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forse la visione di un albatro?

 

Sentendo la musica di Gilardino credo che sia troppo "terrena" come ispirazione... ;)

 

Ma no, Loredana, la visione di un albatro da parte di chi, come me, può assomigliare al massimo a un vecchio ocone, è portatrice di ispirazione.

 

dralig

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A proposito, devo confessare un mio errore. Volli dedicarlo a un chitarrista che mi risultava fosse stato il primo esecutore in Italia dello Studio da concerto di G.F. Ghedini. Un gesto di riguardo che fu ripagato con l'indifferenza: non fui nemmeno ringraziato. Ma i chitarristi più giovani hanno fatto giustizia...

 

dralig

 

Per alcuni musicisti suonare un brano dedicato ad altri è leggermente fastidioso, tant'è che alcuni si rifiutano di suonarlo, altri invece lo prendono come un incontro amoroso con un amante clandestino, di proprietà non esclusiva, ma non per questo meno disponibile.


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Io sarei al settimo cielo se un compositore un giorno scrivesse anche un piccolo brano per me... oltre che onorato mi sentirei anche in parte realizzato! Si potrebbe aprire un topic se vi va... ;)


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A proposito devo dire una cosa : anche a me ha affascinato molto questo pezzo. Soggettivamente mi ha colpito perchè sembrasse che indagasse attraverso la musica ,sebbene con ''toni'' ben più raffinati per quanto mi riguarda,nella tematica dell' intellettuale che non viene mai apprezzato adeguatamente per il suo lavoro espressa ,guarda caso, nella poesia di Charles Budelaire(L'Albatro).Sembrava quasi che il Maestro stesse riproponendo la tematica con ''occhi diversi''. Invito vivamente tutti a leggere tale opera(l'albatro) e a vedere che in effetti ci sta qualcosa che accomuna i due lavori.Sono sensazioni del tutto personali e sebbene oggettivamente possano essere disconesse con il reale motivo della scelta del titolo mi sentivo di condividerle con voi.

 

Baudelaire si riferisce non all'intellettuale, ma al poeta, all'artista, come l'albatro capace di librarsi nel più alto dei cieli con il suo volo magistrale, ma incapace di vivere nella quotidianità, e spesso prigioniero dei marinai stolti e crudeli (la brava gente con cui l'artista ha che fare). La rappresentazione dell'albatro alla quale io mi sono riferito, quella di Melville, è affine per certi versi a quella di Baudelaire, ma a mio modo di sentire più potente e trascendentale. Melville era un diverso, immiserito e sdegnoso nella sua vita di ogni giorno, e il suo albatro è un simbolo potente di riscatto e di liberazione nella spiritualità e nel sentimento di un destino superiore. La traduzione di Pavese, benché superata dal punto di vista filologico, è capace di rendere quel passo in modo avvincente, eguagliando l'originale. E la musica di Ghedini non scherza!

 

dralig

 

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A proposito devo dire una cosa : anche a me ha affascinato molto questo pezzo. Soggettivamente mi ha colpito perchè sembrasse che indagasse attraverso la musica ,sebbene con ''toni'' ben più raffinati per quanto mi riguarda,nella tematica dell' intellettuale che non viene mai apprezzato adeguatamente per il suo lavoro espressa ,guarda caso, nella poesia di Charles Budelaire(L'Albatro).Sembrava quasi che il Maestro stesse riproponendo la tematica con ''occhi diversi''. Invito vivamente tutti a leggere tale opera(l'albatro) e a vedere che in effetti ci sta qualcosa che accomuna i due lavori.Sono sensazioni del tutto personali e sebbene oggettivamente possano essere disconesse con il reale motivo della scelta del titolo mi sentivo di condividerle con voi.

 

Baudelaire si riferisce non all'intellettuale, ma al poeta, all'artista, La rappresentazione dell'albatro alla quale io mi sono riferito, quella di Melville, è affine per certi versi a quella di Baudelaire, ma a mio modo di sentire più potente e trascendentale. Melville era un diverso, immiserito e sdegnoso nella sua vita di ogni giorno, e il suo albatro è un simbolo potente di riscatto e di liberazione nella spiritualità e nel sentimento di un destino superiore. La traduzione di Pavese, benché superata dal punto di vista filologico, è capace di rendere quel passo in modo avvincente, eguagliando l'originale. E la musica di Ghedini non scherza!

 

dralig

 

dralig

 

si ha ragione Baudelaire si riferisce al poeta.

Devo documentarmi,di cui ammetto di non esserne al corrente, riguardo la rappresentazione da cui ha attinto poichè si potrebbe ''svelare'' un' interessante analisi che pone in correlazione la struttura e il contenuto delle due opere.


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*devo documentarmi sulla rappresentazione,di cui ammetto di non essere al corrente,da cui ha attinto


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forse la visione di un albatro?

 

Sentendo la musica di Gilardino credo che sia troppo "terrena" come ispirazione... ;)

 

Bé sinceramente no :), specialmente se l'albatro è osservato nell'atto del volare..al tramonto...sul mare....

 

Considerato che si parla di Ghedini, voleve sapere se il compositore cunese ha scritto altro per chitarra, oltre al bellissimo Studio da Concerto.

 

PS. Una registrazione dello Studio di Ghedini si può liberamente scaricare in questo sito: http://digilander.iol.it/fm76/classica/ita/chitarra/cafagna.htm , in una bellissima interpretazione del M° Cafagna, che ebbi il piacere di conoscere di persona, a casa sua, lo scorso Luglio.


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Considerato che si parla di Ghedini, voleve sapere se il compositore cunese ha scritto altro per chitarra, oltre al bellissimo Studio da Concerto.

 

.

 

Purtroppo no.

 

dralig


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Vorrei sapere come mai però (perchè lo già sentita da qualche altra parte) l'arbatro e l'airone sono così usati per i titoli classici.

Ha un significato poetico?

 

Certamente. Ed uno dei riferimenti più belli di questo legame tra mito poetico dell'albatro e poesia puoi leggerlo in Baudelaire ('I Fiori del Male'):

 

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage

Prennent des albatros, vastes oiseauz des mers,

Qui suivent, indolents compagnons de voyage,

Le navire glissant sur les gouffres amers.

 

À peine les ont-il déposeés sur le planches,

Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,

Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches

Comme des avirons traîner à côté d'eux.

 

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!

Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!

L'un agace son bec avec un brûle-guele,

L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!

 

Le Poète est semblable au prince des nuées

Qui hante la tempête e se rit de l'archer;

Exilé sul le sol au milieu des huées,

Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

 

 

Ma mentre in questo caso l'albatro è una allegoria del poeta che scrive (il riferimento è alla inutilità della poesia nella società borghese industrializzata), Gilardino usa suoni e atmosfere per liberare lo strumento e dargli letteralmente le ali; questa caratteristica la noti se leggi con attenzione la sezione 'Allegro moderato, senza enfasi': senza toccare terra.

 

Molto interessante .......... ;)


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PS. Una registrazione dello Studio di Ghedini si può liberamente scaricare in questo sito: http://digilander.iol.it/fm76/classica/ita/chitarra/cafagna.htm , in una bellissima interpretazione del M° Cafagna, che ebbi il piacere di conoscere di persona, a casa sua, lo scorso Luglio.

 

Umberto Cafagna è un chitarrista molto intelligente e sensibile, lo stimo.

 

dralig

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