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particolare è il caso della musica "contemporanea" colta. Più di una volta, alla ricerca di una partitura irreperibile in negozio (di compositori piuttosto conosciuti nell'ambito), internet e biblioteche, mi sono rivolto direttamente alle case editrici, sottolineo, Grandi Case Editrici, le quali mi hanno dato in omaggio ciò di cui ero alla ricerca. Non so se questo voglia dire..."la vendita della partitura di...vale il corrispettivo di una biro nel complesso del budget aziendale" o altro

...triste in ogni caso, molto triste, non tanto per i compositori i quali non campano certo delle copie vendute, neanche per gli editori i quali probabilmente sanno quello che fanno 8) quanto delle conseguenze della pessima distribuzione di materiale che potrebbe essere molto utile allo studente e allo studioso ecc ecc...

 

Fatto salvo il principio che l'editore - in quanto imprenditore - non può addossare agli autori il rischio d'impresa, e muoversi solo nell'area del non-rischio o del profitto garantito, gli autori di composizioni che richiedono capacità di lettura e di comprensione da parte degli interpreti, sanno benissimo di non poter fare affidamento su introiti significativi dalla vendita delle copie stampate della loro musica.

 

Le entrate dei compositori risiedono principalmente nei diritti d'autore provenienti dalla esecuzioni e dalle registrazioni e dalle commissioni per scrivere pezzi riservati in esclusiva ai rispettivi committenti.

 

dralig

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gli autori di composizioni che richiedono capacità di lettura e di comprensione da parte degli interpreti, sanno benissimo di non poter fare affidamento su introiti significativi dalla vendita delle copie stampate della loro musica.

 

 

infatti...per questo penso che il valore di una partitura trascenda il suo valore di scambio economico così come lo trascende ciò che può essere considerato un bene culturale...

 

Infatti...purtroppo è piu' facile che venga pubblicato un romanzo della collezione Harmony, sotto pseudonimo, che non qualche riga capace di far riflettere o di illuminare l'anima.

Piu' facile vendere "Chi" che non qualche biografia interessante da scoprire.

Ne deduco che accada lo stesso per la musica, altrimenti non saremmo perseguitati da "brucia la città" :D

 

 

 

Butterfly


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brucia la città, gino paoli, orietta berti, mino reitano, mal, puah, benigni e tutta quella valanga di neve che ci spinge a correre ai ripari !!!

 

L'unico che fa da galleria è Beppe Grillo


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Comunque sicuramente non è un male aprisrsi e studiare anche altri "versanti" lontani (poi lo sono veramente?) dal nostro mondo "classico"

 

un saluto Roberto Fabbri

 

sarebbe necessario prima intendersi su cosa sia "il nostro mondo classico"... :roll:

 

Cito a memoria - scusandomi per la possibile imprecisione - una immortale battuta del principe Salina (il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa) rivolta a chi lo informa che non ha nulla da temere dai garibaldini appena sbarcati in Sicilia, grazie alle buone referenze che su di lui verranno rilasciate dalla servitù, sempre ben trattata. "Va a finire", commenta don Fabrizio, "che avrò salva la vita perché tengo in casa Bendicò" (un grosso cane).

 

Suvvia Fabio, usciamo dai nostri recinti, e ammettiamo che tra noi e Nilla Pizzi c'è solo qualche anno di differenza, tutto lì: "il nostro mondo classico" ha tutto da guadagnare nel tonificante contatto con "Grazie dei fior" (Umberto Eco docet).

 

dralig


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Confermo la smisurata stima in me stesso. Ma ho ancora una curiosità da buttare via: la Berben è una grande casa editrice? Nel caso riteniate di si, come immagino, qual'è la percentuale di rischio che si prende nel proporre autori nuovi? Nel caso in cui chieda soldi come contributo fisso ad autori che comunque hanno già fatto delle cose e le cui cose si conoscono e si suonano (pur in ambienti relativamente piccoli come il nostro)...è pari a 0. Ah i mecenati di un tempo...sono mecemorti (scusate, ho i consigli di classe fra due minuti... :(:|:D


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Confermo la smisurata stima in me stesso. Ma ho ancora una curiosità da buttare via: la Berben è una grande casa editrice? Nel caso riteniate di si, come immagino, qual'è la percentuale di rischio che si prende nel proporre autori nuovi? Nel caso in cui chieda soldi come contributo fisso ad autori che comunque hanno già fatto delle cose e le cui cose si conoscono e si suonano (pur in ambienti relativamente piccoli come il nostro)...è pari a 0. Ah i mecenati di un tempo...sono mecemorti (scusate, ho i consigli di classe fra due minuti... :(:|:D

 

Non parlo per nessun editore, ma Le assicuro che, se vengono richiesti contributi, è perché non c'è stima nei confronti del compositore. Se questi paga, butta il suo denaro dalla finestra. Quello che farebbe comprando 200 copie della sua musica e regalandole (o vendendole) nella cerchia delle sue relazioni, lo può fare benissimo da sé e per sé, stampando e/o mettendo on line la sua musica, e senza cedere né denaro né diritti a un editore che, in cambio, non offre nulla. Quindi, se ha rispetto di Lei stesso e della Sua musica, non si lasci andare a una simile debolezza.

 

Per la Sua battuta sui mecenati, converrà con la mia esortazione a versare, a titolo di ammenda, 10 euro alla più vicina associazione di beneficenza o volontariato. E mi trattengo.

 

dralig

Ospite Matteo Pesle
Inviato
Per la Sua battuta sui mecenati, converrà con la mia esortazione a versare, a titolo di ammenda, 10 euro alla più vicina associazione di beneficenza o volontariato.

 

:lol:


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Comunque sicuramente non è un male aprisrsi e studiare anche altri "versanti" lontani (poi lo sono veramente?) dal nostro mondo "classico"

 

un saluto Roberto Fabbri

 

sarebbe necessario prima intendersi su cosa sia "il nostro mondo classico"... :roll:

 

:mrgreen:


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Chi di voi mi spiega perchè Eco ce l'ha col new-age? Il new-age ormai è una cosa da nicchia, credo... In che modo usa la musica "alta"?


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Che il new age sia di nicchia non mi pare: sento un sacco di roba fatta con sequenze accordali di settima o di nona buttate lì come l'asfalto sull'autostrada...eh, ma alla gggente piace!

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