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Eduard Manet e il chitarrista....mancino


Butterfly
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Pare che per realizzare, nel 1860, il dipinto conosciuto come "Il cantante spagnolo", Eduard Manet (1823-1883) si fosse ispirato a due virtuosi chitarristi parigini dell'epoca, A.T. Huerta e J. Bosch.

Quest'ultimo, originario della Catalogna e amico del compositore Gounod, partecipava alle serate musicali organizzate da Madame Manet nella sua casa di Parigi. Non a caso restano di Manet diverse opere a soggetto musicale, tra le quali un bel ritratto della moglie, pianista.

 

"Che ne dici", disse rivolto all'amico Antoine Proust, "Pensa che la testa l'ho dipinta di getto. Dopo due ore di lavoro, non vi ho piu' aggiunto un solo colpo di pennello".

La figura del chitarrista ritratta quasi a grandezza naturale, nel dipinto conservato presso il metropolitn Museum di New York, appare tuttavia solo come un modello.

Già durante la sua realizzazione l'autore si rese conto di aver rappresentato un suonatore mancino con una chitarra predisposta per essere suonata da un destro. ;)

 

Esposto al Salon del 1861, il dipinto venne battezzato "Guitarero" da Théophile Gautier che così lo recensì nel Moniteur: "Velazquez lo saluterebbe con un lievo ammiccare pieno di simpatia".

L'opera ebbe però critiche meno favorevoli da Hector de Callias, che scrisse su "L'Artiste": "Quale poesia nella figura di questo mulattiere, in quel nudo muro, in quella cipolla e in quel mozzicone di sigaretta i cui aromi si diffondono insieme per la sala".

 

Della stessa opera esiste (con il medesimo "errore", una versione in acquarello, conservata alla Reves Collection di Dallas.

 

 

 

Butterfly

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Io ho sempre sostenuto che l'impressionismo pittorico sia un movimento gonfiato nel cui alveo si annidino croste epocali.

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Io ho sempre sostenuto che l'impressionismo pittorico sia un movimento gonfiato nel cui alveo si annidino croste epocali.

 

Al di là delle rigide suddivisioni in epoche e correnti dell'arte figurativa, Eduard Manet non viene considerato ancora un impressionista ma un precursore di questo movimento artistico.

Anche in questo dipinto, infatti, ci sono riferimenti al realismo di Courbet (la natura morta delle cipolle e della brocca). Ma nella panca verde solfato che contrasta col colore grigio caldo dei pantaloni del chitarrista e nella pittura di getto, il pittore rivela il suo pensiero piu' avanzato.

L'errore di impostazione dello strumento è il segno di questo contrasto e anche per questo è interessante notarlo.

Nei dipinti di Renoir, per esempio, per quanto ben meno definita la forma degli strumenti musicali, pare di ascoltare la musica prodotta dalle piccole mani delle pianiste adolescenti ritratte.

 

Comunque, Alffredo, non getterei alle ortiche tutto l'Impressionismo solo perchè un pittore, forse piu' attratto dalle grazie della sua insegnante di piano che non dall'organologia, ha piazzato una chitarra in modo capovolto in mano a un ignaro modello vestito alla spagnola ;)

 

 

 

Butterfly

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Ma no, figuriamoci.

Dico solo che se Manet non fosse francese occuperebbe il posto che gli spetta, quello di un pittore e non di uno dei più grandi pittori della storia.

 

Ma i francesi sono riusciti persino a spacciare quel pezzo di lamiera che è la Tour Eiffel come uno dei più importanti esempi architettonici del mondo, quindi complimenti a loro e anatema su di noi italiani che abbiamo venduto il divisionismo come un impressionismo di serie b.

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cost'impressionabbili a milano ce campano

mortacci

 

Eh, è tanto cool l'impressionismo.

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A Milano e in tante altre città, con le chiacchiere sull'arte ci vivacchia un sacco di gente.

Il senso del topic era la curiosità iconografica dello strumento rappresentato capovolto. Lungi da me inaugurare una discussione di storia dell'arte, specie su presupposti banali.

 

 

 

Butterfly

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Pare che per realizzare, nel 1860, il dipinto conosciuto come "Il cantante spagnolo", Eduard Manet (1823-1883) si fosse ispirato a due virtuosi chitarristi parigini dell'epoca, A.T. Huerta e J. Bosch.

Quest'ultimo, originario della Catalogna e amico del compositore Gounod, partecipava alle serate musicali organizzate da Madame Manet nella sua casa di Parigi. Non a caso restano di Manet diverse opere a soggetto musicale, tra le quali un bel ritratto della moglie, pianista.

 

"Che ne dici", disse rivolto all'amico Antoine Proust, "Pensa che la testa l'ho dipinta di getto. Dopo due ore di lavoro, non vi ho piu' aggiunto un solo colpo di pennello".

La figura del chitarrista ritratta quasi a grandezza naturale, nel dipinto conservato presso il metropolitn Museum di New York, appare tuttavia solo come un modello.

Già durante la sua realizzazione l'autore si rese conto di aver rappresentato un suonatore mancino con una chitarra predisposta per essere suonata da un destro. ;)

 

Esposto al Salon del 1861, il dipinto venne battezzato "Guitarero" da Théophile Gautier che così lo recensì nel Moniteur: "Velazquez lo saluterebbe con un lievo ammiccare pieno di simpatia".

L'opera ebbe però critiche meno favorevoli da Hector de Callias, che scrisse su "L'Artiste": "Quale poesia nella figura di questo mulattiere, in quel nudo muro, in quella cipolla e in quel mozzicone di sigaretta i cui aromi si diffondono insieme per la sala".

 

Della stessa opera esiste (con il medesimo "errore", una versione in acquarello, conservata alla Reves Collection di Dallas.

 

 

 

Butterfly

 

Edouard Manet era amico del chitarrista-compositoe catalano Jaime Bosch, che visse a Parigi. Per la pubblicazione di un brano di Bosch ("Plainte moresque"), il grande pittore preparò uno splendido disegno, riprodotto nella copertina dell'edizione. In questo disegno, il chitarrista tiene lo strumento in posizione normale (non è mancino). Non credo che Manet, nel dipinto, mirasse a una raffigurazione realistica, ma piuttosto a un'espressione, in cui anche il fatto di essere mancino conferisce al chitarrista quei tratti caratteriali che lo rendono così poco...raccomandabile.

 

dralig

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Effettivamente, dopo la tua puntualizzazione ho nuovamente guardato il quadro e credo che il chitarrista in questione sia in realtà un avventore avvinazzato che strappata la chitarra al più nobile chitarrista si appresta a cimentarsi in un pericoloso quanto fastidioso numero da circo imbracciando la chitarra al contrario.

 

Alla luce di questa lettura ritratto le mie affermazioni su Manet e gli riconosco il grado di genio.

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Effettivamente, dopo la tua puntualizzazione ho nuovamente guardato il quadro e credo che il chitarrista in questione sia in realtà un avventore avvinazzato che strappata la chitarra al più nobile chitarrista si appresta a cimentarsi in un pericoloso quanto fastidioso numero da circo imbracciando la chitarra al contrario.

 

Alla luce di questa lettura ritratto le mie affermazioni su Manet e gli riconosco il grado di genio.

 

 

Hai vinto un abbonamento omaggio alla rivista di Hector de Callias, "L'Artiste" :D;)

 

 

 

Butterfly

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Edouard Manet era amico del chitarrista-compositoe catalano Jaime Bosch, che visse a Parigi. Per la pubblicazione di un brano di Bosch ("Plainte moresque"), il grande pittore preparò uno splendido disegno, riprodotto nella copertina dell'edizione. In questo disegno, il chitarrista tiene lo strumento in posizione normale (non è mancino). Non credo che Manet, nel dipinto, mirasse a una raffigurazione realistica, ma piuttosto a un'espressione, in cui anche il fatto di essere mancino conferisce al chitarrista quei tratti caratteriali che lo rendono così poco...raccomandabile.

 

dralig

 

 

Il dipinto infatti venne intitolato "Le chanteur espagnole" e non il "chitarrista" spagnolo e non sarebbe il ritratto di Huarte quanto piuttosto la figura di un picaro. ;)

La chitarra compare, nel 1862, anche in un altro famoso dipinto di Manet, La chanteuse de Rue, conservato al Fine Arts Museum of Boston e raffigurante una cantante di cabaret che spilucca delle ciliegie, recando una chitarra.

Il realismo a cui facevo riferimento non è tanto quello della raffigurazione scientifica e oggettiva del soggetto, ma quel momento della pittura in cui realtà e carattere cercano una loro simbiosi e che di fatto aprirà la strada all'impressionismo.

In questo senso, ecco comparire nuovamente una natura morta (nelle ciliegie) e i caratteri poco "raccomandabili" del suonatore di chitarra, pur mostrando lo strumento alcuni dettagli molto precisi, come la tastiera.

 

L'illustrazione della Plainte moresque (che non ricordavo, grazie di averla citata!) non raffigurerebbe, come sostenne Adolphe Tarabant, il ritratto del musicista Bosch, ma ancora una figura di genere, per quanto sia documentata la presenza di Bosch nelle serate musicali che ogni settimana si svolgevano a casa della madre del pittore e nel corso di una delle quali il chitarrista si esibì in duetto con la moglie del pittore, pianista.

Ne cerco una riproduzione e spero di riuscire a postarla.

 

 

 

Butterfly

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