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Ospite Bernardo Gui
Inviato
Però un'ultima sigaretta la si offre anche ad un condannato a morte, e visto che non fumo gradirei, in alternativa, sapere il motivo della sua affermazione. Io parlo solo per esperienza e situazioni vissute, e il mio non è "buonismo" è che sono davvero buono , anche con quelli come lei, che non conoscendomi e non palesandosi cerca di offendermi così, tanto per passare il tempo. In quanto ad essere uno dei responsabili della barbarie in cui viviamo bè, la ringrazio ma tutto sto merito non me lo prendo, sono umile, voglio condividerlo con tanti bravi colleghi, un bel gruppo di rovinaragazzi, di cui comunque lei non fa assolutamente parte, stia tranquillo.

Comunque mi faccia sapere, sono davvero curioso di conoscere la sua idea circa la mia metodologia didattica visto che ne parla così bene, e se le serve le spedirò del materiale, programmazione, dispense e qualche mio testo facile in omaggio, stia bene

 

Gentile Giorgio,

 

ritenevo la mia affermazione talmente esagerata, grottesca e inverosimile da non dare adito a dubbi circa la sua carica ironica. Ma pare che qui dentro non vi sia molto spazio per simili figure retoriche, a tutto vantaggio di altre, di cui si fa invece ampio uso.

 

Per essere chiari: condivido ogni singola parola dei suoi interventi in questa discussione. E, se legge bene, i miei dicono esattamente le stesse cose.

 

"prof. mi può insegnare gli accordi della canzone di checco zalone?" ecco da dove iniziamo il più delle volte

 

"Il sapone!! Il sapone!!! Dove diavolo avete messo il sapone?! Qui c'è un prof delle medie da giustiziare e voi mi nascondete il sapone. Branco di aiuto-boia incapaci che non siete altro. Tocca fare sempre tutto a me su questo dannato patibolo."

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Nicola Mazzon
Inviato

La personalizzazione dei percorsi formativi, nell'ambito delle lezioni individuali, dovrebbe ormai essere scontato. Bisogna prendere le distanze da chi, dopo aver scambiato le formalità, chiede: lei che metodo usa?

Ognuno è padrone della propria situazione, può usare quello che gli pare, purchè non venga a dire che la sua scelta sia migliore di altre o meno banale (nel mio piccolo posso dire di aver trovato dei casi in cui ragazzi preferivano gli arpeggi di giuliani a certi pezzi "facili"), questo atteggiamento porta all'impoverimento che da tanti viene denunciato.

Il fine giustifica i mezzi, a patto che venga raggiunto.

Il dare per scontato che la propria convinzione, e la propria esperienza sia "giusta"...è un arma a doppio taglio, aumenta la propria autostima con il pericolo di scadere nell'offerta formativa.


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Inviato
La personalizzazione dei percorsi formativi, nell'ambito delle lezioni individuali, dovrebbe ormai essere scontato.

Purtroppo non è così!


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Però un'ultima sigaretta la si offre anche ad un condannato a morte, e visto che non fumo gradirei, in alternativa, sapere il motivo della sua affermazione. Io parlo solo per esperienza e situazioni vissute, e il mio non è "buonismo" è che sono davvero buono , anche con quelli come lei, che non conoscendomi e non palesandosi cerca di offendermi così, tanto per passare il tempo. In quanto ad essere uno dei responsabili della barbarie in cui viviamo bè, la ringrazio ma tutto sto merito non me lo prendo, sono umile, voglio condividerlo con tanti bravi colleghi, un bel gruppo di rovinaragazzi, di cui comunque lei non fa assolutamente parte, stia tranquillo.

Comunque mi faccia sapere, sono davvero curioso di conoscere la sua idea circa la mia metodologia didattica visto che ne parla così bene, e se le serve le spedirò del materiale, programmazione, dispense e qualche mio testo facile in omaggio, stia bene

 

Gentile Giorgio,

 

ritenevo la mia affermazione talmente esagerata, grottesca e inverosimile da non dare adito a dubbi circa la sua carica ironica. Ma pare che qui dentro non vi sia molto spazio per simili figure retoriche, a tutto vantaggio di altre, di cui si fa invece ampio uso.

 

Per essere chiari: condivido ogni singola parola dei suoi interventi in questa discussione. E, se legge bene, i miei dicono esattamente le stesse cose.

 

"prof. mi può insegnare gli accordi della canzone di checco zalone?" ecco da dove iniziamo il più delle volte

 

"Il sapone!! Il sapone!!! Dove diavolo avete messo il sapone?! Qui c'è un prof delle medie da giustiziare e voi mi nascondete il sapone. Branco di aiuto-boia incapaci che non siete altro. Tocca fare sempre tutto a me su questo dannato patibolo."

bastava scrivere sono d'accordo, a Cuneo facciamo così e ci capiamo meglio :D

Ospite Bernardo Gui
Inviato
bastava scrivere sono d'accordo, a Cuneo facciamo così e ci capiamo meglio

 

Sì ma così il divertimento dove sta? :D


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no, tipo partire dall'esperienza musicale vissuta fino ad allora dal ragazzo ed elaborare un programma che, partendo da lì, arrivi ad un obiettivo preciso voluto dall'insegnante. Se ho un allievo che strimpella qualche accordo ed è mal impostato, come sovente capita, lavorerò magari su ciò che ha fatto fino a quel momento ma penserò di più all'impostazione. Oppure se ho un alunno che ha difficoltà nell'articolazione delle dita della mano sinistra cercherò con lui più esercizi e pezzettini monodici rispetto ad altri studenti. O ancora se mi arriva un ragazzo che ha solo usato il tocco appoggiato, e capita molto spesso, dovrò farlo lavorare di più in arpeggio, privilegiando il lavoro sulla mano destra rispetto alla sinistra ecc ecc. Tutto questo tipo di lavoro, "ad personam" :D mi permetterà di arrivare dopo qualche mese ad avere una classe piuttosto omogenea, cosa possibile proprio grazie al fatto che ho un alunno davanti e con lui posso/devo agire in modo personale ed efficace, senza ricorrere al Cepu :D

Lo so che tu Fabio ridi un pò di queste cose, non ti occupi in prima persona di insegnamento e ancor meno nei contesti di base, ma ti assicuro che questo tipo di insegnamento è molto importante anche a costo di sorvolare, almeno all'inizio, sulla qualità eccelsa del repertorio :D


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Inviato

..sul gettare i libri degli altri - pur meno validi - nella spazzatura non sono d'accordo.

Ospite MsPaola77
Inviato
Si...infatti secondo me il problema non si può circoscrivere alle ore di educazione musicale. A volte mi sembra che il sistema scolastico sia pensato in modo tale da portare i ragazzini all'odio viscerale verso tutto ciò che è cultura...mi sembra sia fermo ad un'idea di mondo che definirei ottocentesca.

SONO PIENAMENTE D'ACCORDO CON TE!

Aggiungo che sì,è verissimo che bisogna essere seri nell'insegnare musica o la chitarra ma lo si deve fare avendo sempre in mente la psicologia dell'allievo e dei suoi effettivi interessi.Nel mio piccolo rendo le lezioni serie ma divertenti!Insomma la cultura musicale si può insegnare anche "giocando"!!Sbaglio o il termine in inglese che sta per suonare si dica play?A sua volta to play significa guarda caso giocare. :)

Ospite Bernardo Gui
Inviato

fernando:

 

Non commento la sua risposta, me la segno, ha dell'eccezionale.

 

E ne ha ben donde: possiedo un vasto repertorio di opinioni per cui vale la pena prendere appunti. :D

 

______________

 

 

dralig:

 

Lei ha pensato per un solo istante che io desideri letteralmente l'impiccagione fisica dei cattivi maestri?

 

E se io le dico le che Lei è una grande str***o (absit iniuria verbis), pensa per un solo istante che io non conosca la differenza tra una figura umana e una deiezione di proporzioni esagerate? Certamente capirebbe che sto usando una metafora, ma non per questo il mio epiteto le farebbe piacere.

 

Dopo aver inscenato il Suo raccapriccio per la mia violenza verbale, in quale categoria letteraria colloca questo Suo affondo? Quella dell'idillio?

 

No. In quella del procedimento ironico (scritto invano, aggiungerei).

 

Ma insomma, ricapitolando, Lei mi scrive questa filippica contro la "paidocrazia consumistica" e gli insegnanti da giustiziare (tra cui figurerebbe il sottoscritto) e gli autori marci dentro e la sconfitta della cultura e lo sterminio dell'intelligenza e la gigantesca barbarie (Paura! Cose che neanche l'Adorno più in forma...). Il tutto facendo esplicito riferimento alle scuole medie. A casa mia, quando si parla di scuole medie in cui i ragazzi studiano uno strumento, si parla di scuole medie a indirizzo musicale, e non di scuole medie annesse al conservatorio, che, a farla grande, saranno in proporzione di una a cinquanta con le prime. E fin qui, (quasi) nessun problema. Il problema è che nel prosieguo della filippica indica il suo lavoro come la testimonianza di una resistenza ad una tendenza generalizzata verso la faciloneria (anche perché, se generale non fosse, la suddetta filippica perderebbe qualunque senso di esistere). A questo punto la logica, che non lascia molto scampo, mi conferma che Lei si sta riferendo alla realtà musicale più diffusa e in ascesa che esiste in Italia, cioè quella delle normali scuole medie a indirizzo musicale. Salvo poi - quando si fanno notare un paio di cose - ammettere candidamente di non averci mai messo piede, di non saperne un'acca, e di riferirsi alle scuole medie annesse ai conservatori. Ma come si fa allora a parlare di “futuro della musica in mano ai giovani professori” e poi dire di riferirsi a una istituzione la cui esistenza è sconosciuta ai più?

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