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Spanish classical guitar player Andres Segovia at the White House. See link for details of this Command performace;

http://guitarsofspain.com/Guitar_magazine/32_02.htm

Ospite MsPaola77
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Cancion de l'Imperador di L.de Narvaez dedicata a Carlo V è bellissima e ho avuto il piacere di suonarla tanto tempo fa...ma così mi viene voglia di ristudiarla!!rSi sente che anche Segovia faceva errori,ma la sua musicalità era talmente forte che neanchee ci si faceva caso!

Oggi come oggi andrebbe bene fare la Fuga BWV1000 di Bach così un po'saltellante come la faceva lui?Oppure la sua interpretazione è corretta filologicamente parlando?

Ospite MsPaola77
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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

Per me Segovia è la musica e la chitarra in persona tutto qua!!

Condivido il discorso della STORIA ed è per questo che ho chiesto se la sua interpretazione della fuga è filologicamente corretta.Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!Ciao e grazie Raffaele


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Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!

 

Chi intraprende la strada della filologia come "moda del momento". solitamente, finisce col prendere delle cantonate colossali e produrre delle colossali porcherie.

In Italia e nel mondo ci sono casi eminenti di musicisti che hanno intrapreso una ricerca musicologica in ambito interpretativo che li ha condotti (meglio dire li sta conducendo, forse...) a studi profondissimi, a ricerche snervanti ed a lavori assai ardui sullo strumento e non solo. D'altro canto, ci sono anche dei plateali cialtroni che si spacciano per filologi unicamente per aver usato una chitarra d'epoca (???) per eseguire le musiche di Giuliani, ma senza essersi preoccupati minimamente di contestualizzare né la scelta dello strumento, né - tanto meno - le musiche.

 

Fatta questa premessa, si delineano solitamente due strade distinte nell'approccio alla musica di Bach: alcuni (mi vengono in mente Göran Söllscher e Oscar Ghiglia) hanno preferito un approccio più severo, forse si potrebbe dire "tradizionale" (?) andando a fare scelte allineate con la prassi esecutiva liutistica del XVIII secolo; altri (ad esempio, pur con approcci molto diversi, Sharon Isbin e Luigi Attademo) hanno rivisitato la sua musica con un'intenzione più romantica.

Ora, non credo sia in discussione la liceità di una o di un'altra scelta, quanto il percorso artistico che porta ad esse. Sono interpretazioni che possono serenamente coesistere senza nuocersi e senza pretese assolutistiche, ma solo perché sono ben motivate e coerenti con loro stesse, essendo supportate da solidi studi.

 

EB


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Forse dico banalità e spero di non inciampare in grossolane corbellerie:

l'estetica di Segovia sembra filtrare tutto quello che suona: tutto viene suonato seconda un'ottica e una visione musicale ben precisa, quella segoviana, forse figlia del suo tempo: che si tratti di Castelnuovo-Tedesco o Ponce o Rodrigo da un lato, o Sanz e Scarlatti o Bach dall'altro poco importa.

Questo a mio avviso, oltre a non essere un difetto se lo si considera in termini a-temporali diventa forse la prassi se lo si inquadra in un contesto storico culturale ben preciso: mi riferisco alle incisioni di Horowitz interprete di Scarlatti, o al Karajan interprete di Beethoven e addirittura Bach (si pensi, se non erro, alle modificazioni dell'organico orchestrale a favore di un'idea di suono e di pensiero musicale coerenti con l'epoca dell'interprete più che del compositore che si esegue).

Va detto però che forse oggi (va sottinteso che il tutto è frutto di mie riflessioni personali, il tutto deve essere letto preceduto da un sottinteso “secondo me” che preferisco non ripetere ogni volta per non essere pedante e ripetitivo) non ha molto senso intraprendere questo tipo di percorso (siamo anche noi figli del nostro tempo, a quanto pare...) e non mi riferisco tanto alla concezione estetica dell'interprete che può essere di stampo più o meno filologico, più o meno fedele al testo, più o meno eccentrica nelle scelte interpretative (in questo senso ogni scelta, se dettata da una profonda conoscenza del linguaggio che si va a suonare e da una conoscenza in senso più ampio, perché no, della grammatica musicale può essere giusta e, ancora più importante, rispettabile)

La strada invece che non vedo percorribile è quella dell'interprete che in Segovia vede una strada da continuare a percorrere per quello che riguarda le scelte estetiche (qualcuno li definiva emuli ma in questo senso io ci vedo degli epigoni): non ha senso, a mio avviso, perché non solo non aggiunge niente a quanto già detto (si sa che poi il repertorio praticato da chi compie ragionamenti simili è anche lo stesso di Segovia tra l'altro) ma non è neanche la continuazione della sua ricerca.

Sono speculazioni che lasciano il tempo che trovano ma, banalmente e in tono semplicistico mi verrebbe da pensare che Segovia, oggi, non so se suonerebbe à la Segovia.

 

Giacomo


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non ha molto senso intraprendere questo tipo di percorso (siamo anche noi figli del nostro tempo, a quanto pare...)

 

 

ma il problema è tutto qui!

Lui è riuscito ad essere figlio del suo tempo rifiutando gran parte delle istanze moderniste che stavano sconvolgendo la musica. In due parole? aveva personalità! Oggi invece ci sono pseudo virtuosi che non desiderano altro che essere fagocitati dal mercato della decadente industria discografica e che suonano quasi sicuramente come vivono: senza idee, senza estetica, anzi, anestetizzati a dovere, dal conformismo più insulso.

 

Quando si dice "lo faccio per mestiere".

Ospite MsPaola77
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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

 

Solo per precisare,Segovia non mi ha fatto iniziare lo studio della chitarra e ne mi ha influenzato nel corso degli studi e ne mi ha cambiato la mia iniziale vita chitarristica.

Paola dico questo solo per precisare che i miei inizi sono stati altri e molto diversi. Ho solo detto che Segovia l'ho conosciuto nel modo in cui è accaduto tanti anni fa.

Ciao Raffaele

p.s. se Segovia avesse influenzato o fatto iniziare o mi avesse cambiato la vita in quel periodo ne sarei stato felice e orgoglioso, ma non è stato cosi.

 

 

Grazie Raffaele per la precisazione,ma ciò non toglie che l'episodio con quel signore è stato bello!

Ospite MsPaola77
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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

Per me Segovia è la musica e la chitarra in persona tutto qua!!

Condivido il discorso della STORIA ed è per questo che ho chiesto se la sua interpretazione della fuga è filologicamente corretta.Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!Ciao e grazie Raffaele

Fai bene anzi benissimo a porti tante domande,molti chitarristi non se le pongono e vanno di fretta a conoscere le cose. Tu dimostri lungimiranza musicale che pochi hanno nel capire la vera musica. Tu sei una grande del nostro tempo e ti rispetto per quello che pensi e fai,continua cosi.

Raffaele

 

Addirittura sono una grande???Non esagerare!Faccio semplicemente come disse Cartesio:"cogito ergo sum"(PENSO DUNQUE SONO).Grazie comunque Raffaele!

Ospite MsPaola77
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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

 

Solo per precisare,Segovia non mi ha fatto iniziare lo studio della chitarra e ne mi ha influenzato nel corso degli studi e ne mi ha cambiato la mia iniziale vita chitarristica.

Paola dico questo solo per precisare che i miei inizi sono stati altri e molto diversi. Ho solo detto che Segovia l'ho conosciuto nel modo in cui è accaduto tanti anni fa.

Ciao Raffaele

p.s. se Segovia avesse influenzato o fatto iniziare o mi avesse cambiato la vita in quel periodo ne sarei stato felice e orgoglioso, ma non è stato cosi.

 

 

Grazie Raffaele per la precisazione,ma ciò non toglie che l'episodio con quel signore è stato bello!

 

Si sicuramente è stato quel Signore(che purtroppo non ricordo il nome)che mi ha fatto conoscere per la prima volta il nome dei nomi nel mondo della chitarra Segovia. Erano tre anni che suonavo da solo (per motivi personali) e si sa, se si suona sconfinati nelle 4 mura domestiche si conosce poche persone del mestiere o addirittura nessuno come era nel mio caso. Fu anche in quel periodo che comprai per la prima volta il Fronimo e da li la mia conoscenza è aumentata in modo esponenziale,fino a conoscere due nomi che mi ero prefissato di conoscere e studiare con loro. Uno purtroppo per la mia lunga ricerca di lavoro,non ho potuto incontrarlo per il suo decesso l'allora direttore del Fronimo M° Ruggero Chiesa.

Ma devo dire con mia grande fortuna ,riuscii a incontrare quella persona che leggendolo dal Fronimo, mi identificavo e capivo immediatamente quello che diceva, era talmente chiaro il suo parlare il suo dipanarsi tra le parole che anche se mi diplomai in chitarra(uno finisce gli studi), mi dissi che dovevo iniziare , anzi ri-iniziare lo studio della chitarra sotto la sua guida. Fu cosi che dopo pochi anni dal mio diploma riuscii ad incontrarlo e posso dire con la massima certezza che fu Lui che mi ha cambiato la mia vita chitarristica ,o meglio fu Lui che mi ha insegnato la Chitarra. Qui si che posso dire che ho avuto una svolta decisiva nel mio mondo delle sei corde.

 

Dimenticavo il mio M° era ed è Angelo Gilardino

 

Io non ho avuto modo di conoscere di persona il M°Gilardino però una volta mi ha risposto in un'email perchè gli avevo chiesto una cosa sui sei pezzi caratteristici di Torroba.Mi sono accorta che lui è uno dei pochi che sa ciò che fa!L'istinto mi dice pure che dovrebbe essere anche una persona a modo e sincero.Sbaglio?Ciao Raffaele.

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