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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Capriccio Arabo, Francisco Tárrega /3


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Caro M°, grazie per la risposta. Per dimensione intendevo l'accezione figurata di "carattere" di serenata (cfr. dizion. Garzanti della lingua italiana ed. 1993). Non immagino, nell'esecuzione ascoltata, la "dimensione" dell'innamorato che "canta l'amore" alla sua bella (ma questo riguarda il processo estesico, dunque mio-soggettivo).

 

Il titolo "Serenata", nell'accezione conferitagli dai compositori - e Tarrega era un compositore - non esclude che possa trattarsi di un brano popolareggiante a carattere sentimentale, ma implica molte altre possibilità, ad esempio che la Serenata fosse rivolta a un personaggio dell'aristocrazia per festeggiare il suo genetliaco, o addirittura a un gruppo di persone, in una circostanza da festeggiare in ore serali (l'etimo di serenata ha alla sua origine la parola "sera") o notturne. Nulla da eccepire riguardo l'uso della serenata per ingraziarsi una "bella", ma dubito che fosse quello lo scopo del "Capricho arabe": Tarrega, all'epoca in cui compose il brano, era accasato con Maria Josefa (la Marieta della Mazurka), e oltre a lei doveva tenere a bada la capricciosa (quella si) dona Concha: credo che due gli bastassero, e che non sentisse alcun bisogno di convocare altre presenze muliebri nella sua vita.

 

dralig

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Non immagino, nell'esecuzione ascoltata, la "dimensione" dell'innamorato che "canta l'amore" alla sua bella (ma questo riguarda il processo estesico, dunque mio-soggettivo).

 

 

 

....fortunatamente non lo immagino neanch'io ...

 

 

 

CS :shock:

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L'uso del rubato dovrebbe essere dosato in modo tale da conferire maggior chiarezza a ciò che le note suggeriscono ma non dicono appieno, se eseguite nella loro staticità.

 

Ogni esecutore interpreta ovviamente in modo personale il significato di un brano musicale, così il "rubato" che ne deriva è frutto anche di un gusto e un vissuto dell'interprete, in cui convivono elementi differenti.

 

Quando il rubato va a storpiare eccessivamente il ritmo scritto, la motivazione deve essere chiara e limpida, frutto di un progetto globale di interpretazione. Deve essere chiaro il motivo di una scelta, senza che questa si leghi solamente al semplice gusto dell'esecutore. Quando questo tipo di progetto è difficilmente avvertibile, il risultato può piacere, anche affascinare, ma non sarà mai pienamente coerente nè ricco sotto il piano intelletuale ed emotivo.

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L'uso del rubato dovrebbe essere dosato in modo tale da conferire maggior chiarezza a ciò che le note suggeriscono ma non dicono appieno, se eseguite nella loro staticità.

 

Ogni esecutore interpreta ovviamente in modo personale il significato di un brano musicale, così il "rubato" che ne deriva è frutto anche di un gusto e un vissuto dell'interprete, in cui convivono elementi differenti.

 

Quando il rubato va a storpiare eccessivamente il ritmo scritto, la motivazione deve essere chiara e limpida, frutto di un progetto globale di interpretazione. Deve essere chiaro il motivo di una scelta, senza che questa si leghi solamente al semplice gusto dell'esecutore. Quando questo tipo di progetto è difficilmente avvertibile, il risultato può piacere, anche affascinare, ma non sarà mai pienamente coerente nè ricco sotto il piano intelletuale ed emotivo.

 

Il che equivale a dire che, se l'esecutore ha pulsazione, può amministrare l'uso del rubato dall'alto del suo controllo, altrimenti subisce i cambi di tempo involontari e l'aggiunta del rubato servirà solo a creare maggior confusione.

 

dralig

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Quindi è opportuno anche (piccola parentesi nel post, spero non troppo OT) studiare il pezzo ed impararlo ignorando momentaneamente ciò che sentiamo dentro a livello interpretatito (rubato, fraseggio, ecc.), oppure se si ha già raggiunto un buon grado di consapevolezza musicale studiarlo da subito con quelle che sono le nostre scelte estetiche?

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Quindi è opportuno anche (piccola parentesi nel post, spero non troppo OT) studiare il pezzo ed impararlo ignorando momentaneamente ciò che sentiamo dentro a livello interpretatito (rubato, fraseggio, ecc.), oppure se si ha già raggiunto un buon grado di consapevolezza musicale studiarlo da subito con quelle che sono le nostre scelte estetiche?

 

Se si ha un'immagine mentale nitida e dettagliata del pezzo non c'è motivo di rimandarne la realizzazione.

 

Se invece non si sa bene che cosa fare, conviene procedere per gradi e, in attesa di vederci più chiaro, un'onesta scansione "letterale" delle note, con un buon metronomo a sostegno, è la scelta più saggia.

 

dralig

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Quindi è opportuno anche (piccola parentesi nel post, spero non troppo OT) studiare il pezzo ed impararlo ignorando momentaneamente ciò che sentiamo dentro a livello interpretatito (rubato, fraseggio, ecc.), oppure se si ha già raggiunto un buon grado di consapevolezza musicale studiarlo da subito con quelle che sono le nostre scelte estetiche?

 

Il primo passo deve riguardare il solfeggio e l'esecuzione corretta di tutte le note, di seguito si sviluppa la parte inerente l'articolazione e il fraseggio e alla fine si apporta la propria visione personale del brano.

 

Il tutto può avvenire in tempi brevi, immediatamente prima di suonare il brano (quindi a livello mentale), oppure a livello pratico e in tempi più lunghi a seconda del livello di preparazione.

 

La certezza del proprio grado di consapevolezza musicale non dovrebbe evitare di conoscere alla perfezione la versione "a tempo" del brano e proprio da lì, da un'esecuzione espressiva "a tempo" (mentale o pratica), dovrebbe partire il primo stimolo sul quale innestare le proprie scelte d'interpretazione.

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Il problema che affligge le interpretazioni dell'opera tarreghiana è spesso la seriosità.

La differenza fra serio e serioso è in questo caso essenziale.

 

A questo proposito mi permetto di segnalare a chi brancola nel buio l'integrale del Maestro Tampalini, che è riuscito a rendere interessanti addirittura i valzer del beneamato Francisco...!

 

Chi vuole dire qualcosa di nuovo, o comunque di valido su Tarrega, oggi, deve ripartire da li.

 

Fine della sviolinata.

 

:)

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Grazie a tutti, ma così mi costringete a rispondere... sia per sottolineare lo spirito di effettivo divertimento - cuore e intelletto - che anima la mia ricerca musicale sia per ribadire che su molto repertorio per chitarra siamo, a mio parere, solo all'inizio della strada verso la migliore resa musicale e interpretativa.

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Mi trovo d'accordo con Giulio Tampalini. Ad es. mi pare che in Segovia il frequente "storpiamento" del ritmo risponda ad un "progetto globale di interpretazione". Resto, comunque, sempre dell'idea (sperimentata ascoltando i grandi interpreti anche di altri strumenti) che l'esecuzione di un rubato o un ritenuto eseguito in approssimazione della pulsazione ritmica fino allora seguita (o indicata), sia più rispettoso delle intenzioni del compositore. Proporrei l'esempio delle prime quattro battute del preludio "La Fille aux Cheveux de lin", con pulsazione a 66 la semim. eseguite da Arturo Benedetti Michelangeli (Debussy sottolinea: "sans rigueur").

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