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Maurizio non ha vie di mezzo: o si ama o si odia, ma credo siano in pochi ad odiarlo...

 

Giovanni

 

perchè coinvolgere sentimenti tanto devastanti (amore e odio) quando sarebbe auspicabile una semplice e critica presa di coscienza ?

 

Perchè il fatto di coinvolgere sentimenti come l'amore e l'odio così... "devastanti"(?), rientra in quell'universale concetto dicotomico della natura stessa come il il bianco e il nero, l'estate e l'inverno, ecc. e non credo che tendere verso l'estremizzazione sia peggiorativo rispetto a chi preferisce l'indifferenza, il grigio, l'autunno...

 

 

Giovanni

 

Amare o odiare sono antipodi di un sentimento di convivenza che, specialmente tra musicisti, nulla ha a che vedere con il gusto personale frutto di una adeguata preparazione culturale.

Amare? Forse è meglio dire 'preferire' perchè amare è un termine che implica e necessita di una serie di circostanze che niente hanno a che vedere con la musica.

Odiare? Forse è meglio dire 'non condividere'. L'odio lasciamolo a chi non ha remore ad uccidere un suo simile per qualsiasi motivo (soldi, religione, politica). Odiare è un verbe che nel dizionario di un musicista non dovrebbe essere neanche menzionato.

 

Per quanto riguarda il grigio, l'autunno, la sfumatura tra due stati certi (i tuoi esempi sono indicativi) vorrei a tal proposito suggerirti, se me lo permetti, l'osservazione di opere (musicali e pittoriche) dai contorni non definiti: sono quelle che ti consentono di interpretarne il movimento e personalizzare (sempre con una base culturale e di studio adeguata) il tuo punto di vista. L'ovvietà nella musica i contorni così ben definiti e le strade luminose portano a risultati a volte validi, certo, ma spesso scadenti e noiosi.

Confondere volontariamente la distinzione dei contorni e il gusto dell'osservazione di un dettaglio non definito nella musica, nella letteratura ma nell'arte in genere è una operazione complessa e ricca di sfumature.

Cosa sarebbe questo dipinto senza l'indefinizione?

 

1il%20Tamigi.jpg

Claude Monet (1840 - 1926), 'Ponte Ponte a Charing Cross, il Tamigi' , 1903, olio su tela; 65 x 81

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Amare? Forse è meglio dire 'preferire' perchè amare è un termine che implica e necessita di una serie di circostanze che niente hanno a che vedere con la musica.

 

Personalmente non riesco a dare una definizione circoscritta del termine "amare". Di sicuro so che la mia condizione interiore mi "impone" di utilizzare il verbo amare, quando mi riferisco, per esempio, al secondo movimento del Concierto de Aranjuez e non di preferire.

Le motivazioni profonde di tutto ciò albergano dentro di me, convivono con me. E non sono nè esternabili, nè tantomeno condivisibili.

 

 

Per quanto riguarda il grigio, l'autunno, la sfumatura tra due stati certi (i tuoi esempi sono indicativi) vorrei a tal proposito suggerirti, se me lo permetti, l'osservazione di opere (musicali e pittoriche) dai contorni non definiti: sono quelle che ti consentono di interpretarne il movimento e personalizzare (sempre con una base culturale e di studio adeguata) il tuo punto di vista. L'ovvietà nella musica i contorni così ben definiti e le strade luminose portano a risultati a volte validi, certo, ma spesso scadenti e noiosi.

Confondere volontariamente la distinzione dei contorni e il gusto dell'osservazione di un dettaglio non definito nella musica, nella letteratura ma nell'arte in genere è una operazione complessa e ricca di sfumature.

Cosa sarebbe questo dipinto senza l'indefinizione?

 

Non sarebbe questo quadro... (complimenti per la scelta pertinente con il tuo discorso).

E' bene precisare che il bianco o il nero non escludono assolutamente il grigio, ma talvolta esiste o il bianco o il nero.

 

p.s.: perdonami una digressione: perchè nelle risposte ripeti spesso - sempre con una base culturale e di studio adeguata - ?

Risuona come un monito...


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p.s.: perdonami una digressione: perchè nelle risposte ripeti spesso - sempre con una base culturale e di studio adeguata - ?

Risuona come un monito...

 

Ma no, Giovanni. E' che voglio separare il parere 'di pancia' (come si suol dire) da quello espresso con cognizione di causa. Tutto qui.


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E' bene precisare che il bianco o il nero non escludono assolutamente il grigio, ma talvolta esiste o il bianco o il nero.

 

Questo thread contiene una discussione interessantissima che se vuoi possiamo riprendere nei prossimi giorni.


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Io credo che la mancanza di contorni, o di confini, sia qualcosa di insito nel linguaggio musicale.

 

La musica strumentale non veicola mai un significato definito; porta del senso, quello degli innumerevoli grigi, anche quando i suoi colori appaiono accesi.


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E' bene precisare che il bianco o il nero non escludono assolutamente il grigio, ma talvolta esiste o il bianco o il nero.

 

Questo thread contiene una discussione interessantissima che se vuoi possiamo riprendere nei prossimi giorni.

 

Assolutamente d'accordo.

 

Giovanni


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Non ho capito da quale specifico argomento nasce questa discussione. Mi spiegate, per favore?

 

 

 

Butterfly


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Amare? Forse è meglio dire 'preferire' perchè amare è un termine che implica e necessita di una serie di circostanze che niente hanno a che vedere con la musica.

 

Personalmente non riesco a dare una definizione circoscritta del termine "amare". Di sicuro so che la mia condizione interiore mi "impone" di utilizzare il verbo amare, quando mi riferisco, per esempio, al secondo movimento del Concierto de Aranjuez e non di preferire.

Le motivazioni profonde di tutto ciò albergano dentro di me, convivono con me. E non sono nè esternabili, nè tantomeno condivisibili.

 

 

L'amore come proiezione profonda dei sensi è un atteggiamento intimamente legato alla musica e al nostro modo di rapportarci con lei. E' difficile suonare musica che non si "ama", che non apre orizzonti ai sensi e ai sentimenti e con cui non si stabilisce un rapporto di simpatia. Quando poi questo rapporto passa anche attraverso l'intelletto, lo studio, la ricerca e l'analisi, esso diventa ancora più forte. La ragione rinforza il cuore e apre la capacità di sentire.


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La musica strumentale non veicola mai un significato definito; porta del senso, quello degli innumerevoli grigi, anche quando i suoi colori appaiono accesi.

 

Bella Alfredo, anche se aggiungerei che, proprio perchè priva di contorni definiti e grazie al suo stato di neutralità, la musica accoglie e ci mostra semplicemente i colori che abbiamo dentro.


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L'amore come proiezione profonda dei sensi è un atteggiamento intimamente legato alla musica e al nostro modo di rapportarci con lei. E' difficile suonare musica che non si "ama", che non apre orizzonti ai sensi e ai sentimenti e con cui non si stabilisce un rapporto di simpatia. Quando poi questo rapporto passa anche attraverso l'intelletto, lo studio, la ricerca e l'analisi, esso diventa ancora più forte. La ragione rinforza il cuore e apre la capacità di sentire.

 

Queta bella riflessione mi ricorda che nella tradizione ebraica, il cuore è anche il centro dell'intelletto.

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