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Per la conoscenza che ho dei conservatori in cui ho studiato ed insegnato, non mi pare che ci siano mai stati arroccamenti a danno degli allievi (sarebbe un danno che ricadrebbe poi tutto sull'istituzione e sui docenti, i quali hanno invece tutto l'interesse a presentare il meglio di quanto esce dal lavoro che si fa; adesso poi che con la riforma gli sponsors esterni diventano essenziali per il reperimento di fondi, censurare gli allievi meritevoli di esibirsi "fuori" sarebbe una politica praticamente suicida).

Mi sembra più che altro una tutela verso allievi come quello che non faceva le pause perché "pagava per il tempo in cui suonava e non per quello in cui non suonava"...

 

Non potrei sempre dire lo stesso per quanto riguarda l'attività artistica degli insegnanti. Anche in questo caso essa reca lustro anche al conservatorio in cui il docente opera, ma in modo meno diretto e incontestabile.

 

Specie nei conservatori di provincia, poi, la direzione può essere più sensibile alle occasionali lamentele di genitori preoccupati perché il "permesso artistico" o lo spostamento di lezione del docente turba il tranquillo tran tran della lezione bisettimanale ad orario fisso, rispetto al ritorno d'immagine di avere un docente di fama internazionale (salvo poi pagarli come esterni per le masterclasses...). Questi conservatori sono a volte una specie di parcheggio per studenti in giovane età che stazionano qualche anno in conservatorio per poi mollarlo appena si rendono conto che la cosa richiede un certo impegno.

Tempo fa vidi una statistica che dimostrava come certi conservatori italiani, a differenza di altri, sono frequentati quasi esclusivamente da ragazzini giovanissimi e ai primi corsi...non si diploma quasi nessuno!

In quei casi l'attività artistica del docente è facile che venga guardata con sospetto.

E' poi possibile anche una certa invidia per il collega (spesso i direttori provengono dal corpo docente) che fa attività...

 

D'altro canto, c'è stato anche qualche docente che ha approfittato della situazione e tra permessi e malattia non si vedeva mai...ma sono, credo, casi rari.

 

Ma "tagliare le gambe" ad un allievo bravo è talmente controproducente per la scuola che, idealità a parte, non ho mai visto farlo...

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Boh.........ho tirato ad indovinare..........


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Chi vuole suonare in pubblico, anche se allievo posto sotto giuramento, non chiede autorizzazioni e suona.

 

E ci mancherebbe persino dell'altro.

Inviato
Butterfly, facendo come dici te (non so cosa intendi per repertorio alto ma ho qualche vaga idea e mi attengo a quella), seguirebbero in pochissimi la musica classica !!!

 

Risposta Butterfly : pochi ma buoni :lol::lol::lol:

 

 

Waller, io non so cosa intendi tu per quel che intendo io. E' più difficile leggere i tuoi messaggi che fare la versione in prosa di certi passi dell'Iliade... :roll:

 

 

 

Butterfly

 

:lol::lol::lol:

Inviato
Per la conoscenza che ho dei conservatori in cui ho studiato ed insegnato, non mi pare che ci siano mai stati arroccamenti a danno degli allievi

 

 

Bhe! La mia di esperienza, parlo da allievo, è stata al contrario! Naturalmente non intendo assolutamente generalizzare, ma ho tastato con mano realtà difficili per allievi e molto poco stimolanti. Sono maestri mooooooooooolto noti nel panoraa nazionale. Temo una querela, perciò la pianto qua! ;)

 

Forse non erano arroccamenti, ma... :roll:


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Piero, guarda che i conservatori una volta (ho dei testimoni) avevano la fissa di guardare la mano piccola o grossa per vedere l'attinenza con la musica................

 

di sbagli ne fanno tanti anche loro ................................


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Sbagli e limiti non ne dubito, dietro le istituzioni ci sono sempre le persone.

E quello che dicevo sulla diffidenza verso i docenti che suonano ne è una riprova, è una cosa che ho proprio visto.

(Quello che non ho mai visto è impedire di suonare ad allievi meritevoli).

 

Certamente un insegnante deve poter meritare la fiducia che chiede, che d'altra parte è indispensabile perché l'insegnamento possa accadere in modo proficuo. L'insegnamento infatti, come disse una volta Ghiglia a Siena, non è un "banco dei pegni" dove si contratta. Presuppone che ci sia qualcuno che desidera imparare e che riconosce qualcuno che gli possa insegnare.

Arrivare a lezione "mettendo le mani avanti" in atteggiamento di difesa rispetto all'insegnante rende l'insegnamento impossibile; meglio cercare un insegnante di cui ci si possa fidare.

L'insegnante poi deve invitare l'allievo a verificare lui la bontà o meno di quello che gli viene detto; questa verifica personale è la cosa che in fondo convince ed evita il plagio da una parte e la presunzione di far da sè prematuramente dall'altra.


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Davvero capita che ascoltando un musicista incapace o mediocre, ci si chieda "ma dove ha studiato e chi era il suo maestro?"

Butterfly

 

Non so se a torto o a ragione, ma a me capita.

Quando ad esempio sento un giovane concertista neodiplomato suonare con un brutto timbro, mi domando spesso se è "lui" o la scuola che ha frequentato. Idem quando suona perfettamente (secondo il mio modesto punto di vista, ovviamente).

Ciao


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Davvero capita che ascoltando un musicista incapace o mediocre, ci si chieda "ma dove ha studiato e chi era il suo maestro?"

Butterfly

 

Non so se a torto o a ragione, ma a me capita.

Quando ad esempio sento un giovane concertista neodiplomato suonare con un brutto timbro, mi domando spesso se è "lui" o la scuola che ha frequentato. Idem quando suona perfettamente (secondo il mio modesto punto di vista, ovviamente).

Ciao

 

Il punto essenziale dell'insegnamento riguarda il livello medio,non gli allievi molto talentuosi e nemmeno quelli poco dotati. Un buon docente dovrebbe essere in grado di far suonare bene (e possibilmente in pubblico come si è detto) tutti i suoi allievi di discreto o buon livello.

 

I talenti hanno una storia che non riguarda streattamente la scuola da cui provengono, e dall'altra parte, con la poca propensione in musica c'è poco da fare.

 

Con tutto ciò direi che le colpe e i meriti dei risultati degli allievi siano spesso equamente distribuiti tra insegnanti e allievi.


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Davvero capita che ascoltando un musicista incapace o mediocre, ci si chieda "ma dove ha studiato e chi era il suo maestro?"

Butterfly

 

Non so se a torto o a ragione, ma a me capita.

Quando ad esempio sento un giovane concertista neodiplomato suonare con un brutto timbro, mi domando spesso se è "lui" o la scuola che ha frequentato. Idem quando suona perfettamente (secondo il mio modesto punto di vista, ovviamente).

Ciao

 

Il punto essenziale dell'insegnamento riguarda il livello medio,non gli allievi molto talentuosi e nemmeno quelli poco dotati. Un buon docente dovrebbe essere in grado di far suonare bene (e possibilmente in pubblico come si è detto) tutti i suoi allievi di discreto o buon livello.

 

I talenti hanno una storia che non riguarda streattamente la scuola da cui provengono, e dall'altra parte, con la poca propensione in musica c'è poco da fare.

 

Con tutto ciò direi che le colpe e i meriti dei risultati degli allievi siano spesso equamente distribuiti tra insegnanti e allievi.

 

discorso saggio.....................................matematico ma non scontato :)

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