Ospite Alessio Olivieri Inviato 29 Giugno 2006 Inviato 29 Giugno 2006 Usher waltz è un brano a mio parere compositivamente un po' disordinato e in qualche punto mi sembra sinceramente facile... premetto che è l'unico brano del compositore con cui ho avuto a che fare... ma che vuol dire...che se un brano è facile "in certi punti " non merita? Cmq mi sembra che quando le idee armoniche sono esaurite e non sa più dove andare risolva il problema infilando una bella zuppa di effetti speciali (tocco alla bartok e rasgueos in testa) per riattirare l'attenzione. Non c'è molto da fare su lavori del genere, noiosi da ascoltare e spesso anche da suonare... Ti consiglio Dyens e Brouwer piuttosto... Certo che qua i "giudizi tecnico compositivi" si sprecano. Comunque non concordo con te....l' usher waltz è un pezzo ce ha una sua genesi, un suo perchè, e una sua storia ( come tutta la musica a programma ovviamente) i rasgueado e i bartok non credo proprio siano stati messi li da Koshkin solo perchè ha esaurito le risorse armoniche.Non si tratta di "effetti", questo termine è ormai da tempo superato e riduttivo. Mi dici in base a che cosa ritieni ad esempio la musica di Dyens di maggior spessore armonico o "meno effettistica"? Sia chiaro...io suono nello stesso programma sia l' usher waltz che la Lybra sonatine sia l' elogio de la danza ma questa storia, ormai largamente dibattuta, per cui un pezzo piu è difficle piu e bello, oppure NON è abbastanza bello se è piuttosto facile, dopo un po fa anche un po ridere. Alessio
Ospite Alessio Olivieri Inviato 29 Giugno 2006 Inviato 29 Giugno 2006 ma questa storia, ormai largamente dibattuta, per cui un pezzo piu è difficle piu e bello, oppure NON è abbastanza bello se è piuttosto facile, dopo un po fa anche un po ridere. Alessio d'accordissimo...non solo...chi sostiene questa tesi solitamente messo di fronte alla musica realemente complessa (alla complessità di Ferneyhough per esempio) non solo non la capisce esteticamente ma non riesce a riconoscere quale sia la genesi di quella complessità...per questi di solito la complessità si identifica con un linguaggio armonico "pantonale", metà anni 20, (o successiv. dalle intuizioni di un Darius Milhaud del quale sono epigoni) condito di esotismi ritmico-armonici solitamente scopiazzati dalle intuizioni estemporanee dei giganti del jazz dal punto di vista epistemologico la complessità non è sinonimo di complicazione e dal punto di vista musicale comincia dall'esecuzione di una singola nota se non dalla postura... quoto totalmente
Andrea Ferrario Inviato 29 Giugno 2006 Group: Membri Topic Count: 11 Content Count: 75 Reputation: 3 Joined: 26/04/2006 Status: Offline Device: Windows Inviato 29 Giugno 2006 A me sembra che Koskhin si prende eccessivamente sul serio e vada MOLTO per le lunghe.... Dyens è più scanzonato, più accattivante. Il tango en skai strappa sorrisi, Usher waltz sbadigli... Molti lavori di Dyens o di Brouwer sono nati a mio parere con lo scopo specifico di alleggerire l'atmosfera di un concerto con momenti più leggeri.. Koshkin si propone come brano a programma.. Cmq non mi sto riferendo a difficoltà tecniche ovvio che Usher Waltz è tutt'altro che banale. Forse cmq ho fatto un commento un po' al di là delle mie competenze e ho esagerato, sta di fatto che l'impressione che ho avuto leggendo il brano di Koshkin è che certi punti sono un po' vuoti ed inutili. Mi sembra un po', per dirla in breve, tagliato con l'accetta e riassemblato come una casetta di lego...
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