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Leggevo che grandi compositori come Stravinsky, Ravel e Wagner non avevano l'orecchio assoluto, e pensavo: ma è o non è indispensabile avere l'orecchio assoluto? Quella meravigliosa facoltà di leggere una partitura e sentirla suonare "dentro", si può acquisire anche con l'esercizio? Come ci si arriva? E' solo una qualità innata o con lo studio e l'esperienza la si acquista?

 

Grazie anticipatamente.


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Leggevo che grandi compositori come Stravinsky, Ravel e Wagner non avevano l'orecchio assoluto, e pensavo: ma è o non è indispensabile avere l'orecchio assoluto? Quella meravigliosa facoltà di leggere una partitura e sentirla suonare "dentro", si può acquisire anche con l'esercizio? Come ci si arriva? E' solo una qualità innata o con lo studio e l'esperienza la si acquista?

 

Grazie anticipatamente.

 

L'orecchio assoluto riconosce i suoni realmente uditi, o permette di intonarli senza riferimento esterno (diapason o altro). E' una dote naturale, tanto che chi non la possiede (la maggioranza dei musicisti, compresi illustri direttori d'orchestra) non la può acquisire nemmeno con gli studi più avanzati.

 

La capacità di audizione interiore della musica letta è un'altra cosa, si acquisisce con lo studio. Si può benissimo svilupparla anche disponendo "soltanto" dell'orecchio relativo.

 

dralig


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Leggevo che grandi compositori come Stravinsky, Ravel e Wagner non avevano l'orecchio assoluto, e pensavo: ma è o non è indispensabile avere l'orecchio assoluto? Quella meravigliosa facoltà di leggere una partitura e sentirla suonare "dentro", si può acquisire anche con l'esercizio? Come ci si arriva? E' solo una qualità innata o con lo studio e l'esperienza la si acquista?

 

Grazie anticipatamente.

 

L'orecchio assoluto riconosce i suoni realmente uditi, o permette di intonarli senza riferimento esterno (diapason o altro). E' una dote naturale, tanto che chi non la possiede (la maggioranza dei musicisti, compresi illustri direttori d'orchestra) non la può acquisire nemmeno con gli studi più avanzati.

 

dralig

 

Eppure mi sembra così strano... mi fa fatica credere che sia una dote naturale che non si acquisisce con lo studio...

Io ad esempio riesco ad intonare ( per ora ) la nota do senza riferimenti esterni... però per arrivare a questo mi ci sono allenato ! E credo che con l'allenamento arriverò ad intonare anche tutte le altre note...

Magari avessi questa facoltà in modo 'naturale' ! O___O Risparmierei un sacco di tempo ! :D


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Eppure mi sembra così strano... mi fa fatica credere che sia una dote naturale che non si acquisisce con lo studio...

Io ad esempio riesco ad intonare ( per ora ) la nota do senza riferimenti esterni... però per arrivare a questo mi ci sono allenato ! E credo che con l'allenamento arriverò ad intonare anche tutte le altre note...

Magari avessi questa facoltà in modo 'naturale' ! O___O Risparmierei un sacco di tempo ! :D

 

Io conosco qualcuno che, non avendo dovuto lavorare neanche un minuto per acquisire il cosiddetto orecchio assoluto, se ne libererebbe volentieri, in modo da poter suonare in santa pace un pezzo leggendolo in un tono e suonandolo (con il capotasto) in un altro, mentre ora, se solo ci prova, gli gira la testa.

 

dralig


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Altra cosa è la facoltà di leggere una partitura (quale però?)....con lo studio si arriva facilmente a "leggere interiormente" la musica classico romantica...ma, con un po più di impegno, anche i compositori più impervi del novecento

 

Allora ero evidentemente male informato io e ho confuso le due recchie :D

 

Però .... A me riesce più facile riconoscere gli intervalli piuttosto che l'altezza singola delle note; difatti quando mi diverto a scrivere qualche pagina musicale, decido l'altezza delle note sul pentagramma in base a un discorso legato più a una "regola" stabilita da me in quel contesto.

 

E poi, non so perchè, se sento un accordo, anche esteso o alterato, o lo leggo sul pentagramma, so che accordo è, forse perchè ho praticato molto jazz in passato, ma già una singola melodia mi mette in crisi ....

 

Non ditemi che sono anormale vi prego :D


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Altra cosa è la facoltà di leggere una partitura (quale però?)....con lo studio si arriva facilmente a "leggere interiormente" la musica classico romantica...ma, con un po più di impegno, anche i compositori più impervi del novecento

 

Allora ero evidentemente male informato io e ho confuso le due recchie :D

 

Però .... A me riesce più facile riconoscere gli intervalli piuttosto che l'altezza singola delle note; difatti quando mi diverto a scrivere qualche pagina musicale, decido l'altezza delle note sul pentagramma in base a un discorso legato più a una "regola" stabilita da me in quel contesto.

 

E poi, non so perchè, se sento un accordo, anche esteso o alterato, o lo leggo sul pentagramma, so che accordo è, forse perchè ho praticato molto jazz in passato, ma già una singola melodia mi mette in crisi ....

 

Non ditemi che sono anormale vi prego :D

 

I jazzisti sono in genere dannatamente bravi con l'armonia.

Se Lei riesce a percepire gli intervalli armonici, dovrebbe trovarsi a meraviglia con quelli melodici, non Le pare? Non per nulla in conservatorio praticano il dettato melodico e non fanno fare esami di dettato armonico: se istituissero una prova di sbarramento basata sulla percezione e sulla scrittura degli accordi, si verificherebbe un'ecatombe.

 

dralig


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Penso che l'orecchio assoluto non sia affatto una dote indispensabile per essere un buon musicista. Peraltro, ho letto su due testi, relativi al metodo Willems, che è importante, soprattutto, l'interiorizzazione dei suoni e la sensibilità (naturalmente indispensabile è l'orecchio relativo). Tuttavia, può essere un buon esercizio ascoltare il diapason ogni mattina (appena alzati) e la sera (prima di andare a letto) per diversi mesi e soprattutto associare ognuno dei dodici suoni ad un colore (ognuno a seconda delle proprie sensazioni).

 

Chissà?!!!

 

Maurizio.


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Si, mi rendo conto che ho dato adito a una interpretazione confusa del precedente messagio. Prima intendevo dire che riconosco gli intervalli melodici nel senso teorico del termine.

 

Gli intervalli armonici e gli accordi in genere (non tutti) li "acchiappo" più facilmente, ammetto che è una cosa un po' strana, però se dovessi riconoscere, ad esempio, un Domaj7 (Do-Mi-Sol-Si) o un Si9 (Si-Re#-Fa#-La-Do#) ci riuscirei benissimo, ma se lo trovassi scritto melodicamente e lo dovessi "cantare" andrei in crisi!

Sottolineo che non ho mai praticato solfeggio seriamente.

 

Che orecchio ho? :shock: Sto cominciando a preoccuparmi!!

Si tratta forse solo di una semplice attitudine e nulla di più? :roll:


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ho praticato molto jazz in passato

 

Beh, allora non andrei alla ricerca di motivazioni esoteriche: suonare jazz o rock ti plasma armonicamente ( anche se nel rock l'armonia è spesso basilare).

Certo, l'armonia classica è strutturata secondo principi completamente differenti e più sottili ma praticare la musica non-classica è un ottimo viatico per percepire l'armonia aldilà delle regole accademiche.


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Eppure mi sembra così strano... mi fa fatica credere che sia una dote naturale che non si acquisisce con lo studio...

Io ad esempio riesco ad intonare ( per ora ) la nota do senza riferimenti esterni... però per arrivare a questo mi ci sono allenato ! E credo che con l'allenamento arriverò ad intonare anche tutte le altre note...

Magari avessi questa facoltà in modo 'naturale' ! O___O Risparmierei un sacco di tempo ! :D

 

Io conosco qualcuno che, non avendo dovuto lavorare neanche un minuto per acquisire il cosiddetto orecchio assoluto, se ne libererebbe volentieri, in modo da poter suonare in santa pace un pezzo leggendolo in un tono e suonandolo (con il capotasto) in un altro, mentre ora, se solo ci prova, gli gira la testa.

 

dralig

 

La cosa fa un po' sorridere, però poverino...

Credo, comunque, che seppur ( non saprei dire se disgraziatamente o fortunatamente :D ) 'nascendo' con l'orecchio assoluto, sia estremamente necessario 'imparare ad usarlo', fino a diventarne padroni... cioè imparare a disfarsene 'psicologicamente' quando può infastidire una azione che si sta compiendo... e ovviamente viceversa.

 

Tuttavia c'è qualcosa che non mi quadra ancora: l'orecchio assoluto è una facoltà indubbiamente legata alla frequenza della nota che si è scelti essere la frequenza di riferimento in base alla quale si intonano le altre note, e cioè il La 440 hz. Ciò che non mi spiego è: come è possibile nascere e avere innato questo preciso riferimento ? ( Deciso dall'uomo negli anni ). Perchè proprio questo riferimento, e non un'altra frequenza ?

 

Comunque sia, lo trovo argomento molto molto affascinante...

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