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Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità.

 

Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo:

 

"In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione."

 

Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora.

 

dralig

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Beh, visti i risultati, direi che si tratta di "vanità" più che legittima.


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La cosa più bella (e umana) è che il post è stato messo dal compositore in questione. Cosa che lo rende ancora più vero. Bravo Angelo


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Complimenti Maestro.


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La cosa più bella (e umana) è che il post è stato messo dal compositore in questione. Cosa che lo rende ancora più vero. Bravo Angelo

 

Come si dice in gergo, "quando ci vuole, ci vuole". Non è il fatto di essere elogiati, ma il fatto di essere riconosciuti nella propria specificità, nel proprio profilo personale, e di essere distinti da una categoria alla quale non si vuole appartenere semplicemente perché si è diversi nelle viscere, nella mentalità, nella formazione, nella cultura, nel modus operandi e perfino nel tratto personale - è tutto ciò che fa tirare un sospiro di sollievo e induce a esclamare: finalmente!

 

In presenza di recensioni, è la seconda volta in 25 anni che mi accade di respirare a pieni polmoni l'aria di casa: la prima volta, fu quando lessi l'articolo che Bruno Bettinelli aveva scritto ne "il Fronimo" per le mie prime due Sonate. Ci voleva!

 

dralig


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beh...mi pare un bellissimo complimento

...ogni tanto, anche per la chitarra, vince la musica.

complimenti anche da parte mia...

...a me sta veramente passando la voglia di scrivere per questo strumento...peccato lo ami così tanto, ma vedo all'orizzonte il profilarsi di un rapporto misantropo nei confronti del chitarrume...quindi meglio evitare...

sob

 

No, non è meglio evitare. Non lo fu per Fernando Sor, che - lo leggiamo chiaramente nelle accorate e furenti parole del suo metodo - si trovava esattamente nella stessa situazione: un compositore vero, e un maestro della chitarra, che scriveva musica vera, circondato da una pletora di dilettanti che si agitavano, sia per valorizzare le loro pseudo-composizioni che per sminuire il valore delle sue. Avrebbe dovuto scrivere di più e polemizzare di meno (se oggi sappiamo dell'esistenza di quei tipi è solo perché lui si diede l'inutile pena di informarcene, altrimenti sarebbero sprofondati nel nulla), ma dobbiamo comunque riconoscergli il merito di non essersi accasciato a causa dell'assedio del chitarrume, e di aver scritto la sua bella musica per chitarra, non grazie ai chitarristi, ma nonostante loro.

 

Occorre rendersi conto di qualcosa di molto importante: la chitarra ha avuto il momento aureo dei compositori come Sor e Giuliani, poi è venuto il momento aureo dei compositori come i molti che, da Falla a Berio, hanno nobilitato il repertorio "dall'esterno", cioè con una pura speculazione compositiva, senza conoscere "dall'interno" i segreti dello strumento. Oggi, caro Fabio, è il momento dei compositori che hanno capacità speculative puramente musicali e che hanno anche il dominio della chitarra "from within": è una specie rara (per ogni Bogdanovic ci sono cento autori di babefritte da festival chitarristico), ma è a essa che è affidata la nuova musica per chitarra. Se i pochi che incarnano questa categoria si ritirano per sgomento di fronte al chitarrume, la partita è davvero persa: il chitarrume è una disgrazia, certo, ma ricordi Baudelaire: un genio non si abbatte per un paio di disgrazie. E, anche senza essere un genio, chi sa deve testimoniare.

 

dralig


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Chiedo venia per la vanità alla quale mi abbandono: ben di rado, nelle recensioni che lo riguardano, un compositore ha modo di specchiarsi e di riconoscersi, perché le parole del critico lo hanno effettivamente identificato e non elogiato o biasimato con espressioni che si applicherebbero benissimo a un centinaio di altri autori, o magari anche a un avvocato o a un camionista. Quindi, le recensioni si leggono in genere con poche speranze: fanno parte del gioco, ma non toccano quasi mai le corde della verità.

 

Allora, mi sia concesso - anche se mi vergogno un po' nel farlo - di riportare un periodo da una recensione appena letta, apparsa recentemente sul mensile "Musica" (rivista non chitarristica), la cui lettura mi ha fatto trarre un sospiro di sollievo:

 

"In effetti fin dalle prime note di una qualsiasi opera di Gilardino si comprende subito come nel suo caso si tratti di un vero compositore, e non di un chitarrista prestato alla composizione."

 

Non sarò una star da festival della chitarra e da incontri chitarristici - mi sta bene - ma vivaddio qualcuno che capisce si trova ancora.

 

dralig

 

Manibus date lilia plenis

 

Caro Angelo, questo è il giusto riconoscimento alla Persona e al Musicista: il Tuo operato contribuisce a conferire alla chitarra un nuovo splendore ed alla musica un'espressione ritrovata. Sia onore al merito di chi ha saputo guardare alle Tue composizioni andando oltre alle convenzioni e ai pregiudizi del senso comune, e sia onore a Te, stimato Maestro, per la perseveranza, la coerenza e l'impegno con cui porti avanti il Tuo mirabile cammino anche se, talvolta, osteggiato o adombrato.

Sia questo un esempio per molti musicisti.

 

Complimenti

 

Ermanno


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...a me sta veramente passando la voglia di scrivere per questo strumento...peccato lo ami così tanto, ma vedo all'orizzonte il profilarsi di un rapporto misantropo nei confronti del chitarrume...quindi meglio evitare...

sob

Fabio, Fabio... hai bisogno di un po' di coccole... :lol:

 

Se smetti di scrivere potrei arrabbiarmi molto, sai!

Rischieresti parecchio anche fisicamente; potrei decidere di tirar fuori il mio vecchio kimono da ju-jitsu... :D

Ospite Neuland
Inviato

Anche da parte mia sentiti complimenti, che il Suo lavoro merita non solo da oggi. Farà bene a Lei sentirsi riconosciuto come l'artista che è, ma fa meglio ancora al nostro strumento essere riconosciuto mezzo idoneo di esprimere e trasportatore vera musica, vere composizioni.

 

Neuland

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