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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Andres Segovia at the White House


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Spanish classical guitar player Andres Segovia at the White House. See link for details of this Command performace;

http://guitarsofspain.com/Guitar_magazine/32_02.htm

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Ospite MsPaola77

Cancion de l'Imperador di L.de Narvaez dedicata a Carlo V è bellissima e ho avuto il piacere di suonarla tanto tempo fa...ma così mi viene voglia di ristudiarla!!rSi sente che anche Segovia faceva errori,ma la sua musicalità era talmente forte che neanchee ci si faceva caso!

Oggi come oggi andrebbe bene fare la Fuga BWV1000 di Bach così un po'saltellante come la faceva lui?Oppure la sua interpretazione è corretta filologicamente parlando?

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Cancion de l'Imperador di L.de Narvaez dedicata a Carlo V è bellissima e ho avuto il piacere di suonarla tanto tempo fa...ma così mi viene voglia di ristudiarla!!rSi sente che anche Segovia faceva errori,ma la sua musicalità era talmente forte che neanchee ci si faceva caso!

Oggi come oggi andrebbe bene fare la Fuga BWV1000 di Bach così un po'saltellante come la faceva lui?Oppure la sua interpretazione è corretta filologicamente parlando?

Quando avevo circa 13 anni, andando (per lavoro) a mettere della guaina su di una casa immersa nelle folte campagne del nolano (Nola-Na), mi trovai a parlare col padrone di casa. Lui chinandosi verso di me dandomi dell’acqua fresca, notò che avevo le unghie alla mano destra. Io al momento non ci feci caso, ma nel ritornare a parlare con me il Signore(che non avevo ai visto prima) mi chiese se studiavo chitarra. Io sorpreso gli risposi SI, come fa a saperlo? Gli dissi. Beh io non suono e non ho figli che hanno studiato(con la faccia triste),ma sono un amante della chitarra. Ho conosciuto Segovia in televisione e la sua musica. Io (e mi vergogno un ò a dirlo)non conoscendo il nome che quel Signore mi disse(in quel periodo studiavo da solo la chitarra),per non far brutta figura gli risposi, ah si, si,conosco. Non lo avessi mai detto, il Signore continuo,a bene allora ti piace sicuramente il Tarrega che ha suonato …. Io lo fermo subito e gli chiesi se cortesemente mi portasse un altro po di acqua,e Lui prontamente lo fece. Poi il mio Capo ,fini il lavoro e ce ne andammo. Nei giorni successivi, cerco nei miei pochi libri di chitarra, i nomi che quel Signore sperduto nelle campagne mi aveva detto. Guardo dietro il Sagreras, il Pozzoli,(unici libri che avevo) e trovo solo il nome Tarrega.

Alcuni giorni dopo vado a Napoli e compro il 1 volume di Tarrega della Berben(che ancora oggi ho), ma chiedo anche informazioni su Segovia e ho molte , moltissime risposte,ed è Li che incomincio a conoscere profondamente la chitarra. Si, è la il punto del mio inizio nel capire veramente dove mi stavo imbarcando con la chitarra. Fu lì che incominciai veramente ad approfondire lo studio della chitarra(iniziato da pochi anni) attraverso la sua storia di quel periodo e precedente del secolo scorso, e tutto il secolo era attraversato completamente su di un nome che un Signore sconosciuto e sperduto in terre lontane mi disse “Segovia”.

Tu Paola quando ti riferisci a Segovia, a cosa ti riferisci? Alla storia della chitarra? All’interpretazione in generale? Ti riferisci alla musica antica? Ti riferisci alle trascrizioni? TI riferisci alle registrazioni video? Ti riferisci al suono emesso da un video su internet?

La storia è storia, e noi dobbiamo studiarla,analizzarla e capirla fino in fondo. E la storia rimane sempre storia, qualsiasi analisi se ne fa.

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Ospite MsPaola77

Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

Per me Segovia è la musica e la chitarra in persona tutto qua!!

Condivido il discorso della STORIA ed è per questo che ho chiesto se la sua interpretazione della fuga è filologicamente corretta.Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!Ciao e grazie Raffaele

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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

Per me Segovia è la musica e la chitarra in persona tutto qua!!

Condivido il discorso della STORIA ed è per questo che ho chiesto se la sua interpretazione della fuga è filologicamente corretta.Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!Ciao e grazie Raffaele

Fai bene anzi benissimo a porti tante domande,molti chitarristi non se le pongono e vanno di fretta a conoscere le cose. Tu dimostri lungimiranza musicale che pochi hanno nel capire la vera musica. Tu sei una grande del nostro tempo e ti rispetto per quello che pensi e fai,continua cosi.

Raffaele

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Oggi come oggi va molto di moda la filologia nell'interpretazione delle musiche!!

 

Chi intraprende la strada della filologia come "moda del momento". solitamente, finisce col prendere delle cantonate colossali e produrre delle colossali porcherie.

In Italia e nel mondo ci sono casi eminenti di musicisti che hanno intrapreso una ricerca musicologica in ambito interpretativo che li ha condotti (meglio dire li sta conducendo, forse...) a studi profondissimi, a ricerche snervanti ed a lavori assai ardui sullo strumento e non solo. D'altro canto, ci sono anche dei plateali cialtroni che si spacciano per filologi unicamente per aver usato una chitarra d'epoca (???) per eseguire le musiche di Giuliani, ma senza essersi preoccupati minimamente di contestualizzare né la scelta dello strumento, né - tanto meno - le musiche.

 

Fatta questa premessa, si delineano solitamente due strade distinte nell'approccio alla musica di Bach: alcuni (mi vengono in mente Göran Söllscher e Oscar Ghiglia) hanno preferito un approccio più severo, forse si potrebbe dire "tradizionale" (?) andando a fare scelte allineate con la prassi esecutiva liutistica del XVIII secolo; altri (ad esempio, pur con approcci molto diversi, Sharon Isbin e Luigi Attademo) hanno rivisitato la sua musica con un'intenzione più romantica.

Ora, non credo sia in discussione la liceità di una o di un'altra scelta, quanto il percorso artistico che porta ad esse. Sono interpretazioni che possono serenamente coesistere senza nuocersi e senza pretese assolutistiche, ma solo perché sono ben motivate e coerenti con loro stesse, essendo supportate da solidi studi.

 

EB

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Bellissima storia la tua Raffaele ed è proprio vero che certe volte si fanno certi incontri che ti cambiano tutto nella vita!!

 

Solo per precisare,Segovia non mi ha fatto iniziare lo studio della chitarra e ne mi ha influenzato nel corso degli studi e ne mi ha cambiato la mia iniziale vita chitarristica.

Paola dico questo solo per precisare che i miei inizi sono stati altri e molto diversi. Ho solo detto che Segovia l'ho conosciuto nel modo in cui è accaduto tanti anni fa.

Ciao Raffaele

p.s. se Segovia avesse influenzato o fatto iniziare o mi avesse cambiato la vita in quel periodo ne sarei stato felice e orgoglioso, ma non è stato cosi.

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Forse dico banalità e spero di non inciampare in grossolane corbellerie:

l'estetica di Segovia sembra filtrare tutto quello che suona: tutto viene suonato seconda un'ottica e una visione musicale ben precisa, quella segoviana, forse figlia del suo tempo: che si tratti di Castelnuovo-Tedesco o Ponce o Rodrigo da un lato, o Sanz e Scarlatti o Bach dall'altro poco importa.

Questo a mio avviso, oltre a non essere un difetto se lo si considera in termini a-temporali diventa forse la prassi se lo si inquadra in un contesto storico culturale ben preciso: mi riferisco alle incisioni di Horowitz interprete di Scarlatti, o al Karajan interprete di Beethoven e addirittura Bach (si pensi, se non erro, alle modificazioni dell'organico orchestrale a favore di un'idea di suono e di pensiero musicale coerenti con l'epoca dell'interprete più che del compositore che si esegue).

Va detto però che forse oggi (va sottinteso che il tutto è frutto di mie riflessioni personali, il tutto deve essere letto preceduto da un sottinteso “secondo me” che preferisco non ripetere ogni volta per non essere pedante e ripetitivo) non ha molto senso intraprendere questo tipo di percorso (siamo anche noi figli del nostro tempo, a quanto pare...) e non mi riferisco tanto alla concezione estetica dell'interprete che può essere di stampo più o meno filologico, più o meno fedele al testo, più o meno eccentrica nelle scelte interpretative (in questo senso ogni scelta, se dettata da una profonda conoscenza del linguaggio che si va a suonare e da una conoscenza in senso più ampio, perché no, della grammatica musicale può essere giusta e, ancora più importante, rispettabile)

La strada invece che non vedo percorribile è quella dell'interprete che in Segovia vede una strada da continuare a percorrere per quello che riguarda le scelte estetiche (qualcuno li definiva emuli ma in questo senso io ci vedo degli epigoni): non ha senso, a mio avviso, perché non solo non aggiunge niente a quanto già detto (si sa che poi il repertorio praticato da chi compie ragionamenti simili è anche lo stesso di Segovia tra l'altro) ma non è neanche la continuazione della sua ricerca.

Sono speculazioni che lasciano il tempo che trovano ma, banalmente e in tono semplicistico mi verrebbe da pensare che Segovia, oggi, non so se suonerebbe à la Segovia.

 

Giacomo

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In due parole? aveva personalità! Oggi invece ci sono pseudo virtuosi che non desiderano altro che essere fagocitati dal mercato della decadente industria discografica e che suonano quasi sicuramente come vivono: senza idee, senza estetica, anzi, anestetizzati a dovere, dal conformismo più insulso.

 

Fabio

Io non ci andrei cosi pesante, ma non riesco a darti torto.

Paola e altri che studiano e cercano di capire per fortuna ci sono ed è in questi che dobbiamo riporre le nostre fiduce,poi il contorno che ci sta attorno è sempre pieno di idee diverse,basta seguire la strada giusta,soprattutto quella che ti senti di seguire.

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non ha molto senso intraprendere questo tipo di percorso (siamo anche noi figli del nostro tempo, a quanto pare...)

 

 

ma il problema è tutto qui!

Lui è riuscito ad essere figlio del suo tempo rifiutando gran parte delle istanze moderniste che stavano sconvolgendo la musica. In due parole? aveva personalità! Oggi invece ci sono pseudo virtuosi che non desiderano altro che essere fagocitati dal mercato della decadente industria discografica e che suonano quasi sicuramente come vivono: senza idee, senza estetica, anzi, anestetizzati a dovere, dal conformismo più insulso.

 

Quando si dice "lo faccio per mestiere".

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