggiare_mini.png

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Le Edizioni Bèrben di Ancona pubblicano la composizione del compositore vercellese Angelo Gilardino (1941) per chitarra e pianoforte "Del rosato albeggiare".

 

I - Risveglio e canzone d'addio

II - Commiato di Puck

III - Paesaggio immoto

IV - I giardini del vento

 

Per informazioni e acquisto onLine: http://www.berben.it

 

Nel 2008 proprio su questo forum chiesi al maestro per quale motivo egli non avesse mai composto nulla per chitarra e pianoforte, configurazione a mio giudizio piuttosto trascurata.

La risposta testuale fu:

 

Trascuratissima, e con qualche buon motivo. E' improbabile che un compositore possa sentirsi interessato, o addirittura ispirato, a comporre di sua iniziativa per chitarra e pianoforte: all'epoca del fortepiano, poteva avere un senso, oggi molto meno. Quindi, il compositore si muove su richiesta di un duo di chitarra e piano che, con le sue esecuzioni, gli offre la prospettiva di non vedere la sua opera sprofondare nel silenzio. A me sono giunte le richieste più rare - ho scritto una Partita per vibrafono e chitarra - ma non quella di comporre per chitarra e piano.

 

Oggi con grande piacere noto che il maestro, evidentemente, ha cambiato idea.

Gli pongo quindi direttamente la domanda: cosa è cambiato dal 2008 ad oggi ?

 

Grazie

Taltomar

 

Non è cambiato nulla nella mia fondamentale disponibilità ad assecondare il prossimo e penso che, tra il modello Leverkuhn e la muzak possa darsi una sana via di mezzo. Quindi, allorché il valente chitarrista Francesco Diodovich mi chiese di scrivere un pezzo per il duo che aveva appena costituito con il pianista Corrado Greco, gli dissi di si, perché mi piace far contenti gli amici.

 

Parafrasando John Wayne: "Che mi prenda un colpo se non ho scritto un pezzo dannatamente buono".

 

dralig

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Angelo,io ringrazio apertamente, l’anima venduta al diavolo del compositore Adrian Leverkühn ( Joahnn Faust),di Thomas Mann e la rivista Muzak che denigra la cattiva musica,per aver fatto uscire dalle tue ispirazioni il pezzo per Francesco Diodovich. ( Per carità non che il pezzo sia ispirato a ciò. ) Che penso a questo punto abbia fatto una prima esecuzione. Io non posso far altro che chiedergli una registrazione,in modo da poterci rendere partecipe tutti delle note tue. Lo so l’amicizia è tutto ,ma per favore fate condividere anche a noi comuni mortali che amiamo la “buona musica” e che cerchiamo ogni giorno di vendere” l’anima al diavolo” per mantenere viva la nostra voglia di ascoltare la grande musica,allontanando cosi gli obbrobri di quello che si ascolta oggi. Per favore dateci da ascoltare questa musica.

 

Caro Raffaele, ho citato Leverkuhn e la muzak (il genere di musica, non la rivista, che non conosco) come due estremi che non amo: da un lato, il genio sociopatico che detesta il genere umano e che vive in un isolamento monastico, dall'altro il populismo empio e volgare, che anche nel piccolo mondo della chitarra annovera molti pregevoli esemplari. La via di mezzo consiste - secondo me - nel suonare o nel comporre non per tenere i frutti della propria arte lontani dalla portata di chi se ne può cibare - dunque nel rendere pubblico, con mezzi adeguati ma senza sgomitare, ciò che si produce, e nel cercare di assecondare le aspettative della categoria - per i compositori indispensabile - degli interpreti, senza cercare di invogliare in loro i bassi istinti e le aspirazioni futili.

 

Ti assicuro che, anche senza diventare "ricchi e famosi", nella via di mezzo si può sopravvivere decentemente.

 

Ciao.

 

dralig

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