enzo Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 49 Reputation: 0 Joined: 19/02/2006 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 16 Febbraio 2007 Mooolto complicato!
Cristiano Porqueddu Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 E' solo un banale problema di controllo. Ti renderai subito conto che le dita che muovi non sono sempre solo quelle che occorrono e questo causa problemi - specialmente in fase di passaggi rapidi o di cambi di posizione - che si attribuiscono erroneamente a incapacità tecnica o limitazione fisica. Per lo studio delle legature, se prepari un diploma o se sei già diplomato, Enzo, usa lo studio n.7 di Angelo Gilardino, "Alborada". E' un banco di prova con pochi, anzi pochissimi, eguali in tutta la storia degli studi per chitarra dedicati alle legature. Buon lavoro.
enzo Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 49 Reputation: 0 Joined: 19/02/2006 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 16 Febbraio 2007 Penso sia ancora presto, ho dato l'anno scorso l'esame di compimento inferiore. Hai ragione, è un problema di controllo e non di conformazione fisica: in effetti è irritante vedere come il dito 4, che resta immobile senza sforzo quando preme una corda, "svolazza" se non è costretto a tenere note. Ho notato lo stesso dispendio di energie anche nel movimento della mano destra. E' per questa ragione che ho visto alcuni chitarristi (in particolare Carlevaro) tenere il mignolo in una posizione molto simile a quella descritta dai didatti dell'800, cioè vicino alla tavola armonica?
Antonio Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Membri Topic Count: 33 Content Count: 289 Reputation: 0 Joined: 11/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 Perchè le corde 5a e 6a non sono prese in considerazione? L'esercizio è più che sufficiente effettuato sulle prime 4 corde. Se te la senti, nessuno ti impedisce di espanderlo alle corde superiori. Chiarissimo Cristiano. La mia era solo curiosità, pensavo ci fosse qualche motivo particolare. Nei legati segoviani, nel momento in cui mi trovo a legare due note rispettivamente con 3° e 4° dito, faccio esattamente come dici tu, cioè scivolo con il mignolo sulla corda immediatamente superiore, rimanendo le altre tre in posizione sui rispettivi tasti. Però, a volte, nello scivolare, mi capita di mettere in vibrazione ( ad esempio il mi cantino ) la corda sulla quale appoggio il mignolo facendola di conseguenza suonare per un breve lasso di tempo. Ho ovviato al problema nel seguente modo: quando mi trovo dinanzi ad una legatura che prevede lo scivolamento del mignolo della sinistra sulla corda immediatamente superiore, blocco tale corda toccandola leggermente con la falangina dell'indice che nel frattempo è in posizione fissa sul suo tasto assieme a medio ed anulare. E' un escamotage, chiamiamolo così, lecito ? Oppure devo cercare di non far vibrare la corda col mignolo senza espedienti ? Questo piccolo problema non mi capita sempre, anzi direi che è quasi una rarità, però quando capita è molto fastidioso. Posso usare tranquillamente il mio escamotage ( può darsi pure che realmente si faccia come dico io, e nel caso la mia sarebbe una domanda inutile ), oppure continuo ad allenarmi cercando di evitare il problema senza personali accorgimenti ? Grazie mille ancora per i preziosissimi suggerimenti : )
Cristiano Porqueddu Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 E' per questa ragione che ho visto alcuni chitarristi (in particolare Carlevaro) tenere il mignolo in una posizione molto simile a quella descritta dai didatti dell'800, cioè vicino alla tavola armonica? Non saprei, Enzo, non ho mai visto Carlevaro suonare dal vivo. So solo che alcuni degli allievi a cui ho fatto lezione e che mi hanno chiesto suggerimenti per perfezionare la loro 'limitata' tecnica o correggere 'gravi difficoltà' hanno mostrato molto raramente reali problemi di natura meccanica e la maggior parte delle volte si è trattato di uno scarso metodo di studio (sovente superficiale e sbrigativo) e, per l'appunto, di controllo del movimento.
Cristiano Porqueddu Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 Oppure devo cercare di non far vibrare la corda col mignolo senza espedienti ? Mi sembra un enorme spreco di energie. Se il dito 4 nell'effettuare una legatura discendente sulla 2a corda va vibrare la 1a è evidente che il movimento è eccessivo sia nella forza che nella sua ampiezza.
enzo Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Membri Topic Count: 6 Content Count: 49 Reputation: 0 Joined: 19/02/2006 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 16 Febbraio 2007 Ti ringrazio, Cristiano. La posizione cui mi riferivo è quella che ho notato in video come questi: http://www.youtube.com/watch?v=IyKUif2K9tU Guardandolo meglio, più che vicino alla tavola armonica direi che il mignolo è più teso rispetto alle altre dita, che invece sono normalmente flesse.
Antonio Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Membri Topic Count: 33 Content Count: 289 Reputation: 0 Joined: 11/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 Oppure devo cercare di non far vibrare la corda col mignolo senza espedienti ? Mi sembra un enorme spreco di energie. Se il dito 4 nell'effettuare una legatura discendente sulla 2a corda va vibrare la 1a è evidente che il movimento è eccessivo sia nella forza che nella sua ampiezza. Già... in effetti adesso che ci penso col mignolo si impiega sempre un po' più di forza a causa della pressione delle altre tre dita che rimangono ferme sulla tastiera, quasi irrigidendo la mano. Benissimo, quindi il trucco è giungere ad ottenere il perfetto controllo delle dita, mignolo in primis, dosando per bene le forze in gioco. Ti ringrazio ancora Cristiano. Una volta il mio ex-maestro mi fece ascoltare un brano in cui la medesima legatura ascendente ( mi pare fosse un mordente lungo ascendente ) era eseguita alternatamente con 2o e 3o dito, evitando di far fare il lavoro solo al 2o. Mi pare che il brano fosse uno studio di Brouwer, ma non ci giurerei. Ha un nome particolare questa tecnica ? La si studia in qualche testo preciso ? ( non l'ho mai trovata in nessun testo di tecnica della chitarra acquistato ) Scusa se abuso della tua gentilezza Adoro l'argomento legature... : )
Cristiano Porqueddu Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 Una volta il mio ex-maestro mi fece ascoltare un brano in cui la medesima legatura ascendente ( mi pare fosse un mordente lungo ascendente ) era eseguita alternatamente con 2o e 3o dito, evitando di far fare il lavoro solo al 2o. Mi pare che il brano fosse uno studio di Brouwer, ma non ci giurerei. Ha un nome particolare questa tecnica ? La si studia in qualche testo preciso ? ( non l'ho mai trovata in nessun testo di tecnica della chitarra acquistato ) Ci sono molti modi di effettuare dei mordenti sulla stessa corda usando due o più dita. Non è una tecnica particolare è solo il risultato ovvio dell'intervento di più dita per rendere al meglio l'alternanza rapida delle note. Nella musica antica preferisco sempre le due corde. Se il brano era di Leo Brouwer poteva essere lo studio n.XVIII o il n.XX. Entrambi validi esercizi per i mordenti e gli abbellimenti. Adoro l'argomento legature. Beh, insomma, da adorare c'è ben poco.
Cristiano Porqueddu Inviato 16 Febbraio 2007 Group: Ammministratori Topic Count: 865 Content Count: 3653 Reputation: 227 Joined: 14/11/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 16 Febbraio 2007 Benissimo, quindi il trucco è giungere ad ottenere il perfetto controllo delle dita, mignolo in primis, dosando per bene le forze in gioco. Nessun trucco, Antonio, semplice ragionamento. Sono soluzioni elementari alle quali ogni buon studente dovrebbe giungere da solo.
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