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Piero Bonaguri

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Tutti i contenuti di Piero Bonaguri

  1. Ci sono Ouvertures di Rossini trascritte da Giuliani per chitarra sola, e la Fantasia di Tárrega (qualcuno disse che sarebbe di Arcas, non so gli ultimi sviluppi) su temi della Traviata. Nella famosa biblioteca dela Royal Academy di Londra poi c' è veramente un sacco di roba di questo tipo, ed il catalogo è online.
  2. Altra raccomandazione in caso di acquisto dello zoom q3 è di acquistare a parte il kit di accessori comprendente anche il cavetto di alimentazione ed il treppiede. La durata della batterie del q3 è ridicolmente bassa, spero che successive versioni del prodotto la migliorino, per ora il cavetto di alimentazione è necessario.
  3. Vanno benissimo tutti e due. Come audio non ho riscontrato differenze notevoli tra i due. Il punto debole del Q3è il software per editare il video che è abbastanza rudimentale. Comunque si potrà usare un altro software... Rispetto ad una videocamera anche buona il punto di forza è l'audio stereo di ottima qualità. I video possono poi esse messi direttamente online. Per me è il Q3 assolutamente consigliabile per registrare video; l'altro prodotto va benissimo per fare audio di qualità, magari registrando direttamente su HD del pc ed usando il software allegato,o altro, per l'editing. Per rendersi conto della qualità buonissima dell' audio consiglio di non ascoltare direttamente dalle uscite audio dei prodotti, ma di collegarli a buoni speakers, magari attarverso il pc.
  4. No, direi che l'accordo è una sesta eccedente, proprio cone quello che c'è nel finale delle Variazioni Op.9 di Sor.
  5. A me piace la soluzione suggerita da Alirio Diaz che porta l'accordo in prima posizione e abbassando di una ottava il mi acuto, suonando, dal basso verso l'alto: la diesis primo tasto quinta corda con 1, mi quarta corda con 3, sol terza corda vuota, do seconda corda con 2, mi prima corda a vuoto. Non sono sicuro se suona anche il mi basso come rinforzo, ma nel contesto secondo me ci sta, io glielo metto. Una decina d'anni fa John Williams mi scrisse su un pezzo di carta la sua soluzione, se ritrovo il pezzo di carta la riporterò.
  6. Grazie Angelo! Nel frattempo,la gentilissima ricercatrice, dottoressa Barbara Diana, ha ricontrollato l'informazione e può confermare che Robert Spencer aveva dato alla Royal Academy l'opzione di fare la prima offerta e che la collezione è poi stata acquistata per circa un milione di sterline.
  7. Mi pare proprio di ricordare così, sono comunque in contatto con una ricercatrice italiana che sta curando il catalogo e possiamo chiedere conferma. L'acquisizione venne effettuata con il contributo della National Heritage Memorial Fund, come è scritto in un articolo della stessa ricercatrice. Pensare che , come si diceva poco fa, qua non si riesce a far comprare ad un conservatorio la Gallinotti di Mario Gangi...
  8. Durante la mia recente visita a Londra ho avuto il grande piacere di potere brevemente esaminare parte della prestigiosa raccolta di musiche collezionate da Robert Spencer. Occorrerebbe scrivere a lungo su questa meravigliosa collezione, acquisita dalla Royal Academy of Music per un milione di sterline! Robert Spencer era amico di Julian Bream e fu uno dei fondatori del Bream Consort, era anche liutista e docente di canto alla Royal Academy. Volevo per ora sottoporre alla comune attenzione una curiosa scoperta che ho fatto (a meno che il fatto non sia già noto): l'unica edizione delle famose variazioni op.9 di Sor che ho trovato lì è una antica edizione della Peters, con il numero 1807, nella quale il pezzo si presenta nella seguente forma: Introduzione, tema, variazione terza (dico, la terza nelle edizioni note), quinta (idem), seconda (cioè quella minore), quarta. Mancano quindi la prima variazione ed il finale, e le altre variazioni sono posizionate in maniera diversa. Non compare alcun nome di revisore e, pur non essendo io un esperto e non avendo avuto tempo di approfondire la ricerca, sembra una edizione dell'epoca - anche se non ho visto data di stampa nel fascicolo. Qualcuno ha altre notizie di questa stranezza?
  9. per carità, ho fatto solo un piccolo off topic di due righe, scusandomene subito. e per la coincidenza con quanto scritto da Attademo quello stesso giorno... Per il resto ho risposto ampiamente al messaggio di Tampalini, come ognuno può vedere, mettendoci la faccia e dando una mia opinione su questa sconcertante vicenda. La impressione, credo evidente a tutti quelli che sanno di cosa si sta parlando, è che a Castelfranco sono successe cose strane. Visto che ora le comunicazioni sono facili queste stranezze sono emerse pubblicamente e sono diventate oggetto di discussione pubblica, oltre che di prevedibili reclami e ricorsi. Per quanto riguardala domanda: "chi controlla la qualità degli interventi didattici ?" si tratta di capirsi. In un concorso per esami può capitare che il concorrente debba suonare e anche fare una lezione, come parte delle prove d'esame. In questo caso la commissione valuta le prove che costituiscono l'esame. Nei concorsi per soli titoli come quello di cui stiamo parlando si valutano i titoli. Per quanto riguarda i concerti si parla di programmi di sala da cui si evinca la qualità del repertorio eseguito e la importanza dell'evento, eventuali recensioni eccetera. Le masterclasses effettuate come docente rientrano anch'esse nella attività artistica e in un concorso per titoli si valuta la documentazione che permette di capire la rilevanza del fenomeno. La location ha evidentemente un valore. uno può non aver voglia di insegnare alla Royal Academy e può non aver voglia di suonare alla Carnegie Hall di New York, e sono fatti suoi. Se però uno ci suona il suo concerto deve essere valutato di più di un concerto con lo stesso programma fatto nella sala polivalente del suo quartiere. Spero si capisca. Si può essere più o meno d'accordo che un incarico di docenza in un conservatorio venga assegnato tramite una procedura concorsuale per soli titoli, ma qui il problema non è questo. Il risultato sconcertante di Castelfranco pone invece la domanda sul modo in cui si sono state le fatte le cose; non sulla giustezza o meno della norma, ma sulla sua regolare attuazione.
  10. curiosamente, Luigi, ho suonato stasera alla Royal Academy di Londra e ci insegno domani, e proprio stasera dopo il concerto Michael Lewin mi parlava di te che venisti qui a Londra a fare una lezione concerto su Bach.... mi scuso per l'off topic, ma quando si dice le coincidenze...
  11. caro Luigi, intendevo dire quello che dici tu. Per valutazione dei titoli non si intende certo solo un conteggio del solo numero di concerti, ma una valutazione nel merito che tenga conto del luogo del concerto, della qualità ed impegno dei programmi eseguiti eccetera. Il tutto in riferimento alla cattedra alla quale si aspira. Intendevo dire che un concorrente potrebbe essere più simpatico e culturalmente ed artisticamente più affine ad una giuria, che potrebbe - anche legittimamente -ritenerlo migliore di altri e più adatto a ricoprire il ruolo a cui aspira. Ma se produce una documentazione dalla quale emerge una attività di peso inferiore a quella di altri, che magari alla commissione piacciano meno, deve vincere il candidato che dimostra una attività di livello maggiore, non quello idealmente ritenuto migliore. Questo è il meccanismo del concorso per titoli, meccanismo che secondo me non andrebbe mai stravolto, anche ammesso che questo si faccia con le migliori intenzioni del mondo. E- opinione personale di adesso- se più candidati superano per la loro documentazione il tetto degli 85 punti artistici mi sembra più corretto dare a tutti 85 e non volere a tutti i costi differenziare.Esattamente come avviene per i titoli didattici e di servizio per i quali è previsto un tetto massimo. Se uno supera il tetto massimo del punteggio di studio e di servizio di un solo punto ed un altro lo supera di venti punti, il meccanismo non prevede differenziazioni, tutti e due hanno il massimo e non si discute; al momento non vedo perchè si debba fare diverso per i punti artistici. Stiamo parlando, oltretutto, di un concorso per soli titoli.
  12. ...forse...purché il suono si senta anche dalla terra, e senza amplificazione! In realtà, stando a quanto è successo a Castelfranco, per un (e uno solo) candidato si è invece "ridotto" il punteggio (come dire: i suoi punti sarebbero molto di più che 85, ma visto che più di 85 non se ne possono dare ne diamo 85 e scriviamo che abbiamo "ridotto"); in tutti gli altri casi i candidati sono stati giudicati al di sotto e ben lontani dal tetto degli 85... A me sembra che, visto anche il pregresso (graduatoria sparita, poi annullata e rifatta) ed i pesanti sospetti che oggettivamente la questione aveva già alimentato, come minimo sarebbe stato necessario cambiare totalmente la prima commissione giudicante, eliminare qualsiasi sospetto di "conflitto d'interesse" e comunque (tranne, ripeto, errori marchiani dei candidati nel produrre la loro documentazione) evitare il "perseverare" nell'errore - fatto che crea imbarazzo, presumo, anche nell'attuale vincitore (di cui nessuno intende parlar men che bene)... perché di fatti così, poi, si continua a parlare per decenni, a torto o a ragione... Ricordo che in questi casi non è in questione il valore artistico assoluto dei candidati, ma solo la loro attività documentata, ed io (ad esempio) la documentazione di Segre la ho vista a Modena...altro che 75 punti...se non si dà il massimo in questi casi... Adesso, poi, nell'era di Striscia la Notizia...
  13. Non sono "direttamente interessato" e immagino che i "direttamente interessati" avranno argomenti e mezzi ben più efficaci di un post su un forum per tentare di far valere eventualmente le loro ragioni. Non ho fatto, inoltre, parte di quella commissione e quindi non posso sapere se siano state commesse irregolarità o distrazioni nella presentazione dei titoli da parte di alcuni candidati. Ho però partecipato ad altra commissione, pochi mesi fa (riguardava l'Istituto Pareggiato di Modena e Carpi) e ricordo che Emanuele Segre ottenne in quel caso il massimo dei punti artistici e Giulio Tampalini (che poi vinse, per la somma di tutti i titoli ) qualcosina in meno del massimo. Il vincitore della graduatoria provvisoria di Castelfranco non era tra i candidati in quella occasione e quindi non posso fare nessun paragaone tra la sua documentazione e quella degli altri. Se la documentazione prodotta a Modena ed a Castelfranco da Segre e Tampalini è la stessa o analoga, mi riesce però impossibile immaginare quali motivazioni tecniche possano aver portato la commissione di Castelfranco ad attribuire un punteggio artistico così basso ai due candidati. Mi chiedo in quale conservatorio italiano sarebbero stati trattati così male, e mi rispondo: in nessuno, almeno spero. E' vero che la valutazione dei punteggi artistici comporta un certo margine di discrezionalità da parte della commissione (per esempio, si può decidere che quando il punteggio di più candidati supera il tetto massimo attribuibile venga dato a tutti il massimo dei punti senza differenziarli, come avviene per altri tipi di punteggio ove sussista un tetto massimo attrribuibile, oppure decidere di mantenere comunque una differenziazione tra i punteggi artistici essendo più "stretti" nella valutazione di tutti i titoli), ma si tratta, appunto di "un certo" margine... Si tratta infatti in questi casi non tanto di stabilire una graduatoria di merito relativa al valore artistico dei candidati (e sarebbe più facile che anche in buona fede "tot capita tot sententiae"), ma semplicemente di paragonare la attività artistica così come emerge dalla documentazione presentata da ogni candidato. L'attribuzione dei punteggi artistici a Castelfranco sembra esprimere il fatto che, a parere della commissione, il candidato vincitore aveva una attività artistica enormemente superiore a quella degli altri - tanto che la commissione ha dovuto "ridurre" il suo punteggio ad 85, non potendo per legge dargliene di più. Mentre tutti gli altri (tra cui Segre, Tampalini, Dieci, Desiderio) non arrivavano neanche ad avvicinarsi a questi ottantacinque punti. E se questi "altri" sono soddisfatti, la cosa finisce qui...Se non finisce qui, sarà interessante sapere l'esito di questa ormai lunga e travagliata vicenda
  14. Ammetto la mia ignoranza, non conosco gli studi di Jonathan Preiss! Dove si possono reperire? Grazie!
  15. Raffaele, mi imbarazzi...grazie. Dimenticavo di dire che anche Cappelli studiò a Bologna, anche con il padre di Cesare Augusto Grandi. E Guarnieri fu anche lui studente - e poi docente - a Bologna...
  16. Grazie, Raffaele. Visto che insegno a Bologna ho pensato fosse interessante questo omaggio a compositori che hanno avuto a che fare con Bologna, da Ettore Desderi che fu direttore del Conservatorio - e scrisse allora i suoi pezzi per chitarra grazie anche al legame con l'ambiente bolognese - fino a compositori di oggi, anche "giovani". Forse si nota un certo legame stilistico tra i vari autori, pur nella differenza di linguaggi. L'arcano si spiega pensando che Cesare Augusto Grandi è stato docente di molti compositori a Bologna ed a sua volta è figlio di un altro Grandi, che portò a Bologna un po' di clima wagneriano. C'è quindi questa tendenza "espressiva", un po' particolare di Bologna, (almeno per come si esprime), con questa attenzione al valore espressivo degli intervalli - quanti semitoni discendenti! Chiara Benati è stata allieva di Grandi, come pure Paolo Baioni. Sammarchi invece è stato allievo di Guarnieri, e Luppi della Furgeri, di Rovigo ma docente per tanto tempo a Bologna. Molta soddisfazione per me avere spinto questi compositori a scrivere per chitarra ed a collaborare con me ...tranne, come dicevo, Bach... e naturalmente anche Desderi!
  17. Sì, Ugoletti (il meno "bolognese" tra gli autori del concerto - in realtà vive vicino a Brescia ma a Bologna ha insegnato per un po') ha questa scrittura molto accattivante ed apparentemente un po' "crossover", anche se densa e strutturalmente rigorosissima (studiò anche con Donatoni). Gli Studietti sono 20, scritti di getto quasi tutti un paio di anni fa. I primi cinque sono pubblicati nella Antologia che curai per Carisch e che ora è uscita anche in cartaceo (si chiama "Chitarra Oggi"). I tre del concerto bolognese (19, l'11 ed il 14) sono ancora inediti. Spero di pubblicarli presto.
  18. Grazie. Nel sito forse non è indicato il violinista nei pezzi di Chiara Benati: è Vincenzo De Felice. Ed il secondo pezzo di Cappelli è: Frammento da "Memoria". "Per Maurizio" è il primo.
  19. Segnalo che presso la Radio Magazzini Sonori è possibile ascoltare in streaming il mio concerto di autori contemporanei "bolognesi" tenuto presso il conservatorio "Martini" di Bologna lo scorso 27 ottobre. In programma brani scritti per me da Adriano Guarnieri, Paolo Baioni (prima esecuzione), Chiara Benati, Paolo Ugoletti, Luigi Sammarchi (prima esecuzione), Gianpaolo Luppi, Cesare Augusto Grandi, BiancaMaria Furgeri, Gilberto Cappelli: http://www.magazzini-sonori.it/esplora/conservatorio_martini_bologna/concerto_piero_bonaguri.aspx La Sarabanda di Bach alla fine invece non è dedicata a me, non sono poi così vecchio...
  20. Incuriosito dalla citazione riportata da Bernardo Gui sono andato al sito del conservatorio di Brescia dove al momento è scritto così: "I Candidati Privatisti potranno sostenere gli esami, secondo il NUOVO ORDINAMENTO (Corso Pre-Accademico), ovvero gli Esami di Fine Livello e di Fine Corso, nelle Sessioni Estiva e Autunnale, presentando la domanda di iscrizione in Segreteria, con la compilazione del modulo e l'effettuazione del versamento richiesto...". Cioè è stato scritto, dopo NUOVO ORDINAMENTO e tra parentesi, Corso Pre-Accademico. In questo modo mi torna. Gli esami che si possono sostenere come privatisti sono solo quelli del pre-accademico, non quelli delle materie di biennio e triennio. Questo perché uno dei paradossi creati dalla riforma in Italia è che rimane ancora molto nel vago cosa succeda prima di triennio e biennio. In questa situazione si sono creati questi corsi pre-accademici, che in realtà non rilasciano più "titoli" ma semplici "attestazioni" valide a nulla (a differenza, ad esempio, delle vecchie licenze di solfeggio, storia, armonia, o di corso inferiore e medio che comunque erano titoli di studio veri e propri). Le attestazioni del preaccademico (che di per sé non si dovrebbe nemmeno fare in conservatorio, quando la riforma andasse totalmente a regime - ma non succederà- con la creazione di una estesa rete di licei musicali) non servono nemmeno a garantire l'accesso al triennio - nemmeno agli allievi interni del conservatorio, che dovranno sostenere un esame di ammissione al triennio, e poi al biennio, come tutti gli altri. Alcuni conservatori a questo punto concedono ai privatisti di sostenere esami per ottenere queste certificazioni, come dicevo valide a nulla o quasi - se non, immagino, a dare maggiori informazioni sullo studente al momento dell'esame di ammisssione al triennio. Per quanto riguarda triennio e biennio (ancora sperimentale, tra l'altro!) l'unica strada è entrare in conservatorio come allievo interno. Un'altra chicca: a Bologna al preaccademico gli anni di "teoria e solfeggio" (che non si chiama più così) sono diventati cinque al posto dei vecchi tre anni. Naturalmente, se si arriva al triennio, poi bisogna fare ulteriore corso di ear training...insomma, si suona meno ma si solfeggia moltissimo...
  21. Prendo spunto dal thread per annunciare che la prossima edizione del Convegno di Alessandria sarà sostanzialmente dedicata alla figura di Segovia nel venticinquesimo della scomparsa. Personalmente sono impegnato in molte iniziative "segoviane" durante quest'anno, e ne darò avviso periodicamente sul Forum. Spero ce ne siano tante altre, oltre a quelle nelle quali sono impegnato io. Sono molto contento, in particolare, di avere ricevuto quasi una ventina di nuovi pezzi scritti su mia richiesta in questi ultimi mesi da compositori non chitarristi in omaggio alla ricorrenza del venticinquesimo segoviano. Cito solo per ora la "Segoviana" di Davide Anzaghi, presidente della Societa Italiana di Musica Contemporanea, e la Fughetta di Marco Reghezza, di prossima esecuzione a Milano. Quanto alle domande che lei propone, credo che una risposta articolata ad esse vada oltre quello che realisticamente si può fare in un forum. Il mio contributo all'argomento si è espresso in brevi articoli e conferenze che riflettono il mio approfondimento della questione durante numerosi anni. Alcuni di questi contributi sono ancora inediti, altri sono reperibili nella sezione "articles" del mio sito www.bonaguri.com
  22. rispetto a quanto scrive Rossano Evangelisti: il mio parere su questa cosa l'ho già dato. Per quel conta, si sa che sono abbastanza perplesso anche sulla riforma in toto, almeno per come si sta applicando in Italia e nei paesi europei che ho visitato recentemente. Credo che gli effetti negativi, anche se improvvisamente tutti li notassero e si cambiasse strada a breve - cosa che non succederà - richiederebbero molto tempo per essere sanati. Detto questo, non direi che la riforma in sé sia lesiva del diritto allo studio: anche nella università non si possono dare esami da privatisti ed i veri guai, anche della università italiana, sono ben altri. In più, e proprio per la prevedibile morìa di iscrizioni che la riforma comporta e comporterà, è difficile prevedere che i conservatori si attivino per permettere anche ai privatisti di sostenere esami, rinunciando così proprio a parte di quelle iscrizioni che permettono agli stessi conservatori di esistere. Quando io auspico che anche i privatisti possano, almeno ancora per un po', dare esami,so bene di dire qualcosa di contrario all'interesse immediato della mia categoria. Non prevedo quindi che i miei colleghi si uniscano a questo auspicio.
  23. Il vecchio ordinamento non esiste più per legge. Forse a Vibo Valentia non lo sanno o fanno finta di non saperlo. Non esistendo più il vecchio ordinamento, che può essere portato a compimento solo da chi, al momento del passaggio definitivo al nuovo, era iscritto al conservatorio da interno secondo il vecchio ordinamento, gli esami di privatisti per il vecchio ordinamento sono illegali. Come già ho scritto qui, trovo ingiusto che solo agli iscritti in conservatorio sia data questa possibilità di completare gli studi secondo il vecchio ordinamento, però la legge mi sembra che parli chiaro. Chi sostiene quindi un esame del vecchio ordinamento da privatista in queste condizioni rischia l'annullamento dell'esame, anche in futuro - per esempio in caso di controversia legale riguardo al valore del titolo conseguito. ci sono rischi anche per i dirigenti che rendono possibili questi esami e per gli insegnanti che partecipano alle commissioni. Un docente di conservatorio, ed ancor più un direttore, "non può non sapere", come va di moda dire oggi.
  24. Segnalo questo interessante articolo di Nicoletta Confalone su Oscar Ghiglia, uscito su Art in Italy http://www.artinitaly.it/arte/index.php/2012/02/03/oscar-ghiglia-il-concerto-di-siena-e-il-giallo-de-la-giovane-chitarrista/
  25. No, non lo era per niente. Nel seguente video, dal minuto 9 al minuto 10 (per chi non volesse vederlo tutto) il musicologo Stefano Lombardi Vallauri dice e contestualizza la frase che poi ho citato nella domanda: A mio parere quello che lui dice in quel minuto vale anche per la musica di Chiara Benati, mentre, sempre a mio parere, non vale per la musica di tanti altri, anche illustri, compositori di oggi.
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