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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Intervista ad Ada Gentile ed articolo su James Phelan


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Beh, dicono che d'estate si può leggere di più...

 

allora mi permetto di segnalare che sul prossimo numero di dot.guitar la mia rubrica "Dialoghi con i compositori" è raddoppiata.

 

Infatti c'è una intervista alla compositrice Ada Gentile, con particolare riferimento alla sua produzione per e con chitarra:

 

http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/gentile.html

 

ed un mio articolo sul compositore americano James Phelan, scomparso recentemente ed autore di musica per chitarra che giudico di grandissimo interesse:

 

http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/phelan.html

 

In entrambi gli articoli è possibile anche ascoltare pezzi per chitarra sola della Gentile e di Phelan, eseguiti da Patrik Kleemola (Ada Gentile) e da me (James Phelan).

 

Buona lettura e buon ascolto.

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Non sono riuscito a trovare la registrazione del pezzo di Phelan. Sono distratto io o non è stata inserita?

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Beh, dicono che d'estate si può leggere di più...

 

allora mi permetto di segnalare che sul prossimo numero di dot.guitar la mia rubrica "Dialoghi con i compositori" è raddoppiata.

 

Infatti c'è una intervista alla compositrice Ada Gentile, con particolare riferimento alla sua produzione per e con chitarra:

 

http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/gentile.html

 

ed un mio articolo sul compositore americano James Phelan, scomparso recentemente ed autore di musica per chitarra che giudico di grandissimo interesse:

 

http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/phelan.html

 

In entrambi gli articoli è possibile anche ascoltare pezzi per chitarra sola della Gentile e di Phelan, eseguiti da Patrik Kleemola (Ada Gentile) e da me (James Phelan).

 

Buona lettura e buon ascolto.

 

 

Interessanti entrambi gli articoli. Mi é piaciuto anche molto il pensiero della compositrice Ada Gentile quando afferma:

"Secondo me la funzione del compositore deve essere quella di creare qualcosa che soddisfi la propria vena e la propria curiosità: se poi il frutto della ricerca e dello studio piace anche al pubblico, tanto di guadagnato, ma questo non deve essere il fine principale"..

 

grazie dell'anteprima della lettura..

 

m

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Per la registrazione del pezzo di Phelan (più recente di quella del cd Phoenix) ho segnalato il problema a Dotguitar e anch'io attendo lumi: mi avevano scritto che per potere ascoltare il file occorre installare Quick Time, ma anche dopo avere installato l'ultima versione del programma continuo a non vederlo.

Non so se sia un problema di visualizzazione su schermo dovuto al fatto di usare pc e non mac ... appena so qualcosa lo scrivo!

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Il problema relativo al file audio è stato risolto.

Se si usa il browser Internet Explorer, a pagina 2 dell'articolo su Phelan, immediatamente sotto la copertina del cd Phoenix, compare la barra del player e si può acoltare il Piece for Guitar N° 1, rinominato "Stay Quiet". E' lo stesso pezzo contenuto nel cd, ma si tratta di una nuova registrazione, diversa da quella del cd, che ho fatto qualche settimana fa al rientro dalla California.

Al momento se invece si usa il browser Firefox la barra continua a risultare invisibile

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Con firefox su Linux riesco ad ascoltarlo.

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Carissimi,

come sappiamo tutti la galassia PC è quanto mai varia, e destreggiarsi risolvendo tutti i problemi può diventare un vero e proprio mestiere, che, come sapete, non è il mio!

 

Sui PC da cui mi sono collegato (odio i PC, ma lo faccio sempre per dotGuitar dopo aver fatto fare l'upload di tutte le pagine!!!) riesco a sentire l'audio sia con Firefox che con Explorer e sia con XP che con Vista e Win 7).

 

Se qualcuno dovesse avere ancora difficoltà può scrivere a dotGuitar ( info@dotguitar.it ) e, col permesso di Piero, invieremo il file mp3 via mail (circa 5 MB).

 

Un caro saluto,

L

 

PS: naturalmente nessun problema con i Mac......

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Il pezzo della Gentile mi piace.

 

A cosa si riferisce quando parla di "neoromanticismo"?

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La parola fa riferimento ad una querelle esplosa in ambiente musicale qualche decennio fa e forse ora superata.

Come si sa, gli anni '50 e '60 del secolo scorso (emblematicamente rappresentati dai corsi di Darmstadt) hanno costituito in musica il culmine di quella tendenza che potremmo definire strutturalista o, prendendo in prestito il nome dalle arti visive, informale.

Attorno agli anni '70, e dopo, in alcuni compositori si espresse una reazione violenta a questa tendenza e, in favore dichiarato di una maggiore "ascoltabilità" della musica, venne propugnato il ritorno, diciamo sinteticamente, al tonale (spingendo questo in qualche caso fino ad una imitazione dei linguaggi del passato). Da qui la diatriba.

Non so se sono stati questi compositori (o invece i loro "avversari") a definirsi per la prima volta "neoromantici". Un compositore italiano che è stato tacciato di neoromanticismo (perché questa veniva ormai vista come una accusa) è stato Marco Tutino.

L'accusa rivolta ai neoromantici è, in sostanza, di cercare una soluzione semplicistica ("torniamo a scrivere tonale, come ai bei tempi andati") ad un problema che, però, è reale (qualcuno ha notato che l' iperstrutturalismo di certa musica paradossalmente produce, all'ascolto, esiti simili a quelli che produce il suo esatto contrario, cioè l'assoluta aleatorietà).

Nell'accusare il neoromanticismo di questa pretesa risposta troppo facile (ad un problema che però, credo, esiste) sta, direi, l'accusa di bluff.

 

La situazione è poi stata anche complicata da quel clima dittatoriale di cui sempre la Gentile parla, per cui spesso il successo o meno di un compositore contemporaneo viene in un certo senso deciso a priori, per ragioni che poco o nulla hanno a che vedere con il suo reale valore musicale.

 

Mi sembra che oggi la querelle tra strutturalisti e neoromantici sia superata nel senso che quel "neoromanticismo" di cui parla la Gentile oggi in pratica non esiste più (o quasi più) - forse sostituito da esperienze che guardano al "crossover". La querelle oggi mi pare sia tra un certo mondo della composizione musicale ed esperienze come quella di Giovanni Allevi o Einaudi (o, mutatis mutandis, Sollima)

E certamente, come dice Ada Gentile, d'altra parte molti compositori, forse sempre più, si pongono il problema della "ascoltabilità" di quello che scrivono, come osserva anche il presidente della SIMC Davide Anzaghi.

 

La questione della funzione del musicista nel mondo d'oggi, anche leggendo le risposte di Ada Gentile alle mie domande, mi pare continui a restare aperta ed interessante per tutti noi.

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E certamente, come dice Ada Gentile, d'altra parte molti compositori, forse sempre più, si pongono il problema della "ascoltabilità" di quello che scrivono.

questo è un bel cruccio da porsi, nel momento in cui si accetta che la musica sia comunicazione (per me è così), ma per molti compositori credo sia assolutamente ininfluente, non considerando il pubblico parte in causa nel loro progetto artistico. E' una posizione che non faccio mia ma accetto per sincerità e onestà intellettuale

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