

Piero Bonaguri
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quante scale portare per il compimento inferiore?
Piero Bonaguri ha risposto a leo nella discussione Leggi e musica
E' vero che l'interpretazione dell'"agevole" è libera e quindi, teoricamente, qualsiasi interpretazione è sostenibile (tranne quella di portare una sola tonalità perché il testo, usando il plurale, suppone che siano più di una). Credo però, pensando almeno alla mia lunga esperienza di commissario d'esame in conservatorio - dal 1983 - che se invece di sei scale se ne portano otto o dieci sia più facile evitare (per quel che valgono) perplesse alzate di sopracciglia di qualche commissario. -
Musica brutta o interpreti scadenti?
Piero Bonaguri ha risposto a paolor nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
A conforto della convinzione di Lulù cito una frase della grande pianista russa Marija Judina (1899-1970), tratta da una sua lettera del 1961: " Posso ascoltare all'infinito, con gioia, Brahms...oppure la Johannes Passion o suonare ogni giorno a casa il clavicembalo, perché questa ormai non è più musica, ma Religione. Ma suonare, suonare tra la gente e per la gente è possibile soltanto con il linguaggio e la tensione della nostra epoca". Mi pare notevole che lei trovasse una ragione per suonare musica contemporanea (e anche per questo fu perseguitata in Unione Sovietica) proprio nel suo desiderio di comunicare con la gente. Del resto, questo incide anche sul modo di suonare la musica del passato. Quando dopo un concerto le chiesero perché aveva suonato così velocemente un Preludio di Bach, lei disse "Ma perché adesso c'è la guerra!" -
pubblicazione Antologia didattica musica contemporanea, AAVV
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Sono d'accordo. Ogni autore esprime se stesso anche nello scrivere (o scegliere di non scrivere) presentazioni ai propri pezzi; forse per questo non tutti l'anno voluto fare, ed ogni presentazione è anch'essa assai personale. A titolo di esempio copio quella di Umberto Bombardelli al primi due dei suoi Cinque Pezzi: I La linea di sviluppo del brano è il tentativo di affermarsi di un canto (inteso come gesto cantabile, più che come presenza reale di una linea melodica) un po' doloroso, messo continuamente in discussione da elementi estranei (es. b.8, 11, 14, 25-30) che gli fanno assumere un tono ancora più nostalgico. 1. Si raccomanda un grande rispetto delle indicazioni dinamiche, in coerenza con l'indicazione "Con grande espressione". 2. Le indicazioni di lasciar vibrare (l.v.) sono molto importanti: ne scaturiscono delle risonanze armoniche che non devono essere assolutamente eliminate. 3. Il clima espressivo generale è misterioso; far emergere decisamente solamente l'episodio in pizz. dei bb. 25-29. II Il decorso è simile a quello del brano precedente. L'elemento di contrasto (es. b.3, 5-9 e simili), tuttavia, ha un piglio affermativo e spavaldo che fa assumere al brano un carattere che ricorda il Flamenco (in particolare nelle tambora e negli accordi staccati di b.34-42). 1. Le battute iniziali, con piglio solenne e appassionato. 2. Le acciaccature, veloci e rigorosamente in battere. 3. Ben tenute le corone lunghe "Senza tempo" sugli armonici, come un momento di assoluto stupore. 4. Rispettare sempre le indicazioni dinamiche, soprattutto nei mutamenti improvvisi. 5. Le "scalate" ascendenti e discendenti (es. bb. 3-8 e simili) sempre con piglio virtuosistico e una certa libertà, ma senza mai cedere. 6. bb. 34-42 molto ritmiche, come il ricordo di un Samba. -
pubblicazione Antologia didattica musica contemporanea, AAVV
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Provo a rispondere. 1) In sé l'idea di "introduzione alla musica contemporanea per chitarra" mi sembra chiara ed ha precedenti esempi, tra l'altro, nelle raccolte di Smith Brindle (Guitarcosmos). negli Studi di Dodgson e in altre opere, alcune anche pubblicate in Italia. Nello specifico l'idea di partenza è stata quella di chiedere a compositori con cui ho rapporti di collaborazione di scrivere studi o pezzi (tenendo comunque presente una preoccupazione didattica) che introducessero al loro modo di scrivere o più in generale ad aspetti del linguaggio musicale di oggi. Avevo già del materiale (richiesto poco tempo prima ad alcuni compositori in occasione del corso annuale sulla musica contemporanea che ho tenuto a Faenza). Partendo da lì ho cercato di integrare con ulteriori richieste, anche perché non è poi stato possibile pubblicare nella Antologia alcune delle cose che avevo utilizzato al corso di Faenza, come gli Studi di Luca Belloni. Un ulteriore aspetto che rende "introduttiva" la raccolta sono le premesse alle loro opere scritte da alcuni compositori e pubblicate nel volume: non appena una "legenda" relativa a particolarità di scrittura che andavano spiegate, ma una sorta di inizio di dialogo con il giovane interprete in cui il compositore spiega perché ha scritto quello che ha scritto, talvolta suggerendo spunti per l'interpretazione. Lo stesso ampio numero di pezzi contenuti in un singolo volume e la loro diversità (e valore artistico, se posso) può essere di stimolo ad aprirsi ad un mondo ricco e variegato. 2) il ventaglio di difficoltà è ampio, come richiesto anche dall'editore. I pezzi di Davide Anzaghi sono volutamente semplici (adatti a studenti a partire dal secondo - terzo corso) , come pure è abbastanza semplice il primo dei tre Studi di Alessandro Spazzoli. Direi che dal quarto - quinto anno fino al livello del corso medio può stare quasi tutto il resto, mentre forse qualche pezzo va oltre. Paolo Ugoletti è riuscito a contenersi abbastanza (come difficoltà) nei cinque Studietti qui pubblicati, ma poi si è lasciato prendere la mano ed ha scritto altri Studietti, ancora inediti, decisamente più lunghi e difficili. -
pubblicazione Antologia didattica musica contemporanea, AAVV
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Il volume è ora disponibile per il download e l'indice analitico è in preview dal sito. Dalla preview riporto per comodità la mia introduzione. Piero Bonaguri Introduzione I programmi del corso decennale di chitarra, più recenti rispetto all’impianto di altri corsi tradizionali dei conservatori, danno giustamente un considerevole spazio all’affronto del repertorio contemporaneo. E’ presumibile pensare che anche i programmi di prassi strumentale dei nuovi trienni e bienni mantengano tale impostazione. Si tratta, infatti, di una scelta giusta sia in sé che in relazione alla peculiarità del repertorio chitarristico, che in un certo senso permette meno di “riposare sugli allori” del passato e spinge l’interprete consapevole ad una continua ricerca di espansione del repertorio di questo strumento. Occorre tenere presente che la chitarra, infatti, proprio nella produzione compositiva contemporanea torna ad essere oggetto di attenzione “alla pari” con gli altri strumenti da parte dei compositori, anche di quelli che non la suonano, come probabilmente mai è avvenuto nel corso della sua storia. In questo quadro non sono mancate iniziative lodevoli per creare un repertorio didattico che favorisca nello studente l’approccio alla musica contemporanea - caratterizzata peraltro, come si sa, da una enorme varietà di stili e linguaggi. La presente pubblicazione di studi e pezzi di carattere introduttivo alla musica contemporanea (a volte sarà arduo stabilire il confine tra “studio” e “pezzo” ) si inserisce in questo contesto con una peculiarità: i compositori qui rappresentati (solo uno di essi è anche chitarrista) fanno parte di un gruppo di musicisti con i quali collaboro e che amo eseguire (l’elenco è rappresentativo ma non completo: purtroppo per varie ragioni non è stato possibile inserire tutti gli autori che avrei desiderato) L’essere uniti dalla relazione professionale con un interprete e con le sue scelte probabilmente favorisce alcune caratteristiche comuni agli autori ed al repertorio presentato, senza peraltro inficiare la originalità di ogni compositore. E’ certo evidente che il presente volume non si pone come una introduzione a “tutti” i modi di scrivere oggi, o alla maggior parte possibile di essi – nonostante il numero alto dei pezzi qui contenuti ed anche l’ ampio ventaglio di stili rappresentati. Questa Antologia è quindi, evidentemente, frutto di una scelta (ad esempio: autori che amano “comunicare” col pubblico, o che privilegiano in genere quel modernissimo “ritorno al suono”, che sembra seguire ad una fase del recente passato più aperta ad ogni tipo di sperimentalismo anche fonico). Una scelta che è diventata, anche, storia di un percorso professionale mio che si è intrecciato alla creatività di amici musicisti, diventando per me occasione di crescita artistica ed anche una “strada” professionale . L’angolatura da cui nasce il presente volume costituisce, oltre che un inevitabile “limite” (se vogliamo usare questo termine), anche un suggerimento che riscopro sempre più importante per me e che è parte anche del mio modo di insegnare: quello per cui ogni interprete viene invitato a darsi sempre le ragioni di ciò che suona, a chiedersi cosa val la pena di studiare e proporre, e perché. Anche nel presentarsi come espressione di un percorso personale, e nel facilitare perciò l’emergere di una presa di posizione personale dell’allievo, questa raccolta esprime, e forse nel modo più profondo, un intento pedagogico. Quasi a facilitare un ideale dialogo tra il compositore e l’interprete - preludio a quello, più o meno esplicito, tra l’interprete ed il pubblico - alcuni compositori presentati in questo volume hanno accettato di esplicitare le intenzioni che li hanno spinti a scrivere questi pezzi e, conseguentemente, a fornire indicazioni utili al loro approccio da parte di chi li suona. Piero Bonaguri, settembre 2010 -
Consigli per unghie mano destra
Piero Bonaguri ha risposto a uddi87 nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Se i prodotti che agiscono sull'unghia non danno risultati il problema potrebbe essere dovuto a cause interne, come una insufficienza di calcio nell'organismo. In qualche adolescente questo può essere legato semplicemente al maggior fabbisogno di calcio delle ossa in quel periodo della vita, e si potrebbe risolvere aumentando il contenuto di calcio nella dieta o assumendo qualche integratore consigliato dal medico. -
pubblicazione Antologia didattica musica contemporanea, AAVV
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Altre discussioni sulle pubblicazioni
Sono lieto di segnalare l'uscita di una nuova pubblicazione che ho curato per Carisch: "Chitarra Oggi", antologia di 33 studi e pezzi introduttivi alla musica contemporanea per chitarra. L'antologia fa parte del nuovo, vasto progetto "Carisch Educational": un'ampia serie di volumi dedicati a quasi tutti i corsi di conservatorio, in uscita a basso prezzo (che sarà ancora più basso per gli studenti dei conservatori convenzionati - quasi tutti i conservatori italiani). Ogni volume potrà essere scaricato in download dal sito http://www.notedigitali.com oppure acquistato in formato cartaceo nei negozi di musica. Il volume che ho curato, di quasi settanta pagine, raccoglie opere inedite di dieci compositori italiani scritte per me, quasi tutte tra il 2009 ed il 2010. Alcuni compositori hanno fatto precedere i loro lavori da brevi note introduttive rivolte agli studenti che affronteranno le composizioni. Ulteriori informazioni su tutta la collana si trovano al sito http://www.notedigitali.com (cliccando sul quadratino azzurro "chitarra"si vede l'elenco di tutti i volumi dedicati al percorso di studi dello studente di chitarra). -
Musica brutta o interpreti scadenti?
Piero Bonaguri ha risposto a paolor nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
La questione si sta allargando verso l'off topic; mi ero limitato a citare la frase attribuita a Segovia per mostrarne la pertinenza al tentativo editoriale di Catemario. Certo nelle scelte di repertorio di Segovia giocava la sua sensibilità, le sue possibilità di conoscenza e di rapporti (come per ciascuno di noi) ed anche una considerazione molto precisa e realistica sul contesto nel quale operava, molto diverso da quello in cui operano quasi tutti i chitarristi di oggi. Lui cioè si guadagnava da vivere suonando, e suonando nei grandi centri musicali e per un pubblico di un certo tipo (che magari aveva ascoltato la settimana prima Cortot e la settimana dopo avrebbe ascoltato Casals) al quale già doveva far "digerire" la presenza stessa della chitarra...non mi dilungo, ma pare che ce l'abbia fatta benino. Il paragone con l'oggi è improponibile, oltre che per il mutato contesto della vita concertistica, anche per la quasi totale autoreferenzialità dell'ambiente attuale della chitarra, cosa di cui non mi pare possiamo andare particolarmente fieri, per tante ragioni. Certo, alcuni nuovi dogmi degli anni settanta che sembravano aprire chissà quali strade (guai a non fare le suites di Bach "per liuto" tutte intere) oggi sono già un po' ridimensionati, e la semplice idea di suonare sulla chitarra quello che sulla chitarra viene meglio si sta rivelando non poi così da trogloditi; e credo si potrebbe continuare con questi esempi. Ma sarebbe un discorso lungo e off-topic. -
Musica brutta o interpreti scadenti?
Piero Bonaguri ha risposto a paolor nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Andando al link postato da Guitar Hero si vede che la famosa citazione sugli interpreti e la musica bella e brutta è di Segovia. Se questo è vero (confesso che non conoscevo questa frase di Segovia) credo che il suo senso originario non sia quello ipotizzato da paolor, quanto piuttosto quello, usando un linguaggio paradossale che a Segovia piaceva, di mettere in luce il fatto che suonando male si può rovinare musica bella e suonando bene si può valorizzare quella meno bella. Sappiamo da altre cose che ha scritto Segovia (ad esempio la prefazione ai Venti Studi di Sor) che lui aveva un giudizio sul repertorio originale per chitarra non particolarmente entusiasta (e secondo me realistico). Da un lato ha quindi cercato di ovviare al problema promuovendo la nascita di nuovo repertorio, dall'altro ha riproposto quello che secondo lui si poteva riproporre del repertorio originale in modo tale che (grazie sia alla scelta e contestualizzazione nei programmi che alla sua arte interpretativa) non sfigurasse nel paragone con altri repertori, paragone che era immediato - è bene ricordarlo - per il pubblico al quale Segovia si rivolgeva quando suonava nelle stesse sale in cui suonavano Cortot e Menuhin. In realtà il senso della operazione (e quindi della frase, se autentica) al di là del paradosso, era di valorizzare il più possibile ciò che era valorizzabile, non certo di proporre cose brutte. Da questo punto di vista aiutare l'interprete a rapportarsi con un testo è certamente utile, e ben venga il volume di Catemario se a questo può aiutare. Non ho potuto leggere nella preview del volume quello che Catemario scrive sul senso implicito del testo, ma certamente un aspetto di questo problema è quello di non lasciarsi travolgere dal gesto strumentale facendo cose che "suonano bene" perché assecondano la natura dello strumento, ma occultano le qualità formali della musica. E' un problema che sorge ad esempio nell'interpretare musica per chitarra del primo Ottocento, scritta avendo in mente e in qualche modo mimando le sonorità del fortepiano o del quartetto d'archi. In questi casi l'equilibrio delle sonorità va cercato capendo cosa il compositore aveva in mente ed a quali modelli si riferiva, piuttosto che facendo quello che viene istintivamente da fare. Non a caso sempre Segovia raccomandava ai chitarristi di ascoltare soprattutto altri strumentisti... -
Colloquio con Roberto Tagliamacco sul web
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Mi permetto di segnalare l'uscita su DotGuitar , nella mia rubrica "Dialoghi con i compositori", di una conversazione con il compositore Roberto Tagliamacco. Prendendo spunto dalla sua recente pubblicazione per Ut Orpheus del suo lavoro "Una Storia Incredibile" Tagliamacco parla della sua concezione estetica, del suo percorso compositivo e del suo modo di scrivere per chitarra, del suo rapporto con gli interpreti ed il pubblico. L'intervista si trova qui: http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/tagliamacco.html -
Fate finta che sia scemo
Piero Bonaguri ha risposto a Gianmattia Loretti nella discussione Leggi e musica
Rispondo a botta calda: dipende dalle intenzioni. Se uno è già deciso a puntare sullo studio della chitarra, la cosa principale in assoluto rispetto all'obiettivo è curare la bontà della preparazione (in fondo se entra in conservatorio a fare anche il cosiddetto corso di base farà, più o meno, quello che si faceva prima con il vecchio corso ordinamentale e quindi sostanzialmente il risultato dipende dal maestro che si trova e dalle capacità ed impegno dell'allievo). Poi, al momento di fare il triennio ed il biennio, può guardarsi attorno, anche all'estero come diceva Cristiano, in base non solo alla qualità dell'insegnamento ma anche a come viene organizzata la cosa. Per come conosco la situazione europea (girando per i concerti e facendo alcuni Erasmus come docente all'estero) da un lato mi pare che sia generale la lamentela circa la difficoltà di combinare uno studio strumentale rigoroso con tante altre materie; d'altra parte mi sembra che in Italia (salvo magari lodevoli eccezioni) abbiamo copiato male l'errore della riforma universitaria (sarebbe interessante vedere quanti venivano a fare l'università in Italia una volta e quanti ci vengono adesso), scambiando la cultura con una infarinatura generica di mille materie; per cui il risultato è che nel conservatorio "riformato" (e senza soldi, e con strutture vecchie...) si rischia di suonare poco e di dover in cambio frequentare letteralmente varie centinaia di ore l'anno suddivise in molte materie di cui, giocoforza, si può approfondire ben poco. Tutto questo non credo sia successo per caso, ma per una scelta deliberata, frutto di una precisa impostazione culturale. Se l'importante è, invece, accumulare titoli di studio sperando che la somma dei punteggi aiuti a trovare lavoro da qualche parte al di là della reale preparazione (cosa peraltro abbastanza probabile in Italia) forse conviene rassegnarsi alla situazione e cercare di fare incetta di titoli. Se poi uno è di temperamento bellicoso potrebbe provare a pretendere ancora l'iscrizione al vecchio ordinamento o a dare esami da privatista; la strada a prima vista sembra preclusa, ma forse esistono i margini per piantare una grana legale; con che esiti, e soprattutto in che tempi, non saprei dire. -
Fate finta che sia scemo
Piero Bonaguri ha risposto a Gianmattia Loretti nella discussione Leggi e musica
Riguardando il messaggio di Gianmattia Loretti vedo che la mia prima risposta potrebbe non servirgli molto in quanto si limita a dare un quadro generale, secondo la mia interpretazione. Per essere più preciso sulle questioni da lui poste: può (per l'anno accademico 2011-2012) iscriversi al triennio (ove questo risulti attivato, ma credo che a tutti i conservatori convenga attivarlo), essendo maggiorenne, e posto che abbia un titolo di maturità superiore, sottoponendosi ad esame di ammissione secondo il programma d'esame che ogni conservatorio deve rendere disponibile. Se gli va bene, ottiene l'idoneità e può entrare - in base al numero di posti disponibili. Pare al momento che la frequenza al triennio (abbastanza pesante in termini di corsi, perché funziona secondo il sistema universitario ed ogni corso dà un tot di crediti da sommare per arrivare al minimo richiesto) non sia incompatibile con la contemporanea frequenza alla università (teoricamente; credo lo sia nei fatti, e comunque ogni conservatorio espone la sua "offerta formativa" con le materie ed il numero di ore di frequenza di ciascuna). In alternativa, può sostenere l'esame d'ammissione per entrare al corso di base (o pre-afam); anche in questo caso si stila poi una graduatoria degli idonei, che entrano in base al numero di posti disponibili. In questo caso non è richiesta la maggiore età (anzi, i piccoli sono favoriti a parità di livello) e la maturità superiore. La frequenza ai corsi pre - afam non garantisce l'accesso automatico al triennio; per quello, come già scritto, occorrerà sottoporsi ad ulteriore esame di ammissione. Diciamo - orientativamente - che il livello richiesto per l'accesso al triennio è di un sesto- settimo corso del vecchio ordinamento (qualche anno fa era più alto, ma ora la tendenza è ad abbassarlo). Il biennio di specializzazione (a cui si accede con altro esame, e teoricamente basterebbe avere un triennio di una qualsiasi facoltà, non necessariamente del conservatorio) è al momento ancora sperimentale, ma grosso modo funziona come il triennio (offerta formativa da parte del conservatorio, scelta del piano di studi da parte dello studente). Qui è più fondato il rischio della inutilità di sottoporsi ad esame (se ci sono troppo pochi candidati il conservatorio può decidere di non attivare il biennio, magari dopo avere svolto gli esami di ammissione....) Spero di essere stato più concreto. -
Fate finta che sia scemo
Piero Bonaguri ha risposto a Gianmattia Loretti nella discussione Leggi e musica
Al momento la situazione pare questa. la legge 508 (approvata oltre dieci anni fa) stabiliva il passaggio dal vecchio ordinamento (corso di dieci anni, per noi chitarristi, esami da privatisti possibili, eccetera) al nuovo (3 più 2, triennio più biennio, sul modello della fallita riforma universitaria per capirci: quindi senza possibilità d'esame per i privatisti e con accesso riservato ai maggiorenni provvisti di maturità superiore). A molti sembrò un passo per evitare la secondarizzazione dei conservatori - tralascio sulla valutazione del risultato, secondo me disastroso, perché so che non tutti sono d'accordo su questo punto. Di fatto la legge risulta ancora inapplicata, perché (solo ora) i trienni non sono più sperimentali, mentre i bienni ancora sì (forse per pressioni del potentissimo mondo universitario) ed i titoli rilasciati (bienni superiori) pare che abbiano ben poco valore. Inoltre i licei musicali solo ora stanno iniziando i primi timidi passi, quindi, ammesso che a uno piaccia il percorso ipotizzato (scuola media musicale, liceo musicale, triennio e biennio in conservatorio, eventuali ulteriori specializzazioni) di fatto questo percorso al momento non risulta percorribile, è una cosa che ancora non c'è- cioè, non c'è tutta. Ora il ministero (cioè l'ufficio del dottor Civello) dice: siccome i trienni sono andati a regime il vecchio ordinamento è abolito. (In più, proprio perché mancano i licei, i conservatori debbono preoccuparsi anche di garantire il percorso previo, accettando allievi ai cosiddetti corsi pre-afam: praticamente, si entra, si frequentano corsi di base, e poi si prova ad entrare al triennio). Secondo me dire che il vecchio ordinamento è abolito è ancora una interpretazione, anche se proviene da fonte autorevole, perché il vecchio ordinamento (che è una legge dello Stato) secondo me può essere abolito solo dal nuovo (cioè da un'altra legge dello stato - la 508 applicata integralmente), ma dal nuovo completo di tutte le sue parti e non monco come è ora. Si aprono perciò, nonostante le perentorie affermazioni dell'Ispettorato, tempi che immagino burrascosi, in attesa di una definitiva chiarezza (almeno legislativa) che potrebbe venire solo da una integrale applicazione della 508. Questo, almeno, è il mio parere. -
Registrazione integrale della musica di Barrios: completa.
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
E' la prima volta nella storia, una bella impresa. Complimenti! -
pubblicazione Hommage à Manuel de Falla, Alexandre Tansman
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Per ora me lo sono suonato approfittando del cd "minus one" e la prima impressione è proprio che si tratta di un bellissimo pezzo. Mi colpisce anche la capacità "mimetica" di Tansman nel far suo lo stile di De Falla (chissà se l'intento originario era quello di proporlo pubblicamente come opera dello stesso Tansman o non piuttosto, alla maniera del da poco scomparso Ponce, come un "ritrovamento" di De Falla - anche lui da poco passato a miglior vita?). Di fatto, forse con la complicità della tua orchestrazione, sento qui riecheggiare atmosfere delle "Noches". Qualche anno fa ascoltavo spessissimo questo pezzo e fantasticavo di un possibile Concerto di De Falla per chitarra ed orchestra … magari l’idea era venuta molto prima a qualcun altro … Complimenti vivissimi e la miglior fortuna a questa nuova uscita! -
pubblicazione Hommage à Manuel de Falla, Alexandre Tansman
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Ho ricevuto anch'io il volume e mi unisco ai rallegramenti per questa pubblicazione che rende finalmente disponibile un apporto così significativo al repertorio della chitarra. Leggo nella prefazione, scritta da Frédéric Zigante (che assieme a Luigi Biscaldi ha collaborato con Angelo Gilardino alla revisione dell'opera), che in uno dei numerosi manoscritti che sono serviti per preparare la pubblicazione la parte d'orchestra era scritta su due sistemi, come se si trattasse di una parte pianistica, ma con alcune indicazioni circa gli strumenti da usare.n realtà quindi si trattava di un abbozzo di orchestrazione. Se possibile, mi piacerebbe che Angelo Gilardino ci raccontasse un po' di questo suo lavoro di orchestrazione del Concerto. -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Non c'è problema, faccio un copia e incolla dal mio sito web dell'elenco della produzione chitarristica di Cappelli; l'elenco non è completissimo, ma da un' idea. Ove non diversamente specificato, i pezzi si intendono per chitarra sola. Gilberto Cappelli: Memoria (Ricordi), Tre Frammenti (Ricordi), Contrappunto per Ockeghem, Rasgueados, Cerco un Paese Innocente (narrator and guitar, Rai Trade), Due Postludi per un regalo, Per Raffaella, Per Andrea, Per un Battesimo, Alla Mamma di Andrea, Preludio per un Battesimo, Postludio per un Battesimo, Postludio, Frammento, Per Piero, Frammento Bianco, Corale, Canzona, Gloria, Per Maurizio, Suoni di Luce (vl and gtr, Ricordi), Voci di Luce (vl and gtr), Due Canti Russi (voice and gtr), Due Canti Russi - second setting (voice and gtr), Variazioni su Nulla (soprano and gtr), A Corde (gtr and pf, Ricordi), Sette Salmi (gtr and choir), Salmo VIII - Musica Reservata (male choir, gtr, trombone, doublebass) -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
E' vero. Ho fatto fotocopie rimpicciolite delle pagine e le ho incollate per evitare le voltate di pagina. Quanto alle registrazioni, anche in rete ne circola già qualcuna mia, di tutti e due i pezzi. Ma in qualche modo rendono solo parzialmente l'idea dello "sconquasso" che crea questa musica eseguita dal vivo. Comunque l'idea di raccogliere in disco almeno alcune di queste nuove composizioni c'è (sul solo Cappelli chitarristico si potrebbe fare almeno tutto un cd monografico). -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
E' stata una decisione dell'editore, che ha preferito in questo caso, eccezionalmente, mantenere nella edizione il "gesto" grafico del compositore, ritenuto particolarmente pregnante. Cappelli ne è stato contento. I prossimi numeri della collana torneranno ad essere pubblicati secondo gli standard grafici di Ut Orpheus. Approfitto per segnalare che per il Festival Milano Musica è prevista la prima esecuzione di un brano di Cappelli per ensemble, brano commissionato dal Festival. Lo eseguirà l'ensemble da camera dei Berliner Philarmoniker diretto da Andrea Pestalozza. Milano, Teatro San Fedele, 10 ottobre 2010, ore 20.30. Ciao, Piero -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Non è affatto una curiosità stupida, Giorgio: in effetti si tratta di una scelta precisa dell'editore, che ha apprezzato il "gesto" grafico del compositore al punto da preferire la pubblicazione del facsimile del manoscritto. In casa editrice c'era quasi il timore che questa cosa venisse vista come un ripiego per spendere meno, mentre invece Cappelli ne è stato contentissimo, a riprova che la tua intuizione sul valore aggiunto del gesto- almeno in certi casi - è azzeccata. Del resto, Cappelli è anche pittore, come molti che lo conoscono da tempo (tra cui il sottoscritto) hanno imparato solo da pochi anni, avendo egli tenuta nascosta per decenni questa attività. L'immagine di copertina del volume Ut Orpheus è un quadro dello stesso Cappelli, "Autoritratto 1". -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Ti sarò grato delle tue osservazioni, Cristiano. Approfitto della relativa calma attuale del forum per dire che sono un po' trepidante nel "licenziare" la pubblicazione di questi pezzi, del cui valore "assoluto" - ma anche della concreta efficacia concertistica - pure sono certissimo, avendoli suonati molto spesso in questi anni. Il motivo della mia trepidazione è legato ad aspetti innovativi del pensiero musicale ed anche strumentale di Cappelli, di cui la partitura riesce a dare conto fino ad un certo punto (e mi sovviene quella frase che Diaz cita avendola ascoltata da Celibidache , ma che credo risalga a Mahler: "nella partitura c'è scritto tutto, tranne l'essenziale..."). Ad esempio, l'idea di tremolato "vocale" che Cappelli impiega recentemente può sembrare a prima vista, come qualche collega mi ha detto, poco chitarristica; io so per esperienza che non è così, ma è anche vero che trovare il modo di fare quello che il compositore aveva in mente ha richiesto molto tempo e prove assieme a lui. Un altro punto riguarda le dinamiche: per quanto Cappelli scriva fortissimo con tre o quattro f, sforzatissimo (sfffz!), "lacerante", e cose del genere, chi non è familiare con la sua musica può non immaginare "fino a che punto" lui intenda spingere la dinamica. Ed anche l'ascolto delle registrazioni, abbiamo constatato, aiuta fino ad un certo punto: per rendersi ben conto occorrerebbe ascoltare dal vivo una esecuzione approvata dall'autore. Quando l'anno scorso gli feci ascoltare per la prima volta "Per Maurizio" che stavo studiando - e avevo già forse due decenni di esperienza di collaborazione con lui, a Cappelli piacque l'esecuzione, ma mi fece notare che all'inizio lui aveva scritto "piano" e non "pianissimo","perché voglio qualcosa di doloroso, non di intimistico" mi disse. A me la chitarra "intimistica" piace molto, anche per indole mia, ma Cappelli è Cappelli... C'è poi un ultimo punto, legato ai precedenti : mi riferisco a questa scrittura essenziale dell'ultimo Cappelli, con pochissimi suoni, frutto di una decantazione (e di uno studio sulla serie dodecafonica) rispetto al periodo iniziale in cui Cappelli scriveva moltissimi suoni. La sua idea è di dire tantissimo con pochissimo; per esperienza posso dire che funziona, ma ricordo l'espressione perplessa di un compositore al vedere uno spartito dell'ultima fase compositiva di Cappelli: "mah, tutte quelle minime...". Comunque credo che il "rischio" di pubblicare andasse corso; dovrebbe uscire presto qualche scritto su Cappelli che magari aiuterà di più e di cui darò notizia... e in fondo, come dicevo qualche settimana fa in Spagna nella mia chiacchierata su Villa - Lobos, nello scrivere il compositore fa appello alla amicizia degli interlocutori (nel senso che senza un desiderio cordiale di "mettersi in sintonia" da parte di chi suona o ascolta, per quante indicazioni si scrivano sulla partitura non ci si capisce)... -
pubblicazione Due pezzi per chitarra, Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Altre discussioni sulle pubblicazioni
Sono particolarmente lieto di annunciare l'uscita, per i tipi di Ut Orpheus, del secondo volume della collana di musica contemporanea da me curata: si tratta di "Per Piero" e "Per Maurizio", due recenti composizioni per chitarra sola di Gilberto Cappelli, uno dei più importanti compositori italiani. Cliccando sul link qui sotto è possibile visionare le pagine iniziali dei due pezzi e leggere informazioni sui brani e sul compositore http://www.utorpheus.com/utorpheus/product_info.php?products_id=2167 -
Registrazione
Piero Bonaguri ha risposto a Salvo nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Non conosco quella particolare scheda, spero che abbia almeno due ingressi microfonici perché per ottenere un risultato professionale meglio avere una coppia di microfoni e di conseguenza un segnale stereofonico - i posizionamenti dei microfoni sono varii, e si trovano utili informazioni anche in rete. Per una registrazione di qualità alta occorre orientarsi verso microfoni a condensatore, più buoni sono e meglio è (per esempio i Neumann k184 sono molto buoni) ed anche su un preamplificatore silenzioso (a volte la scheda ha un suo preamplificatore, ma non è detto che sia di grande qualità).Escluderei proprio il pickup. Quanto al software, anche qui la scelta è vastissima. Anche se non è tra i più gettonati, a me piace tantissimo Adobe Audition (che una volta si chiamava Cool Edit). Alternative note sono, ad esempio, WaveLab e Sound Forge. L'home recording è un mare magnum ma secondo me val la pena di addentrarvisi, anche per ascoltarsi meglio. Segnalo anche un registratore portatile stereo, lo Zoom h4, che per un "entry level" è molto buono: ha già due buoni microfoni incorporati con ingressi per eventuali microfoni esterni; può fungere da scheda audio permettendo di registrare direttamente su Hard disk; è portatile; regala un buon software, Cubase;può registrare a frequenze di campionamento elevatissime, oltre lo standard cd; costa abbastanza poco, sotto i 300 euro. -
Tremolo Recuerdos de la alhambra
una discussione ha risposto a Piero Bonaguri in Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
La brevità in questo caso è un pregio, essendo la domanda chiarissima... In originale il tremolo all'inizio è sulla seconda corda. Questo non significa, a mio avviso, che non sia possibile sperimentare altre diteggiature. Se non ricordo male, ad esempio, anche Alirio Diaz lo ha suonato con inizio sulla prima corda a vuoto. -
Julian Bream, oggi
Piero Bonaguri ha risposto a Gaetano Balzano nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Nel film ho trovato molti spunti interessanti su come nasce e si sviluppa una carriera artistica: una "spinta" interiore, favorita da circostanze "casuali" (il padre chitarrista dilettante), un ambiente favorevole (la società di chitarra classica che scopre la bravura del bambino quasi all'insaputa dello stesso - Segovia dice che i suoi amici fecero qualcosa di simile con lui - la possibilità di frequentare gratuitamente il Royal College ), le occasioni colte al volo (il libro di Dowland trovato per caso in biblioteca, il desiderio di farsi costruire un liuto da un costruttore di clavicembali) gli incontri (Peter Pears, Rawsthorne in occasione del film di cui Bream fa la colonna sonora, Britten, Walton...) le scelte personali (la passione per il jazz, il repertorio contemporaneo inglese su cui "rischia", l'idea di proporre una suite intera di Bach, idea che gli viene dagli studi pianistici e violoncellistici)... Un grande talento, una carriera che sembra essersi svolta tranquillamente - a parte le difficoltà economiche iniziali... - ma certo molti spunti di riflessione per chi, in circostanze molto diverse, oggi vuole "provarci"...