Raffaele Iervolino Inviato il February 13, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 13, 2015 Prendendo spunto da "a cosa serve un corso pre-accademico", le scale da studiare con quale percorso devono essere affrontate? Prendendo ad esempio un metodo specifico sullo studio delle scale? Il percorso attraverso le scale ,quanto serve al concertista? Studiarle da solo le scale serve? -Vorrei inserire anche le cose dette da Cristiano Marcello e Ermanno sulle scale.- Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Alfredo Franco Inviato il February 13, 2015 Group: Authors Topic Count: 84 Content Count: 1,188 Reputation: 77 Joined: 12/03/2005 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 13, 2015 Le scale...c'è chi le scende, chi le sale. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 13, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Author Share Inviato il February 13, 2015 si molti ragazzi a scuola me lo dicono sempre,prof,ma io prima di venire qui ho già salito le scale e al ritorno le scendo, va bene? Alfredo, è una cosa che hai appreso a pieno,l'ironia dei ragazzi che tu hai postato,è sempre presente,il problema è,come risolverla?Cosa rispondere ai ragazzi su questo? Mettergli impreparato? Sorridere e lasciar perdere? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 14, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Author Share Inviato il February 14, 2015 Le scale usate per gli esami , sono sempre quelle tonali o meglio quelle usate per la letteratura ottocentesca e novecentesca,sarebbe meglio introdurre anche le scale modali ? E altri tipi di scale? Cosi si risolverebbe la conoscenza dei giovani in altri ambiti musicali e non solo tonali-classici. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Marcello Rivelli Inviato il February 14, 2015 Group: Membri Topic Count: 39 Content Count: 391 Reputation: 88 Joined: 12/19/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il February 14, 2015 Le scale...c'è chi le scende, chi le sale. Dimentichi le scale "mobili"..Alfredo.. ^__^ Scherzi a parte Raffaele, la questione delle scale riguarda gli stessi problemi delle altre categorie tecniche: arpeggi, legature, esercizi vari di estensioni, opposizioni ecc..ecc.. L'ideale sarebbe studiare la tecnica derivandola dalla musica, nello specifico dai modelli o vocaboli contenuti nel/nei brani che si studiano ma è indubbio che un percorso e una buone dosa di esercizi (a seconda dei vari livelli) ha la sua utilità .. (non stiamo scoprendo l'acqua calda). Questo riporta al problema della didattica e metodologia personale di ogni insegnante. Io le utilizzo con i miei allievi, e fino a un certo punto tutto ciò che è scritto nel repertorio della chitarra "passa" attraverso frammenti diatonici, cromatici, per terze, seste ottave, decime ecc.ecc.. poi ovviamente (ma neanche tanto poi)..arrivano le quarte, le seconde, l'atonalità, la serialità, il totale cromatico ecc..ecc.. e di conseguenza i vocaboli si moltiplicano e richiedono tecniche e modalità adeguate, ma.. prima viene sempre la conoscenza e il senso di quello che si fa. In merito alle scale ad esempio, dal punto di vista teorico, basterebbe una semplice ottava in prima posizione Do-Do eseguita pensandola come appartenente di volta in volta ad una tonalità diversa: da uno a sette diesis e da uno a sette bemolli, giochino divertente per valutare la conoscenza teorico-pratica degli allievi (e forse non solo) esempio: Do-re-mi-fa-sol-la-si-do (Do maggiore) Do-re-mi fa#-sol la -si do (Sol maggiore) Do#-re-mi-fa#-sol-la-si-do# (Re maggiore)... e così tanti altri "giochini interessanti.. prendere sei chitarre (sei alunni), la tipica classe di scuola secondaria (durante l'ora di musica d'insieme) e spiegare le armonie facendo suonare a due allievi alla volta la fondamentale/tera/quinta ecc..ecc..insomma fare tecnica meccanica e musicale.. m Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 14, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Author Share Inviato il February 14, 2015 Prendendo spunto da "a cosa serve un corso pre-accademico", le scale da studiare con quale percorso devono essere affrontate? Prendendo ad esempio un metodo specifico sullo studio delle scale? Il percorso attraverso le scale ,quanto serve al concertista? Studiarle da solo le scale serve? come avevo scritto qui, era mia intenzione parlare di scale,per la formazione,di un "iniziato" che non sa nulla di musica,o meglio sa o ha ascoltato solo tonalità,pensando che sono bimbi di 10 anni,quelli che iniziano lo studio in generale nelle scuole medie SMIM o corsi pre-accademici (ma anche prima). Portare loro le conoscenze,che la scala oltre che a essere uno studio tecnico per la mano sinistra (e destra) oltre che a essere una conoscenza della tastiera della Chitarra,è anche altro. Da qui la mia prima domanda; 1-L'alunno deve prendere o usare un metodo specifico? Quelli usati ,o meglio quelli stampati sono la stragrante maggioranza di sole scale tonali. 2-Il percorso che svolgerà lo preparerà al concertismo ,avendo studiato solo scale tonali? E quando affronterà negli studi di brani,gli stili atonali,modali,aleatori? Certo le scale non gli risolveranno il problema di conoscere tali stili,ma almeno lo porteranno a ragionare con più cognizioni. 3-Le scale,poi per un fattore tecnico-pratico,e anche di conoscenza di quello che ho detto prima,studiarle da solo serve? Marcello, ti ringrazio.Il tuo esempio,fornisce spunti ,per un analisi della scale in se e le differenze che essa porta,partendo sempre dalla stessa nota,ma variando per cosi dire la tonalità. Lo trovo utile,sai perché? Quando i ragazzini studiano le scale non ricordano mai le varie tonalità,non perché non le leggano, ma perché ad esse(le tonalità) devono sempre ,prima imparare le posizioni chitarristiche, e spesso li confonde ,tra passaggio di dita,posizioni nuove della chitarra,diteggiatura della mano destra. Cosi ma hai dato un idea per far imparare le tonalità(diesis e bemolli) in fretta,e poi con calma e dovuta pazienza affrontare le altre posizioni della chitarra lungo la tastiera ,con le tonalità da portare. E delle altre scale che ne dici? Serve farli studiare ai ragazzi,e dire loro che la tonalità di Do maggiore che hanno studiato ,non porta nessuna alterazione,come cosi è la Sol Maggiore del modo Misolidio,che lo stesso non ha alterazioni,ma che ha intervalli diversi?E serve per scrivere sia in Tonalità, ma studiando (nel futuro del percorso del ragazzo) lo stile modale anche in altri stili? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Marcello Rivelli Inviato il February 14, 2015 Group: Membri Topic Count: 39 Content Count: 391 Reputation: 88 Joined: 12/19/2005 Status: Offline Device: Macintosh Share Inviato il February 14, 2015 Era solo un esempio Raffaele, il problema è appassionare gli eventuali allievi e fargli conoscere la musica per chitarra, poi se son rose.. Scale, arpeggi, legature...sono "categorie" che interesseranno l'allievo soltanto se capirà che sono mezzi per fare cose più importanti come: suonare e, per quello ci vuole innanzi tutto la capacità di far dire che uno studio di Carcassi è.. bello, fargli venire la voglia di studiarlo. Poi se sarà basato sulle scale (n. 1) o arpeggi (nn. 2, 7 ecc) si lavorerà con le dovute preparazioni adeguate. Al riguardo i testi di Storti, per quanto riguarda la progressione di esercizi tecnici li trovo sempre utili e funzionali per il percorso che adotto: tecnica meccanica e tecnica musicale, che deriva ovviamente dalla sequenza di brani e opere che adopero. Poi se continueranno dopo il ciclo della scuola secondaria, inizierà la vera avventura. Il repertorio, con tutto quello che "gira" intorno.. ma qui entrano in ballo necessariamente altre discipline. Non basta solfeggiare e non sbagliare le note per essere bravi, non trovi? Quando guardi uno spartito, di qualunque periodo storico, devi avere una sensazione familiare e sentirti a casa, poi le note (la tecnica) si studia/no, ma quello che mi preoccupa di solito non è fare le scale, ma capire cosa significano quelle note, questo è quello che mi ha sempre interessato e preoccupato. Se un insegnante per primo non capisce una partitura come fa a...? va su youtube alla ricerca e...la studia? per imitazione?.. buona serata.. m Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 14, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Author Share Inviato il February 14, 2015 Era solo un esempio Raffaele, il problema è appassionare gli eventuali allievi e fargli conoscere la musica per chitarra, poi se son rose.. Scale, arpeggi, legature...sono "categorie" che interesseranno l'allievo soltanto se capirà che sono mezzi per fare cose più importanti come: suonare e, per quello ci vuole innanzi tutto la capacità di far dire che uno studio di Carcassi è.. bello, fargli venire la voglia di studiarlo. Poi se sarà basato sulle scale (n. 1) o arpeggi (nn. 2, 7 ecc) si lavorerà con le dovute preparazioni adeguate. Al riguardo i testi di Storti, per quanto riguarda la progressione di esercizi tecnici li trovo sempre utili e funzionali per il percorso che adotto: tecnica meccanica e tecnica musicale, che deriva ovviamente dalla sequenza di brani e opere che adopero. Poi se continueranno dopo il ciclo della scuola secondaria, inizierà la vera avventura. Il repertorio, con tutto quello che "gira" intorno.. ma qui entrano in ballo necessariamente altre discipline. Non basta solfeggiare e non sbagliare le note per essere bravi, non trovi? Si avevo capito che era solo un esempio. non sto dicendo di capire i brani usando le scale. Sto dicendo che se dobbiamo dare nozioni ai discenti, perchè non dare anche nozioni della musica in generale usando solo i vari tipi di scale, e non solo quelle tonali come è presente in quasi tutti i programmi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cristiano Porqueddu Inviato il February 15, 2015 Group: Admin Topic Count: 1,016 Content Count: 3,766 Reputation: 424 Joined: 11/14/2005 Status: Offline Device: Windows Share Inviato il February 15, 2015 Quando guardi uno spartito, di qualunque periodo storico, devi avere una sensazione familiare e sentirti a casa, poi le note (la tecnica) si studia/no, ma quello che mi preoccupa di solito non è fare le scale, ma capire cosa significano quelle note, questo è quello che mi ha sempre interessato e preoccupato. Se un insegnante per primo non capisce una partitura come fa a...? va su youtube alla ricerca e...la studia? per imitazione?.. Uh! Sai meglio di me che c'è una quantità spaventosa di allievi e - ahimé - insegnanti che procedono nel modo che descrivi, Marcello. Da qui percentuali non indifferenti di programmi-sbadiglio sia d'esame che da concerto e nelle tracklist. E non parliamo dei concorsi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Raffaele Iervolino Inviato il February 16, 2015 Group: Membri Topic Count: 71 Content Count: 568 Reputation: 36 Joined: 01/28/2008 Status: Offline Device: Windows Author Share Inviato il February 16, 2015 Quando guardi uno spartito, di qualunque periodo storico, devi avere una sensazione familiare e sentirti a casa, poi le note (la tecnica) si studia/no, ma quello che mi preoccupa di solito non è fare le scale, ma capire cosa significano quelle note, questo è quello che mi ha sempre interessato e preoccupato. Se un insegnante per primo non capisce una partitura come fa a...? va su youtube alla ricerca e...la studia? per imitazione?.. E' proprio questo che intendo, riempire gli spazi vuoti ,creati dalle nuove composizioni. Nel Guitarcosmos,vol 1°, un brano si intitola "Aeolian Mode" , se al ragazzo gli si è fatto studiare tecnicamente le scale Maggiori e minori armoniche e melodiche(dello stile tonale), perché non fargli studiare anche le scale minori naturali (o Eolie)(sempre dello stile tonale ma anche modale),e allora perché non fargli studiare anche le scale Misolidie, Frigie,e tutte le altre(almeno di una sola ottava). Cosi l'insegnante dirà loro che il brano sopra citato,appartiene ad un modo specifico "Eolio" portandogli anche l'esempio della scala,e non solo dirgli che giochi proibiti è in mi minore e poi mi maggiore come le scale che ha già studiato. Questo non è portare avanti la musica? Preparare i ragazzi tecnicamente con le scale (qualsiasi scala) e poi portare il confronto con i pezzi nuovi dei nostri periodi? 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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