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Mago

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  1. Direi che non esista situazione più congeniale per portare avanti le proprie convinzioni. Alfredo per favore aiutatemi a spiegare quel che ho chiesto sulla composizione. IN Primis M Gilardino. Dopo è ovvio quello che hai detto.
  2. No, io non scrivo musica seriale in senso stretto, anche se talvolta adopero la serie, ma senza vincoli e impedimenti dogmatici. Scrivo a volte adoperando la scala cromatica, in un'area atonale, altre volte adoperando le scale modali (con eventuali mescolanze tra modi diversi), il che può far sembrare che io adoperi due stili diversi, mentre in realtà costruisco sempre con gli stessi procedimenti. Tengo molto invece a dare a ogni lavoro un carattere proprio, non ripetitivo di lavori precedenti, e per questo scrivo meno di quello che potrei se fossi più indulgente nei confronti delle repliche, che invece evito come la peste. Il mio modo di organizzare i suoni viene da uno studio scolastico e da una mia spontanea adesione al modo di comporre di alcuni maestri del primo novecento, che ho preso a modelli: Bartok, Prokofiev, Stravinskij, Ravel, Falla, Ghedini. Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile. Credo nei valori della forma, dell'espressione dei proprii pensieri musicali e - senza bisogno di impormelo - punto a scrivere musica ascoltabile da parte di chiunque abbia una certa dimestichezza con il Novecento. La mia musica piace molto anche ai musicisti di jazz e di rock. Compongo a memoria, controllo quello che scrivo con l'orecchio interiore, posso scrivere in qualunque condizione (anche su un treno, pur di avere carta e penna) e, per quanto riguarda la chitarra, penso e diteggio a mente, senza bisogno di imbracciare lo strumento. Adopero sia la penna che il pc, e porto avanti i lavori con entrambi i mezzi. Spero di aver risposto in modo soddisfacente per chi ha posto la domanda. dralig Si mi ha risposto anche se non capisco una cosa. Mi spieghi per favore che tipo di mescolanza fa con le scale modali. Voglio dire..........mischia scale diverse su scale modali appartenenti ad una tonalità ? La tonalità varia in quanto un susseguirsi cromatico ? Nelle sucessioni cromatiche le scale modali relative alla tonalità ? ES DO reb RE mib DO scala modale di Do o relativa oppure la sostituzione ? REb scala modale di Reb o relativa oppure la sostituzione ? RE scala modale di Re o relativa oppure la sostituzione ? MIb scala modale di Mib o relativa oppure la sovrapposizione? ???? Non capisco Per favore mi spieghi questa regola armonica.
  3. No, io non scrivo musica seriale in senso stretto, anche se talvolta adopero la serie, ma senza vincoli e impedimenti dogmatici. Scrivo a volte adoperando la scala cromatica, in un'area atonale, altre volte adoperando le scale modali (con eventuali mescolanze tra modi diversi), il che può far sembrare che io adoperi due stili diversi, mentre in realtà costruisco sempre con gli stessi procedimenti. Tengo molto invece a dare a ogni lavoro un carattere proprio, non ripetitivo di lavori precedenti, e per questo scrivo meno di quello che potrei se fossi più indulgente nei confronti delle repliche, che invece evito come la peste. Il mio modo di organizzare i suoni viene da uno studio scolastico e da una mia spontanea adesione al modo di comporre di alcuni maestri del primo novecento, che ho preso a modelli: Bartok, Prokofiev, Stravinskij, Ravel, Falla, Ghedini. Poi, ho elaborato un mio stile, e con quello campo, senza curarmi di due opposti tipi di critica: quella che mi rimprovera di essere troppo legato alla tradizione e quella che mi rimprovera di scrivere musica troppo difficile. Credo nei valori della forma, dell'espressione dei proprii pensieri musicali e - senza bisogno di impormelo - punto a scrivere musica ascoltabile da parte di chiunque abbia una certa dimestichezza con il Novecento. La mia musica piace molto anche ai musicisti di jazz e di rock. Compongo a memoria, controllo quello che scrivo con l'orecchio interiore, posso scrivere in qualunque condizione (anche su un treno, pur di avere carta e penna) e, per quanto riguarda la chitarra, penso e diteggio a mente, senza bisogno di imbracciare lo strumento. Adopero sia la penna che il pc, e porto avanti i lavori con entrambi i mezzi. Spero di aver risposto in modo soddisfacente per chi ha posto la domanda. dralig Si mi ha risposto anche se non capisco una cosa. Mi spieghi per favore che tipo di mescolanza fa con le scale modali. Voglio dire..........mischia scale diverse su scale modali appartenenti ad una tonalità ? La tonalità varia in quanto un susseguirsi cromatico ? Nelle sucessioni cromatiche le scale modali relative alla tonalità ?
  4. Io ho un parente (che poi questa cosa qui è stata anche confermata da un altro musicista) che mi ha detto che la dodecafonia ha una regola armonica ben precisa. Siccome quelle due composizioni le ho capite e le altre sono difficilissime da capire (almeno per me) mi chiedevo se le altre avevano la regola armonica della dodecafonia, questo lo chiedo perchè non ho l'orecchio assoluto.
  5. Mi vien in mente (dall'ultimo topic sul Biennio) di fare delle domande che dovevo fare prima o poi sulla musica del Maestro Gilardino. Si può definire dodecafonica ? La suonata del Guadaguavir e Noche Oscura pur essendo anch'esse contemporanee seguono delle regole armoniche diverse dalle altre composizioni ? (lo chiedo perchè queste due son state "facili" al mio ascolto) Ci sono delle dodecafoniche forse tra le composizioni ? Mi aiuti il maestro a capire dato che brancolo nel buio.
  6. Non esageriamo. Se suonassi la chitarra una volta la settimana, andrei in superallenamento. Una volta al mese, è il massimo che posso raggiungere, di questi tempi. Quanto all'insegnamento, mi sono ritirato da tutte gli incarichi ufficiali, sia presso il conservatorio di stato che presso le accademie private. Mi limito a tenere un corso annuale nella mia città, a numero chiuso (sei allievi, quest'anno), per rispondere ad almeno una parte minore delle richieste di lezioni che ricevo ogni giorno, pur essendo nota e conclamata la mia condizione di ex-chitarrista che molto difficilmente, durante una lezione, prende in mano lo strumento, e se lo fa, è solo per qualche istante, a supporto di una spiegazione. Essendo il "mondo della chitarra" decorato da numerosi leoni rampanti, che offrono (con buone ragioni) il loro insegnamento insieme ai loro (brillantissimi) concerti, l'idea di venire a studiare con me, che non suono più dal 1981, è davvero bizzarra, e non sono stato io a diffonderla. dralig Attenzione Attenzione a Neuland e Akaros. Il maestro Gilardino è noto come compositore ma è anche chitarrista e l'ha dimostrato qualche volta. Se uno smette di suonare ma suonava è l'unica eccezione percui un maestro potrebbe insegnare. Ma nel caso di Gilardino (che è anche compositore) potrebbe nelle sua carriera non aver mai suonato che comunque ha dimostrato che delle abilità le ha comunque e può insegnarle.
  7. Chi è quello a sinistra della foto ? :-)
  8. No, ma un maestro deve saper suonare il genere che insegna. Altrimenti se non è in grado di suonarlo faccia a meno di fingersi tale.
  9. Però ci sono anche insegnanti che insegnano e non sanno suonare niente..... (in Italia) ma se tu vai all'estero non so.....
  10. Sicuramente alla paletta. Se avete notato una qualsiasi corda dove c'è quel filamento si restringe appena appena. Quindi è meglio attaccarlo alla paletta. NB Per tagliare le corde (questi pochi lo sanno e mi chiedo il perchè) esistono quei tronchesini fatti apposta, delle minicesoie per tagliare nettamente la corda. Di solito queste hanno anche attaccata l'altra funzione, la carrucolina per tirare le corde. Se decidete di acquistarla vi dico solo che ce l'ho da 8 anni e non si è ancora rotta. Funziona benissimo.
  11. Secondo me non dovrebbe insegnare chi non sa suonare niente. Chi insegna dovrebbe insegnare tenendo conto del grado di livello dell'allievo e tenendo conto di come si può spiegare tutto quello che è stato imparato dall'esperienza. L'esperienza è suonare.
  12. Che sia parente di Fabrizio Corona ?
  13. Bianchi chi ?? Biciclette ? scherzo ciao e benvenuto !
  14. Io dal canto mio posso solo consigliarti di cercare su internet e troverai anche argomenti inerenti alle antologie di noad. Internet ormai è una bomba sotto il profilo delle ricerche. L'unica cosa è che son tutte virtuali e non ti da il piacere del libro in se stesso.
  15. Hola hola cume te ste li ? da dove te chatte ? Te set brao a sunà
  16. Sei te qua l'unico adulto allora... Scherzi a parte, oltre al senso critico ho detto che per me nella musica non devono esistere recensioni di una persona che lo esercita di professione ossia viene pagato.
  17. Esiste un sito secondo me utile che è suoniamo.it quello affronta gradatamente passo dopo passo i pezzi di varia difficoltà, lettura, tecnica ecc. Ormai le antologie, libri di insegnamento sono quasi superati. In internet si impara di tutto.
  18. Quello che avviene normalmente Fabio avviene ma è nascosto. Se tutti iniziassero a diffidare i mestieri (dico solo i mestieri) di recensione finirebbero. Probabilmente qualcuno che si fida c'è se no non riempirebbero 10 pagine. Parlando anche degli oratori che recensiscono i loro prodotti. Se vedi gli affari che ha fatto Wanna Marchi, capisci anche il perchè di sto casino. Perchè molte volte la gente necessita di casino per poter capire bene una cosa. Le cose semplici le capiscono solo i bambini, per gli adulti ci vuole casino !!!
  19. Non lo concepisce, ma lo fa, perché scrive pubblicamente le sue opinioni su autori e opere. dralig Certo. Come lo fanno tutti. Ma sono io il primo a dire anche di quello che penso in un ambito musicale....diffidate. Ma nella parola diffidare c'è il vivo consiglio di ascoltare in prima persona e non fidarsi alla cieca di quello che dicono gli altri in un giudizio che non è basato neanche sull'interpretazione che da l'autore ma da un singolo pensiero. Poi ognuno formula un suo giudizio (quando si ascolta in prima persona) e molte volte questi giudizi non coincideranno. Per lavoro intendo, quelli che lavorano per le riviste non scriveranno certo gratuitamente. Ma esistono coloro che lo fanno proprio di mestiere. Comunque sia il topic per me è chiuso. Penso che il sunto sia questo di quello che volevo dire. Recensiscono ? Leggete se volete ma non fidatevi mai ! ascoltate in prima persona !
  20. Non lo concepisce, ma lo fa, perché scrive pubblicamente le sue opinioni su autori e opere. dralig Certo. Come lo fanno tutti. Ma sono io il primo a dire anche di quello che penso in un ambito musicale....diffidate. Ma nella parola diffidare c'è il vivo consiglio di ascoltare in prima persona e non fidarsi alla cieca di quello che dicono gli altri in un giudizio che non è basato neanche sull'interpretazione che da l'autore ma da un singolo pensiero. Poi ognuno formula un suo giudizio (quando si ascolta in prima persona) e molte volte questi giudizi non coincideranno. Per lavoro intendo, quelli che lavorano per le riviste non scriveranno certo gratuitamente. Ma esistono coloro che lo fanno proprio di mestiere.
  21. D'accordo su tutto anche se le arti oratorie hanno fatto nascere troppe Vanne Marchi. Poi per quelle c'è bisogno di una presenza. Le arti oratorie indirette non sono oratorie. Maestro, proprio l'ultima parte del suo discorso è il punto ! : ..... Io osservo una recensione fatta da chiunque. Dunque la ascolto. Ma non mi fido Io diffido delle recensioni di chiunque ma le osservo. Dunque le ascolto. Ma non mi fido Potrei selezionare cose giuste e cose sbagliate ma come faccio se non l'ho sentita ancora la musica ! Io vorrei un articolo sulla storia del compositore dove si nomini solo l'ultimo cd (con una sorta di presentazione bresciana sul significato che da il compositore a tale ispirazione) e che si dica più o meno il sondaggio del successo di tale cd (facoltativo) ma niente recensioni personali che superino le due righe. Un lavoro di recensione non lo concepisco ancora. Tutti possono dare una recensione...e quella recensione è sempre personale.
  22. ...e lo fa sapere, qui sul forum, senza remore: dunque, recensisce, eccome. Ma, secondo Lei, dei recensori non c'è da fidarsi. Dunque, che cosa deve fare chi legge le Sue recensioni? Fare, per Lei, un'eccezione alla regola del non fidarsi, e credere a quello che scrive, oppure diffidare anche di Lei? dralig Dico un mio parere. Quello che penso in questo momento. Uno non deve basarsi su ciò che dico per acquistare o no un disco ma basarsi solo sulle sue orecchie e quello che gli piace. Io non mi sento di dire : "fidatevi di una mia recensione in ambito musicale" perchè uno deve sempre basarsi su se stesso e sui propri gusti. Poi scrivo sul forum e faccio "recensioni" gratuite per tutti. Non lo esercito di professione. quindi non sono qui per cercare consensi e fiducia ma per dire quello che penso adesso. Io da quando vedo i teleimbonitori.........non mi fido più di nessuno......anche loro recensiscono opere d'arte...... Mi permetto di fare un esempio di "recensione" su di lei fatta dal sottoscritto al momento. Se io dico "La suonata del Guadaquivir e Noche Oscura mi piacciono , le altre cosi e cosi, altre ancora non le ho ancora ascoltate e non posso dare un mio personale giudizio" non vuol dire che sicuramente è così per tutti, ci mancherebbe altro, è così per me e basta e questa considerazione può essere contestabile e può risultare falsa per un altro che ha un gusto diverso. Ecco perchè nel lavoro di recensore ci trovo una pecca !! Perchè nelle recensioni, secondo me, non esiste una praticità se non quella di scriverle e non esiste un "è veramente così". Vedere tante riviste di quelle che prendevo io, non di musica classica, e vedere i paginoni di recensioni mi veniva da piangere. Avrei preferito leggere un articolo sulla vita di tale artista, non un commento sul gusto personale del recensore. Una recensione non assoluta ma secondo me più veritiera di quella di un singolo è quella che da il pubblico appagato nel sentire tale musica. Di me la gente mi può anche diffidare, fintanto che c'è qualcun altro che osserva (o in senso negativo o in senso positivo) poi si può valutare !
  23. Ha detto bene, non capisce. Allora, cerco di spiegarGlielo. E' chiaro che, alla mia età, e anche molto prima, chi "produce" in campo artistico si è assuefatto agli elogi e alle detrazioni, e non ci bada particolarmente, a meno che le critiche negative non sconfinino nell'ingiuria personale (accade più spesso di quanto non si pensi), nel qual caso è opportuno "mettere al loro posto" i "critici". Il punto è un altro. Il mondo della musica colta tiene la chitarra, i chitarristi e i compositori di musica per chitarra ai suoi margini. E' sufficiente aprire una delle enciclopedie italiane della musica (Deumm, Garzanti, De Agostini, Rizzoli, etc.) per constatare la ridottissima presenza del "mondo della chitarra" in pubblicazioni che rappresentano la musica agli occhi non solo dei musicisti, ma anche delle persone di buona cultura che desiderano informarsi. Questa è la realtà: fare il chitarrista e ignorarla è cosa da ingenui o da sciocchi. Il pericolo per chi, essendo compositore, si dedica principalmente a scrivere musica per e con chitarra, è quello di rimanere sommerso, agli occhi del "mondo musicale", nella indistinta pletora dei chitarristi - siano essi virtuosi o, come dice il recensore di "Musica", "prestati alla composizione", e lì rimanere, anche se la propria musica, per contenuti e forma, non ha nulla da invidiare a quella di compositori che, scrivendo per altri strumenti, hanno normale accesso alla vita musicale. Questo è il punto, e il ricevere da un critico rispettato che si occupa di musica in generale e non di chitarra, un segnale forte e chiaro, con il quale gli si dà atto che quello che scrive è musica, e non "raclerie universelle", è, per un compositore rivolto principalmente alla chitarra, un sollievo. Se Lei non capisce, pazienza. Io invece capisco, e so quando è ora di marcare un punto. Ho riferito qui il giudizio del critico perché mi sembrava significativo nei confronti della musica per chitarra, come segno di attenzione, di apertura e di disponibilità a capire. Perché? "Quello che recensisce" non è una persona? Nel momento in cui ha preso la penna in mano ha perso il battesimo? Lei se ne intende di musica? Se si, nel momento in cui scrive - e Dio sa se lo fa spesso - il Suo giudizio diventa inferiore a quello di una persona qualsiasi? E se non se ne intende, perché scrive? dralig Ho impostato male la mia affermazione di prima....... forse non mi fiderei ne di una persona ne di uno che recensisce (siano essi professionali e non) : Perchè forse colui che recensisce (sia professionale che no) è uno solo quando giudica (la musica in particolar modo essendo arte, secondo me dovrebbe piacere. E anche se non esiste un giudizio perfetto che possa dare un uomo o una folla posso solo basarmi se quella determinata cosa piace o no a seconda anche delle persone che la seguono (anche se anche questo non è una recensione perfetta) Perchè forse non mi fido della competenza di chiunque faccia una recensione. Perchè forse non mi fido delle giurie (sia professionali che no) anche perchè molte volte sono gruppi di poche persone (per altro motivo vedere prossima....) Perchè forse colui che giudica è pur sempre un uomo (non me la si prenda a male questa, ma ho detto così per la presenza di errori che si possono commettere quando viene data una valutazione personale) Mozart hai suoi tempi era come una rockstar (nel senso di livello goditivo dell'artista) dei nostri giorni. Le folle (ho detto folle anche se non è un metro di giudizio perfetto) lo seguivano perchè ho il sospetto che godevano di una buona musica, un arte le accomunava un po'.... quindi per me anche una buona presenza del pubblico appagato è già una buona recensione. Quello che sarebbe da valutare (come mi ricorda un mio amico) è come mai una certa musica cattura così tanto da far rimaner estasiati tutti in una sorta di riconoscimento universale. Io capisco tutto o forse niente (mi vien da dire : tutto o forse niente ma domani chi lo sa....che sarà ....sarà quel che sarà ! ) ma una cosa la capisco con sicurezza...cio che mi piace e cio che non mi piace Chiedo venia all'amministrazione perchè è la cinquantesima volta che modifico perchè voglio spiegare il più chiaramente possibile quello che penso.
  24. Maestro Gilardino, lei ha molti estimatori e a quanto mi sembra qua su questo sito ce ne sono tantissimi........quindi non capisco il motivo di tirare il sospiro di sollievo per due commenti positivi che oserei dire scontati e ovvi. Il parere di quello che recensisce è uguale e o inferiore a quello che dice una persona qualsiasi (che se ne intenda di musica e che non se ne intenda) I giudizi verso la sua musica mi sembrano comunque quasi tutti molto positivi......
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