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Frédéric Zigante

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  1. Recensione di Angelo Gilardino della nuova edizione delle Douze études di Villa-Lobos.
  2. Che significa? è il perfetto alibi del privatista ignorante? Suggerisco di approfondire particolarmente gli autori e le composizioni presentati nella prova di esecuzione. La probabilità che il colloquio parta da lì è alta.
  3. Dipende dal genere di musica "antica" che vuoi affrontare. Un pezzo del XVI sec non si abbellisce come uno del XVIII. Consiglio un testo base molto ben fatto, che ha il solo difetto di non essere tradotto in italiano. Il testo è in francese ed esiste tradotto in inglese, tedesco e giapponese. Jean Claude Veilhan Les règles de l'Interprétation Musicale à l'époque Baroque ( XVIIe - XVIIIe s.) Génerales à tous les instruments. AL 25436 Edizioni Alphonse Leduc -Paris http://www.alphonseleduc.com/
  4. Effettivamente... Non escluderei che la presa audio sia un implicito giudizio dell'operatore sull'interesse di ciò che si dichiara in queste circostanze.
  5. Sì, è così. D'altra parte si prevede che le certificazioni A, B e C saranno aperte a tutti, non solo agli alunni interni dei corsi preaccademici. I privatisti scompaiono solo sulla carta. Credo che quindi l'unica differenza per un candidato all'ammissione al Triennio sarà che l'aver sostenuto le certificazioni preaccademiche gli allegerirà il peso delle ex materie complementari durante l'esame di ammissione al Triennio in quanto ogni conservatorio tenderà a riconoscere le proprio certificazioni. Non è invece automatico che un conservatorio riconosca le certificazioni sostenute in un altro conservatorio.
  6. Intervista con Marco Riboni a Radio 3 Suite che si può ascoltare o scaricare: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/popupaudio.html?t=Mauro%20Giuliani%2C%20di%20Marco%20Raboni%2001%2F06%2F2011&p=Mauro%20Giuliani%2C%20di%20Marco%20Raboni%2001%2F06%2F2011&d=&u=http%3A%2F%2Fwww.radio.rai.it%2Fpodcast%2FA16135296.mp3
  7. Ecco il primo link: http://www.lastanzadellamusica.com/frmGrigliaNovitaChitarra.asp?CRITERIO=ED
  8. sì. La stanza della Musica a Roma già lo ha. Lo vedo anche sul sito di-arezzo ma attenzione a non confonderlo con la vecchia edizione.
  9. E' un brano molto bello e vale la pena di studiarlo. Segovia lo suonò molte volte, inserendolo un brano alla volta nel suo repertorio. Le sue prime esecuzioni parziali risalgono alla fine degli anni '50 mentre, se non ricordo male ( vado a memoria), suonò ripetutamente l'intera suite in una tournée in germania nel 1970. Purtruppo non la incise. Ma questa è un'occasione per cimentarsi in un'interpretazione senza il filtro di un pre-ascolto discografico o - peggio anzi molto peggio - youtubiano. E' un ottimo esercizio interpretativo che i moderni media sembrano tendere a far sparire: sarà per caso questa una delle ragioni per la quale si ascoltano sempre meno letture originali dei nostri testi sacri? Chissà...
  10. Certo che non è un'esperienza da buttare, ma secondo te una persona che fa una domanda come quella che ha generato questa discussione un maestro lo ha? e se lo ha, questo è in grado di guidarlo in una disamina critica delle fonti della BWV 997? La Suite BWV 997 poi è un caso da manuale: 5 fonti manoscritte tutte profondamente diverse e nessuna è un'autografo dell'autore. Per mettere insieme un testo del genere ci vuole un musicologo con le palle quadre (scusate l'espressione colorita)! In ogni caso non è una questione di mancare di rispetto al lavoro di Cherici e Hoppstock ma piuttosto di non lasciare passare, tra le righe, l'idea che fare musicologia sia alla portata di qualunque persona dotata di licenza di solfeggio, di armonia complementare e di storia della musica e di capacità di smanettare un poco su una chitarra. Ci vuol ben altro per affrontare certi problemi, anche sotto la guida di un buon maestro di chitarra.
  11. I manoscritti, da cui trarre le proprie trascrizioni. http://alan.melvin.com/manuscripts.htm EB Senza una preparazione musicologica adeguata accompagnata da una certa esperienza sulla musica del XVIII secolo, mi guarderei ben dal consigliare ad uno studente di servirsi di un manoscritto autografo. Allo scopo di evitare scivoloni su bucce di banane sempre in aguato, non sarebbe meglio fidarsi dell'esperienza di Paolo Cherici ( 2 edizioni presso Suvini Zerboni una musicologica pura e un 'altra trascritta per chitarra) o di Tilman Hoppstock?
  12. In effetti l'erba del vicino è sempre più verde! è o sembra? .... Va anche detto che la libera circolazione e riconoscimento dei titoli in Europa per ora è solo sulla carta ed è ben lungi dall'essere una realtà, quindi se vuoi rimanere a lavorare in Italia conviene prendere il titolo in Italia e semmai aggiungere una specializzazione all'estero.
  13. Aggiungo che sembrerebbe che i regolamenti da emanare previsti dalla legge Gelmini sarebbero un centinaio....
  14. Io ho letto uno dei progetti di normativa per la doppia frequenza: non si tratta di doppio lavoro e doppio obbligo di frequenza , ma di una specie di doppio part-time. In pratica i 60 crediti annuali vengono acquisiti sulle due facoltà o su una facoltà e un Conservatorio. Non sarei così ottimista sulla rapida applicazione della doppia frequenza. Prima di tutto la Legge Gelmini non è stata ancora firmata dal Presidente della Repubblica e contiene alcune incoerenze che rischiano di costringere Napolitano a rimandarla alle Camere. Ma il Governo aveva bisogno di almeno una riforma da poter esibire in campagna elettore e l'ha fatta passare con dei metodi che si commentano da soli. Sul sito di radio Radicale si possono ascolare tutti i file delle sedute del Senato e suggerisco per farsi un'idea di ascoltare la sedute di martedì scorso e mercoledì. Per chi non vuole ascoltare tutto...ci sono le sintesi su youtube: L'emendamento impegna poi a emanare i regolamenti dopo aver ricevuto pareri del CUN e del CNAM entro 180 giorni ( sei mesi) : a giudicare la solerzia con la quale la legge riforma dei Conservatori è stata applicata ( dal 1999 ad oggi abbiamo avuto "sperimentatazioni"che la legge non prevedeva e i Trienni vanno a regime solo da Novembre 2010 rimanendo i Bienni "sperimentali") quersto annuncio dei 180 giorni sembra una presa in giro. Ancora più ridicolo appare l'Ordine del giorno riportato da Lucio: per applicare una legge dello stato ci vuole un ordine del giorno? Questa è nuova! Poi: tra 120 giorni ci sarà ancora questo Governo?
  15. Lagoya ne suonava due di questi concerti per lira organizzata di Haydn. Ne ha inciso un terzo in una trascrizione per due chitarre e orchestra con Ida Presti. Il Concerto di Carulli presentato nel disco con Rampal è un'arrangiamento molto libero e stilisticamente improbabile. C'è ben poco di Carulli in questa versione.
  16. Sarebbe interessante sapere se un 'opera ancora vincolata da diritti ma non più dispobilile sul mercato può essere o no scambiata su un sito internet. Un editore peraltro può sempre vendere una ripdoduzione dell'edizione stampata salvaguardando i suoi diritti e quelli dell'autore: lo fanno già in tanti. Ma se l'editore non è disponbile non è lui stesso a ledere i diritti dell'autore?
  17. Non so cosa significa per Lei "poco interesse" ma faccio fatica a vedere poco interesse in un interprete che ha suonato Villa-Lobos (alcuni preludi e alcuni studi) dal 1937 alla sua scomparsa (1987). Quando Segovia provava poco interesse si tirava indietro senza tanti complimenti, come nel caso dei pezzi di Frank Martin.
  18. Non mi pare proprio, anzi Segovia sottolinea il valore musicale unito a quello strumentale , dicendo che ramente si trovano uniti e fa gli esempi di Chopin e Scarlatti. La frase sulla diteggiatura poi esplicita molto chiaramente il parere di Segovia sulla scrittura per chitarra di Villa-Lobos. «Voici douze "Études" écrites avec amour pour la guitare par le génial compositeur brésilien Heitor Villa-Lobos. Elles comportent, en même temps, des formules d'une efficacité surprenante pour le developpement de la technique des deux mains et des beautés musicales "désintéressées", sans but pédagogique, valeurs esthétiques permanentes des morceaux de concert. Peu nombreux sont, dans l'histoire des instruments, les Maîtres ayant réuni dans leurs "Études", ces deux qualités. Les noms de Scarlatti et de Chopin viennent immédiatement à l'esprit. Tous deux atteignent leurs buts didactiques sans qu'il y ai un soupçon d'aridité, ni de monotonie et si le pianiste attentif observe, avec reconnaissance, la flexibilité, la vigueur et l'indèpendance que ces morceaux impriment à ses doigts, l'artiste qui les déchifre ou les écoute, admire la noblesse, le génie, la grâce et l'émotion poétique qui s'exhalent généreusemment d'eux. Villa-Lobos a fait cadeau à l'histoire de la guitare des fruits de son talent, aussi vigoureux et savoureux que ceux de Scarlatti et de Chopin. Je n’ai voulu modifier aucun des doigtés que Villa-Lobos a indiqués pour l’exécution de ses morceaux. Il connaît parfaitement la guitare et, s’il a choisi telle corde ou tel doigté pour faire resortir des phrases déterminées, nous devons obéir strictement à ses désirs, même au prix de nous soumettre à de plus grands efforts d’ordre technique. Je ne veut pas terminer cette brève note sans remercier publiquement l’illustre Maître de l’honneur qu’il m’a fait en me dédiant ces Études » Eccola in Italiano per chi non pratica il francese: «Ecco dodici Études scritte con amore per la chitarra dal geniale compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos. Esse presentano, allo stesso tempo, delle formule di un’efficacia sorprendente per lo sviluppo della tecnica delle due mani, e delle bellezze musicali disinteressate, senza finalità pedagogiche, valori estetici permanenti dei brani da concerto. Pochi sono stati, nella storia degli strumenti, i Maestri che hanno riunito nei loro studi queste due qualità. I nomi di Scarlatti e Chopin vengono immediatamente in mente. Entrambi conseguono le loro finalità didattiche senza che vi sia il minimo sospetto di aridità né di monotonia, e se il pianista attento osserva, con riconoscenza, la flessibilità, il vigore e l’indipendenza che questi brani imprimono alle dita, l’artista che li legge o li ascolta ammira la nobiltà, il genio, la grazia e l’emozione poetica che generosamente sprigionano. Villa-Lobos ha fatto dono alla storia della chitarra dei frutti del suo talento, altrettanto vigorosi e saporiti di quelli di Scarlatti e Chopin. Non ho voluto modificare nessuna diteggiatura indicata da Villa-Lobos per l’esecuzione dei suoi brani. Egli conosce perfettamente la chitarra, e se ha scelto una data corda o una determinata diteggiatura per far risaltare una certa frase, noi dobbiamo obbedire rigorosamente ai suoi desideri, anche a costo di sottometterci a maggiori sforzi di ordine tecnico. Non voglio terminare questa breve nota senza ringraziare pubblicamente l’illustre Maestro per l’onore che mi ha fatto dedicandomi queste Études.»
  19. Scusa Piero ma, questa lapalissiana e condivisibile constatazione mi pare cozzi la realtà della (micro)storia chitarristica. I Douze etudes di HVL sembrarono a Segovia qualcosa di chitarristicamente insuonabile...alcuni, addirittura, penso ad esempio al n. 10 dovettero apparirgli, nell'alveo della sua rassicurante e confortevole estetica, qualcosa di mostruoso...alla luce di questa constatazione cosa dovrebbero fare oggi i chitarristi? Non suonarli? Ovviamente no... Non esiste alcuna prova di questa opinione di Segovia sulle Douze Etudes e anzi la prefazione dell'edizione Eschig del 1953 smentisce ampiamente questo fatto. D'altra parte nella prefazione della nuova edizione ho potuto documentare come Segovia li studio' tutti con assiduita' per diversi anni e ne presento' in concerto almeno quattro ( 1, 7, 8, e 11). Sono alcuni "storici" della chitarra che hanno fatto certe affermazioni sugli studi di Villa-Lobos definendoli perfino "antichitarristici".Tutto si puo' dire di questi brani salvo che sono "antichitarristici". D'altra parte anche in assenza di documenti come si puo' pensare che Segovia di fronte ad un'opera come le Douze Etudes potesse averli trovati "insuonabili"? Era il piu' grande chittarista della sua epoca, aveva una tecnica strumentale tale da consentigli in pochi mesi di suonare brani come la Sonata op.77 di Castelnuovo-Tedesco o la Fantasia -Sonata di Manen e secondo Lei si sarebbe fatto intimorire dalle Douze Etudes? Non verosimile.
  20. Certo, Piero. Come per i 60 Studi di Virtuosità e Trascendenza di Angelo Gilardino distribuiti lo scorso anno. Tutto criticabile ma a mio modesto - e gravato da indubbio conflitto di interesse - parere molto meglio dell'ennesimo noiosissimo recital da 70 minuti di musica spagnoleggiante nel quale si ripropongono sempre le solite tracce talmente trite e ritrite da avere aspetto e consistenza farinacee. Complimenti, davvero una bella impresa! Ad onor del vero però bisogna dire che non è la prima volta nella storia della discografia chitarristica. Anni fa ci provò anche Philippe Lemaigre che realizzò un' integrale su 5 cd eseguita con diversi strumenti d'epoca. Ne trovi traccia qui: http://www.megaupload.com/?d=D31T9U69 Comunque è probabile che la tua integrale sia più completa ed aggiornata rispetto a quella di Lemaigre.
  21. Perchè non usare la diteggiatura dell'autore? Era un chitarrista raffinato e la sua musica non necessita di cambi di diteggiatura, basta avere la pazienza di studiare quella originale. Tarrega capricho arabe.pdf
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