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Waller ha posto un problema serissimo e credo che abbia perfettamente ragione!

 

Sono convinto anch'io che non si faccia abbastanza per risolvere questa situazione.

Ieri, ad esempio, mi sono avvilito abbastanza perché mi è capitato di leggere sulla "nuova" rivista chitarristica, "la Guitarra" un articolo di 7 (sette!) pagine dedicate, pensate un po', ad... "Asturias" :evil: E vaiii!

Niente di più "nuovo" e coinvolgente che dissertare sul confronto di cinque versioni di altrettanti chitarristi che si sono affannati a trascrivere questo pezzo dal pianoforte.

Molto utile, non trovate? Parlare del repertorio pianistico su una rivista per chitarra... interessantissimo!

 

Non c'è nulla da fare, caro Waller. Ti devi rassegnare.

L'arte oggi sopravvive a stento e deve fare i conti con una sottocultura generale spaventosa.

 

E' un "dilemma" che interessa tutta l’arte da quasi un secolo ma che spesso si risolve in una specie di ripiegamento, a partire dagli stessi "fruitori".

Il problema è che solo l'arte può rigenerare se stessa e così accade che mentre i più discutono (magari dentro alle accademie), qualcuno fra i “pochi” riesca a far nascere una nuova corrente di pensiero o sappia stupire con un’opera che davvero rompe tutti gli schemi del passato.

Il più delle volte accade senza sponsor, senza musei, senza forse che nemmeno lo stesso artista se ne renda conto e nemmeno immagini la valanga di critiche che gli pioveranno addosso, prima che la sua idea venga compresa e riconosciuta.

 

Sai Francesco, non è per disprezzare il tema lanciato da Waller, certo per esprimerlo usa un linguaggio diciamo "originale" ;)

 

 

 

 

Butterfly

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Butterfly ha scritto:

Il problema è che solo l'arte può rigenerare se stessa e così accade che mentre i più discutono (magari dentro alle accademie), qualcuno fra i “pochi” riesca a far nascere una nuova corrente di pensiero o sappia stupire con un’opera che davvero rompe tutti gli schemi del passato.

 

...Quello che mi chiedo è se veramente c'è bisogno di qualcuno che faccia nascere una nuova "corrente di pensiero" o rompere tutti gli schemi del passato... (molti lo hanno fatto e continuano a farlo).

 

Un conto è evitare il ristagnare di atteggiamenti musicali di maniera, un altro conto è ricadere nel solito (e ingiustificato) vittimismo chitarristico...


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Un conto è evitare il ristagnare di atteggiamenti musicali di maniera, un altro conto è ricadere nel solito (e ingiustificato) vittimismo chitarristico...

Quando parli di vittimismo chitarristico non capisco bene a chi ti rivolgi.

E' sotto gli occhi di tutti che i chitarristi soffrono di un isolamento culturale impressionanante (a meno che tu per tua scelta voglia vedere tutto colorato di rosa).

Non si tratta di fare vittimismo, ma di prendere atto di un problema e tentare di trovarne le soluzioni.

Se fai finta di non vedere e ti giri dall'altra parte è una tua scelta, che certo non aiuta nessuno se non te stesso.


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Probabilmente non vedo tutto così nero...

 

Ho sentito dire ad una celebre pianista 80enne (di cui non voglio fare il nome) testuali parole: "Nessuno ha mai suonato Bach cosi bene come lo suonò Segovia". E voleva dire che nessun altro strumentista interpretò Bach in quel modo.

 

Ora, prescindendo dall'aneddoto e dalla personalità di Segovia (ormai le sue interpretazioni di Bach risultano obsolete, anche se sempre emozionanti), quello che volevo esprimere è che i mezzi (il nostro splendido strumento e il repertorio vasto, proiettato specialmente nel presente) ci sono...è compito dell'interprete mostrare a tutti che non siamo "musicisti di serie B" (perchè dovremmo esserlo...). E quando facciamo bene il nostro lavoro, gli altri se ne accorgono...e hanno paura...soprattutto i pianisti! :)

 

Poi se alcuni preferiscono ancora parlare di Asturias, i musicisti di serie B saranno loro, e non di certo tutta la categoria...

 

Andrea


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Poi se alcuni preferiscono ancora parlare di Asturias, i musicisti di serie B saranno loro, e non di certo tutta la categoria...

 

Andrea

Se questi alcuni, come li chiami tu, sono direttori di riviste specialistiche per chitarra, concertisti che portano il nome di Barrueco & friends., organizzatori di Festival chitarristici e frequentatori non vedenti e non udenti di forum sparsi per il pianeta, allora sei tu che devi aver paura e non gli altri.


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ma non ci sono solo loro...molti fanno il proprio lavoro dignitosamente e senza "vendersi"...

 

E suoniamo invece di leggere le riviste! :lol:


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Non si tratta di chitarristi di serie B o di serie A perchè suonano un pezzo o quell'altro.

Dico soltanto che ci sono solo chi suona un pezzo e quell'altro e non riesce (perchè forse accade da solo questo fenomeno) a fare qualcosa di innovativo.

 

A teatro agli studenti in una mattinata un gruppo ha fatto sentire dei canti madrigali se non sbaglio a dire madrigali, (a tratti -quelli non corali- assomigliano un po a quelli degli alpini).

 

L'altro ieri hanno fatto una recita con Lello Arena "triologia della villeggiatura" di Goldoni. L'altra volta il giardino dei ciliegi

 

Tutti erano annoiati !! sempre le stesse robe !!!!

 

Dentro di me questi attori li adotto e ho molto rispetto ( sono artisti anche loro che fan sempre gli stessi spettacoli) ma dentro di me mi è passato spesso un brivido per la schiena e mi sono sentito solo, malinconico e a tratti (scusate il termine) sfigato.


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vorrei dire la mia...

 

è giusto quello che dite, io stesso studio da solo pezzi come i nocturnal di Britten, o l'Homenaje e molto altro, da solo, perchè molte cose non si fanno in conservatorio, anche se con certi maestri, non si fa nulla...comunque, frecciata a parte...

Giovedì scorso ho fatto un concerto...ora, mi sono detto mentre preparavo il concerto nelle settimane prima "ma sarà il caso di mettere De Falla? Jose?" ho optato per non inserirli...Il limite che mi sono dato è la musica di Ponce, oltre (temporalmente parlando) non dovevo andare. Bene, ho fatto il concerto, ho portato Sor,Giuliani,HVL,Ponce,Tarrega,Dowland...ma voi sapete che dopo il concerto (applausi e autografi) viene una e mi fa: "Sai, ho notato che Ponce era tutto sbagliato, sai dovresti studiarlo meglio", io le ho risposto, guardi che quelle dissonanze sono volute, non sono errori...un'altro "sai, la prossima volta, scegli pezzi meno da intenditori :shock:"...

allora se è questo il panorama, quale futuro?...io non lo vedo


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Non vorrei che si arrivasse poi un giorno, ad andare a Teatro e incontrare solo persone che sono li proprio perchè è il Teatro ,non vorrei che arrivasse il giorno di andare ad un concerto di classica e incontrare solo persone che assistono solo perchè è musica Classica colta e per pochi come non vorrei che arrivasse il giorno che ci fosse un concerto rock e incontrare solo persone che sono li per sballarsi o per altri pretesti.

 

Queste sono le più grandi umiliazioni per un artista che vuol essere asxcoltato


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Queste discussioni durano da molto tempo (ce ne sono alcune proprio su questo forum) e stentano a trovare una soluzione.

Il rinnovamento del repertorio da concerti (che, volendo è non priva di ampie scelte), l'invenzione di uno stile, la creazione di qualcosa di stupefacente non è una cosa che si possa concordare teoricamente in gruppo affrontando discussioni eterne... ognuno ha una propria sensibiltà (si spera!!), un proprio gusto ed una propria musicalità... l'unica cosa che separa questi fattori dalla creazione e la messa in atto di uno stile nuovo (comunque lo si voglia chiamare) è il craggio di provarci.

Spero sia chiaro a tutti che inseguendo qualcuno non si arriva mai primi; quindi, senza voler assolutamente gettare via il passato, bisogna rimboccarsi le maniche e, proprio con la memoria ben intrisa di passato, guardare al futuro attraverso tutte le idee che ogni singolo individuo ha. Fermi restando i canoni estetici e semantici generali e imprescindibili che fanno parte delle basi di ogni musicista (musicista... non solo chitarrista... ma questa è un altra questione che si riallaccia al vittimismo e va dicendo...) e che io non sono nessuno per mettere in discussione, tutto può essere rivisto e riproposto in modo nuovo e originale... volendo anche Asturias. :)

Io credo che nel presente ci siano tutte le basi per poter ben sperare nel futuro... se così non fosse, oggi suoneremmo tutti come Segovia!

Quanto alla diffusione della musica "colta" nel grande pubblico, i tempi sono veramente difficili, soprattutto quando Bach si sente soltanto sulle suonerie dei cellulari e Mozart fa da sottofondo ai varietà (figuriamoci Busoni!!!), ma sicuramente un atteggiamento di nicchia, volto a preservare quella musica dalle orecchie degli infedeli, è decisamente meno utile, benché anche meno faticoso, del tentativo di spiegarla a chi non ha i mezzi per capirla da solo...

Non tutti sanno come investigare un Berio, un Donatoni o un Berg perché non ne hanno le competenze, ma forse chi le ha potrebbe, per amore di quegli ideali nobili ed elevati di cui tanto si parla, provare a portarli in concerto spiegandone prima la strtture, la composizione... Faticoso? Certamente... perché costringe anche noi concertisti a studiare molto più a fondo... ma alla lunga, forse, porterà anche a suonare meglio.

Io l'ho fatto, una volta, suonando Britten... dopo l'esecuzione del Nocturnal mi hanno applaudito per dieci minuti a metà concerto... numero dei presenti: ~150, chitarristi una decina, musicisti in genere (inclusi i precedenti) una trentina...

 

Ovviamente, solo un'opinione...

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