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Preparazione mentale alla performance: che ne pensi?


Ospite Minie Minarelli
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Ospite Minie Minarelli

Salve a tutti e ben ritrovati dopo le vacanze di Pasqua!

Oggi vorrei condurre una breve ricerca di mercato circa la percezione, nel mondo della chitarra, dell’esigenza di affiancare alla preparazione tecnica uno studio sul controllo e la gestione di strumenti mentali ed emotivi in preparazione ad una performance.

Mi spiego meglio: in qualitá di artista (cantante, attrice e cabarettista) ma anche di insegnante (canto, comunicazione e dizione, mental skills) ho potuto constatare che l’artista necessita di due tipi di “lavori” su se stesso: il primo è lo studio sullo strumento (sia esso la voce, il corpo o, in questo caso, la chitarra) e il secondo è un lavoro mentale circa altri fattori: l’ansia da palcoscenico, la sfiducia in se stesso, la perdita di concentrazione prima e durante l’esibizione, la paura del pubblico, la carenza di motivazione durante lunghi periodi di studio e di preparazione e via discorrendo.

Capita infatti che durante le prove la qualitá tecnica sia massima ma, non appena ci appropinquiamo al palco le mani inizio a sudare, le gambe tremano, abbiamo il fiato corto e ci sentiamo a disagio di fronte al pubblico, con conseguenti sbagli ed imperfezioni che non avremmo avuto se fossimo stati sereni e concentrati come in fase di prove.

Vi rivedete in questo genere di situazioni?

Cosa ne pensate?

Vi lascio qualche domanda a cui potete rispondere scegliendo le opzioni proposte; ma sentitevi liberi di aggiungere anche commenti aperti!

Grazie per la collaborazione!

 

1.       Ti è mai capitato di avere ansia, panico, perdita di concentrazione e di fiducia in te stesso prima e/o durante un’esibizione?

a )      Tutte le volte

b )      Mi capita spesso/a volte

c )      Raramente

d )      Mai

 

2.       Quando sbagli, durante una performance, cosa pensi?

a )      Ecco, lo sapevo!

b )      Ma come ho fatto a sbagliare proprio questo? La parte difficile deve ancora arrivare...

c )      Vabbè, passiamo oltre

d )      Speriamo che il pubblico non se ne sia accorto!

 

3.       Secondo te quanto possono influenzare la tua performance fattori come agitazione, stress, dubbi e mancanza di motivazione?

a )      In misura minore o nulla

b )      Hanno una reale influenza sulla performance

c )      Significano la buona riuscita o meno della performance

d )      Non saprei proprio

 

4.       In caso di preparazione per una competizione, a cosa dai piu’ importanza:

a )      Alla perfezione della mia tecnica. Voglio vincere!

b )      A migliorarmi al massimo. Questa volta voglio vedere di cosa sono capace!

c )      A piazzarmi, ma se possibile vorrei divertirmi. Insomma, si tratta della mia passione!

d )      Un po’ di tutte, ma tanto so che faranno vincere altri...

 

5.       Al di lá della preparazione tecnica, cosa ti piacerebbe perfezionare in vista di un’esibizione:

a )      La mia capacitá di introdurre i brani parlando con scioltezza

b )      L’aspetto dell’agitazione: le mani che sudano e tremano...

c )      Il fatto di coinvolgere maggiormente il pubblico

d )      Niente: sono giá perfetto!

 

Grazie ancora per la vostra collaborazione!

A presto,

Minie

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Buongiorno Minie.

L'argomento è interessante, ma non ho capito, viste le domande così "precise", se hai bisogno delle risposte per una qualche ricerca o simile...

 

Comunque,  a riguardo, da qualche tempo ho cominciato a dedicarmi a questi aspetti "secondari" (che secondari poi non sono) del fare musica, leggendo due libri sull'argomento, diversi tra loro ma entrambi validissimi:

 

http://www.amazon.it/Larte-esercitarsi-Guida-musica-cuore/dp/8860407435/ref=pd_sxp_f_pt/279-4670289-7086547

 

e

 

http://www.amazon.it/realizzazione-artistica-personale-Programmazione-Linguistica/dp/8863950520/ref=pd_sxp_grid_pt_0_0/279-4670289-7086547

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Ospite Minie Minarelli

Salve Rossano!

Ho cercato di fare domande precise proprio per fare una "ricerca di mercato"...poi, certamente, ognuno di noi ha maturato esperienze diverse; quindi via libera anche a risposte aperte!

Non conosco i due libri di cui parla...

Posso però assicurarle che solitamente io cerco un approccio molto diverso da quello della PNL!

In ogni caso fa sempre bene documentarsi e poter conoscere anche posizioni diverse dalla propria, quindi li terrò bene a mente!

:)

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Il sondaggio   sarebbe persino divertente, se non si temesse che il suo svolgersi potrebbe dare adito a qualche risposta, per così dire, "non sincera"( magari anche inconsciamente ).

Essendo io fuori dalla "mischia" posso affermare che le circostanze ( sottolineo a parer mio) influenzano lo stato di emotività di chi dà spettacolo o fa musica che dir si voglia.

Il più grande "spavento", ad esempio, io me lo presi al teatro "Lauro Rossi" di Macerata dove (allora) era pressoché impossibile farsi udire con la chitarra classica, sul boccascena di un palcoscenico pencolante e in un buio da rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale.

A poco tempo di distanza, il contrario: fu invece uno spasso suonare - malgrado l'essere incartati in un frack e il terrificante "cartellone" di prim'ordine - al "Munch Museet" di Oslo, perché lì era accaduto poco prima uno degli episodi più buffi (ed incredibili) della mia carriera; facendo venir meno la sacralità dell'evento e,  qualsiasi cosa fosse accaduta,  si sentiva che gli ascoltatori (paganti) sarebbero stati ampiamente gratificati.

Ogni evento ha una storia a sé, insomma, e costituuisce una parcellizazione della medesima attività.

 

Penso poi che chi dovrebbe rispondere a tutte le domande dovrebbe impiegare un sacco di tempo e dunque suggerirei una formulazione più stringata del tutto.

Infine: perché "di mercato"? Quale prodotto dovrebbe aiutare a  proporsi, una volta visti i risultati?

Simpaticamente

C.

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Ciao Antonella. Sperando possa esserti utile, ecco le mie risposte:
 
Ti è mai capitato di avere ansia, panico, perdita di concentrazione e di fiducia in te stesso prima e/o durante un’esibizione?
Raramente e solo nei primissimi anni di attività.
 
Quando sbagli, durante una performance, cosa pensi?
Per quanto mi riguarda è impossibile rispondere a questa domanda.
Mentre suono in pubblico il mio pensiero è proiettato alcuni secondi avanti rispetto all'esecuzione. L'errore (di natura meccanica o - più grave - interpretativa) è figlio di un pensiero già passato e pertanto non causa una processo mentale di reazione immediato, ma solo al termine del movimento o del brano.
 
Secondo te quanto possono influenzare la tua performance fattori come agitazione, stress, dubbi e mancanza di motivazione?
Scelgo: Hanno una reale influenza sulla performance
 
In caso di preparazione per una competizione, a cosa dai piu’ importanza:
Scelgo: A migliorarmi al massimo. Questa volta voglio vedere di cosa sono capace.
 
Al di lá della preparazione tecnica, cosa ti piacerebbe perfezionare in vista di un’esibizione:
Molte cose.
Nessuna tra quelle elencate ma quelle a cui tengo di più, in questo momento, sono:
1) Capacità comunicativa con un linguaggio non semplice e con costrutti musicali complessi
2) Eliminazione di piccoli rimasugli di gestualità sostanzialmente inutile (a volte necessaria a scaricare la tensione ma musicalmente inutile).
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Ospite Minie Minarelli

Salve Carlo,

grazie del suo riscontro!

Parto dal fondo, per risponderle. Questo particolare questionario è stato così formulato per una banalissima esigenza di studio: sto concludendo un Diploma of Business in un College di Sydney e necessitavo per la mia tesina di un riscontro misurabile, il più scientifico e razionale possibile.

Se poi le risposte ai questionari non sono sempre tra le più sincere, ahimè, è qualcosa che esula dall'argomento in sé e dalle mie competenze.

Ho deciso di concentrare le mie ricerche scolastiche su questo preciso argomento, perché è in realtà ciò che già facevo in Italia e che sto strutturando meglio anche qui: corsi di comunicazione, di motivazione e, in generale, di mental skills.

Non c'è nessun prodotto da vendere; si tratta di servizi (corsi e seminari) che generalmente proponevo ad un pubblico vasto, dall'impiegato allo studente universitario.

Al momento ritengo più utile, e meglio corrispondente alle mie capacità e qualifiche, poter indirizzare tali corsi ad un specifico target di utenti: gli artisti che si esibiscono in pubblico, come possono essere i musicisti, gli attori, i presentatori.

A riguardo c'è ancora molto scetticismo ed in parte, devo dirlo, è assolutamente giustificabile: si è creata una vera industria intorno al tema comunicazione, psicologia nella comunicazione, strumenti psicologici, life coach e via discorrendo.

Niente di tutto ciò appartiene al mio approccio e alle mie competenze.

Io non affronto il tema da un punto di vista clinico, bensì con l'approccio del mental training per atleti e sportivi: sistematico, costante nel tempo, basato sulla persona e non su filosofie pseudo-mistiche.

Le assicuro: questo genere di training serve proprio ad evitare che un concerto vada meglio e l'altro vada peggio, a seconda delle tensioni che entrano in gioco.

E' a questo che serve il mental training: a poter affrontare al meglio ogni singola circostanza ed occasione!

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Interessante argomento!!! Rispondo in maniera estremamente sincera come da questionario proposto.

1.       Ti è mai capitato di avere ansia, panico, perdita di concentrazione e di fiducia in te stesso prima e/o durante un’esibizione?

 

b )      Mi capita a volte

 

 

2.       Quando sbagli, durante una performance, cosa pensi?

 

c )      Vabbè, passiamo oltre

 

 

 

3.       Secondo te quanto possono influenzare la tua performance fattori come agitazione, stress, dubbi e mancanza di motivazione?

 

d )      Non saprei proprio

 

 

 

4.       In caso di preparazione per una competizione, a cosa dai piu’ importanza:

 

b )      A migliorarmi al massimo. Questa volta voglio vedere di cosa sono capace!

 

 

 

5.       Al di lá della preparazione tecnica, cosa ti piacerebbe perfezionare in vista di un’esibizione:

 

c )      Il fatto di coinvolgere maggiormente il pubblico

 

 

 

 

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Ospite Minie Minarelli

Grazie Domenico!

 

Cristiano, ti ringrazio per le tue risposte!

C'è questa piccola, ma significativa distinzione da fare: ciò che concerne la preparazione musicale e tecnica del musicista è cosa diversa da ciò che concerne la preparazione mentale ed emotiva della persona. Si compenetrano, è vero, ma partono da punti diversi e non necessitano degli stessi esercizi educativi.

Cerco di spiegarmi meglio: ci sono reazioni involontarie e molto spesso inconsapevoli comuni a diversi professionisti del mondo della musica, dell'arte e dello spettacolo; esse possono essere l'eccessiva sudorazione, i pensieri angosciati che vengono prima di un esame o di un'esibizione quando si sa di non essere pronti e via discorrendo.

Ci sono altre reazioni, sempre "psicologiche", che si legano alla tecnica specifica dello strumento. Per la cantante l'eccessiva tensione può voler dire la chiusura della laringe; per un chitarrista può essere ciò che segnali tu: una gestualità incontrollata, paragonabile ad un tic nervoso.

Io, non me ne vogliate, sarei un'incompetente e un'arrogante ad ergermi ad insegnante di tecniche per risolvere inesattezze meccaniche dovute a tensione e stress nel mondo della chitarra. Il mio background tecnico è un altro.
Ciò che tratto io è la "cornice", non il quadro. E d'altronde la perfetta sinergia tra quadro e cornice determina la bellezza e l'armonia dell'insieme!
L'insegnante di chitarra rimarrà colui che affronterà la parte tecnica e gli errori (o orrori) sullo strumento.
Ciò che affronto io è ciò che passa per la testa mentre si prova, mentre ci si esibisce e quando si termina il proprio lavoro; come pianificare i propri obiettivi e valutare le priorità; come utilizzare le tecniche di rilassamento e di visualizzazione.
 
Mi ha incuriosito questa frase:

 

 

Capacità comunicativa con un linguaggio non semplice e con costrutti musicali complessi

Per non fraintendere, posso chiederti cosa intendi di preciso?

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Mi ha incuriosito questa frase:

"Capacità comunicativa con un linguaggio non semplice e con costrutti musicali complessi"

Per non fraintendere, posso chiederti cosa intendi di preciso?

 

Che in questo periodo cerco di perfezionare più possibile il mio modo di comunicare con l'ascoltatore anche usando pagine che non "accarezzano le orecchie", come ha detto un collega recentemente. Sono convinto che la musica di spessore abbia bisogno di un interprete di spessore; se l'interprete non è all'altezza il messaggio non passa.

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Vorrei aggiungere, sperando possa essere utile, che 15anni di teatro mi hanno formato tantissimo soprattutto nell'Arte dell'improvvisare e andare sempre avanti davanti ad un pubblico.

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