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per carità, ho fatto solo un piccolo off topic di due righe, scusandomene subito. e per la coincidenza con quanto scritto da Attademo quello stesso giorno...

 

Per il resto ho risposto ampiamente al messaggio di Tampalini, come ognuno può vedere, mettendoci la faccia e dando una mia opinione su questa sconcertante vicenda.

 

La impressione, credo evidente a tutti quelli che sanno di cosa si sta parlando, è che a Castelfranco sono successe cose strane.

 

Visto che ora le comunicazioni sono facili queste stranezze sono emerse pubblicamente e sono diventate oggetto di discussione pubblica, oltre che di prevedibili reclami e ricorsi.

 

Per quanto riguardala domanda: "chi controlla la qualità degli interventi didattici ?" si tratta di capirsi.

In un concorso per esami può capitare che il concorrente debba suonare e anche fare una lezione, come parte delle prove d'esame.

In questo caso la commissione valuta le prove che costituiscono l'esame.

 

Nei concorsi per soli titoli come quello di cui stiamo parlando si valutano i titoli. Per quanto riguarda i concerti si parla di programmi di sala da cui si evinca la qualità del repertorio eseguito e la importanza dell'evento, eventuali recensioni eccetera.

Le masterclasses effettuate come docente rientrano anch'esse nella attività artistica e in un concorso per titoli si valuta la documentazione che permette di capire la rilevanza del fenomeno. La location ha evidentemente un valore.

 

uno può non aver voglia di insegnare alla Royal Academy e può non aver voglia di suonare alla Carnegie Hall di New York, e sono fatti suoi. Se però uno ci suona il suo concerto deve essere valutato di più di un concerto con lo stesso programma fatto nella sala polivalente del suo quartiere. Spero si capisca.

 

Si può essere più o meno d'accordo che un incarico di docenza in un conservatorio venga assegnato tramite una procedura concorsuale per soli titoli, ma qui il problema non è questo. Il risultato sconcertante di Castelfranco pone invece la domanda sul modo in cui si sono state le fatte le cose; non sulla giustezza o meno della norma, ma sulla sua regolare attuazione.


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Si può essere più o meno d'accordo che un incarico di docenza in un conservatorio venga assegnato tramite una procedura concorsuale per soli titoli, ma qui il problema non è questo. Il risultato sconcertante di Castelfranco pone invece la domanda sul modo in cui si sono state le fatte le cose; non sulla giustezza o meno della norma, ma sulla sua regolare attuazione.

 

Neanche io sono parte in causa, però vorrei fare qualche considerazione.

 

Apprezzo molto il tatto con il quale l’amico Piero Bonaguri, con chiarezza esemplare, ha messo il dito nella piaga. Anch’io leggo questa graduatoria con sconcerto e, per chi non lo sa, la stessa graduatoria con gli stessi protagonisti fu egualmente sconcertante l'anno scorso. Insomma a Castelfranco Veneto sono recidivi.

 

Non so se sarò capace dell’equilibrio e della delicatezza di Piero ma spero di esprimere chiaramente la mia idea senza offendere nessuno.

Non concordo con il fatto che questo del Conservatorio di Castelfranco sia un fatto generico di costume (un pessimo costume) all’italiana e che non si tratti di un fatto “personale”: questi comportamenti hanno sempre una chiara impronta “ad personam”.

 

Mi sembra evidente che il Conservatorio di Castelfranco Veneto nelle persone della direzione (M° Troncon, direttore e Consiglio Accademico ) e dei componenti della commissione vogliono accogliere nel loro corpo docenti il giovane Alberto Mesirca. Com’è noto Mesirca è un ex allievo del Conservatorio di Castelfranco Veneto ed si è formato sotto al guida di Gianfranco Volpato, componente della commissione che ha redatto la graduatoria. E' altrettanto noto che Mesirca ha molti altri meriti, primo fra tutti quello di essere un artista fuori dal comune.

 

Non c’è nulla di strano in tutto ciò e accade in tutto il mondo: faccio solo l’esempio del Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi dove quando un docente va in pensione indica il suo successore e il requisito numero uno è che questi dev’essere “un prodotto della casa”. Poi si fa un concorso diciamo ad hoc (diciamo con un regolamento tipo: il candidato deve chiamarsi Alberto, avere inciso almeno tre sonate di Angelo Gilardino, etc etc). Opinabile procedura ma procedura nella quale l’obbiettivo è chiaro e non c’è bisogno di trucchi per raggiungere l’obbiettivo.

 

Ha ragione dunque Piero quando afferma che non si dovrebbero mai alterare o strumentalizzare, come in questo caso, le regole che si sono date. E qui sta la questione. Qui si sono date regole di reclutamento inadatte allo scopo ( trovare il miglio docente possibile di chitarra) ma adatte ad essere manipolate per condizionare l’esito. Nessuno obbliga infatti il Conservatorio di Castelfranco Veneto a fare un concorso per soli titoli: se vogliono scegliere secondo loro criteri discrezionali un candidato potevano fare altri tipi di concorso, con più prove ( esecuzione, colloquio e anche lezioni pubbliche con alunni) come fu nel concorso a cattedre bandito dal ministero nel 1990. Perché scelgono il Concorso per soli titoli? Non sarà perché, chi ha pratica di ricorsi in questo settore sa che sono pochissimi i casi in cui un giudice entra nel merito di valutazioni di titoli artistici? Io conosco un solo caso in cui questo è accaduto , all’Accademia di Belle arti di Firenze. Allora rispondo a Piero, certo il concorso per soli titoli è la procedura meno adatta per reclutare un docente di conservatorio, ma viene scelta perché consente di condizionare il risultato senza praticamente pericolo che un ricorso vada a buon fine. E’ il modo più semplice per fare quello che si vuole con la certezza di farla franca.

 

Una operazione che certamente non è illegale, ma è inopportuna ed eticamente indifendibile.

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