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Salve! Qualcuno potrebbe consigliarmi una buona trascrizione della danza Andaluza numero 5 di Granados? Grazie!


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Salve! Qualcuno potrebbe consigliarmi una buona trascrizione della danza Andaluza numero 5 di Granados? Grazie!

 

La prima trascrizione della Danza di Granados oggetto della Sua domanda fu elaborata da Miguel Llobet, che era amico del compositore. La segnalazione di Porqueddu è esatta. Prima ancora di mettere nero su bianco la sua trascrizione, Llobet la insegnò - suonandola a frammenti - all'allora giovane Andrés Segovia, che se ne fece un solo boccone. Com'era nel suo stile, Segovia non adottò la trascrizione llobetiana senza apportarvi alcune modifiche. A sua volta, non scrisse mai la sua trascrizione della trascrizione di Llobet. La incise però in uno dei suoi dischi. Dal quale, Phillip de Fremery e il sottoscritto hanno tratto le note (e anche individuato le corde). Tale trascrizione,naturalmente attribuita a Segovia, è contenuta nel volume "Andrés Segovia/Obras para guitarra/vol. 3/Transcripciones", pubblicato dalle Edizioni Musicali Bèrben, a cura dei due orecchianti sopra menzionati. Consultando le due versioni, si fa tutto il fattibile: non c'è di meglio, e non credo che ci possa essere.

 

dralig


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C'è solo una cosa che non ho mai digerito della trascrizione: le acciaccature iniziali sulla cellula ritmica.

 

 

Piano

Granados05_Piano.jpg

 

Chitarra

 

Granados05_Guitar.jpg

 

O meglio, viene esattamente riportato che è scritto nella parte originale ma molti grandi interpreti (sullo strumento originale) usano il l.v. sul cromatismo che funziona meravigliosamente.

Io, quando interpretavo questa pagina (avevo 15-16 anni) cercavo disperatamente di riproporre quell'effetto eseguendo l'acciaccatura su due corde (negli esempi riportati qui sopra 6a e 5a) ma con gravi difficoltà - verosimilmente per qualche lacuna tecnica - in altre sezioni della composizione.

 

Arthur Rubinstein, adopera entrambe le soluzioni

http://www.youtube.com/watch?v=PMVkHQ4NLrs

 

Arturo Benedetti Michelangeli trasforma tutto (magistrale!)

http://www.youtube.com/watch?v=0Yj0fbjKA0Y


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C'è solo una cosa che non ho mai digerito della trascrizione: le acciaccature iniziali sulla cellula ritmica.

 

 

Piano

Granados05_Piano.jpg

 

Chitarra

 

Granados05_Guitar.jpg

 

O meglio, viene esattamente riportato che è scritto nella parte originale ma molti grandi interpreti (sullo strumento originale) usano il l.v. sul cromatismo che funziona meravigliosamente.

Io, quando interpretavo questa pagina (avevo 15-16 anni) cercavo disperatamente di riproporre quell'effetto eseguendo l'acciaccatura su due corde (negli esempi riportati qui sopra 6a e 5a) ma con gravi difficoltà - verosimilmente per qualche lacuna tecnica - in altre sezioni della composizione.

 

 

Ho visto di persona Andrés Segovia adottare tale soluzione, che ha dei punti a favore, ma che purtroppo fa del la-diesis il basso stabile di un accordo che invece è fondato sul mi 6.

dralig


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Ho visto di persona Andrés Segovia adottare tale soluzione,

 

Ecco. Allora non sono impazzito...

 

che ha dei punti a favore, ma che purtroppo fa del la-diesis il basso stabile di un accordo che invece è fondato sul mi 6.

 

Sì, vero. Ma avrei rinunciato volentieri al basso per ottenere un risultato con il bicordo la#-si che vibra, come nello spartito originale.


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Grazie mille :D Quanto materiale interessante...


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Ecco. Allora non sono impazzito...

 

 

 

 

 

 

Sì, vero. Ma avrei rinunciato volentieri al basso per ottenere un risultato con il bicordo la#-si che vibra, come nello spartito originale.

 

Per la verità, nell'originale non è indicata alcuna sovrapposizione dell'acciaccatura - la diesis - e della nota reale - si. L'unica durata certa, che occupa l'intera battuta, è quella del basso (mi). Quindi, con la soluzione che tu indichi, togliamo la fondamentale alll'accordo e la sostituiamo con la diesis, il che, con il pianoforte, sarebbe un piccolo crimine. Con la chitarra, tuttavia, se il mi iniziale viene pronunciato bene, dopo essere scomparso a causa dell'entrata del la diesis, lascia memoria di sé: l'ascoltatore continua a percepirlo anche se non c'è più, Non ci sarebbe nulla di male, secondo me, nel lasciare il basso in vibrazione suonando la diesis-si in terza e seconda corda un'ottava sopra, e incrociando nella stessa ottava il bicordo sol-si. L'effetto (che immagino, non ho voglia di verificarlo) mi sembra piccante. Provate e sappiatemi dire.

dralig


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Per la verità, nell'originale non è indicata alcuna sovrapposizione dell'acciaccatura - la diesis - e della nota reale - si.

 

Riformulo perché la frase che ho scritto sopra è ambigua. Intendevo dire che il Mi, nella pagina originale, è parte della stella linea del Si (Mi-Si-Si-Si-Si-Si).

 

Con la chitarra, tuttavia, se il mi iniziale viene pronunciato bene, dopo essere scomparso a causa dell'entrata del la diesis, lascia memoria di sé: l'ascoltatore continua a percepirlo anche se non c'è più,

 

Sono d'accordo. Anche perché non mi sembra che l'impianto tonale lasci dubbi.

 

Non ci sarebbe nulla di male, secondo me, nel lasciare il basso in vibrazione suonando la diesis-si in terza e seconda corda un'ottava sopra, e incrociando nella stessa ottava il bicordo sol-si.

 

Vediamo...


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Riformulo perché la frase che ho scritto sopra è ambigua. Intendevo dire che il Mi, nella pagina originale, è parte della stella linea del Si (Mi-Si-Si-Si-Si-Si).

 

 

 

Sono d'accordo. Anche perché non mi sembra che l'impianto tonale lasci dubbi.

 

 

 

Vediamo...

 

Ma no, ho preso il toro per le corna e, recuperata una delle chitarre di casa, ho provato la mia invenzione. Che schifo. Sarà meglio che oggi non inventi più niente.

dralig


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Credo che se si usa la trascrizione di Llobet, splendida e rivelatrice del suo stile, sia giusto suonare ciò che è scritto sullo spartito. Tuttavia, la soluzione del LA# SI su sesta e quinta corda è timbricamente interessante, forse la si potrebbe usare come sottile variazione armonica nella seconda battuta, o ancor meglio nella terza, dove il MI basso, nella trascrizione in oggetto, viene stoppato dall'esecuzione delle due note in sesta corda.

 

In quanto allo spostare le due note un'ottava sopra (magari col la# in quarta corda e si a vuoto) per intrecciarle col bicordo sol si, direi che si tratta, appunto, di un'invenzione. Interessante e foriera di ulteriori sviluppi. Forse Dralig già stava ragionando in questi termini...

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