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I compositori contemporanei per chitarra usano ancora la "forma" nel senso classico del termine? Ho sempre pensato che quell'opuscolo per l'esame di diploma fosse una cosa ridicola...

Come si fa ad incasellare la musica in forme?!

E se voglio comporre qualcosa senza una "forma prestabilita"?

 

Leoparti metteva insieme parole e creava mondi eterni con pochi aggettivi. Io penso che gliene fregasse ben poco dell'idillo o dell'endecasillabo.

Cosa ne pensate?


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Inviato

Mah, distinguere forma è contenuto non ha senso.

 

(notare il lapsus che avvalora la mia tesi).

 

:)

 

Uno compone un pezzo che è tale in virtù di una forma, anche se ne fa a meno; anche se la rifiuta come ricerca stilistica la composizione avrà una forma risconoscibile nel suo non-essere forma.

 

Come dice Actarus ci sono linguaggi musicali che fanno dell'improvvisazione la loro forma, che è tutt'altro che informe, tanto è vero che se non ne maneggi le peculiarità non puoi formare.

 

Non puoi formare neanche l'informale.

 

E poi la forma risiede a priori nel processo creativo, non è una conseguenza della sua applicazione, indipendentemente dal risultato raggiunto, che potrà essere buono o pessimo in relazione all'idea, come idea platonica, di forma che ne è all'origine.

 

Se Leopardi non avesse usato l'endecasillabo non avrebbe scritto i Canti di Leopardi; è un'idea balzana, che appartiene alla medesima idea dell'artista come creatore romantico folle che tanta presa ha nell'immaginario medio collettivo.

 

 

Poi c'è il formaggio.


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E' una bella domanda lio.....

Anche io ho sempre avuto un pessimo rapporto con l'analisi a causa di questo senso di inscatolare tutto in una trentina di forme musicali.


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Inviato
E' una bella domanda lio.....

Anche io ho sempre avuto un pessimo rapporto con l'analisi a causa di questo senso di inscatolare tutto in una trentina di forme musicali.

 

Nel caso di un'opera d'arte, la forma deriva dall'emozione. Nel caso di un lavoro accademico, la forma è un modello pre-esistente, un canone, e imitarlo significa comprendere che cos'è la forma (non crearne una vera). Nel caso di qualcosa che pretende di essere opera d'arte, ma che non giunge a esserlo, perché l'artista è fasullo o perché, pur essendo autentico, in una certa occasione fallisce (capita spesso), la forma non è niente.

 

dralig

Ospite Matteo Pesle
Inviato
Poi c'è il formaggio.

 

Decisamente la mia forma preferita.


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Poi c'è il formaggio.

 

E qui le forme hanno valore quando vengono spezzettate in blocchi da mordere.


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I compositori contemporanei per chitarra usano ancora la "forma" nel senso classico del termine? Ho sempre pensato che quell'opuscolo per l'esame di diploma fosse una cosa ridicola...

Come si fa ad incasellare la musica in forme?!

E se voglio comporre qualcosa senza una "forma prestabilita"?

 

Leoparti metteva insieme parole e creava mondi eterni con pochi aggettivi. Io penso che gliene fregasse ben poco dell'idillo o dell'endecasillabo.

Cosa ne pensate?

 

scusa ma cosa intendi per "forma nel senso classico"? Ti riferisci a sonate, notturni, preludi ecc?


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Non puoi formare neanche l'informale.

 

E poi la forma risiede a priori nel processo creativo, non è una conseguenza della sua applicazione, indipendentemente dal risultato raggiunto, che potrà essere buono o pessimo in relazione all'idea, come idea platonica, di forma che ne è all'origine.

 

 

Sono d'accordo che la forma si formi, diciamo, in progress, diventa generatrice, atto creativo e poi riconosciuta (a posteriori) come tale ed inserita nel calderone dell'estetica.

Ma l'idea di forma comunque rimane anche all'origine in quanto appiglio, e senza di essa si stabilisce un confine che per alcuni è inevitabile...penso al, "nulla si crea...tutto si trasforma"...solitamente, credo, solo chi varca questo confine si appresta a diventare un aggettivo

:lol: (mozartiano felliniano deleuziano...)

chi ci prova ma non ha le possibilità rischia la follia...

 

follia o non follia, diventare aggettivo è la condizione basilare per non darsi alla ragioneria.

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