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se si trovasse un bello sponsor si potrebbe aprire una rivista online, magari sul forum, gratuita o a pagamento via paypal, dove parlare seriamente di musica per chitarra

 

Sponsor? E a che cosa serve?

Se creiamo una eZine i costi tipografici e di distribuzione sono ridotti a zero.

 

Io ci sono.

Possiamo coordinare tutto con estrema facilità.

Si tratta, come al solito, di volerlo fare.

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"Sai, ho notato che Ponce era tutto sbagliato, sai dovresti studiarlo meglio", io le ho risposto, guardi che quelle dissonanze sono volute, non sono errori...

un'altro "sai, la prossima volta, scegli pezzi meno da intenditori

 

Se ti basi sul giudizio di questo genere di pubblicaglia devi suonare la trascrizione di "Final Countdown" per avere successo.

E' il target sbagliato. Mi sorprende, invece, che perdi del tempo solo a rispondere a questo genere di domande.

 

Personalmente a questa categoria di personaggi volto le spalle e li lascio bollire nel loro minestrone di "pezzi meno da intenditori", che vadano al diavolo loro e la loro voglia di banalità.

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La fatica cui mi riferivo è soprattutto dialettica: non è sempre facile spiegare a parole un brano contemporaneo ad un pubblico abituato a giudicare "bella" la musica "orecchiabile" (termine per il quale ho più volte espresso il mio disappunto!!) e con temi e melodie da "radio pop". Di conseguenza, per poterlo fare (tanto nella musica quanto, ad esempio, nella fisica... mai provato a spiegare la relatività ristretta a chi non conosce la fisica...? :) ) occorre una profonda interiorizzazione del pezzo suonato in termini non solo espressivi, ma anche poetici, compositivi... musicali, insomma: dopo di che, bisogna anche saperli spiegare, predisponendo un pubblico, eventualmente ignorante per condizione, ad ascoltare attentamente e coscientemente quello che si sta per eseguire...

 

Per il resto... concordo su tutta la linea, in particolar modo sulla pigrizia intellettuale e le sue conseguenze!

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Queste discussioni durano da molto tempo (ce ne sono alcune proprio su questo forum) e stentano a trovare una soluzione.

Il rinnovamento del repertorio da concerti (che, volendo è non priva di ampie scelte), l'invenzione di uno stile, la creazione di qualcosa di stupefacente non è una cosa che si possa concordare teoricamente in gruppo affrontando discussioni eterne... ognuno ha una propria sensibiltà (si spera!!), un proprio gusto ed una propria musicalità... l'unica cosa che separa questi fattori dalla creazione e la messa in atto di uno stile nuovo (comunque lo si voglia chiamare) è il coraggio di provarci.

Compito dell'artista è unicamente quello di seguire le proprie idee, i propri desideri e null'altro. Quando sento parlare di situazioni come quella dichiarata da ciccio_matera, in cui ci si autocostringe a costruire un programma sino a Ponce, perché altrimenti l'ignorantello di turno rimane stizzito, ecco, in questo caso si può e si deve fare molto. Bisogna spiegare, con molta determinazione, che se si vuole creare qualcosa di nuovo lo si deve fare prima di tutto rinnovando il proprio modo di pensare.

Non è più possibile che i repertori li dobbiamo concepire in funzioni di un pubblico. Questo è ridicolo! Che artista sei, se ti lasci condizionare dagli altri? Semplice: non sei un artista ma un mestierante. Uno di quelli che mette se stesso al centro del concerto e non la musica che suona, uno di quelli che annulla se stesso per far piacere agli altri (non riuscendovi peraltro).

Si può fare molto, invece, e guarda caso anche attraverso strumenti d'informazione come questo che stiamo adoperando.

 

Spero sia chiaro a tutti che inseguendo qualcuno non si arriva mai primi; quindi, senza voler assolutamente gettare via il passato, bisogna rimboccarsi le maniche e, proprio con la memoria ben intrisa di passato, guardare al futuro attraverso tutte le idee che ogni singolo individuo ha. Fermi restando i canoni estetici e semantici generali e imprescindibili che fanno parte delle basi di ogni musicista (musicista... non solo chitarrista... ma questa è un altra questione che si riallaccia al vittimismo e va dicendo...) e che io non sono nessuno per mettere in discussione, tutto può essere rivisto e riproposto in modo nuovo e originale... volendo anche Asturias. :)

Io credo che nel presente ci siano tutte le basi per poter ben sperare nel futuro... se così non fosse, oggi suoneremmo tutti come Segovia!

Noi siamo tutti figli del passato, e guai a dimenticarlo. Io ho suonato Asturias in pubblico decine di volte. Ma lo facevo perchè era la moda del tempo, la suonavano tutti, Segovia in primis, perchè non io?

Oggi le cose stanno cambiando ed anche abbastanza rapidamente, direi. La gente può documentarsi in tutti i modi e conoscere, se ne ha davvero voglia, tutte le novità editoriali e discografiche che esistono sul pianeta.

Non vi sono più scuse per nessuno. Chi suona Asturias oggi, (ma ovviamente vale anche per i valses poeticos o qualsiasi altra cosa che non ci riguarda direttamente) dovrebbe concepirlo solo come mero diletto e non per necessità sua - o peggio - del pubblico.

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A teatro agli studenti in una mattinata un gruppo ha fatto sentire dei canti madrigali se non sbaglio a dire madrigali, (a tratti -quelli non corali- assomigliano un po a quelli degli alpini).

 

L'altro ieri hanno fatto una recita con Lello Arena "triologia della villeggiatura" di Goldoni. L'altra volta il giardino dei ciliegi

 

Tutti erano annoiati !! sempre le stesse robe !!!!

 

Dentro di me questi attori li adotto e ho molto rispetto ( sono artisti anche loro che fan sempre gli stessi spettacoli) ma dentro di me mi è passato spesso un brivido per la schiena e mi sono sentito solo, malinconico e a tratti (scusate il termine) sfigato.

 

Gli studenti si sono annoiati ad assistere al Giardino dei ciliegi. Poverini.

Fargli ascoltare tutti quei madrigali, poi (quelli simili ai cori alpini): che crudeltà inaudita.

Dopo aver visto chissà quante rappresentazioni di Checov, essere profondi conoscitori della letteratura russa e aver passato una vita a studiare madrigali (nonchè a cantare Il testamento del Capitano, con la bottiglia della grappa), nessuno ha pensato di offrire loro qualcosa di nuovo, originale, una pièce della post avanguardia o un a jam session multistrumentale.

Perchè sicuramente un pubblico così esigente e raffinato coglierebbe al volo la musica contemporanea, verrebbe colto da sindrome di Stendhal alla Biennale di Venezia, farebbe la coda per assistere a un'opera di Peter Brook o a una coreografia di Kylian.

Qualcuno dovrebbe pensare seriamente a fargli vedere "nuove robe" se no si staccano dall'arte. Senza contare gli attori adottati che vengono rispediti all'orfanotrofio, loro davvero sì, poveri "sfigati".

 

Il problema per cui le dissonanze vengono percepite come errori e a Ciccio_Matera viene chiesto di suonare pezzi "meno da intenditori" è che in realtà se gli spettatori fossero intenditori di musica classica, saprebbero capire anche le dissonanze o quantomeno non le scambierebbero con stonature accidentali.

Per apprezzare e capire l'arte contemporanea (per farlo davvero e non come operazione di snobbismo culturale), occorrerebbe una migliore diffusione e comprensione dell'arte che chi chiama "del passato" o "le solite cose" non sa evidentemente cogliere nella sua essenza.

Una tragedia greca possiede una carica di attualità maggiore di certi articoli di fondo dei quotidiani. Non si illuda chi pensa di saltare a piè pari la storia per comprendere perfettamente il suo tempo.

E' l'abbassamento generale del livello di percezione dell'arte che provoca un continuo scollamento con il pubblico.

 

Non contensto Francesco, nè approvo chi gli suggerisce di non leggere le riviste specialistiche, ma non sono del tutto convinta che la voglia di nuovo sia sempre un reale desiderio di cultura.

 

La gente può documentarsi in tutti i modi e conoscere, se ne ha davvero voglia, tutte le novità editoriali e discografiche che esistono sul pianeta.

Non vi sono più scuse per nessuno. Chi suona Asturias oggi, (ma ovviamente vale anche per i valses poeticos o qualsiasi altra cosa che non ci riguarda direttamente) dovrebbe concepirlo solo come mero diletto e non per necessità sua - o peggio - del pubblico.

 

La noia (ce ne sarebbe da dire su questa parola) non è sempre legata per l'appunto a mancanza di stimoli.

 

 

 

 

 

Butterfly

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E' l'abbassamento generale del livello di percezione dell'arte che provoca un continuo scollamento con il pubblico.

Oggi è la giornata dell'attack!! :D

 

 

Non contesto Francesco, nè approvo chi gli suggerisce di non leggere le riviste specialistiche...

In certi casi diventa inutile discutere ad oltranza, credo...

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In certi casi diventa inutile discutere ad oltranza, credo...

 

Touchée. Mi evaporo ;)

 

 

 

Butterfly

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se si trovasse un bello sponsor si potrebbe aprire una rivista online, magari sul forum, gratuita o a pagamento via paypal, dove parlare seriamente di musica per chitarra

 

Sponsor? E a che cosa serve?

Se creiamo una eZine i costi tipografici e di distribuzione sono ridotti a zero.

 

Io ci sono.

Possiamo coordinare tutto con estrema facilità.

Si tratta, come al solito, di volerlo fare.

 

Ottimo Cristiano

io credo sia necessario farlo. In questi ultimi anni credo di essere riuscito a farmi un'idea dello "stato di salute" della chitarra (grazie anche alle discusioni, anche polemiche, che sono avvenute su questo ed altri forum, nazionali ed internazionali). Stato di salute che implica considerazioni estetiche che considero assai rilevanti, in positivo quanto in negativo, che necessitano di essere ora esplicitate e contestualizzate con competenza.

Una iniziativa del genere credo sia necessaria anche per cominciare a stimolare una "forza lavoro" nuova e competente che sia di stimolo ad una precisa linea editoriale, di alta divulgazione ma non necessariamente accademica (come è nella natura di questo strumento). E' proprio questo ciò che potrebbe fare la differenza. Tutto questo però implica tempo e lavoro e questa iniziativa (pensata come sopra) non può essere relegata ad una attività estemporanea che fa unicamente affidamento al reciproco mutuo soccorso. Ecco quindi la necessità di uno sponsor che sostenga l'iniziativa regolando quella che è la normale prassi lavorativa. Non parlo naturalmente di finanziamenti stratosferici ma quanto basta per finanziare articoli di un certo livello e stimolare il lavoro di tutti noi quanto, nel piccolo, la ricerca.

Si potrebbe cominciare a pensare ad una linea "editoriale", realizzare un nuomero 0 e poi fare un po di sano ( :cry: ) fund raising

 

Io posso chiedere di mettere a disposizione server, un grafico e alcuni impianti standard per eZine.

Possiamo creare un numero 'pilota' e vedere che succede.

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Le risposte della butterfly sono corrette !!! forse troppo !!!

 

Ho esagerato un po' ma almeno faccio capire la confusione che crea il ristagno dell'arte e noi siamo forse in un momento così.

 

Il passato è importante, il passato di verdura meno

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Il passato è importante, il passato di verdura meno

 

"Non ti piacciono gli spinaci, broccoli, il sedano....e la zuppa di coccodrillo!?" :D

 

 

 

Butterfly

 

(pubblicità del passato di verdura Knorr, 2007)

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