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Rileggendo,su Il Fronimo,una vecchia intervista di Bream,mi domandavo se ancora ora era sempre dell'idea che di Mauro Giuliani erano valide solo 3 opere:il concerto op.30,la gran overture op.61 e la prima Rossiniana

(non si sa perchè non disse anche le altre 5).Se Segovia era da scusare,perchè quando le poteva suonare,la rivalutazione dell'800 chitarristico era ancora lontana da venire,la dichiarazione di Bream mi ha sempre lasciato stupefatto.Uno strumento è credibile se ha una propria letteratura,ma se uno dei maggiori chitarristi del 900 trovava  non valide 227 opere di Giuliani è facile dedurre che per la chitarra le prospettive non erano molto entusiasmanti.

 

 

 

 


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Se non erro registrò anche le Rossiniane 2 e 3, come per la prima facendo un collage di ciò che preferiva fra le 6...mi pare.

 

Comunque erano altri tempi e l'apporto più significativo di Bream alla chitarra non è certo quello riguardante la musica dell'800. Piuttosto, la sua figura è stata fondamentale per stimolare un gran numero di compositori a scrivere dei lavori totalmente avulsi dall'estetica segoviana, spesso di grandissimo pregio. Credo sia sufficiente citare Britten, Henze, Berkeley ( i primi che mi vengono in mente), per sostenere che la credibilità della chitarra deve moltissimo a Bream.

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