

Piero Bonaguri
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Sarabanda dalla suite "L'infidele" di Sylvius Leop
Piero Bonaguri ha risposto a TavolaAbete nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
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Sarabanda dalla suite "L'infidele" di Sylvius Leop
Piero Bonaguri ha risposto a TavolaAbete nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
Non vedo perché non si dovrebbe. Naturalmente in quella prova d'esame di diploma è richiesto al candidato di presentare la propia trascrizione del brano. Non sta scritto da nessuna parte che il pezzo non possa già essere stato trascritto da qualcun altro, né che il candidato ne debba essere all'oscuro. Però formalmente il candidato presenta la sua trascrizione; per cui la dovrebbe portare fisicamente all'esame e lasciarne alla commissione almeno una copia perché possa essere allegata al verbale d'esame; ed è buona norma avere con sé anche copia della intavolatura che si è impiegata per fare la propria trascrizione, che potrebbe anch'essa essere allegata al verbale d'esame. Ricordo che un candidato privatista una volta portò all'esame la Toccata per Spinetta ovvero liuto di Frescobaldi, brano di cui non esiste una intavolatura per liuto. Molto probabilmente il candidato non aveva fatto altro che ricopiare a mano una trascrizione già esistente...ecco, sarebbe meglio evitare figuracce di questo genere che possono portare alla sospensione dell'esame... -
Questi brani sono adatti al diploma?
una discussione ha risposto a Piero Bonaguri in Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
E se si affogasse??? Per evitarlo bisogna seguire una buona bussola (un gusto educato) -
Questi brani sono adatti al diploma?
una discussione ha risposto a Piero Bonaguri in Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
Concordo con Signorile. Joaquìn Turina è stato inserito nella sezione "d" della lista, e se l'Homenaje a Tarrega non è stato messo lì vuol dire che chi ha stilato il programma lo riteneva (a torto o a ragione) meno interessante del Fandanguillo o della Sonata; a questo punto io non consiglierei di proporre quel pezzo al punto "e". Sulla scelta, in un panorama ormai smisurato, risulta problematico sostituirsi all'insegnante senza conoscere l'allievo. Mi pare che in definitiva le opzioni siano due: se non ci si sente particolarmente portati verso la musica contemporanea si potrebbe dignitosamente optare per autori che, pur essendo viventi o scomparsi da poco (e quindi cronologicamente incontestabili) hanno adottato una scrittura non particolarmente innovativa (per capirci). Per esempio scegliendo qualcosa di Rodrigo (non tutto è difficilissimo) oppure di Margola, Duarte, eccetera (credo di essermi spiegato a sufficienza). Non sarebbe tuttavia male, e probabilmente più adatto allo "spirito" di chi ha stilato il programma, attenersi ad autori che, in un modo o nell'altro, possano rientrare in quelli che Gilardino potrebbe definire del "day after", cioè che hanno fatto esplicitamente i conti con quanto è successo nel linguaggio musicale nell'ultimo secolo. Anche qui, i livelli di difficoltà ad anche gli stili sono diversissimi, e si potrebbe benissimo trovare un autore di oggi che scrive in un modo che a prima vista richiama molto la musica del passato, ma, appunto, evidentemente collocato dopo il "day after". Io cercherei comunque di attenermi ad autori che abbiano almeno una professionalità riconosciuta o riconoscibile nel mondo della musica contemporanea (diciamo, come livello minimo, che siano diplomati in composizione - o che potrebbero agevolmente essersi diplomati in composizione se avessero deciso di farlo). Questo non mette del tutto al riparo da rischi, specie nella esteticamente litigiosissima Italia; ma, per fare un esempio, credo che nessun compositore serio possa dubitare (volente o nolente) della professionalità di un Paolo Ugoletti, anche se fosse di tendenze estetiche opposte alle sue. Alcune pagine del suddetto autore sono tra l'altro liberamente scaricabili dal web. Buona navigazione nel mare magnum della musica d'oggi (la cui conoscenza è troppo importante, anche per chi poi decidesse di non suonarla mai) -
Viaggiare con la chitarra
Piero Bonaguri ha risposto a Giacomozzi nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Come una compagnia possa aggirare pubblicamente e ufficialmente la normativa ENAC: http://www.enac.gov.it/i_diritti_dei_passeggeri/cosa_portare_a_bordo/info-306815056.html Rimane per me incomprensibile, anche se prendo atto della informazione che ci fornisce. Sui modelli di custodie morbide temo di non essere particolarmente autorevole: a me basta che siano impermeabili, imbottite, leggere e di dimensioni ridotte; se mi durano anche solo due o tre anni va bene. Quella che ho ora è marchiata Stefy (spero di non fare inorridire i colleghi).Ma capisco benissimo chi è più esigente di me. Sono scelte personali, un po' come decidere se e quanto spendere per un'assicurazione infortunistica...(quella invece l'ho fatta, anche se Segovia diceva: "e chi mi assicura contro gli assicuratori?"). -
Viaggiare con la chitarra
Piero Bonaguri ha risposto a Giacomozzi nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Temo che la normativa internazionale ci dia torto: le dimensioni ufficialmente consentite per il bagaglio a mano sono inferiori a quelle di una chitarra. Ciò detto, la politica delle autorità aeroportuali e delle compagnie aeree mi pare che tenda ad oscillare tra un rigido rispetto della normativa ed una flessibilità, e per questo sembra difficile dare indicazioni sicure. Una compagnia una volta mi impose l'acquisto dell'extraseat, salvo poi mettere in difficoltà l'equipaggio a volo già imbarcato e prima del decollo - perché al momento di contare i passeggeri imbarcati se ne trovava uno in meno, non avendo l'equipaggio contato la chitarra come passeggero. Quando spiegai loro che avevo comprato un posto per la chitarra mi guardarono sorpresi... In effetti la custodia rigida ed ingombrante sembra ridurre drasticamente le chances di portarsi la chitarra in cabina (a meno di non acquistare appunto l'extraseat) il problema a quel punto, spedendo la chitarra come bagaglio, diventa che la chitarra può venire sballottata, cadere dal trenino portabagagli, essere imbarcata su un altro volo per errore, eccetera....I rimborsi in caso di smarrimento o danneggiamento sono irrisori. Io ho comprato l'anno scorso una bella custodia in fiberglass, ma nei dieci voli che ho fatto successivamente all'acquisto non l'ho mai usata, e al momento mi regolo così: preferisco evitare le low cost che possono avere un interesse particolare a fare pagare al passeggero tutto il pagabile (e poi, sommando tutto, alla fine rischiano di non essere poi così economiche...) e viaggiare con la chitarra come unico bagaglio a mano in custodia morbida e poco ingombrante. Di solito non ci sono problemi al check-in (ove non chiedo mai se posso portarmi la chitarra) ed ai controlli di polizia, e se il problema sorge all'imbarco (attenzione ai voli operati con aerei molto piccoli tipo l'Atr o simili) è più conveniente anche alla compagnia cercare di risolverlo di comune accordo con il passeggero. La soluzione estrema di prendere il bagaglio all'imbarco e riconsegnarlo all'arrivo sottobordo è comunque preferibile a quella di spedirlo come bagaglio registrato. Finora comunque, almeno nell'ultimo anno, sono sempre riuscito a portare la chitarra con me. -
Rafforzare le unghie
Piero Bonaguri ha risposto a ssc nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Verificherei anzitutto che non si tratti di carenza di calcio e/o di vitamina D. -
Riflessioni dopo due concerti per le scuole
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Oggi pomeriggio ho scritto questa mail ad un po' di allievi, exallievi, colleghi...non vedo nulla di male nel girarla anche al Forum Cari allievi, exallievi, amici (fate un po' voi!...), Vi scrivo ancora con l'impressione viva di quanto mi è successo stamattina ad Urbino, dove ho tenuto due brevi incontri - concerto con alcune classi (medie superiori ed inferiori). La cosa era nata quasi casualmente da un'amica insegnante di Urbino dell'associazione di aiuto allo studio PortoFranco che ha pensato di coinvolgermi in un progetto educativo (riguardante il "dono di sè" ed il volontariato!) per... illustrare le figure di Segovia e della pianista russa Judina! Non sono nuovo a tenere incontri per le scuole, ma l'argomento era nuovo ed anche abbastanza originale... Da un lato mi sentivo "preparato" perché l'imbattermi recente nella figura della Judina sta evidenziando una sintonia con il percorso di approccio alla musica che ho fatto in questi anni, nel quale certo la figura di Segovia è stata fondamentale. Avevo quindi in mente, più o meno, alcune cose che volevo dire ed alcune cose che volevo suonare, ma la scaletta dell'incontro l'avevo lasciata volutamente aperta, e l'esito non era scontato. E poi, con gruppi di età così diverse! Uno di maturandi e l'altro di seconda media! E se non stavano zitti, e se si stufavano...? Avevo almeno chiesto di dividerli per età, facendo due incontri al prezzo di uno (beh, visto che era sul dono di sé, almeno un metà prezzo ci stava...). La sorpresa è stata l'impatto con due gruppi di ragazzi attentissimi, sia a quello che dicevo che all'ascolto della musica. D'accordo, c'era stato a monte un lavoro di preparazione degli insegnanti dei ragazzi, il posto era bello e suggestivo (una saletta piccola ed elegante in centro, con ottima acustica e mostra di acqueforti ai muri - altra sorpresa da cui poi ho tratto spunti lì per lì ) - ma, insomma, trovare una apertura di attesa così viva e disponibile in questi ragazzi è stata una cosa bellissima che ha prodotto un clima di lavoro veramente bello; come ho già scritto, per me quando succede una cosa così bella questo non è meno soddisfacente di un bel concerto riuscito in un posto importante! Il famoso stupore di cui ogni tanto parlo in classe si vedeva, ed ero stupito anche io. Il fatto di "sentirmi preparato" mi ha permesso di fare i due incontri in due modalità diverse, tenendo conto dell'interlocutore: con i maturandi ho parlato subito della scoperta del valore della musica da cui parto ora, rintracciando i segni di questo nelle due grandi figure di maestri e documentando alla fine con quattro-cinque esecuzioni musicali. Con i ragazzini ho invece iniziato suonando qualcosa di brevissimo, spiegando come è fatto dal punto di vista formale e legando la forma al senso espressivo del pezzo, poi sono andato avanti suonando altre cose, spiegando tra un pezzo e l'altro, dialogando con loro, e ho finito con un pezzo che mi hanno chiesto loro e dicendo la frase sul senso della musica con cui avevo iniziato l'incontro con i più grandi. Ho pensato subito di raccontarvi quanto sopra per almeno due motivi: 1) L'argomento "Segovia - Judina" è interessante: se l'incontro con queste grandi figure di maestri produce qualcosa in noi, questo qualcosa riecheggia anche nel modo di trasmetterlo e colpisce tutti, dagli adulti ai ragazzini - per cui non è sbagliato "perdere tempo" ad approfondire personalmente l' incontro con i due grandi personaggi. Io poi ho voglia di fare altri momenti così e lancio l'idea anche a voi, almeno a chi non ha messo definitivamente la chitarra nell'armadio. E' una cosa utile e di cui c'è bisogno. 2) Voi che insegnate musica e chitarra, magari a ragazzini dell'età di quella seconda media che ho incontrato oggi, avete tra mano un potenziale umano di grandissima ricchezza. Siccome ogni tanto qualcuno di voi si lamenta dei tempi cattivi, di quello che non si può più fare a scuola, della riduzione della musica a giochino per socializzare e cose del genere, l'esperienza di oggi mi spinge a dire che, per quanto riguarda noi insegnanti, è importantissimo tenere alto il tiro e proporre cose belle, al massimo livello: se ragazzi che non studiano musica hanno risposto così, chissà che lavoro si può fare con chi ha voglia di suonare uno strumento! E' una responsabilità e una possibilità bellissima che avete. Ciao, PB -
Brano del primo ottocento per compimento medio
Piero Bonaguri ha risposto a opocaJ nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
Il "rilevante impegno virtuosistico" - in un esame di compimento medio, poi... - ci sta, considerando anche la mole e l'importanza musicale del pezzo (una delle vette della produzione di Sor). Se poi si pensa che non è raro ascoltare al compimento medio le Variazioni Op. 28 di Sor o quelle di Giuliani su tema di Haendel direi che può benissimo starci anche la Fantasia Elegiaca. In fondo non è chiesto ad un allievo di ottavo anno di essere necessariamente già un concertista virtuoso. E' il mio parere, suffragato anche dall'esperienza di avere avuto una allieva interna qualche anno fa che portò proprio quel pezzo all'esame di compimento medio senza nessuna contestazione. -
Brano del primo ottocento per compimento medio
Piero Bonaguri ha risposto a opocaJ nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
Mi sembra un'ottima scelta. -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
L'utilità immediata della mia ultima segnalazione mi è parsa quella di far notare, come è stato fatto notare a me, che si tratta di una nota e non di circolare o comunque di provvedimento che incida sulla legge vigente. La cosa mi sembra significativa perché, trattandosi di una questione "calda" (ad esempio, si sa che in ambito sindacale c'è ostilità verso questa concessione) esiste il rischio che eventuali esami fatti in questa situazione possano poi venire impugnati ed invalidati. L'ho detto qui per lo stesso motivo per cui mi sono affrettato a dirlo ad un allievo di nono anno al quale, solo qualche giorno fa, avevo comunicato che avrebbe potuto accorciare il biennio superiore ritirandosi dal conservatorio e facendo l'esame di diploma da privatista. Io sono contento di lavorare in un conservatorio dove l'attenzione a queste questioni e la competenza con cui le si tratta è, al momento, altissima. Credo che l'orientamento del mio conservatorio, che mi vede totalmente d'accordo visto il rischio per i candidati - ed anche per le commissioni - sarà quello di attendere, per concedere ai privatisti di fare esami, un pronunciamento ufficiale e chiaro da parte del ministero o del legislatore che li autorizzi. Non vorrei che il "si ritiene" della nota fosse solo una espressione che in realtà non impegna affatto il Ministero, il quale in caso di successiva contestazione potrebbe sostenere di avere solo fornito un parere (non ha detto "fateli!"), per di più solo attraverso il tramite dell'Ispettorato istruzione artistica. Personalmente ritengo che sarebbe giusto consentire ancora ai privatisti di fare esami, almeno finché è consentito agli allievi interni di terminare gli studi col vecchio ordinamento; ma credo che per autorizzarli occorra un segnale molto più chiaro ed autorevole rispetto alla nota ministeriale in oggetto; segnale che mi auguro arrivi prestissimo. -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Per complicare l'intreccio: un collega di conservatorio mi ha fatto notare questa mattina che quella del Dott. Civello è una semplice "nota", non una circolare ministeriale né tantomeno un emendamento alla legge - che prevede la sospensione degli esami per i privatisti all'entrata in vigore del nuovo ordinamento. Stante la situazione, a parere del mio collega gli esami dei privatisti rimangono, allo stato attuale, illegali, e potrebbero quindi venire successivamente invalidati in caso di controversie. Il mio collega dice che solo un eventuale emendamento alla legge attuale renderebbe legali gli esami dei privatisti, al di là della interpretazione che i singoli conservatori possono dare della "nota ministeriale" in oggetto. Mi pare utile segnalare questa osservazione. -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Ovviamente la data è 2011 (ho fatto un copia incolla di tutto il documento così come l'ho trovato, compreso l'errore di stampa...). Bravo Lucio per l'acuta osservazione; è anche vero che essendo stata fissata a suo tempo una sorta di equipollenza, a livello di titolo, tra vecchio diploma ed il triennio (anche se ora i programmi di triennio sono di norma più facili) si potrebbe pensare che il pre-triennio comprenda anche il vecchio corso medio. In ogni caso son d'accordo: sarebbe bene chiarire in modo esente da equivoci - e conseguenti difformità di interpretazione da conservatorio a conservatorio... -
L'ultimo anno per i privatisti
Piero Bonaguri ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Leggi e musica
Dal sito UNAMS copio la nota del 27 gennaio relativa agli esami per i privatisti nel corrente anno accademico 2010-1011. Direzione generale per l'alta formazione artistica e musicale Protocollo: 383 Roma, 27 Gennaio 20100 Ai Direttori dei Conservatori di Musica, degli Istituti Musicali Pareggiati LORO SEDI Oggetto: Conservatori di Musica e Istituti Musicali Pareggiati: a.a. 2010/2011 - candidati privatisti Con decreto ministeriale n. 124 del 30 settembre 2009, sono stati definiti gli ordinamenti didattici dei corsi di studio di primo livello dei Conservatori di Musica e degli Istituti Musicali Pareggiati. Conseguentemente, nel corso dello scorso anno gli ordinamenti didattici proposti dalle singole Istituzioni sono stati approvati con decreto del Ministro. Successivamente, le Istituzioni stesse hanno redatto i nuovi Regolamenti didattici, previsti dall'art.10 del D.P.R.212/2005, la cui approvazione da parte del Ministero è stata quasi del tutto ultimata all'inizio del corrente anno. Si conclude così definitivamente la fase sperimentale relativa al nuovo assetto didattico-ordinamentale e perdono di efficacia, così come previsto dall'art.3, comma 9, del già citato D.P.R. 212/2005, le norme che consentivano l'accesso agli esami dei candidati privatisti. Atteso che l'approvazione dei regolamenti didattici è intervenuta ad anno accademico già iniziato e che le Istituzioni stanno attualmente provvedendo, ai sensi dell'art.10, comma 2, del citato DPR 212/2005, alla loro adozione, appare opportuno dare gradualità alle conseguenze previste dall'entrata in vigore dei regolamenti citati, soprattutto agli effetti che ne derivano per quanto concerne i candidati privatisti Pertanto, vista anche la richiesta formulata dalla Conferenza dei Direttori dei Conservatori, svoltasi a Roma il 20 e 21 gennaio 2011, e constatate le legittime aspettative di quanti sono in prossimità della conclusione degli studi musicali, si ritiene opportuno che, esclusivamente per l'anno accademico 2010/2011, sia consentito ai predetti candidati privatisti di sostenere gli esami di diploma e le licenze complementari del corso superiore. Per i medesimi motivi suesposti, si ritiene altresì opportuno che, relativamente alla formazione di base, possano essere ammessi candidati privatisti agli esami di compimento e di licenza sulla base dei programmi relativi al precedente ordinamento. E' necessario, tuttavia, che ai titoli conseguiti venga aggiunta la certificazione della corrispondenza con i corsi pre-accademici, disciplinati nei regolamenti didattici adottati da ciascuna Istituzione. Con l'occasione, si richiama l'attenzione su quanto disposto dall'art.29, comma 21, della legge 30 dicembre 2010, n.240, che potrà consentire agli studenti la contemporanea iscrizione ai corsi di studio universitari e a corsi di studio presso i Conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati. La disciplina attuativa sarà disposta con decreto del Ministro da emanarsi entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della predetta legge. IL DIRETTORE GENERALE Dott .Bruno Civello -
dotGuitar - conversazione con Gilberto Cappelli
Piero Bonaguri ha pubblicato una discussione in Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il magazine Dot.guitar ha appena pubblicato una mia conversazione con il compositore Gilberto Cappelli. Cappelli vive abbastanza appartato e non concede facilmente interviste; questa appena pubblicata è, assieme al video recentemente postato su youtube, una rara occasione per conoscere da vicino il pensiero originale di un significativo compositore d'oggi che sta dedicando alla chitarra molto spazio all'interno della sua produzione. Quando dicevo che frequentare i compositori si è rivelata per me occasione di crescita umana e culturale mi riferivo anche a dialoghi come questo che viene pubblicato. A chi vuole, buona lettura! http://www.dotguitar.it/zine/approfondimenti/cappelli1.html -
pubblicazione Fantasia-Sonata Op. A=22, Joan Manén
Piero Bonaguri ha risposto a Angelo Gilardino nella discussione Altre discussioni sulle pubblicazioni
Certamente io non lo penso; nel bellissimo libro di lettere di Segovia a Ponce emerge anche il grande affetto e rispetto di Segovia verso l'amico Ponce, che lui aiutava anche economicamente con grande generosità e sensibilità (ad un certo punto gli scrive qualcosa del tipo: tu sei per me un familiare, e tra familiari ci si aiuta; se hai bisogno di aiuto economico e non me lo dici mi arrabbio). Riguardo ai cambiamenti operati da Segovia sui pezzi scritti per lui ci sono molti fattori che si intrecciano e dei quali bisognerebbe tenere conto: dal fatto che fino ad una certa epoca non era considerato assolutamente disdicevole che l'interprete operasse qualche cambiamento rispetto al testo (nella tradizione operistica questo è tuttora ampiamente in vigore, ed un amico violinista mi ha meravigliato poco fa dicendomi come in una Sonata di un famoso autore moderno è tuttora consuetudine dei violinisti "tagliare" una parte ritenuta prolissa), alla relazione particolarissima che si creava tra Segovia ed i compositori non chitarristi che scrivevano per lui (e che, non va dimenticato, firmavano poi un contratto editoriale per la pubblicazione dei loro pezzi rivisti da Segovia, pezzi che a volte non finivano neanche nel Gitarre Archiv della Schott ma venivano pubblicati dall'editore del compositore - come i pezzi di Castelnuovo - Tedesco pubblicati da Ricordi - e mai mi risulta che abbiano impugnato tali contratti); al fatto normalissimo che un compositore può anche nel tempo cambiare idea, anche più volte ed anche parlandone con l'interprete che ha dato vita concertistica ai suoi pezzi - non necessariamente ogni volta lasciando tracce scritte di questi cambiamenti. A questo proposito cito solo un fatto (ma ne potrei citare tanti) che mi riguarda personalmente. Qualche anno fa ricevetti un manoscritto di undici pagine di un pezzo da me "commissionato" ad un amico compositore non chitarrista: si trattava di un pezzo che dovevo eseguire in un particolare contesto per cui la durata del brano ricevuto, per quella occasione, mi pareva eccessiva. Chiesi con una certa apprensione al compositore se l'esecuzione del pezzo poteva fermarsi ad un certo punto (verso la metà del manoscritto), che mi pareva adatto. Il compositore mi rispose che non solo questo era possibile, ma che proprio quello era l'originale finale del pezzo, al quale poi, temendo che fosse troppo breve, aveva collegato la seconda parte. Ho poi suonato diverse volte il pezzo in questa versione breve, pensando che prima o poi avrei dovuto farlo anche in quella lunga e "completa". Quando poi è arrivato il momento di pubblicare il pezzo pensavo che il compositore avrebbe voluto che si pubblicasse il manoscritto intero di undici pagine ma la sua indicazione è stata: no, pubblichiamo il pezzo nella forma breve, perché ormai la sua storia concertistica è in questa forma. E così è stato. Ora, siccome di tutto questo che ho raccontato non esiste traccia nel manoscritto originale in mio possesso (anzi, il segno di "fermarsi qui" è scritto con la mia calligrafia), se tra un tot di anni questo manoscritto di undici pagine venisse scoperto e pubblicato sarebbe indubbiamente una cosa interessante, ma non rispetterebbe nè il "vero" pensiero musicale dell'autore, né, tantomeno, la sua volontà - almeno fino ad oggi. Ma tra cento anni chi lo saprebbe? Potrei benissimo essere accusato di interventi indebiti, di aver addirittura amputato metà del pezzo! E la mia ormai abbastanza lunga vita di interprete è piena di questi esempi legati alla collaborazione con i compositori. E' vero anche che, in qualche caso che pure ho visto, maldestri interventi editoriali di persone incompetenti hanno un po' rovinato testi che non necessitavano di essere cambiati in quel modo. Mi sembra che la soluzione vada cercata caso per caso con buon senso e buon gusto; certo avere più elementi può aiutare (ma potrebbe anche confondere, come nel caso personale che citavo); nel caso di revisioni segoviane di pezzi scritti per lui e pubblicati con il consenso scritto dei rispettivi autori espresso in un contratto editoriale mi pare che ci siano almeno gli elementi di legittimità che permettono di potere continuare ad attenersi, volendo, anche a quelle edizioni, autorizzate dagli autori fino a prova contraria ed ormai entrate nella storia della interpretazione chitarristica (l'argomento della "storia interpretativa", tirato in ballo dal mio amico compositore nell'esempio citato sopra, mi pare che possa avere una sua legittimità soprattutto in pezzi che vengono suonati ormai da un secolo). Senza nulla togliere alla libera ricerca e senza chiudersi rispetto ai risultati inaspettati che può portare. -
Recuerdos, Edoardo Catemario
Piero Bonaguri ha risposto a Uff.Stampa QuattroQuarti nella discussione Novità discografiche
Complimenti a Catemario per il secondo disco Decca e la bella recensione! Piero Bonaguri -
info Sonatina per violino e chitarra di Franco Margola cercasi
Piero Bonaguri ha risposto a Marko nella discussione Altre discussioni sul repertorio
L'ho suonata qualche volta tempo fa, mi pareva di averlo anche scritto qui. Al momento ne ho solo una fotocopia, nella quale leggo che i revisori della pubblicazione furono il violinista Piero Raffaelli (di Cesena, aggiungo io) ed il chitarrista P. Muggia (Padova). Gli eredi di Margola credo siano contattabili attraverso l'editore Armelin di Padova che recentemente ha pubblicato alcuni inediti del compositore. Non ho problemi a rendere disponibile la mia copia - magari, per sicurezza, con il consenso almeno degli eredi di Margola. C'è sempre, infatti, il problema della illegalità delle fotocopie, ma mi chiedo se sia questo sia vero anche nel caso che la musica stampata non sia reperibile in alcun modo...e comunque è un peccato che questo pezzo, che mi pare una delle cose migliori che ci siano per violino e chitarra, rimanga ineseguito... -
tensione corde
Piero Bonaguri ha risposto a Lulù nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Mi sembra che i fattori in gioco siano almeno tre: le corde (naturalmente!), lo strumento e chi suona. per quanto riguarda il rapporto tra corda e strumento bisogna dire che ogni strumento ha una sua, diciamo, preferenza; se in teoria sembra vero che la corda tesa suona più forte, in certi strumenti la resa sonora è, invece, migliore con una corda meno tesa. Mi accorsi casualmente di questo quando notai che una delle mie chitarre aveva un suono più bello quando era accordata mezzo tono sotto: ne trassi la conseguenza che, a parità di intonazione, fosse meglio usare su quello strumento corde non tanto tese. E' un esperimento semplice che chiunque può fare. Poi in questo "gioco" tra chitarra e tipo di corda entra il fattore personale - cioè quale tipo di strumento (con le sue preferenze per corde più o meno tese) è più adatto a ciascuno di noi. La casistica qui è varia, ma per la mia esperienza, e quella di alcuni stimati colleghi che citerò, mi permetto di invitare a non sottovalutare i vantaggi di un approccio allo strumento che permetta di mantenere nel suonare una certa elasticità fisica, che poi si ripercuote anche in un approccio musicale non condizionato da eccesiva rigidezza. In una delle nostre conversazioni telefoniche l'amico Frederic Zigante mi diceva che noi chitarristi "di una certa età" - ma lui è assai più giovane di me - siamo stati condizionati, in fase di studio, da un approccio strumentale rigido (in Italia andava allora di moda indiscriminatamente la Ramirez, che poi mi sono accorto non essere uno strumento per tutte le mani). Un'altra testimonianza mi viene dal mio collega di conservatorio Walter Zanetti che, nella sua recentissima incisione di musiche liutistiche di Bach, ha deciso di tenere la sua chitarra accordata ad un diapason "filologico" e cioè abbastanza più basso del consueto, raccontandomi poi la soddisfazione, in termini di elasticità del pensiero musicale, derivante questo approccio meno "teso". Ciò detto, ognuno fa caso a sè ed in questi casi è difficile - se non impossibile - dare suggerimenti personalizzati senza conoscere, appunto, la persona, il suo modo di suonare e lo strumento che usa; strumento che occorre sia, anche per uno studente, il migliore possibile. -
Registrazione appunti di Castelnuovo-Tedesco
Piero Bonaguri ha risposto a Cabulous nella discussione Altre discussioni sui CD per chitarra
Completo la informazione: il cd (intitolato "Mario Castelnuovo - Tedesco Appunti Op.210) comprende il primo quaderno (Gli Intervalli) e la serie I Ritmi (Danze dell'Ottocento, Danze del Novecento). E' un disco del 1995 della casa Millennio. In copertina ci sono questi recapiti: Millennio, via Spramuro 48, 29100 Piacenza. Tel 0523 334291. Fax 0523 323859. -
Registrazione appunti di Castelnuovo-Tedesco
Piero Bonaguri ha risposto a Cabulous nella discussione Altre discussioni sui CD per chitarra
Esiste una incisione su cd della chitarrista, purtroppo recentemente scomparsa, Carla Minen. -
Personalmente (ma credo siamo in tanti ormai a pensarla così) sarei per mantenere la vecchia ed osteggiata "atipicità" di una scuola come il conservatorio, adottando i necessari miglioramenti. In effetti fino alla riforma il conservatorio godeva di una specie di extraterritorialità, non faceva parte né della scuola secondaria né del mondo universitario (non ne fa parte tuttora, del resto, visto che conferisce atipici "diplomi accademici"). Credo che se si riuscisse a mantenere la peculiarità del conservatorio aggiornando ed innovando ove necessario sarebbe una bella cosa, o almeno una bella proposta su cui confrontarsi, posto che a qualcuno interessi stare a sentire cosa dicono i musicisti su queste cose - non mi è parso che in tutti questi anni di sperimentazione il parere dei docenti sia stato richiesto.
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Personalmente sono da tempo molto scettico, per così dire, sulla riforma del conservatorio, e l'ho anche scritto qui. Mi pare però altrettanto onesto ricordare che il progetto di secondarizzare i conservatori era reale, almeno dai tempi del famoso progetto di legge Mascagni (primo firmatario Marino Raicich, membro, come Andrea Mascagni, del PCI). Nel 1978 la caduta della VII legislatura impedì di approvare una legge che unificava vari progetti di riforma ed il cui articolo 8 recitava: "l'indirizzo musicale della scuola secondaria superiore si attua nei conservatori di musica e nelle istituzioni musicali pareggiate". L'illusione in cui molti, credo, sono caduti era che la legge 508 fosse, a questo punto, il male minore; se appariva inevitabile togliere al conservatorio la sua atipicità, che pareva indifendibile di fronte a tali progetti ampiamente condivisi, almeno che lo si facesse verso l'alto (università) e non verso il basso (scuola secondaria, come da tempo era nei progetti). Proposta: visto che tanto la "laurea" non ce la vogliono dare, perché non unire le forze e formulare un progetto che salvi il meglio di quello che il vecchio conservatorio offriva, migliorando quello che andava migliorato? Almeno così si potrebbe denunciare i danni della riforma avendo da proporre una immagine alternativa che non sia la secondarizzazione del conservatorio...
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quante scale portare per il compimento inferiore?
Piero Bonaguri ha risposto a leo nella discussione Leggi e musica
Mi scuso per il doppio invio del messaggio precedente. Non è ostinazione - mi pareva che la prima volta non fosse partito... -
quante scale portare per il compimento inferiore?
Piero Bonaguri ha risposto a leo nella discussione Leggi e musica
Certo il testo del programma ministeriale non dice quante scale si debbono portare (almeno due, visto che usa il plurale "tonalità più agevoli"...) quindi in teoria qualsiasi interpretazione del candidato è difendibile. Come suggerimento pratico - che penso di poter dare avendo io partecipato a commissioni d'esame di chitarra dal 1983 - direi che se si arriva a 8 o 10 scale si dovrebbe essere abbastanza sicuri di non suscitare perplesse alzate di sopracciglia (per quello che ciò possa valere) da parte di qualche commissario...